mercoledì 3 luglio 2013

IL PROCESSO E IL PIATTO DI LENTICCHE


Il problema è che le persone tendono a dimenticare in fretta, in Italia soprattutto, altrimenti certe anomalie non si ripeterebbero.

Eppure chi c'era a Falconara Marittima all'alba del 25 agosto 1999 dovrebbe ricordare bene il boato dell'esplosione all'interno della raffineria Api che svegliò la città.

2 lavoratori morti
2 quartieri e centinaia di cittadini in fuga
10 cittadini ricorsi alle cure mediche per le esalazioni dei fumi dell’incendio
1 treno transitato tra le fiamme
1 Km e mezzo di territorio interessato da una pioggia solida e liquida di detriti ed idrocarburi
3 ore circa di paralisi totale del traffico aereo, ferroviario e stradale.

 

Il Comune di Falconara con l'allora sindaco Carletti si costituì parte civile contro la raffineria rivendicando che "...che dall'incendio devastante del 25/08/1999 presso la Raffineria Api sono derivati alla citta' di Falconara M.ma gravi danni di natura patrimoniale e non patrimoniale, per la perdita dell'uso di parte del suo territorio e per la lesione dell'immagine della citta', della sua sicurezza e della sua vivibilita', particolarmente gravi per una citta', come Falconara M.ma, con vocazione balneare e turistica...considerato che tali danni vanno risarciti, come pacificamente riconosciuto (per tutte v. Cass. Civ. sez. I 10/07/1991 n. 7242);" (delibera di Giunta)

 
Una decisione più che mai giusta alla luce del fatto che in quell'incidente morirono due operai e che la città ferita non poteva restare silente di fronte a quel grave incidente. La richiesta risarcitoria fu quantificata in 12 milioni di euro.

 
Oggi a 14 anni di distanza la Corte di Appello ha ribaltato la prima sentenza e condanna i vertici di allora della raffineria che in primo grado erano stati assolti per insufficienza di prove. Un anno e due mesi per omicidio colposo - il reato di incendio è prescritto - all’ex capo servizio manutenzione Sergio Brunelli, all’ex responsabile manutenzione off-site Claudio Conti e all’ex direttore del petrolchimico falconarese Franco Bellucci. (Corriere Adriatico)

 
Ma come ho detto all'inizio in questo Paese dimentichiamo in fretta e Falconara non fa eccezione.

 
Nel 2009 il consiglio comunale di Falconara con il sindaco Goffredo Brandoni decise con voto favorevole di tutta la destra, di rinunciare nei confronti dell'Api "... ad ogni azione, citazione, ricorso, costituzione di parte civile ed agli atti tutti dei giudizi relativi pendenti alla data di sottoscrizione della presente convenzione a fronte del versamento in favore del Comune a totale tacitazione saldo e stralcio della complessiva somma di Euro 3.000.000,00(Tremilioni/00) di cui Euro 2.000.000,00 entro dieci giorni e Euro 1.000.000,0 (Unmilione/00) entro 90 (novanta) giorni dalla data in cui sarà resa esecutiva la presente convenzione a seguito dell’approvazione della relativa delibera da parte del Consiglio Comunale e all’avvenuto perfezionamento di tutti gli adempimenti previsti per procedere alle rinunce nei singoli procedimenti. Le parti danno quindi mandato ai rispettivi legali di procedere alle reciproche rinunce definendo tutto quanto all’uopo necessario con spese legali interamente compensate".
 

Il sindaco Brandoni si vantò all'epoca di questa operazione che in realtà aveva lo scopo di spianare la strada alla raffineria per la realizzazione di una centrale a ciclo combinato della potenza complessiva di 580 MWe ed in questo modo riuscì a ripianare il bilancio comunale per un anno.

 
La dignità di una città, il rispetto per le persone morte furono gettati al vento per una elemosina, due milioni di euro a fronte di decine di contenziosi accumulati dal Comune di Falconara a causa dei numerosi incidenti ed irregolarità della raffineria.
 

Il sindaco Brandoni è stato rieletto solo alcune settimane fa, ma le persone si sa dimenticano in fretta, hanno preferito credere alle sue parole e alle promesse, tanto che girando per la città non sono pochi coloro i quali affermano: "...in fondo però stò sindaco ha fatto bene".

 
Ora aldilà della soddisfazione per la sentenza della Corte d'Appello, sarebbe interessante conoscere l'entità del risarcimento danni a cui il Comune avrebbe avuto diritto dopo la condanna. Chissà magari scopriamo che quei 2 milioni di euri erano proprio un'elemosina e che questo sindaco tutto "stò" bene alla città non l'ha fatto.
 

Intanto però per cercare di non dimenticare troppo guardate questo video dell'esplosione del 25 agosto 1999.


 

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