mercoledì 18 dicembre 2013

LA CRISI DELLA POLITICA E I FORCONI

La rivolta dei forconi si sta dimostrando una operazione in parte strumentalizzata se non organizzata da forze reazionarie e di destra e da altri gruppi non meglio identificati. Alcuni hanno agitato le "masse" altri si sono fatti infinocchiare da parole d'ordine di tipo populistico o peggio.

Resta il fatto però che in Italia il disagio e la rabbia covano da molto tempo e le forze di sinistra e le organizzazioni sindacali sembrano non comprendere e infatti sono relegate ai margini.

I sindacati non rappresentano nè tutelano le nuove categorie di sfruttati, di precari, di disoccupati. Sono condizionati dal PD e si limitano ad organizzare inoffensive e autocelebrative manifestazioni con al seguito stuoli di anziani usati quasi come comparse.
I partiti invece sono a distanze siderali dal mondo reale, ostaggi dei loro stessi difetti, tutti presi ad autoconservare un ceto politico inutile al Paese.

Lo scenario è deprimente ed è ora di fermarsi con i tatticismi, e smetterla di dire mezze parole incomprensibili.
Credo che da qui a breve i partiti e i sindacati verranno spazzati via dalla rabbia che è alimentata dalla miseria e ancor peggio dal populismo.
Ho come il presagio che se ciò accadrà la rabbia non farà distinzioni tra peggio e meno peggio!
A farne le spese sarà la democrazia, che da un lato viene attaccata attraverso le modifiche costituzionali e dall'altra da un vento reazionario e di protesta populista fuori controllo. A farne le spese saranno le persone.

Occorre sottolineare una netta differenza tra i movimenti di lotta studentesca e dei lavoratori e la protesta dei Forconi. La stragrande maggioranza di quelle persone che si sono ritrovate nel movimento "9 dicembre" è in rivolta per riottenere il tenore di vita perduto con la crisi perdurante. Sono gli "impoveriti" e non sembrano interessati ad affrontare le ragioni della crisi. Probabilmente non se ne sono mai occupati. Non pensano che forse è arrivato il momento per mettere in piedi un altro modello di sviluppo, più attento alla persona e all'ambiente, sostenibile socialmente e ambientalmente.

Per molti di loro il solo obiettivo è quello di riottenere o mantenere le abitudini consolidate, lo status di ceto medio che la crisi rimette in discussione. Preparano una rivoluzione ma non conoscono il loro avversario, generalizzano tirando pietre alle ombre e urlando alla luna.
Insomma è come se dicessero: "ho la febbre e voglio che mi passi, e non mi interessa sapere perché ho la febbre, ma mi deve passare subito!"
Una febbre, lo sappiamo, causata dal liberismo. La battaglia va fatta contro il modello finanziario e capitalistico che siede nella stanza dei bottini e muove i fili a cui sono legati i governanti.

Poi c'è Il problema dell'individualismo, conseguenza comportamentale che deriva dal liberismo. Tutte queste persone che stanno in piazza con i forconi non formano un collettivo, sono differenti tra loro, non appena avranno ottenuto quel che chiedono (se mai l'otterranno), torneranno nelle loro case a pensare ai fatti propri riprendendo a infischiarsene di come và il mondo.

Riassumo il mio pensiero: Il movimento dei forconi pensa al mantenimento del tenore di vita del ceto medio e non è interessato a battersi per sconfiggere il liberismo, non vuole l'uguaglianza, vuole ottenere una fetta della torta, si limita a chiederne una porzione, disinteressandosi degli ingredienti di quella torta.

Ma a sinistra invece come si sta affrontando il problema della crisi?

Purtroppo vedo sempre in maniera netta nuove forme di individualismo anche a sinistra e tra le categorie che debbono le loro forze residue all'agire collettivo del passato.

La crisi comprime le vene di chi la subisce, e la mancanza di una soluzione offusca i pensieri. Spesso questa situazione obbliga a fare scelte che in momenti normali forse non si sarebbero mai fatte ed è comprensibile che singolarmente ci sia la tendenza a cedere a compromessi al ribasso pur di sopravvivere. Meno comprensibile quando quelle scelte le fanno anche le categorie di rappresentanza dei lavoratori le quali invece dovrebbero avere il sangue freddo e lo sguardo rivolto al di là della barricata per immaginare un futuro, nonostante l'emergenza e la gestione del presente. Una debolezza che fa scricchiolare il cardine della lotta al liberismo.
Mi chiedo se l'idea di un modello sostenibile sia una filosofia buona da discutere in un salotto o se invece deve trovare consenso e forza per trasformarsi in azione politica soprattutto in momenti come quelli che stiamo vivendo.

Praticare quotidianamente quell'idea è una fatica ardua e sempre più spesso si cade nell'individualismo anche con alcune scelte che apparentemente hanno un aspetto di tipo collegiale. So che gli esempi che sto per fare possono sembrare di cattivo gusto e provocatori, ma penso che proprio quelle situazioni diano il senso della distanza che c'è tra il pensare e agire politico.

Trovo ad esempio che la scelta dei sindacati all'interno della raffineria di Falconara di sottoscrivere un contratto di solidarietà per scongiurare i licenziamenti senza aver mai visto e discusso il piano industriale dell'azienda e ignorando completamente le istanze della popolazione stanca delle tonnellate di veleni che respirano ogni giorno, sia una forma di individualismo, io lo definisco "individualismo colletivo" di un gruppo isolato che in maniera corporativa prova a tutelare solo i propri interessi. scelte che in questo caso alimentano l'eterno conflitto tra lavoro e ambiente.

La stessa cosa vale per i lavoratori di Fincantieri, i quali, se pur di assicurarsi il lavoro accettassero le commesse per costruire navi gasiere o militari, abbandonerebbero l'idea di modello socio economico sostenibile sintetizzata nel celebre motto "un altro mondo è possibile" e la stessa lotta al liberismo perderebbe di significato. Anche questo caso si potrebbe configurare l'individualismo collettivo di cui ho detto prima.
Costruire navi gasiere significherebbe contribuire a vanificare le lotte di chi si batte contro i rigassificatori a favore dell'energia da fonti rinnovabili.
Riflettiamo su questo punto altrimenti dovremmo rivedere anche la nostra posizione sugli aerei da guerra F35 visto che a costruirli saranno comunque dei lavoratori che rischiano di perdere il lavoro qualora decidessimo di non acquistarli.
Faccio questi esempi perchè le due questioni: la crisi della cantieristica, la realizzazione dei rigassificatori e la produzione petrolifera sono questioni del nostro territorio marchigiano, ma è ovvio che di esempi di questo tipo ce ne sono in ogni parte e non solo nel privato, ma anche nella funzione pubblica.

Sicuramente non si può addossare la colpa tutta ai sindacati e nemmeno ai lavoratori minacciati dalla perdita del lavoro, perchè quelle scelte sono influenzate e determinate dalla politica e quindi dai partiti che in Parlamento legiferano.

Purtroppo la politica sta vivendo uno dei suoi periodi peggiori, è una politica che vive di slogan e trovate di marketing per nascondere la inadeguatezza della sua classe dirigente.

In questa fase, come non mai, sarebbe necessario abbandonare slogan, promesse e bugie e concentrarsi per lavorare ad una uscita dalla crisi in via democratica e a favore dei popoli coerentemente con le idee e princìpi che si propagandano.
Questo è un compito della politica, almeno di una parte della politica che la sinistra dovrebbe riconoscersi. Quella che amiamo chiamare Buona Politica. Eviteremmo al Paese la miseria ed il rischio di derive reazionarie e populiste come la storia severamente ci ricorda.

giovedì 12 dicembre 2013

TARES: IL CARO PREZZO DELLE CATTIVE POLITICHE


Nei giorni scorsi i cittadini di Falconara hanno ricevuto, a mezzo posta, l'avviso di pagamento della rata Tares e sembra che non l'abbiano presa bene. 

Martedi scorso infatti, presso gli uffici comunali di Falconara Marittima, molte persone si sono accalcate in fila per chiedere delucidazioni in merito al costo eccessivo della TARES. Sembra che alcune persone fossero particolarmente arrabbiate per l'aumento del costo dei rifiuti, tanto da dare in escandescenza.

La rata della Tares (Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi) in effetti è la mazzata finale in un anno, come quello che sta per chiudersi, particolarmente difficile sotto l'aspetto economico e colpisce pesantemente sia i cittadini che le imprese e le attività commerciali.

Una tassa che riguarda chiunque possieda o detenga locali che producono rifiuti da smaltire.

Forse a questo punto però è arrivato il momento di far conoscere ai cittadini alcune cose riguardanti la raccolta dei rifiuti a Falconara e permettere loro di saperne di più di modo che riescano a farsi un'opinione più precisa.

Intanto c'è da dire che la Tares è un tributo introdotto nel decreto "Salva Italia" del Governo Monti, entrato in vigore con la Legge di Stabiltà del Governo Letta in maniera confusa ed ancora non completamente chiarita ed è certo che colpirà pesantemente le tasche dei cittadini.

Detto questo credo sia opportuno che i cittadini sappiano che la tariffa è determinata anche da altre condizioni che proverò ad illustrare grazie al rapporto regionale 2012 sui rifiuti (clicca qui).

Dal 2009, è stato applicato un meccanismo premiale attraverso la modulazione del tributo in relazione ai risultati della raccolta differenziata. In particolare è stato previsto il pagamento ridotto del tributo in funzione della percentuale di superamento del livello di Raccolta Differenziata rispetto alla normativa statale, con evidenti vantaggi economici per i Comuni più virtuosi. 
 
Dal 2010 è stata invece introdotta l’addizionale nazionale del 20% al tributo nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi minimi di raccolta differenziata. 
 
In sostanza, per esemplificare: un Comune che ha superato la percentuale di raccolta differenziata di un valore fra lo 0,1% e il 10% paga un tributo in discarica (20 € a tonnellata) ridotto del 30%.
 
Un Comune che, invece, non ha raggiunto l’obiettivo di legge (65% nel 2012) paga, oltre ai 20 € a tonnellata del tributo, anche un addizionale di 4 € a tonnellata. (cit. Report Rifiuti Marche 2012)

Naturalmente la riduzione della tariffa si applica a scaglioni, quindi se si supera il 10 per cento la riduzione sarà del 40% , superato il 15 per cento sconto del 50% , con il 20 per cento il 60% in meno, fino ad arrivare a una raccolta differenziata superiore al 25 per cento dell'obiettivo previsto lo sconto sarà del 70%.

Peccato che il Comune di Falconara non voglia avviare la raccolta porta a porta, che è l'unico modo per aumentare la percentuale di differenziazione. Questa amministrazione comunale per scelta politica ha deciso di limitarsi a quella di prossimità, quella con i cassonetti sotto casa, per intenderci, e questi sono i risultati.

E' bene sapere che la percentuale minima per non pagare aggravi tariffari è stata stabilita nel 65%.

ll Comune di Falconara purtroppo non supera il 41,19% (fonte report rifiuti 2012). 
 Questa situazione impedisce al Comune, non solo di ottenere uno sconto ma, al contrario, lo costringe a pagare una addizionale che naturalmente poi ricadrà sui cittadini con la Tares. 

Infatti ai 74 Comuni che hanno superato l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata nel 2012 si applicherà nel 2013 una riduzione del tributo, prevista dalla legge regionale n. 15/97 s.m.i., che va da 6 a 14 euro a tonnellata.
 
Gli altri 165 Comuni (Falconara compresa) pagheranno, oltre al tributo di legge di € 20 a tonnellata, anche l’addizionale di 4 euro a tonnellata che comunque la Regione destinerà al cofinanziamento di impianti di selezione e recupero dei rifiuti urbani. 
 
Fatta questa precisazione e spero corretta informazione, mi auguro che i cittadini prestino maggiore attenzione alle politiche che vengono messe in atto a nome e per conto loro.
 
Infine, per conoscenza, la seguente è la produzione di rifiuti urbani in KG nel 2012 del Falconara Marittima  
Abitanti 26.720

Carta 1.534.080
Plastica 451.100
Legno 369.960
Metallo 60.510
Vetro 687.420
Organico 1.791.150
Verde 953.940
RDmat 6.509.384
Pulizia stradale 73.720
Produzione 15.877.704
Procapite (Kg/ab*a) 594
Raccolta differenziata (%) 41,19

Prendendo in considerazione questi dati è possibile azzardare un'ipotesi di risparmio se solo il comune di Falconara avesse raggiunto la percentuale di raccolta differenziata del 65% prevista per Legge (per un conteggio preciso bisognerebbe però conoscere i dati del bilancio).

Il conteggio riguarda la parte relativa al tributo e non considera gli altri costi di gestione, raccolta, conferimento in discarica ecc. che complessivamente si aggira attorno ai 5.800.000 euro, cifra che con la raccolta porta a porta potrebbe anch'essa ridursi sensibilmente.
 
il Comune spende in tributi per lo smaltimento dei Rifiuti Urbani circa
317.540+63.508 (di addizionale) = 381.048 euro 
Se avesse raggiunto l'obiettivo del 65% invece
317.540- 95262 ( riduzione tributo) = 222.278 euro
avrebbe ottenuto un risparmio netto annuo di euro 158.770 solo sui tributi.
 
Se si considera che la legge è in vigore dal 2009 il Comune in questi 4 anni ha speso di tasse per i  rifiuti circa 635.080 euro in più del dovuto.
 
Soldi che si potevano utilizzare per abbassare la Tares o per altri servizi utili. 

Io direi che sarebbe meglio partire subito con la raccolta porta a porta. Meno rifiuti, più risparmio, meno tasse ... che ne dite?




mercoledì 11 dicembre 2013

LA FINTA NEVE E LA VERA POVERTA'

E' dignitoso per un disoccupato ricevere un sussidio di euro 1,09?
 
Questo è l'importo previsto dal fondo di solidarietà del Comune di Falconara. 
 
Sul sito istituzionale si legge: "Il Comune di Falconara ha disposto interventi a sostegno dei nuclei familiari in cui uno o piu' componenti si trovano in condizione di disoccupazione con perdita del proprio lavoro o collocati in cassa integrazione, con l'obiettivo di ridurre lo stato di disagio delle famiglie colpite dalla crisi economica attraverso la concessione di agevolazioni su servizi, attivazione di tirocinii formativi o erogazione di contributi economici".
 
Ma al di là delle belle parole in realtà il bando (clicca)  prevede un misero contributo di euro 400 a persona  per il 2014, quindi per ridurre "lo stato di disagio delle famiglie" il Comune verserà la bellezza di un euro e nove centesimi al giorno. Questo perché la somma stanziata è di complessivi 10.000 euro. A beneficiare di questa erogazione salvifica saranno solo i 25 fortunati che supereranno la selezione dopo aver presentato domanda (clicca) .
 
Il Sindaco e la Giunta seppur sollecitati a ricercare maggiori risorse, in un momento particolarmente duro per molte famiglie a causa della  devastante crisi economica , non ci sono riusciti. Le casse sono vuote dicono, quindi nessuna possibilità di integrare la somma prevista per far si che questo fondo di solidarietà diventi tale: solidale. Invece l'operazione ha tutta l'aria di essere una cinica presa in giro che forse rientra nella pelosa categoria dell'elemosina, quella per salvarsi la coscienza.
 
Nel frattempo i giornali locali danno risalto all'evento natalizio di Falconara che quest'anno è concentrato in un gioco di luci e effetti speciali. Dal 7 di dicembre fino al 6 gennaio, ogni sabato e domenica ci sarà uno spettacolo di Musica, luci e neve finta sincronizzata. 10 spettacoli di circa 10 minuti l'uno, il cui costo complessivo non è dato sapere (voci di popolo dicono che si superano 100.000 euro).
 
E' noto invece il contributo del Comune di Falconara per questo evento che bisogna ricordarlo è di iniziativa privata.
Sui giornali nei giorni scorsi il Sindaco ha dichiarato che il Comune avrebbe contribuito per 9.000 euro, ma l'informazione è incompleta.
 
Spulciando tra gli atti amministrativi infatti si può facilmente verificare che la somma a carico del Comune è ben al di sopra dei 9.000 euro. La delibera di Giunta n. 447 del 19/11/2013 "Evento Christmas Music e Snow 2013" prevede infatti una spesa di euro 28.500 da corrispondersi in più soluzioni. Infatti sono già state predisposte due determine dirigenziali: una del 25/11/2013 di euro 9.000 e un'altra del 28/11/2013 di euro 8.500.
 
C'è da domandarsi perché il sindaco abbia dichiarato alla stampa che il contributo comunale a questo evento è di soli 9.000 euro.
In ogni caso, volendo fare un rapido conteggio si può dire, considerando che gli spettacoli saranno dieci, il costo giornaliero sarà di euro 2850 a carico del Comune.
Per cento minuti complessivi di luci e suoni il Comune spende 28.500 euro, quasi il triplo della  somma per il fondo di solidarietà di un anno intero.
 
E' demagogico far notare che il Comune spende al giorno 2850 euro per far cadere della "suggestiva" neve finta e per i 25 poveri e disoccupati della città stanzia  al giorno 1 euro e 9 centesimi?
 

domenica 8 dicembre 2013

IL MIO INTERVENTO AL 2° CONGRESSO FEDERALE DI SEL ANCONA


Compagne e compagni, non si può non registrare la stanchezza e il basso grado di motivazione che caratterizzano questo 2° Congresso di SEL.

Gli entusiasmi con cui abbiamo lasciato speranzosi il Congresso costituente, si sono smarriti nei vicoli chiusi e già conosciuti della NON buona politica.

Un partito, i cui capisaldi erano alternativa e rinnovamento politico nelle forme e nelle idee, si è perduto nei vecchi vizi della politica, nel tatticismo, nella subalternità, nell'oligarchia di un ristretto e autoreferenziale gruppo dirigente.

Un partito che ha sofferto e soffre di limiti che pensavamo o forse speravamo non ci appartenessero. Mi soffermo al livello nazionale per questioni di tempo ma è evidente che la critica non può che estendersi a tutti i livelli, in quota parte, fino al singolo iscritto. Insomma ci vorrebbe una sana e costruttiva autocritica a consultivo di questi tre anni di attività per trarne subito dopo le dovute conseguenze. 

Sarebbe necessario discutere del percorso politico intrapreso da SEL in questi ultimi tre anni, ma non bastano i pochi minuti a disposizione in questo Congresso. Sarebbe stato meglio che il nostro partito avesse trovato momenti partecipativi e di riflessione per analizzare di volta in volta i vari passaggi che si sono susseguiti. Sapete bene che nonostante le reiterate richieste però, questi momenti non ci sono stati. Le decisioni importanti sono state tutte prese nella totale autoreferenzialità di un gruppo dirigente che ha trasformato un partito che era nato come movimento, in un partito parlamentare.

Un partito che esclude dalla discussione la base, i circoli, i quali secondo Statuto, sono il cuore della nostra organizzazione, non è il partito che avevamo detto di costruire.

Nonostante ancora qualcuno di noi consideri una vittoria il fatto di aver piazzato una manciata di parlamentari alle ultime elezioni politiche, io credo che i risultati ottenuti siano stati molto al di sotto delle aspettative e degli sforzi che ognuno di noi ha profuso in questi anni.

Vendola all'indomani dei risultati elettorali disse: "missione compiuta", con quella esclamazione mise in luce tutti i limiti di una scelta politica che per forza di cose non poteva che indirizzarsi verso il basso.

Per me sono state incredibilmente sacrificate le nostre idee per uno scranno al parlamento.

La madre di tutti gli errori è stato quello di aver voluto sottovalutare le politiche di austerity accettando il fiscal compact e il pareggio di bilancio, illustrate con precisione anche nel documento Italia Bene Comune, che abbiamo sottoscritto con troppa premura. Il gruppo dirigente di SEL si è preso la responsabilità, come in un gioco d'azzardo, di tentare la fortuna sperando di vincere. Ma così non è stato.

I cittadini storditi da anni di promesse berlusconiane e infastiditi (potrei dire schifati) dalla scarsa proposta e credibilità politica hanno dato un giudizio netto: o astenendosi o votando Il M5S, accontentandosi quindi di seguire l'ondata di indignazione alimentata dalla crisi economica e soprattutto dalla pessima immagine che i partiti politici hanno dato di se stessi.

Credo che sia indispensabile che SEL affronti tutte queste faccende con serietà e con autocritica.  

Ma detto questo, credo che non dobbiamo perdere di vista il vero obiettivo del nostro partito e verificare se è ancora raggiungibile. La nostra ragion d'essere rimane quella di rappresentare, tutelare e difendere le classi più deboli del nostro Paese, dell'Europa e del resto del mondo. Abbiamo il dovere di combattere con tutte le forze le disuguaglianze, di batterci per i Diritti, di promuovere politiche che siano ecologicamente sostenibili.

Dobbiamo batterci per ridare valore al lavoro e dignità ai lavoratori.

Ora più che mai, per capire se esiste ancora uno spazio per la sinistra in Italia ed in Europa, e se siamo noi quelli in grado di rappresentarla, dobbiamo mettere il naso fuori dal nostro recinto e avere la forza di confrontarci con la sinistra delle persone prima delle sigle partendo dalla difesa dei beni comuni.

Ma non dobbiamo nemmeno perdere di vista la crisi economica che è la peste di questo secolo: colpisce e uccide inesorabilmente. Un virus che è stato creato nel laboratorio del liberismo il cui antidoto è disponibile solo per una piccola parte della popolazione, quella dei ricchi, ma ricchi per davvero, quella esigua minoranza che detiene la maggioranza delle ricchezze del mondo. Un virus che si è propagato anche grazie ad alcune disattenzioni e colpevoli complicità.

Si perchè mentre il capitalismo almeno negli ultimi 20 anni portava avanti con determinazione la sua lotta di classe, vincendola, le forze politiche progressiste, la socialdemocrazia in Europa, si sono convinte che il liberismo non era necessario combatterlo ma che bastava provare a condizionarlo. Questa convinzione si è rilevata sbagliata e in breve tempo si è perso il controllo del virus.

E così uno dopo l'altro i diritti conquistati con anni di lotte sono stati rimossi. Cancellati in gran parte non dai governi di destra e liberisti, che se ci avessero provato loro forse non ci sarebbero riusciti. NO, sono stati cancellati da governi progressisti: Dai laburisti di Blair, dai socialisti francesi e spagnoli, senza considerare il Pasok greco che in aggiunta, si è macchiato addirittura di crimini come la corruzione, mandando al fallimento la Grecia e alla miseria il suo popolo. In ultimo che dire delle larghe intese appena sottoscritte in Germania da Schulz che sigillano le politiche della Merkel.

In Italia le prime politiche sulla flessibilità del lavoro e gli attacchi ai diritti dei lavoratori, sono state improntate proprio da forze politica di sinistra. Flessibilità che si è subito tramutata in precarietà, trasformando il concetto di Lavoro in mercato del lavoro, e proprio per questo suscettibile alle regole del mercato. Gravi responsabilità le cui conseguenze adesso ricadono proprio su quella parte di società che vorremmo rappresentare.

Proprio ora che ci sarebbe bisogno di una forza politica forte, la sinistra è completamente inadeguata ed insufficiente.

Ora siamo con le pezze al sedere, 41% di disoccupazione giovanile, i danni sono incalcolabili e l'Italia come altri Paesi ha perduto anche la sua sovranità, l'autonomia, anche la democrazia è limitata. Adesso inizia l'attacco finale alle regole democratiche, ai diritti residui, alla Costituzione, fastidiosi lacciuoli per il liberismo. 

E' scellerato solo pensare di intaccare la Costituzione in un momento come questo in cui manca completamente il senso morale e etico, con una classe politica assolutamente non degna, e pericolosamente capace di sfregiare uno dei migliori testi democratici, frutto della mediazione di persone con una statura culturale inarrivabile per qualunque politico odierno. 

Ma ormai è deciso (ce lo chiede l'Europa), le modifiche permetteranno a quel virus di espandersi. Eppure bisognerebbe impedire di modificare l'art. 138 della Costituzione, ma intanto quel partito, il PD, a cui molti di noi hanno dimostrato e dimostrano ancora oggi troppo interesse, tanto da apparire subalterni, vota e lo modifica. 

Allo stesso tempo, mentre ipocritamente continua a professarsi di sinistra, mette in atto le peggiori politiche di austerity imposte dalla Bce e dalla Merkel. Basta con le scuse, il Pd si comporta così non solo perchè costretto in una coalizione di larghe intese con la destra, ma perchè quella è la sua ricetta per governare. Non è più possibile confondere la realtà!

E qual è il nostro ruolo, pensiamo davvero che basta condizionarlo il liberismo? E' sufficiente dire, per citare Vendola, che "siamo i più arrabbiati fedeli alleati del PD"?

Dobbiamo avere chiaro in mente che se un governo decide di sottomettersi alle politiche economiche che prevedono il fiscal compact e il pareggio di Bilancio, la strada obbligata è quella dei tagli, delle tasse e delle privatizzazioni. Quindi sapere che la Legge di stabilità nei prossimi anni sarà lo strumento che produrrà lacrime e sangue.

A queste condizioni è inutile invocare politiche di Welfare, il modello che ci è stato imposto non prevede ammortizzatori sociali, redditi garantiti, scuole pubbliche, sanità per tutti, perchè si regge su privatizzazioni, tagli orizzontali e tasse che badate bene, non colpiranno i ceti più abbienti, dunque nessuna patrimoniale sulle rendite finanziarie, sui grandi capitali, perchè quel modello difende le grandi ricchezze e le speculazioni finanziarie, perchè è un continuum con gli effetti della lotta di classe che abbiamo perduto o stiamo perdendo.

Dunque che fare? Il tempo forse è scaduto, ma noi oggi ci troviamo a discutere in un congresso di un partito di sinistra, ed un Congresso, se dimostreremo di dargli la giusta importanza, e se riusciremo a liberarci dell'autoreferenzialità di cui ho detto all'inizio, può diventare un momento determinante per stabilire con partecipazione e in democrazia le linee guida con cui potremmo da un lato liberarci delle opacità e contraddizioni che ritengo ci abbiano caratterizzato e dall'altro costruire le condizioni per un indispensabile new deal sociale, economico, ecologico e culturale.

La sopravvivenza di SEL e soprattutto le residue speranze di alternativa e cambiamento dipendono strettamente da come saremo in grado di comprendere e declinare le richieste che ci vengono poste dai lavoratori, dai disoccupati, dagli studenti, dai cittadini. Sel a questo punto non può esimersi!

Occorre determinare con estrema chiarezza le nostre proposte politiche, con particolare attenzione a quelle economico sociali, e credo che gli emendamenti al documento nazionale scritti dai Compagni Mentrasti e Bandoli diano quella chiarezza negli intenti che sia i militanti che i cittadini richiedono.

Putroppo il documento congressuale che ci dovrebbe indicare la strada giusta non va al di là dei buoni princìpi e si arena nella vaghezza. Troppa genericità che potrebbe aprire il varco a future incomprensioni e fraintendimenti mentre abbiamo disperato bisogno di franchezza e limpidezza! 

Gli emendamenti ci restituiscono autonomia nell'azione politica e ci danno maggiore forza nei rapporti con gli altri partiti, e un pò di speranza.

Insomma con quegli emendamenti mettiamo per iscritto che prima costruiamo la nostra proposta politica e dopo, soltanto dopo, ci confrontiamo con gli altri partiti. Anche con il Pd, ma non in subalternità.

Un Congresso stanco ho detto all'inizio e lontano dagli entusiasmi di quello di tre anni fa. Il congresso costituente partorì idee e intuizioni innovative le quali per una serie di illogiche motivazioni sono state accantonate. Ecco riprendiamole quelle idee perchè forse saranno le uniche che potranno condurci verso la strada giusta.   

martedì 19 novembre 2013

GIORNATA MONDIALE DELL'INFANZIA E ADOLESCENZA

Domani mattina anche Falconara Marittima, celebrerà la giornata mondiale dell'infanzia e adolescenza per ricordare il giorno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò, nel 1989, la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
190 Paesi nel mondo hanno ratificato quella convenzione, compresa l'Italia.

Una giornata importante quindi, ed ha fatto bene l'Amministrazione comunale a dargli il giusto risalto convocando un consiglio comunale aperto in cui si discuterà di Città sostenibili e amiche dei bambini e degli adolescenti.

Da questa discussione speriamo scaturisca un impegno serio da parte dell'Amministrazione comunale per la sensibilizzazione e il rispetto dei Diritti del bambino, in ogni parte del mondo.

Una discussione che riesca anche nella nostra città ad avviare a partire dai bambini, buone pratiche di protezione e cura, di aggregazione sociale, di partecipazione attiva, abbattendo l'odioso muro delle diverse nazionalità e credi religiosi, aprendo la strada finalmente ad una città più aperta.

Per questo motivo mi permetto di ricordare una mia proposta (clicca qui)  che feci durante la recente Campagna elettorale, ovvero istituire una "GIORNATA DEL BAMBINO" una volta l'anno nella nostra città. Una giornata dedicata ai bambini delle scuole primarie e secondarie di primo grado. Una intera giornata in cui i bambini diventano gli amministratori della città, organizzano spettacoli ed iniziative. Una giornata durante la quale si potrebbe organizzare un festival tematico, una occasione per conoscere la condizione dei bambini nel mondo e i loro diritti.
 
Una proposta che offro volentieri al sindaco e al Consiglio comunale e che spero venga accolta.

giovedì 14 novembre 2013

PEEP TESORO: IL TAR CONDANNA IL COMUNE DI FALCONARA

Mentre tutti i riflettori erano accesi sulle ordinanze anti povero emesse dall'amministrazione comunale di Falconara Marittima, e mentre si dibatteva sulle cause del degrado della città, a quasi tutti i cittadini di Falconara è sfuggita invece una notizia che è una vera e propria bomba in termini di conseguenze sulla città. 
 
Gli appetiti dei mangiatori di territorio si sono momentaneamente fermati davanti ad una sentenza del Tribunale e le conseguenze non saranno di poco conto per la città.   
 
Il Comune di Falconara è stato condannato dal TAR delle Marche.
 
Il 25 settembre scorso, il TAR delle Marche si è espresso su un ricorso presentato dalla società Leonardo srl contro il Comune di Falconara Marittima e il Consorzio Tesoro, riguardante il Piano per l’Edilizia Economica Popolare (denominato PEEP Tesoro), condannando il Comune.
 
La notizia è apparsa sui giornali, ma stranamente, nonostante sia di primaria rilevanza non ha avuto alcuna eco ed è rimasta misconosciuta alla stragrande maggioranza dei cittadini.
 
L'edificazione in Zona Tesoro ha da sempre alimentato proteste per le inutili cementificazioni in un'area peraltro ad altissimo densità di popolazione per mq.  La sentenza mette in evidenza altri aspetti non di tipo ecologico ma non per questo meno gravi.
 
Tutto comincia "con la deliberazione del Consiglio Comunale n. 95 del 30.9.1995, con cui veniva approvato in via definitiva il Piano per l’Edilizia Economica Popolare (denominato PEEP Tesoro) del Comune di Falconara Marittima adottato con delibera n. 39 del 26.5.1995, modificato poi con variante approvata definitivamente con deliberazione n. 7 del 21.2.2008 dal Commissario Straordinario con i poteri del Consiglio Comunale. Il PEEP prevede una superficie totale lorda di 19.000 mq di cui circa mq 12.000 da destinarsi ad edilizia popolare, circa mq 1.000 già assegnati per edilizia privata (parte alla ricorrente) e circa mq 6.000, a destinazione parte residenziale e parte direzionale/commerciale, dedicata ad edilizia libera e da assegnarsi tramite pubblico bando".
 
La società Leonardo srl nel presentare 3 ricorsi " afferma che l’amministrazione comunale ha adottato medio tempore atti idonei a falsare la prevista procedura concorsuale ad evidenza pubblica". "Afferma che l’accordo non riguarda solo l’assetto delle opere di urbanizzazione delle aree destinate ad edilizia economica popolare, bensì anche, illegittimamente, l’assegnazione al Consorzio Tesoro delle opere di urbanizzazione delle aree destinate ad edilizia libera e non ancora assegnate, tramite l’assegnazione al Consorzio Tesoro di una sorta di “opzione privilegiata” sull’acquisto delle predette aree non convenzionate e destinate all’assegnazione tramite procedura di evidenza pubblica".
 
"I tre ricorsi sono sostanzialmente omogenei e tendono ad affermare, in sintesi, una sorta di “sviamento” del procedimento di assegnazione a gara delle aree ad edilizia, privata attraverso la creazione di condizioni particolarmente favorevoli per la vendita diretta della aree al Consorzio Tesoro".
 
In pratica la Società Leonardo Srl denuncia che -"con riguardo all’accordo del 26.11.2009, il Consorzio avrebbe anticipato tutti i costi delle opere di urbanizzazione del piano, garantendo al Comune conguagli preventivi (Euro 600.000) e anticipazioni oneri (Euro 684.529 per secondaria) relativamente alle opere di urbanizzazione dell’intero PEEP. Esso si aggiudicherebbe l’esecuzione delle opere di urbanizzazione dell’intero PEEP ad un prezzo notevolmente superiore a quello preventivato nel piano aggiungendo la disponibilità della superficie utile lorda destinata ad edilizia privata. In pratica, la possibilità, per il Consorzio Tesoro, di fare un’offerta di acquisto particolarmente alta deriverebbe dalla possibilità di eseguire, illegittimamente, tutte le opere di urbanizzazione secondaria, con relative anticipazioni al Comune".
 
E' dunque con quei soldi che il Comune presumibilmente ha sanato il bilancio del 2009/2010, ma ora che succede?
 
Il Tribunale Amministrativo Regionale per le Marche accoglie i ricorsi e annulla gli atti impugnati. Questo significa che il Comune oltre a pagare le spese processuali dovrà restituire gli anticipi dei costi di urbanizzazione, quindi ha un buco di Bilancio di oltre un milione di euro che potrebbero determinare il dissesto finanziario, oltre all'onere di dare una spiegazione a tutta la città.
 
Spero che i cittadini inizino ad aprire gli occhi e a capire in che mani siamo.
 
P.S. tutti i virgolettati sono stralci della sentenza T.A.R. Marche, Sez. I, 25 settembre 2013, n. 641 che potete leggere cliccando qui.
 
 

venerdì 8 novembre 2013

L'IMPORTANTE E' PARTECIPARE

Una cosa almeno l'abbiamo appurata: l'amministrazione comunale di Falconara è contraria alla partecipazione attiva dei cittadini sulle questioni di interesse pubblico.
 
Non che non fosse chiaro, ma stavolta i pochi dubbi sono stati dissipati dalle parole nette dell'assessore all'ambiente il quale, durante l'ultima commissione consiliare, ha ribadito che l'amministrazione ritiene il massimo momento partecipativo non le assemblee pubbliche, ma le sedute del consiglio comunale e che i cittadini che vogliono tenersi informati, secondo il suo pensiero, devono essere presenti.
 
Non sarò certo io a spiegare la differenza tra una assemblea pubblica dove tutti possono ascoltare, parlare, esprimere giudizi e magari decidere e un seduta del consiglio comunale in cui vengono prese delle decisioni su questioni spesso già discusse e concordate e votate seppur legittimamente dai soli consiglieri. Lo capisce anche un bambino.
 
Ma se da un lato gli amministratori considerano superfluo il percorso partecipativo e forse una perdita di tempo, dall'altro gli stessi si agitano e si innervosiscono se qualcuno prende iniziativa e organizza assemblee pubbliche.
 
E' accaduto ieri sera a Castelferretti quando il consigliere comunale Riccardo Borini delle liste civiche FBC e CiC ha organizzato una assemblea pubblica per fare chiarezza e per dare qualche informazione alla popolazione sulla questione degli odori maleodoranti che da anni invadono le case e provocano gravi disturbi e fastidio alla respirazione.
 
Non entro nel merito della questione, perché Borini e i suoi collaboratori hanno finalmente fatto chiarezza con grande capacità e anzi bisogna riconoscere il buon lavoro informativo e propositivo presentato.
 
Ci tengo invece a sottolineare tutto il pressapochismo con cui l'intera amministrazione comunale ha gestito e sta gestendo la situazione. Un continuo rimpallo di responsabilità che ha fatto perdere tempo prezioso e la pazienza a numerosi cittadini ormai stanchi di sigillare le finestre per il timore di respirare sostanze nocive.
 
Sono accadute cose inaudite, come ad esempio l'impossibilità di nominare l'azienda che secondo le numerose relazioni di Asur e ArpaM è la responsabile del grave disagio. Soprattutto è mancata una corretta informazione anche di tipo sanitario sui rischi per la popolazione, le uniche notizie sono state diffuse con comunicati stampa dal tono rassicurante, ma che in realtà non davano notizie precise né sulla provenienza degli odori tanto meno sulla loro composizione considerando che non sono stati fatti rilevamenti appropriati
 
Ho parlato di pressapochismo, non so se si tratta solo di scarsa capacità da parte dell'amministrazione comunale, ma un fatto è certo: in questa faccenda si è detto tutto ed il contrario di tutto.
Ad esempio: il  sindaco durante il consiglio comunale del 13 settembre scorso con fare solenne dichiarava:
"Come ho detto prima, i canali di informazione negli anni si sono moltiplicati, quindi io capisco che fare politica è fare politica, quindi su facebook, su twitter o quant'altro o sui giornali si continui ad attaccare il sottoscritto e l'Amministrazione perché non dà informazione, sappiate che indipendentemente da quegli scritti, il Sindaco o chi per lui darà comunicazione nell'unica sede appropriata, che è il Consiglio Comunale. Io non darò mai una comunicazione prima agli organi di informazione o agli altri canali di informazione e dopo ai Consiglieri Comunali".

Peccato che solo poche settimane dopo, l'assessore Astolfi durante un incontro estemporaneo in strada, promosso da un cittadino via facebook con un colpo da teatro tirò fuori una lettera dell'amministrazione comunale mai comunicata "nell'unica sede appropriata" e nemmeno "ai consiglieri comunali", con cui si rivelavano alcune novità tanto che finalmente per la prima volta venne pronunciato il nome dell'azienda finora innominabile.

Sulla scarsa conoscenza della questione da parte della "giovane consigliera comunale Al Diry" nonché presidente della commissione consiliare che si occupa di ambiente e quindi anche delle "puzze di Castelferretti", lascio il giudizio alle numerose persone presenti ieri all'assemblea pubblica, le quali credo abbiamo potuto constatare la mediocrità politica e istituzionale.
 
Nonostante l'opera meritoria delle liste civiche e di Riccardo Borini, il problema permane, sembra che il Comune non voglia prendere iniziative ed ancora una volta rimpalli le responsabilità e i compiti ad altri. A chi chiedeva all'Amministrazione di procedere con alcune ordinanze per costringere l'azienda a risolvere il problema, l'assessore ha risposto che l'ordinanza non è una via praticabile, perché suscettibile di possibili ricorsi e querele da parte dell'azienda.
 
Credo che abbia fatto bene una partecipante dell'assemblea a dire che una amministrazione comunale seria non può aver timore di prendersi una denuncia se pensa di agire nel giusto e soprattutto se agisce per l'interesse comune dei cittadini.... Ma a Falconara vige il pressapochismo quindi, non aspettiamoci nulla di straordinario.  
 
 

sabato 2 novembre 2013

IL SIGILLO AI PARCOMETRI

Alla fine Parcheggi gratis per tutti. Ovviamente tutti tranne i residenti che invece hanno pagato anticipatamente la tariffa sui parcheggi.
Quella che era stata propagandata come "la rivoluzione dei parcheggi" in realtà si è dimostrato "il caos dei parcheggi". Un caos provocato da una scelta dell'amministrazione comunale opaca.
Avevano consegnato la gestione dei parcheggi  per ben 25 anni al gruppo societario che avrebbe dovuto costruire il mega parcheggio, poi tutto è precipitato, la società ha abbandonato il progetto e di conseguenza anche la gestione dei parcheggi nelle strisce blu decade.

Da oggi parcheggi gratis per tutti, e non regolamentati. Esattamente come un anno fa. Situazione tragicomica e ridicola, se non fosse che a causa di questo adesso a rimetterci saranno quei lavoratori assunti in qualità di ausiliari del traffico.

I cittadini falconaresi però non gioiscano per la gratuità dei parcheggi, perché quelle mancate risorse, il sindaco e la sua giunta li dovranno cercare da qualche altra parte. Si prevedono quindi altri tagli o aumenti di tasse.

venerdì 1 novembre 2013

ERRARE HUMANUN EST PERSEVERARE DIABOLICUM

La frenetica attività politica non permette più un momento di riflessione. E' sempre più difficile trovare il tempo per pensare, di guardare le cose con un pò di distacco. Forse non ce ne accorgiamo ma da troppo tempo rincorriamo le trasformazioni dettate da un'agenda politica che ci fa correre in maniera caotica come le formiche poco prima di un temporale. E invece sarebbe fondamentale fermarsi un attimo per capire cosa stiamo facendo e dove vogliamo andare.

Fermarsi a riflettere ci farebbe bene! Intanto potremmo scoprire tutte quelle contraddizioni di cui si è impataccata la sinistra. Parlo di SEL principalmente, partito di cui faccio parte e che a breve sarà impegnato nei Congressi territoriali e in quello nazionale nel prossimo gennaio.

Le notizie e le cose vanno ad un ritmo vertiginoso, forse la velocità fa perdere la lucidità che in questa fase storica del nostro Paese è invece fondamentale conservare per poter essere utili.

Nelle ultime settimane alcuni autorevoli dirigenti di SEL, risucchiati nel vortice della stretta attualità dettata da una accurato marketing politico, sembrano voler dare credito all'ormai sicuro vincitore delle Primarie del PD Matteo Renzi. Le parole lasciano adito a interpretazioni perchè pronunciate con il più classico dei metodi della vecchia politica: il tatticismo. Una modalità che avevamo promesso al congresso costituente di non seguire, anzi di abiurare, ma che invece trova piena cittadinanza nella politica di sel degli ultimi tre anni.

Ma basterebbe fermarsi a riflettere per capire che in quelli che potrebbero essere considerati endorsement, c'è qualcosa che stride fortemente con le idee per le quali abbiamo fondato il nostro partito.

Esattamente un anno fa i militanti di SEL sono stati mobilitati per partecipare alle primarie del centrosinistra, questo nonostante più d'uno non fosse d'accordo. Contrari proprio per quella scelta presa in maniera autoritaria senza alcuna discussione nel Partito. Scelta che si dimostrò sbagliata, per vari motivi, in primis per il fatto che il documento Italia Bene Comune del PD da noi sottoscritto, non possedeva i requisiti per il cambiamento da noi auspicato, ma al contrario prevedeva scenari che poi puntualmente si sono avverati, compresa la composizione di un governo di larghe intese. Non aveva in se quel cambio di passo necessario per contrastare le politiche di austerity volute dalla BCE e nemmeno per attuare quelle riforme sul lavoro e welfare indispensabili per la sopravvivenza e il futuro di migliaia di persone

Se ci fermassimo a riflettere ricorderemmo che a quelle Primarie partecipammo, non tanto per far vincere Nichi Vendola, tutti gli addetti ai lavori lo sapevano bene che Vendola non aveva chance, ma per impedire che vincesse Renzi, tanto che al secondo turno molti di noi andarono a votare Bersani. Il motivo era semplice: Il sindaco di Firenze esprimeva una politica liberista, molto vicina alla destra e in piena sintonia a quelle forze moderate che noi volevamo sconfiggere.

Ricordo che a chi provava a dire che quelle primarie erano un errore per SEL, veniva risposto che non potevamo permetterci Renzi candidato premier per il centrosinistra. Infatti andammo, e le Primarie le vinse Bersani che per tutta la campagna elettorale non riuscì a dire altro che la patetica frase: "smacchiamo il giaguaro". Slogan penoso e inoffensivo, utilizzato dal buon Bersani non tanto per una sua incapacità comunicativa quanto per il timore di dire qualcosa che potesse disturbare una delle numerose correnti del PD.

Renzi alle Primarie dunque fu considerato dai tanti militanti di SEL un avversario politico, non un contendente legittimo alla carica di candidato premier, e per quel motivo combattuto.

Dopo quelle primarie partecipammo alle elezioni ma non le vincemmo, subendo anche l'affronto del PD che con pochi scrupoli non esitò a formare un governo di larghe intese proprio con il nemico pubblico numero uno. Nemico a parole naturalmente perchè giorno dopo giorno, al di là di differenze legate a questioni di tipo personale, il PD con Enrico Letta sta dimostrando più di una affinità con le politiche liberiste della destra di Berlusconi.
E' il berlusconismo insomma ad aver vinto.

A fronte di questo disfacimento, mentre sembrerebbe più che mai opportuno cercare di costruire quella sinistra alternativa e di governo da troppo tempo sommersa dalle macerie della cattiva e ottusa politica, ecco riaffiorare il tatticismo, lo stesso che ci ha regalato il meritatissimo mediocre risultato elettorale.

Tutto questo mentre il Paese è allo stremo e le persone a cui vorremmo dare rappresentanza, non ci riconoscono più credibili. Un peccato perchè avevamo molte probalilità di diventare una forza politica veramente rappresentativa. Peccato perchè ha vinto la paura e il desiderio di sedersi in Parlamento ad ogni costo.

Se ci fermassimo a riflettere quindi, non potremmo non vedere che le scelte strategiche del nostro partito sono state profondamente sbagliate, e che se non si vuole nemmeno riconoscere l'errore originario, difficilmente si riuscirà ad ottenere qualcosa di buono.
Fermiamoci a riflettere e proviamo a vedere cos'ha di diverso il Renzi di oggi da quello di soli 12 mesi fa.
Se ci fermassimo a riflettere potremmo arrivare alla conclusione che se, ora come sembra, Matteo Renzi diventasse un interlocutore per la sinistra, le opzioni sono due, e una non esclude l'altra:
  1. Che la sinistra non è necessaria nel nostro Paese
  2. Che abbiamo sbagliato a sostenere Bersani alle Primarie perchè con Renzi le elezioni le avremmo vinte, e forse avremmo evitato un governo col PD/PDL

Spero che i nostri massimi dirigenti politici riescano a trovare un momento di riflessione, per pensare a quanto avvenuto, per rimettere in ordine le idee e confrontarle con i compagni dei territori, e di esprimere una volta per sempre una chiara strategia politica, lasciando da parte i tatticismi.

lunedì 28 ottobre 2013

GENDARMI E GIOCOLIERI

l'artista multato
L'ordinanza anti degrado volta a ristabilire la "sicurezza" a Falconara, fortemente voluta e propagandata dal sindaco Goffredo Brandoni, oggi ha fatto un'altra vittima.
 
E' stato multato dagli agenti della Polizia Municipale un artista di strada, colpevole di far roteare con una discreta maestria le clave da giocoliere. Una persona che senza disturbare nessuno, né sporcare i marciapiedi, né altro, si esibiva con la speranza di ricevere una monetina dai passanti. Colpita a norma di Legge la millenaria tradizione degli artisti di strada.   Un modo come un altro per sopravvivere insomma, che però non garba all'amministrazione comunale, sempre più in difficoltà per i scarsi consensi registrati a seguito delle promesse elettorali basate sulla tolleranza zero.
 
Sindaco In difficoltà soprattutto per cercare di tenere unita una maggioranza che si sta lacerando tra due litigiose fazioni di Maître à penser: una sostenitrice della tolleranza zero e l'altra della tolleranza doppio zero.
 
Una faida interna che ha però trova sfogo all'esterno in maniera vergognosa.
 
Le ordinanze sicuritarie messe  in piedi dal sindaco stanno alimentando pericolose sacche di intolleranza tra i cittadini che potrebbero sfociare in un altrettanto pericoloso conflitto sociale, di cui "lo sceriffo" dovrà prendersi la responsabilità. 
 
E' più che mai necessaria una presa di posizione dei cittadini che dimostrino con chiarezza la contrarietà a queste demagogiche azioni, per restituire alla città quella cultura solidale  e inclusiva che l'ha sempre caratterizzata.    

sabato 26 ottobre 2013

PARCHEGGI FALCONARA: ANCORA UN FALLIMENTO DELLA GIUNTA BRANDONI

Falconara, addio multipiano e berretti gialli. Con questo titolo il giornale on line Ancona24ore.it fotografa l'ennesimo fallimento dell'Amministrazione di Falconara Marittima.
 
Tutto comincia con un fumoso e mai chiarito bando per la costruzione del megaparcheggio alla stazione ferroviaria. Dico mai chiarito perché qualcuno per capirci di più si è rivolto ad organismi di controllo, ma la fragilità di quel progetto si è manifestata proprio con la sua mancata realizzazione.
 
La costruzione del megaparcheggio da parte della società era legata alla gestione dei parcheggi a pagamento di tutta la città, con un contratto di 25 anni, ed ora i problemi vengono a galla. Qualcuno ricorderà le problematiche legate al cambio di gestione dei parcheggi nel mese di dicembre 2012 (clicca qui). I parcheggi erano diventati gratuiti, i residenti protestavano e  gli amministratori della nostra sfortunata città con la solita baldanza cercavano di convincere i cittadini che grazie alle loro intuizioni la città ne avrebbe guadagnato.
 
I fatti ci dicono invece che ancora una volta la città ci rimette. Il controllo dei parcheggi tornerà in mano alla polizia municipale che a quanto dice la stessa amministrazione, a causa del poco personale, ha già gravi difficoltà a svolgere le operazioni attuali, una delle quali riguarda la sicurezza, tema tanto caro al sindaco e ai suoi alleati  che si prodigano ad emettere ordinanze inutili e poco attuabili contro il degrado della città.
I parcometri posizionati solo 9 mesi fa verranno rimossi dalla società di cui sono proprietari e il comune dovrà provvedere a comprarne altri o comunque ad organizzarsi per non perdere importanti entrate finanziarie fondamentali per il bilancio comunale. Insomma ancora una volta si spenderanno soldi che, in un periodo così nero per l'economia delle famiglie, si potevano utilizzare per le questioni di tipo sociale.
 
Scelte fallimentari come questa costringono Falconara a restare una città dimessa e degradata, condannata ad essere una non città, senza una identità né una idea di futuro.
 
Il parcheggio è solo un capitolo di un programma che vuole sfruttare la città esclusivamente per interessi di pochi. Stavolta quegli interessi di pochi non erano più compatibili con la realizzazione del parcheggio. Sembra infatti che tra le motivazioni che hanno fatto decidere alla società costruttrice di abbandonare il progetto, ci sia proprio la scarsa redditività del parcheggi a pagamento. Motivo, che se fosse vero evidenzierebbe lo scarso utilizzo dei parcheggi e l'inutilità della costruzione del megaparcheggio.  
 
Speriamo quindi che se non sarà l'amministrazione comunale a impedire la realizzazione degli altri progetti devastanti previsti come le edificazioni a Palombina vecchia, a Montedomini, o come il bypass ferroviario, sarà la dura regola del mercato a fare in modo che falliscano miseramente come è accaduto con il parcheggio! 
 
Ma i cittadini dovranno sapere e ricordare che a farne le spese saranno unicamente loro.
 
Guarda un video dal titolo che è tutto un programma: Falconara, il 2013 porta la rivoluzione della sosta
 
 

domenica 20 ottobre 2013

LA SOLITIDINE E IL DISAGIO, QUESTO E' IL VERO DEGRADO

Ho avuto modo di toccare con mano un paio di situazioni sabato scorso. Una passeggiata per la  via principale di Falconara Marittima è bastata a confermarmi quanto sia diffuso lo stato di disagio che  vivono molte persone.
 
Non che non me rendessi conto, ma vederlo in prima persona assume tutta un'altra connotazione e le persone con un minimo di sensibilità non possono che restarne colpite.
 
Due storie differenti: una di un anziano vagabondo e la sua ordinaria vita da senza tetto e  l'altra di una anziana signora che vive la sua vita con le complicazioni della vecchiaia.
 
Il vagabondo bonario che abitualmente passa giornate intere seduto sulla  panchina nella più totale indifferenza di chi passa, nessuno si accorge del suo stato di igiene personale e nemmeno gli rivolge mai la parola. Ieri qualcuno ha pensato bene di segnalarlo  alla polizia municipale, non perché preoccupato del suo stato ma solo perché poteva sporcare la panchina. 
 
L'anziana signora, è una donna che abita da sola in casa, ha problemi di deambulazione, ieri è caduta in strada, si è fatta male e non riusciva a rialzarsi. Alcune persone si sono fermate ad aiutarla, un paio di signore accorse la conoscevano e la chiamavano per  nome, convincendola a salire sull'ambulanza visto che lamentava delle contusioni sospette.  Nonostante il precario equilibrio, la signora era uscita di casa perché stanca di stare sola. Io non la conosco di persona ma mi sembra una donna normale che soffre però di una grave malattia che nell'attuale società in cui viviamo sembra sia incurabile: la solitudine!
 
Due storie apparentemente diverse tra loro ma in realtà accumunate purtroppo da un filo rosso, quello del disagio e della solitudine. Due momenti di riflessione per chi ne è stato testimone, per comprendere, come cerco di dire da molto tempo, che il vero degrado nella città è quello sociale.

domenica 13 ottobre 2013

LA VIA MAESTRA

Con la manifestazione di ieri si è forse aperta una nuova stagione a difesa della democrazia e dei diritti. La Via Maestra è stata una manifestazione importante per i contenuti che ha espresso e per il numero dei partecipanti che hanno riempito Piazza del Popolo di Roma, i cui promotori sono Stefano Rodotà, Maurizio Landini, Lorenza Carlassare, Don Ciotti, Gustavo Zagrebelsky.

Una giornata di mobilitazione che però non vuole restare un'azione isolata, ma l'inizio di un impegno comune non solo a difesa della Costituzione, ma per la sua attuazione. Questo accade mentre il governo di Larghe Intese di Enrico Letta e di Angelino Alfano con l'approvazione del Capo di Stato Napolitano stà lavorando a profonde modifiche costituzionali, in particolare per modificare l'art. 138 che è la serratura dell'intera Costituzione Italiana, l'articolo che garantisce la tenuta di tutto il dettato costituzionale. 

La piena attuazione della Costituzione garantirebbe diritti che purtroppo, soprattutto negli ultimi anni, sono stati sospesi: il diritto al lavoro, alla salute, all'istruzione, alla dignità umana. Il pieno rispetto della Costituzione riporterebbe un pò di equità, ridurrebbe il divario tra ricchi e poveri, rafforzerebbe la democrazia, la quale da alcuni anni sta scricchiolando sotto i colpi feroci dei poteri forti, delle Banche e di governanti con pochi scrupoli intenti a pensare solo ai loro interessi o a quelli di pochi.

Dunque la manifestazione di ieri, a torto oscurata dai mezzi di informazione, invita alla discussione, a prendere una posizione netta, a schierarsi a favore dei diritti, e non a perseguire politiche che soddisfino le ciniche esigenze delle potenze multinazionali o delle grandi banche finanziarie. Insomma una presa di campo contro il liberismo a favore delle persone.

"LA COALIZIONE DEI VINCENTI", così ieri ha definito la manifestazione Stefano Rodotà. Vincenti come solo possono essere quelli che si uniscono per difendere le  regole democratiche, custodite sapientemente nella Costituzione. La Costituzione è il primo strumento che abbiamo per combattere la grave crisi in corso. Un antidoto prezioso contro la corruzione e le mafie.

Da questa manifestazione non nascerà un nuovo partito, è stato detto e rassicurato. L'auspicio è che una volta aderito all'appello (clicca qui) dei 5 rispettabili sottoscrittori, le associazioni, i movimenti, le forze politiche e sindacali, si coalizzino per ottenere il rispetto e l'attuazione della Costituzione. Le forze politiche soprattutto abbandonino tatticismi, politicismi, e interessi di bottega. 

Insomma ieri non siamo arrivati alla fine della strada, la via Maestra è ancora tutta da percorrere. Lo dobbiamo fare con la schena dritta, senza tentennamenti. 
Per dare valore ad un bene prezioso e democratico come la Costituzione Italiana, c'è solo la Via Maestra, la via a buonsenso unico!

   

domenica 6 ottobre 2013

GUERRA AI POVERI

Una amministrazione comunale che considera la povertà una vergogna da nascondere e non una condizione da debellare, è una pessima amministrazione che tenta di occultare la realtà sotto il tappeto. 

Il tema delle povertà, fuorviato ed esasperato dalle stesse persone che invece avrebbero dovuto dare risposte concrete dopo sei anni di governo della città, sta per essere ignobilmente derubricato a problema di degrado urbano, a un problema di sicurezza.

Nonostante il totale fallimento di decine di ordinanze degli ultimi anni atte a ridurre la presenza di persone indesiderate per le vie della città, il sindaco di Falconara Goffredo Brandoni e la sua Giunta, perseverano con atti pubblici che hanno la caratteristica di azioni demagogiche e pilatesche. 

Nascondere gli effetti e fregarsene delle cause, questa sembra essere la filosofia della maggioranza in Comune ormai divisa da guerre interne. La nomina di un supervisore alla sicurezza quando già esiste un assessore alla sicurezza la dice lunga sul livello di scontro interno

Vietare l'uso dell'acqua delle piazze ai senza tetto e allo stesso non prevedere un luogo per le misure minime di igiene personale è da irresponsabili. In città non esiste un bagno pubblico, quelli esistenti, non sono utilizzabili. Perfino i servizi igienici della vicina stazione ferroviaria sono off-limit per chi non ha casa.  Sgomberare le persone che di notte si accatastano sui cavalcavia della spiaggia per dormire all'aperto e al freddo e non prevedere un dormitorio è un atto di  grande inciviltà. Vietare a singole persone di chiedere l'elemosina è solo un provvedimento inutile, vocato all'ennesimo fallimento. La povertà non si ferma davanti ad una multa.

Il fatto grave è che questa amministrazione è preoccupata esclusivamente dall'effetto visivo, del degrado urbano. Poco importa sapere che il vero degrado è quello umano, in una fase in cui la crisi sta impoverendo velocemente anche strati sociali ritenuti fino a ieri al sicuro.
Non è un caso che il consiglio comunale abbia recentemente previsto per le problematiche sociali, per il sostegno ai disoccupati, solo pochi spicci (10.000 euro) mentre per  attività di propaganda i soldi non sono mancati; basti pensare ai 6.000 euro spesi per le frecce tricolori invitate in piena campagna elettorale, e almeno 11.000 euro per quindici minuti di fuochi artificiali di ferragosto.

Solo nell'ultimo mese la ciittà è stata colpita da due gravi lutti, due persone che si sono ammazzate stravolte dagli sfratti esecutivi cui erano colpiti, una delle quali solo ieri, mentre il Comune pensa di vendere le abitazioni di proprietà. 
A Falconara cresce l'esercito dei disoccupati e sindaco e Giunta si preoccupano dell'estetica del degrado urbano, senza avere la più pallida  idea su come rivitalizzare il centro, senza porsi il sospetto che se la città è morta, forse qualche responsabilità dipende da chi la sta amministrando, e sottovalutando il problema dell'immigrazione, preferendo per comodità non fare distinzioni, mettendo tutti sullo stesso piano, lasciare che l'immaginario collettivo consideri lo straniero come un nemico da eliminare. 
Sparare nel mucchio è molto più semplice che affrontare i problemi con serietà e responsabilità.    

A Falconara stiamo assistendo a scelte di una amministrazione comunale assolutamente incapace di gestire il periodo di crisi in corso, e non solo per mancanza di risorse. Quello che manca è la risorsa culturale di chi ci amministra, una povertà ancora più grave di quella economica. 
Una città che guarda con smarrimento a una guerra ai poveri, una guerra senza vincitori.

lunedì 30 settembre 2013

FALCONARA: IL DISCO ROTTO DELLA TOLLERANZA ZERO

I dissidi all'interno della maggioranza nel Comune di Falconara Marittima (clicca qui) sul problema della sicurezza hanno prodotto l'ennesima enunciazione di tolleranza zero al degrado, stavolta con ordinanze anti sbraco sulle panchine e addirittura anti kebab.
Il pugno di ferro è stato promesso a seguito di una assemblea pubblica con i commercianti che lamentano difficoltà a causa delle vendite in flessione. A tal proposito non bisogna dimenticare che la flessione delle vendite dei negozi è causata soprattutto dalla crisi economica e che sarà molto difficile vedere una via d'uscita nel breve termine, ma non è la sola causa. 
 
Ancora una volta, pur di non voler accettare il fatto che il centro cittadino sta morendo per una cronica carenza di iniziative e per cattiva manutenzione dell'arredo urbano e per la sporcizia, si cerca di trovare i responsabili in altre sedi, il capro espiatorio.
Presto fatto: i responsabili sono alcuni clochard che per qualche ora della giornata effettivamente frequentano la piazza principale, di certo non in un modo diverso che nelle altre città.
 
Il vero problema però, e lo sanno tutti, è che la piazza non è frequentata dai "falconaresi doc" tanto per citare una espressione tanto cara al sindaco. Quei falconaresi evitano di stare in piazza perché non c'è nulla di invitante cui valga la pena, niente che possa suscitare interesse. E intanto i negozi chiudono. 
 
Quindi l'Amministrazione comunale pur di accontentare i più smaniosi assertori della tolleranza zero lancia l'ennesimo annuncio, evitando in questo modo di affrontare ancora una volta seriamente le due questioni: quella del commercio cittadino e quello della sicurezza. Quello della sicurezza soprattutto, troppo spesso volutamente confuso, dalla Giunta comunale, con l'immigrazione.
 
E comunque indiscutibile che a Falconara accadano fenomeni di microcriminalità, di spaccio, e di vandalismi, come succede in ogni città, ma è altrettanto innegabile che dopo sei anni di amministrazione Brandoni e conseguenti politiche da sceriffo, "guasconate", per usare una frase del vicesindaco Clemente Rossi, il problema non è minimamente scalfito, anzi la percezione di insicurezza in città è notevolmente cresciuto. Motivo per cui, a scadenze periodiche ecco nuove ordinanze e proclami dell'amministrazione comunale volti a cercare di salvare la faccia per il fallimento totale del primo punto del loro programma elettorale, fino a quando le persone mostreranno di crederci. 
 
Dunque in quasi sei anni questa amministrazione non è stata in grado di gestire il comune sentire di "degrado" e  "insicurezza" di Falconara da loro stessi alimentato  e non c'è nulla che faccia pensare che basteranno i prossimi 4 per risolvere la questione.

Questa incapacità mi fa tornare in mente una frase che nel 2006 venne pronunciata da una consigliera di minoranza del consiglio comunale di Falconara, e che mi piace ogni tanto riproporre. In quel tempo Brandoni era all'opposizione e non si faceva scrupoli a sbeffeggiare il sindaco in carica. La frase in questione fu detta da una consigliera comunale dello stesso gruppo consiliare di Brandoni. Ho l'impressione che la stessa frase si possa utilizzarla oggi, senza bisogno di cambiare nemmeno una parola.
 
Giudicate voi:
"Il problema della sicurezza è fra i disagi più gravi e sentiti dalla cittadinanza e il Sindaco si è impegnato, in campagna elettorale, a realizzare in questo settore una politica i cui strumenti prioritari siano in particolare: informazioni preventive, controllo dell’immigrazione clandestina e del territorio, più coordinamento e maggior presenza, specie in alcune fasce orarie, di carabinieri e polizia municipale estremo rigore nei confronti di quei nomadi dediti alla microcriminalità, vandalismo e teppismo, potenziamento e qualificazione, anche con il coinvolgimento degli operatori economici, per la video sorveglianza. Adesso, dopo gli innumerevoli episodi di risse, microcriminalità e teppismo, vorremmo sapere quando queste promesse verranno mantenute”.   
(Corriere Adriatico 5/9/2006)