La frenetica attività politica non
permette più un momento di riflessione. E' sempre più difficile
trovare il tempo per pensare, di guardare le cose con un pò di
distacco. Forse non ce ne accorgiamo ma da troppo tempo rincorriamo
le trasformazioni dettate da un'agenda politica che ci fa correre in
maniera caotica come le formiche poco prima di un temporale. E invece
sarebbe fondamentale fermarsi un attimo per capire cosa stiamo
facendo e dove vogliamo andare.
Fermarsi a riflettere ci farebbe bene!
Intanto potremmo scoprire tutte quelle contraddizioni di cui si è
impataccata la sinistra. Parlo di SEL principalmente, partito di cui
faccio parte e che a breve sarà impegnato nei Congressi territoriali
e in quello nazionale nel prossimo gennaio.
Le notizie e le cose vanno ad un ritmo
vertiginoso, forse la velocità fa perdere la lucidità che in questa
fase storica del nostro Paese è invece fondamentale conservare per
poter essere utili.
Nelle ultime settimane alcuni
autorevoli dirigenti di SEL, risucchiati nel vortice della stretta
attualità dettata da una accurato marketing politico, sembrano voler
dare credito all'ormai sicuro vincitore delle Primarie del PD Matteo
Renzi. Le parole lasciano adito a interpretazioni perchè pronunciate
con il più classico dei metodi della vecchia politica: il
tatticismo. Una modalità che avevamo promesso al congresso
costituente di non seguire, anzi di abiurare, ma che invece trova
piena cittadinanza nella politica di sel degli ultimi tre anni.
Ma basterebbe fermarsi a riflettere per
capire che in quelli che potrebbero essere considerati endorsement, c'è qualcosa
che stride fortemente con le idee per le quali abbiamo fondato il
nostro partito.
Esattamente un anno fa i militanti di
SEL sono stati mobilitati per partecipare alle primarie del
centrosinistra, questo nonostante più d'uno non fosse d'accordo.
Contrari proprio per quella scelta presa in maniera autoritaria senza
alcuna discussione nel Partito. Scelta che si dimostrò sbagliata,
per vari motivi, in primis per il fatto che il documento Italia Bene
Comune del PD da noi sottoscritto, non possedeva i requisiti per il
cambiamento da noi auspicato, ma al contrario prevedeva scenari che
poi puntualmente si sono avverati, compresa la composizione di un
governo di larghe intese. Non aveva in se quel cambio di passo
necessario per contrastare le politiche di austerity volute dalla BCE
e nemmeno per attuare quelle riforme sul lavoro e welfare indispensabili
per la sopravvivenza e il futuro di migliaia di persone
Se ci fermassimo a riflettere
ricorderemmo che a quelle Primarie partecipammo, non tanto per far
vincere Nichi Vendola, tutti gli addetti ai lavori lo sapevano bene
che Vendola non aveva chance, ma per impedire che vincesse Renzi,
tanto che al secondo turno molti di noi andarono a votare Bersani. Il
motivo era semplice: Il sindaco di Firenze esprimeva una politica
liberista, molto vicina alla destra e in piena sintonia a quelle
forze moderate che noi volevamo sconfiggere.
Ricordo che a chi provava a dire che
quelle primarie erano un errore per SEL, veniva risposto che non
potevamo permetterci Renzi candidato premier per il centrosinistra.
Infatti andammo, e le Primarie le vinse Bersani che per tutta la
campagna elettorale non riuscì a dire altro che la patetica frase:
"smacchiamo il giaguaro". Slogan penoso e inoffensivo,
utilizzato dal buon Bersani non tanto per una sua incapacità
comunicativa quanto per il timore di dire qualcosa che potesse
disturbare una delle numerose correnti del PD.
Renzi alle Primarie dunque fu
considerato dai tanti militanti di SEL un avversario politico, non un
contendente legittimo alla carica di candidato premier, e per quel
motivo combattuto.
Dopo quelle primarie partecipammo alle
elezioni ma non le vincemmo, subendo anche l'affronto del PD che con
pochi scrupoli non esitò a formare un governo di larghe intese
proprio con il nemico pubblico numero uno. Nemico a parole
naturalmente perchè giorno dopo giorno, al di là di differenze
legate a questioni di tipo personale, il PD con Enrico Letta sta
dimostrando più di una affinità con le politiche liberiste della
destra di Berlusconi.
E' il berlusconismo insomma ad aver
vinto.
A fronte di questo disfacimento, mentre
sembrerebbe più che mai opportuno cercare di costruire quella
sinistra alternativa e di governo da troppo tempo sommersa dalle
macerie della cattiva e ottusa politica, ecco riaffiorare il
tatticismo, lo stesso che ci ha regalato il meritatissimo mediocre
risultato elettorale.
Tutto questo mentre il Paese è allo
stremo e le persone a cui vorremmo dare rappresentanza, non ci
riconoscono più credibili. Un peccato perchè avevamo molte
probalilità di diventare una forza politica veramente
rappresentativa. Peccato perchè ha vinto la paura e il desiderio di
sedersi in Parlamento ad ogni costo.
Se ci fermassimo a riflettere quindi,
non potremmo non vedere che le scelte strategiche del nostro partito
sono state profondamente sbagliate, e che se non si vuole nemmeno
riconoscere l'errore originario, difficilmente si riuscirà ad
ottenere qualcosa di buono.
Fermiamoci a riflettere e proviamo a vedere cos'ha di diverso il Renzi di oggi da quello di soli 12 mesi fa.
Se ci fermassimo a riflettere potremmo
arrivare alla conclusione che se, ora come sembra, Matteo Renzi
diventasse un interlocutore per la sinistra, le opzioni sono due, e
una non esclude l'altra:
Che la sinistra non è necessaria
nel nostro Paese
Che abbiamo sbagliato a sostenere
Bersani alle Primarie perchè con Renzi le elezioni le avremmo
vinte, e forse avremmo evitato un governo col PD/PDL
Spero che i nostri massimi dirigenti
politici riescano a trovare un momento di riflessione, per pensare a
quanto avvenuto, per rimettere in ordine le idee e confrontarle con i
compagni dei territori, e di esprimere una volta per sempre una
chiara strategia politica, lasciando da parte i tatticismi.