domenica 10 marzo 2013

IL MEZZO BICCHIERE

Faccio gli auguri di buon lavoro a Lara Ricciatti e a Laura Boldrini neo parlamentari delle Marche. Ma non mi complimento. C'è poco di cui complimentarsi. Non possiamo farci i complimenti per come sono andate le cose.

L'esito del voto ci riconduce violentemente agli stessi stati d'animo del 2008 con il fallimento della sinistra arcobaleno. Dopo quella sonora sconfitta, faticosamente abbiamo cercato di ricostruire, di riprenderci un pò di credibiltà, convinti che quella terribile esperienza non l'avremmo mai più dovuta rivivere. Ed invece rieccoci qua, delusi, ancora frastornati sotto le macerie dello tsunami Grillo a domandarci che cosa dobbiamo fare ora.

Una sconfitta che assume maggiore gravità in un quadro economico e sociale del paese drammatico: 3 milioni di disoccupati, il 39% dei giovani sono senza un lavoro. Noi perdiamo mentre i diritti dei lavoratori sono pesantemente attaccati, mentre le imprese artigiane chiudono, mentre i servizi essenziali vengono tagliati, la sanità, le pensioni, gli ammortizzatori sociali, la scuola pubblica, mentre si affonda la lama sui beni comuni.

Vogliamo domandarci perchè con questo scenario che doveva essere per noi favorevole elettoralmente, noi che ci dichiariamo un partito a fianco delle classi più deboli, dalla parte dei lavoratori, per l'eguaglianza e i diritti, ce lo siamo chiesti perchè non abbiamo avuto il consenso proprio di quella parte?

Perchè? perchè Grillo urla bene o perchè la nostra politica è stata opaca? Oppure perchè non siamo considerati credibili, perchè abbiamo deluso quelle persone che non si fidano più, Perchè ci percepiscono uguali agli altri?

Abbiamo perso compagni...doppiamente.
Perso numericamente, vista la piccola, insignificante percentuale di voti presi. Noi siamo in Parlamento esclusivamente grazie alla vergognosa Legge elettorale Porcellum, quella legge che volevamo osteggiare.
E poi abbiamo perso culturalmente, politicamente, perchè per inseguire il sogno di una sinistra al governo abbiamo annacquato proprio le nostre idee di sinistra, le nostre intuizioni.
Abbiamo preferito sacrificare il progetto di una sinistra nuova, moderna, attenta alle trasformazioni della società, sull'altare della rappresentanza parlamentare. Noi che pensavamo (sbagliando) di poter spostare il PD verso sinistra, siamo stati annientati dalle grandi contraddizioni del PD. Abbiamo subìto e rincorso l'agenda del PD, appiattiti in una carta di intenti che ci ha fatto discutere solo se Monti doveva allearsi con noi o meno. Sottovalutando la forte tensione sociale che il Paese sta vivendo. Sottovalutando il disagio di milioni di persone senza lavoro e senza futuro, costretti ad assistere a balletti politicisti da voltastomaco.

Non credo che possiamo ignorare il fatto che per stare nell'alleanza con il PD abbiamo soffocato tutte le nostre idee e programmi che ci avevano ridato l'entusiasmo al congresso nazionale. Non credo tuttavia che il successo del M5S sia da imputare esclusivamente ai nostri errori strategici degli ultimi mesi. Perchè il fenomeno Grillo parte da lontano. Bisogna tornare indietro di anni per capire le ragioni di quel successo. L'autoreferenzialità dei politici, la distanza della politica ai problemi reali del Paese, gli sprechi, gli scandali, la corruzione, ma soprattutto l'incapacità di governare oltre un decennio di crisi che ha impoverito le classi medie e portato alla miseria quelle più deboli.

Abbiamo vissuto un anno di governo Monti, fortemente voluto dal Presidente Napolitano, un anno di tagli, riduzione dei diritti, con l'aumento della disoccupazione, delle tasse e una austerità obbligata per tutti tranne per i più ricchi. Un Governo colpevolmente sostenuto da Pd e PDL insieme in grande coalizione che ha fatto urlare BASTA! Convincendo milioni di persone a fare il salto nel buio, e a votare Grillo.

Alcuni di noi, nonostante tutto continuano a vedere il bicchiere mezzo pieno, alcuni dicono che poteva andare peggio, che avere dei parlamentari è un buon inizio da cui prendere slancio.

Non sono d'accordo compagni, il bicchiere non è mezzo pieno, il bicchiere non c'è più, spazzato via dal vento di cambiamento che per troppo tempo abbiamo ignorato.
Alcuni dicono: " non abbiamo capito il sommovimento in atto". E' falso! Noi avevamo capito tutto e molto bene perchè è da quelle intuizioni che abbiamo dato vita al nostro partito, con un congresso che aveva ridato l'entusiasmo ai militanti e, fatto quasi miracoloso, aveva riconquistato la fiducia di tantissime persone che seppur cautamente si erano riavvicinate alla politica: eravamo diventati credibili. Noi avevamo capito... abbiamo solo cambiato strada.

Volevamo fare un partito nuovo, non un nuovo partito e nemmeno un partitino. Il nostro obiettivo era costruire una grande sinistra di governo autonoma in grado di dialogare con il PD, per governare appunto. Tutti gli intenti sono stati disattesi perchè il voto ci dice che siamo meno di un partitino, e soprattutto perchè abbiamo dimostrato di non essere per nulla un partito nuovo, innovativo nelle idee e nei comportamenti, ma di essere purtroppo ancorati alle decrepite pratiche di vecchia politica. Un Partito che all'improvviso si è chiuso, lasciando le decisioni in mano a pochi, ignorando le più elementari regole democratiche e partecipative. Un gruppo dirigente che in maniera oligarchica ha cambiato varie volte la posizione politica, che ha fatto accordi e sottoscritto impegni senza coinvolgere gli organismi eletti dal congresso, gli unici in grado di determinare la linea politica del partito.

Così è stata sottoscritta la carta d'intenti con la quale "assicuravamo lealtà istituzionale agli impegni internazionali e ai trattati sottoscritti dal nostro Paese", in pratica accettavamo il fiscal compact e il pareggio di bilancio voluto dalla Troika, le vere cause dello stato di austerità e di povertà del nostro Paese. Con quella firma abbiamo provocato l'emorragia di iscritti e simpatizzanti i quali fino all'ultimo momento hanno cercato in ogni modo lecito di esprimere la critica e le perplessità per il pericoloso passo che stavamo per fare, ma è stato inutile, non sono stati ascoltati, in qualche caso derisi, addirittura emarginati e tacciati di essere dissidenti. E badate che chiedevano poco... solo di avviare gli Stati generali della Sinistra. Molti se ne sono andati, altri come me sono rimasti, contribuendo, con forza alla campagna elettorale, con grande impegno nonostante i forti dubbi, con spirito di servizio e responsabilità. Quella scelta secondo me ha contribuito al negativo risultato elettorale.

E così abbiamo dovuto affrontare le primarie per il premier del centrosinistra, ben sapendo che il nostro ruolo era di comprimari, e poi la farsa delle primarie per i parlamentari tra Natale e capodanno inficiate ancora una volta dalle scelte calate dall'alto e con regole che hanno impedito la partecipazione dei nostri potenziali elettori (visto che pescavamo nella platea delle primarie del mese precedente, pur sapendo che molti dei nostri possibili elettori non avevano partecipato alle primarie del PD) regole che hanno anche permesso giochetti antipatici anche nella nostra regione, una sorta di consorteria della preferenza che di fatto ha alterato il risultato espresso dagli elettori. Un giochetto che peraltro si è sgonfiato con il basso, quasi inconsistente numero di voti ottenuto alle elezioni vere da quei territori associati, pregiudicando anche la possibilità di esprimere un senatore nella nostra regione.

Avevamo un patrimonio prezioso, la reale possibilità di poter avviare il cambiamento culturale e politico nel Paese a cui avevamo dedicato tempo e intelligenze, un sogno che si è infranto il 26 febbraio.

Ma non è solo nostra la colpa della disastro, le responsabilità vanno ripartite a tutta la sinistra, storicamente incapace di stare insieme, litigiosa e masochista, ma sono convinto che dobbiamo insistere a ricercare l'unità del popolo della sinistra. Una parte di responsabilità va però consegnata anche ai sindacati: è questione di tempo ma se il sindacato non tornerà a fare il suo lavoro imploderà sotto i colpi degli stessi lavoratori. Prima che sia troppo tardi è necessario un rinnovamento culturale dei sindacati, meno apparato e più vicinanza ai lavoratori. Passaggio obbligato tanto quanto quello della sinistra politica.

E adesso che fare? Intanto credo che dobbiamo considerarci liberi dalla sottoscrizione della carta di intenti. Ora il panorama politico è assai confuso, e noi contiamo veramente poco. Dobbiamo sperare in un una trovata di Bersani, ma considerando il caos che regna nel Pd non ci scommetterei Parlare con i grillini è complicato e gli 8 punti proposti da Bersani non credo che serviranno a molto.
Penso che se solo il centro sinistra quei punti li avesse declinati durante la campagna elettorale avrebbero avuto tutto un altro significato e peso anche se credo che dimezzare il numero dei parlamentari sia un errore. Non si diminuisce il costo della politica in questo modo ma la democrazia, basterebbe dimezzare i compensi e togliere i benefit.

Credo che dobbiamo prendere atto che è nata una nuova era, un cambiamento epocale in cui non c'è più spazio per i politicismi e le vecchie concezioni. Dobbiamo tentare di riappropriarci della politica, di imparare a stare tra la gente ad ascoltare. E' un percorso difficile, che ha bisogno di tempo e di lavoro duro, di critica e di autocritica a tutti i livelli, per capire se c'è ancora l'esigenza di una sinistra vera in Italia, se deve avere una forma partito e se abbiamo la capacità di formarla.

Noi di SEL intanto non possiamo fare altro che avviare la discussione attraverso un congresso straordinario, da fare al più presto, rinnovando nel frattempo la dirigenza nazionale, se non altro per il fatto che ora tutto il gruppo dirigente è totalmente impegnato nel compito istituzionale al Parlamento.
Chiedo un Congresso da fare al più presto, per permettere alle Compagne e ai Compagni di comprendere e determinare il percorso e la politica che questo partito intende portare avanti.
Chiedo a questa assemblea di esprimersi in tal senso. Non si può perdere tempo, schiacciati come siamo dall'incombenza di nuove elezioni. A nuove elezioni politiche, se saremo ancora in campo, dobbiamo arrivarci con le idee molto più chiare di ora. E intanto abbiamo alle porte le elezioni amministrative... CHE FARE?

Claudio Paolinelli
Assemblea regionale Marche 9/3/2013

sabato 2 marzo 2013

PENSAVO FOSSE TSUNAMI INVECE ERA BURIANA


C'è un vento di cambiamento nel Paese, ma per ora non è un vento buono, capace di spazzare le nuvole nere della crisi. E' solo una gran buriana: fulmini che squarciano il cielo e tuoni che fanno tremare la terra. Una tempesta che rischia di lasciarci inzuppati dei nostri guai e nulla più.

I "grillini" alludono al cambiamento, ma è il realtà il grido si traduce in una pressante richiesta di buona politica. Una politica pulita, virtuosa che sta dalla parte delle persone. Chi ha votato "Grillo" chiede giustizia sociale e un Paese vivibile, è stanco dell'arroganza di certi politicanti e della corruzione, per questo ha scelto di fare "il salto ne buio", ponendo ogni residua speranza nelle mani di una persona di cui forse non ne condividono nè idee nè metodi, ma perchè non vedono alternative.

Il problema però è capire se quel salto nel buio porta da qualche parte, se apre una nuova strada e se permette di risolvere i tanti problemi in cui siamo immersi. Perchè i problemi vanno risolti ora e invece stiamo perdendo minuti fondamentali, per colpa della mala politica, senza dubbio, a cui adesso però si aggiunge l'improvvisazione del movimento più votato d'Italia, che non è capace o forse non vuole aggiornare la sua protesta in proposta.

Generalizzare è comodo ma è sempre sbagliato. Non è assolutamente vero che tutti i partiti sono uguali. E' difficile sostenere questa tesi in momento come questo, lo so, ma non dobbiamo farci intimidire e nemmeno possiamo "arrenderci". C'è buona politica, c'era anche prima di Grillo. I punti programmatici del M5S sono in gran parte le idee fondatrici di alcuni partiti. Di quello in cui milito di sicuro. Si può criticare la poca incisività con cui abbiamo portato avanti quelle istanze, ma la politica in democrazia si fa con i numeri oltre che con le idee. Penso che sia sbagliato azzerare tutto a prescindere. Penso che sia pericoloso fare salti nel buio che ricordano purtroppo periodi di storia terribili.
 
Grillo ha ragione a dire che lo Tsunami è iniziato e che lo ha voluto la gente. Lui dice di non c'entrare nulla, invece ha una grossa responsabilità che è quella di aver iniziato una rivoluzione che non sa nemmeno lui come finirà e che non sarà più nemmeno in grado di gestire.
Una follia da cui occorre uscire al più presto.