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giovedì 18 luglio 2013

SLALOM ALLE INTERROGAZIONI ( in consiglio comunale)

Il Consiglio comunale di oggi a Falconara, oltre ad espletare le formalità di rito della composizione delle commissioni, è stato convocato per dare risposta ad un paio di interrogazioni presentate da parte dell'opposizione (PD). Una riguardava la realizzazione di un centro commerciale al confine di Castelferretti (uscita A14 Ancona Nord), e l'altra invece riguardava i recenti incidenti avvenuti nella raffineria Api a pochi giorni dalla riapertura.
 
Si deve dare atto alla maggioranza e al sindaco Brandoni della capacità di smorzare le questioni e tentando di rendere inoffensivi i tentativi della minoranza.
 
Sulle due questioni però il sindaco pur ostentando sicurezza su quanto stava affermando non ha detto il vero.
 
Sulla questione degli incidenti rimane inquietante il fatto che il Comune a distanza di almeno 9 ore dal primo incidente, quello del 8 luglio, non sia stato in grado di dare informazioni di alcun tipo e/o rassicurazioni ai cittadini. Un fatto gravissimo per un Comune che si trova in un'area ad alto rischio di incidenti rilevanti. La legge infatti in materia è molto chiara, come è chiaro che nel caso in questione il Comune non si sia attivato come avrebbe dovuto. Basta leggere il dépliant distribuito ai cittadini e visibile sul sito Istituzionale del Comune (pagine 4- 5-6-7). Un "disguido" così ha dichiarato il sindaco sui giornali, che potrebbe costare molto caro ai cittadini.Non possiamo far altro che fidarci sulla sua parola d'onore e dormire sonni tranquilli.
 
Riguardo la questione del Centro Commerciale di Ancona Nord invece, il Sindaco continua a dire che non era a conoscenza della sua realizzazione, tanto che all'arrivo delle ruspe alcuni mesi fa, si è attivato chiedendo spiegazioni a vari enti (regione, provincia, comune Chiaravalle ecc). Il sindaco ha letto in consiglio comunale la risposta dell'ufficio tecnico di Chiaravalle da cui evince le prove della sua inconsapevolezza.
Questo è il Paese in cui le cose si fanno sempre a insaputa di qualcuno, i fatti scandalosi di questi ultimi giorni sulla Spy-story kazaka  ne è la conferma ed anche qui, anche se per fatti meno rilevanti sembra che si voglia percorrere la stessa strada. 
 
Il sindaco ha ragione quando dice che un comune non può "mettere bocca" sulle scelte di un altro comune. Ha ragione fino a un certo punto però. Di sicuro ha l'obbligo di informarsi soprattutto se le conseguenze delle scelte ricadranno sul suo territorio. Ed è veramente paradossale che il Sindaco Brandoni si sia attivato solo alla vista dei bulldozer.
 
Ma non ha assolutamente ragione quando dice di non saperne nulla, perché un buon sindaco dovrebbe conoscere le deliberazioni del suo Comune, anche quelle precedenti al suo mandato. Se solo avesse approfondito la ricerca avrebbe trovato in archivio un documento firmato dall'allora commissario straordinario Dott. Ruffo e dal sindaco di Chiaravalle Dott.ssa Montali che con cui si accoglieva la richiesta di un tavolo istituzionale convocandolo per il giorno 1/2/2008. La richiesta dell'attivazione dell'accordo di programma aveva un titolo inequivocabile: "AMPLIAMENTO DEL POLO COMMERCIALE - DIREZIONALE E NUOVO ASSETTO VIARIO TERRITORIALE NELLA ZONA DEL CASELLO AUTOSTRADALE A14 - ANCONA NORD. Faccio presente che solo un paio di mesi dopo la data di questo documento Brandoni diventò sindaco della città di Falconara.
 
Quel documento che conteneva progetto e planimetrie prevedeva una struttura ricettiva, quindi un Hotel, e due lotti per insediamenti commerciali e direzionali. e la realizzazione di una bretella che andava a insistere sul territorio di Falconara che collegava il centro commerciale con le case UNRRA. Una bretella che fu annunciata con enfasi anche alla stampa dall'allora e attuale assessore Astolfi. (clicca qui)
 
La realizzazione del progetto si è poi bloccata a causa della mancanza di autorizzazione per la parte riguardante il centro commerciale, ma che in secondo momento è stata superata grazie all'escamotage della frammentazione dei lotti riservati all'area commerciale.
 
Due risposte alle due interrogazioni al Consiglio comunale di oggi che sono state assolutamente insufficienti e che chiedono ulteriori verifiche. Spero che i consiglieri di minoranza prestino attenzione e non si accontentino di laconiche risposte.     

sabato 13 luglio 2013

LA SOLIDARIETA' E' UNA COSA SERIA

Manifestazione lavoratori api
Ieri ho partecipato alla manifestazione dei lavoratori dell'Indesit a Fabriano. Tante persone in corteo e tanta solidarietà e preoccupazione per il rischio delocalizzazione e chiusura degli impianti. Tanta solidarietà dalla città. Quasi tutti i negozianti hanno tirato giù la serranda e non era per nulla scontato.
 
Ho pensato mentre ero in corteo che questo tipo di solidarietà difficilmente si potrà trasferire nella mia città: Falconara Marittima, che vive un altro momento difficile con la crisi del settore petrolifero che mette in discussione l'attività produttiva della Raffineria API. Ho pensato questo perchè tra i lavoratori Api e gran parte dei cittadini non c'è mai stato un dialogo costruttivo sulla questione, ognuno chiuso nelle proprie posizioni. Un dialogo che considero invece indispensabile.
 
Tornato a casa mi capita di leggere un comunicato stampa di una rappresentante sindacale, Lina Rossi, dell'UGL Provinciale che scrive una nota dal titolo: “L'Api non va strumentalizzata per scopi di propaganda politica”. Una nota di indignazione, di denuncia e di critica nei confronti dei politici che secondo lei hanno sfruttato gli incidenti avvenuti nei giorni scorsi per fare demagogia con falsi allarmismi.
 
Questo comunicato arriva a due giorni dalla riapertura dell'impianto di raffinazione, chiuso per alcuni mesi a causa della crisi. ma arriva anche dopo tre incidenti avvenuti nella raffineria negli ultimi due mesi, uno dei quali ha provocato la morte di un lavoratore in subappalto.
 
Mi chiedo quale demagogia ci sia nel denunciare la scarsa sicurezza nell'industria, e se si possono considerare falsi allarmismi incidenti con morti e incendi. 
 
La responsabile sindacale si dice indignata, ma mi domando come mai non ho letto una nota di indignazione dopo l'incidente del 30 maggio scorso per la morte per ustioni che ha provocato. Mi domando come sia possibile minimizzare il rischio affermando che con l'incendio del 8 luglio non ci sono state fuoriuscite inquinanti, quando una nuvola minacciosa ha attraversato il cielo di Falconara e che "SOLO" il vento ha impedito che si dirigesse sulla città.
 
La signora parla di indignazione.  Anche io sono indignato, perchè è incredibile che una forza sindacale prenda posizioni a difesa dell'azienda quando il suo dovere è quello della tutela dei lavoratori, per la difesa del posto di lavoro e per la tutela della salute e sicurezza di tutti.
 
Sono indignato perchè quella nota è stata scritta non per chiedere maggiore sicurezza, ma per minimizzare e giustificare gli incidenti: "l'Api non è come accendere il motore della loro motocicletta".
 
Sono indignato perchè gli incidenti sono scivolati via senza clamori da parte dell'azienda, del Comune di Falconara, della Regione Marche, e purtroppo anche da parte dei sindacati, più preoccupati a non ritardare l'apertura di lunedì prossimo che a sincerarsi delle condizioni di sicurezza.
 
Sono indignato perchè solo alcune settimane fa, la Corte di Appello ha condannato 3 dirigenti della raffineria API per l'incidente del 25 agosto 1999 in cui morirono due lavoratori e non ho letto alcuna lettera di indignazione da parte delle forze sindacali. Una sentenza che ha ribaltato la decisione in primo grado che aveva individuato come unico colpevole un lavoratore dell'Api. Un uomo, un lavoratore della raffineria che è stato scagionato da accuse infamanti. Un uomo che però non ha potuto gioire dell'assoluzione perchè nel frattempo, nelle lungaggini del processo, è morto. Morto con l'angoscia nel cuore per un accusa dimostratasi falsa.
 
Mi fa indignare che i sindacati non abbiano sentito la necessità di esprimersi su questa importantissima sentenza che riporta giustizia e verità sull'accaduto.
 
Quando parlo di solidarietà mi riferisco a questo e mi riallaccio all'apertura del mio post, la solidarietà della città ai lavoratori dell'Indesit. La solidarietà non c'è a Falconara. I lavoratori dell'API danno l'impressione di volersi chiudere nel recinto della raffineria, credono di essere un colletivo ma in realtà sono isolati, non cercano la solidarietà, non sono interessati al dialogo.
 
Questo mi indigna. 
Sono indignato ma non sono sorpreso dalle dichiarazioni che la dirigente UGL fa nei confronti dei politici con un velato tono minaccioso: "...non tirate troppo la corda perché noi, i nostri mariti, i nostri figli che rischiano, sono Pronti e preparati, sono professionali ed hanno una coscienza, non possono contare sulle poltrone o sui vostri compensi e si ricorderanno di voi al momento più opportuno”. Sul comunicato la signora Lina Rossi scrive riferendosi ai politici: "sono indignata perché loro seduti su poltrone sicure e stipendi da favola vogliono lasciare sulla strada a morire di fame i lavoratori che dovrebbero invece rappresentare".
 
Lo dico da politico che non ha alcuna poltrona sicura e stipendio da favola, forse la "poltrona sicura" è quella in cui sta seduta la dirigente sindacale,  e lo dico da politico e da disoccupato senza tutele che con la sua contribuzione di tanti anni di lavoro non ha alcun ammortizzatore sociale, contributi che però vengono utilizzati per sovvenzionare il contratto di solidarietà dei lavoratori dell'API, soldi messi sul tavolo senza nemmeno conoscere un piano industriale della raffineria che possa far sperare ad un rilancio dell'attività. Sovvenzioni che servono solo ad allungare di un anno la data della chiusura.  
Ma ai sindacati evidentemente basta questo.

mercoledì 10 luglio 2013

DUBBI SUL PIANO DI EMERGENZA PER I RISCHI AMBIENTALI A FALCONARA

Ieri mattina verso le 8.45 ho pensato di telefonare all'ufficio per le emergenze ambientali del Comune di Falconara, per ottenere qualche notizia utile sull'incidente all'interno della raffineria Api di Falconara Marittima della notte scorsa e per conoscere lo stato di pericolosità.
 
L'incendio della notte scorsa infatti aveva messo in allarme un numero considerevole di persone ed attraverso la rete e social forum arrivavano notizie e foto non rassicuranti. Alcuni avevano telefonato al numero verde delle emergenze ma dicevano di non aver ricevuto alcuna informazione utile. Ecco perchè l'indomani decisi di prendere il telefono e sentire in prima persona lo stato delle cose.
 
La voce femminile che mi ha risposto molto gentilemente non ha potuto soddisfare alcuna delle mie domande. Mi interrompe dicendo che purtroppo non aveva nessuna notizia a riguardo, invitandomi a telefonare il giorno dopo perchè in mattinata in Comune ci sarebbe stata una riunione e solo allora avrebbe potuto dare informazioni precise. Ho fatto notare alla signora che è abbastanza singolare che un ufficio che si occupa di emergenze ambientali non abbia nulla da dire dopo un incendio che ha tenuto sveglia tanta gente, ricordardo che esiste una procedura in caso di incidenti e che il Comune è parte integrante del coordinamento del centro operativo. Chiudo la telefonata rimandando l'appuntamento al giorno dopo ovvero a oggi.
 
Infatti oggi telefono di nuovo e la signora sempre molto gentilmente mi riferisce quanto scaturito dalla riunione.
 
L'incidente è stato provocato dalla "perdita di vapori infiammabili contenenti zolfo e idrogeno" che a contatto con l'aria sono andati in combustione. L'incidente è stato valutato in un primo tempo di categoria I e poi di categoria II, ma l'Arpam dichiara che non ci sono ricadute ambientali sul territorio. La signora poi mi assicura che il Comune ieri era stato avvertito secondo le procedure.
 
A questo punto ho fatto alcune domande:
Chi decide la categoria di emergenza? La risposta non è stata molto precisa ma sembra che la decida la squadra di emergenza della raffineria.
Come mai nonostante il Comune fosse a conoscenza dell'accaduto non è stato in grado di fornire alcuna notizia attraverso il numero verde che risponde ai cittadini sulle emergenze?
Ho fatto notare che la stampa oggi riporta una dichiarazione del Sindaco con la quale dichiara di essere stato lungamente al telefono con l'AD della raffineria per tutta la notte, e allora:
come mai il sindaco non ha inviato nemmeno una nota all'ufficio emergenze ambientali? 
Sui giornali oggi il sindaco afferma che con l'emergenza di categoria I non è prevista la comunicazione al Comune. (tra l'altro la categoria I poi è stata innalzata a II)
Come mai nonostante l'incidente in corso nella raffineria sono transitati tre treni? La risposta è stata che la decisone dspetta a RFI e che i treni transitati non erano passeggeri ma merci.
E se i treni merci avessero trasportato materiale infiammabile? Questa domanda non l'ho fatta ma la pongo ora a chi legge.
 
 
Dunque ancora una volta durante una emergenza abbiamo potuto registrare quanta disorganizzazione e quanta sufficienza ci sia nel gestire una situazione che potrebbe avere conseguenze ben più pericolose di quelle rischiate l'altra notte
 
Voglio evidenziare che le affermazioni del sindaco sui giornali circa la procedura di informazione sono smentite dall'opuscolo distribuito ai cittadini (D.lgs 334 del 19 agosto 1999)  secondo cui il Coordinamento operativo deve essere sempre tenuto informato per ogni tipo di incidente e  che prevede:
L'allertamento nei casi di incidenti minori con una informazione per chi ne fa richiesta a titolo conoscitivo.
Il Preallarme invece è una informazione DIRETTA, per incidenti di categoria I con ipotesi di aggravamento a categoria II, fornita a tutti i cittadini finalizzata alla conoscenza dell'accaduto e della sua evoluzione  
Infine c'è L'allarme, informazione DIRETTA e SPECIFICA, finalizzata a fornire notizie comportamentali e di autodifesa e organizzative i caso di evacuazione.
 
Secondo queste norme quindi sembrerebbe che qualcosa nella gestione dell'emergenza non sia andata come avrebbe dovuto.
 
Ho provato a fare altre domande alla signora dipendente dell'ufficio ambiente del Comune, ma ha tagliato la conversazione riferendo che il sindaco è comunque disponibile a discutere della questione previo appuntamento.
 
Prendo per buona questa disponibilità, ma rilancio e faccio al sindaco una proposta:
Perchè caro sindaco non convoca un consiglio comunale aperto sulla questione della sicurezza sui grandi rischi lasciando potere di parola anche ai cittadini? 
 




ANCORA UN INCENDIO IN RAFFINERIA DOPO 15 ORE

Dal resto del Carlino del 9 luglio 2013

Questa sera, attorno alle 21, c'è stato un altro incidente dopo quello nella notte tra lunedì e martedì. Si è verificato uno sversamento di idrocarburi, causato probabilmente sempre al riavvio degli impianti dopo il fermo, che avrebbe interessato anche le fognature.
Sul posto si sono precipitate le squadre dei vigili del fuoco da Ancona con un tecnico e l’Arpam. La situazione è stata tenuto sempre sotto controllo e attorno alle 22 l’allarme è rientrato. Ora sarà da valutare l’entità della fuoriuscita.
Ad ogni modo, il carburante non è finito in mare, ma nei bacini di protezione e subito raccolto. Lo riferiscono fonti dell’azienda dopo il pre-allarme scattato a 24 ore di distanza dall’incendio che ha interessato, la sera dell’8 luglio, uno scambiatore di calore dell’impianto per la desolforazione dei gasoli per autotrazione, senza danni alle persone e con “impatto ambientale assolutamente non significativo” secondo l’azienda.
 
Dal Messaggero 10 luglio 2013
 

martedì 9 luglio 2013

ANCORA UN INCENDIO ALLA RAFFINERIA API DI FALCONARA

Stanotte ancora un incidente alla raffineria API di Falconara Marittima. Alle 23.30 circa un boato e un incendio hanno movimentato la nottata. Le notizie seppur frammentate e generiche le riportano alcuni siti di informazione locale. Sembra che la causa sarebbe una fuoriuscita di gasolio dalla tubazione dell'impianto di desolforazione. Secondo i giornali online non ci sarebbero feriti, almeno non gravi.

E' il secondo incidente rilevante da quando sono iniziati i lavori per la riapertura della raffineria, chiusa dalla società quasi 7 mesi fà per permettere i lavori di riconversione della centrale elettrica e per colpa della crisi del settore petrolifero. L'altro incidente è accaduto il 30 maggio scorso e provocò la morte di un operaio. ma questo è solo un altro incidente da aggiungere ai tanti già accaduti.

Purtroppo ancora una volta la macchina informativa del Comune di Falconara non ha funzionato, e ogni volta, in questi casi, viene da chiedersi in che modo viene gestita l'emergenza.

Ad esempio chi giudica il grado di pericolosità dell'incidente?
Questo è un particolare da non sottovalutare perchè la popolazione viene avvertita secondo un criterio di pericolosità. Stanotte chi dormiva beatamente con le finetre aperte, visto il caldo estivo, ha sicuramente respirato sostanze di cui avrebbe fatto volentieri a meno se solo fosse stato avvertito. Il boato infatti è stato avvertito solo dagli abitanti dei quartieri a ridosso della raffineria. Alcuni testimoni raccontano che dopo l'esplosione si è alzata in cielo una densa colonna di fumo molto alta.
Altro particolare da tenere in considerazione, è il fatto che durante l'incendio e le operazioni di spegnimento siano passati all'interno della raffienra ben 3 treni (la ferrovia che collega Ancona con Bologna passa dentro la raffineria) ed è strano visto che esiste una procedura di emergenza che blocca il passaggio dei treni.

La cosa che più è preoccupante però è che questa mattina, l'ufficio ambiente del Comune di Falconara, chiamato alle 8.40 non è stato in grado di dare alcuna informazione, affermando che non erano arrivate informazioni ufficiali da parte della raffineria e che le informazioni le avrebbero date solo dopo la riunione che si sarebbe svolta in mattinata. Esiste però un coordinamento per le emergenze e il protocollo di prevede che in caso di incidenti la raffineria DEVE comunicare con le autorità pubbliche. E' evidente che qualcosa tra il ricevente e il trasmettente non ha funzionato.
 
A breve è prevista una "reinaugurazione" dell'impianto di raffinazione che riprenderà a pieno ritmo l'attività. Una inaugurazione in pompa magna con la presenza di politici, industriali e con la presenza annunciata anche del Ministro allo Sviluppo Economico Flavio Zanonato. Speriamo che tra un pasticcino e un brindisi o durante un bel pranzo ci sia il tempo di parlare di sicurezza e di sviluppo sostenibile, anche per questa bistrattata città.

Il problema della sicurezza nella raffineria è grave riguarda i lavoratori ma anche i cittadini, ed è purtroppo ancora sottovalutato a vari livelli. Dalla Amministrazione del Comune di Falconara è però quanto mai necessaria una politica seria per la prevenzione e per la gestione di incidenti di questo tipo, per evitare che situazioni peggiori di questa possano portare gravi danni alla città e alle persone.

Ma Falconara non sembra in grado di tenere alta l'attenzione su questo problema, mi domando ad esempio che fine abbiano fatto i Vigili ambientali, che in passato avevano dato segno di professionalità e di autonomia nelle emergenze ambientali.
 
Faccio questa domanda rileggendo una delibera del Consiglio Comunale N. 54 del 25/09/2008, un Ordine del Giorno a firma del consigliere Loris Calcina: "... le problematiche e le responsabilità ambientali che riguardano il territorio del Comune di Falconara Marittima ed i vicini Comuni dell'AERCA sono sempre più pressanti e complesse, Il Consiglio Comunale di Falconara Marittima esprime l'opportunità che nell'ambito del corpo di P.M. vengano organizzati progressivamente specifici corsi e aggiornamenti professionali affinché tutti gli agenti possano concorrere a svolgere atti di prevenzione, indagine e repressione delle irregolarità e dei reati ambientali".
 
Un Ordine del Giorno votato all'unanimità quindi anche dall'attuale sindaco Brandoni.