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lunedì 11 maggio 2009

GIU' LA MASCHERA

Il tempo è galantuomo. Si dice così credo quando finalmente i fatti sostituiscono i chiacchiericci e le malignità.

Solo una settimana fa la Corte dei Conti con una relazione e una delibera si è espressa negativamente sulla Quadrilatero, la notizia è rilevante visto che critica gli stessi punti che avevamo osare contestare a suo tempo, ma incredibilmente non ha trovato spazio nelle pagine dei giornali locali (chissà perché), con il risultato che i cittadini non conoscono gli sviluppi di una questione che ha di fatto permesso alla destra di amministrare la città per la prima volta nella storia falconarese.

Ma il tempo è galantuomo e, volendo usare un'altro luogo comune, tutti i nodi vengono al pettine. E la cosa mi da delle belle soddisfazioni. Oggi sulle locandine del Resto del Carlino fuori dalle edicole, un titolo ha alimentato la curiosità di molti lettori: "Recanatini candidato sindaco* a Polverigi". Qualcuno avrà pensato rabbrividendo che l'ex sindaco di Falconara ci riprova, ma la cosa interessante è che ci riprova con il PDL di Berlusconi e Brandoni.

Finalmente la maschera viene giù. Da sindaco della Margherita di Falconara a candidato della destra populista il passo sembra breve. Eppure mi ricordo molto bene le alzate di scudi degli ex democristiani e diessini falconaresi a difesa di Recanatini, veramente ricordo anche l'atteggiamento del PRC di Falconara ed ora mi domando come avranno preso la notizia. Una notizia che è una sorpresa ma fino ad un certo punto, infatti più di una volta si erano notati allora certi ammiccamenti che non facevano presagire niente di buono. Domanda: non era meglio dichiarare di aver sbagliato candidato evitando di perdere la faccia e la città?

Un altro sassolino dalla scarpa che mi tolgo. Magra soddisfazione dirà qualcuno. Sempre meglio che avere rimorsi aggiungo io.

*12 maggio 2009
Errata Corrige: Ebbene si ho preso un abbaglio, Recanatini non è candidato alla poltrona di sindaco di Polverigi ma semplicemente a quella di consigliere comunale. Sono stato tratto in errore dalla locandina del giornale e me ne scuso. Ma questo errore di poltrona non cambia di una virgola le considerazioni sopra esposte, perchè se è vero che la poltrona è meno prestigiosa, la coalizione rimane quella della destra, e testimonia la facilità con cui il candidato si sposta da una parte all'altra.

domenica 15 febbraio 2009

LA SCONFITTA DELLA POLITICA

Gli ultimi avvenimenti di cui siamo stati spettatori mi stimolano una riflessione sulla crisi della politica, ed in particolare sulla situazione politica provocata dalla profonda crisi interna al Partito Democratico. Si potrebbe dire che chi come me è politicamente distante dal PD, non dovrebbe essere dispiaciuto dell'attuale quadro anzi, invece non è così, la cosa è veramente preoccupante perché ad oggi volenti o nolenti il PD è l'unico partito su cui sperare in una opposizione forte e istituzionale.

L'immagine che illustra perfettamente la situazione del PD l'ho vista in un blog marchigiano (antelitteram). La torre di Babele è il simbolo del caotico dibattito del Partito Democratico, a rappresentare la totale incomprensione al suo interno a causa dei linguaggi diversi dei componenti e da profonde differenze culturali e sociali. E dire che i fondatori del PD "vendevano" il loro progetto come l'unico in grado di unire le diverse sensibilità ottenendo così un partito nuovo forte e riformista. Chi segue un po' le questioni politiche ricorderà che tra i sostenitori del PD spesso è stato affermato che con il PD si sarebbe ovviato ai continui scontri con la parte più radicale del centro sinistra che a loro dire non permettevano il buon Governo. Mi ricordo bene che per giustificarne l'accelerazione del progetto molti sostenevano che l'esperienza di solidità veniva dall'Ulivo (il Pd è già un bambino di otto anni).

Purtroppo i fatti dimostrano che quelle affermazioni se non false, sono state come minimo un pò troppo ottimistiche. E' infatti sotto gli occhi di tutti il fallimento di quel progetto che non solo sta minando le fondamenta su cui si poggia il PD, ma purtroppo crea un vuoto rappresentativo nel Paese: milioni di persone che di colpo si trovano senza un interlocutore politico. Insomma con la nascita del PD aumenta il divario tra le persone e la politica.

Eppure era molto chiaro che le differenze tra i fondatori (DS-Margherita) erano così profonde e che difficilmente avrebbero trovato una condivisione. La recente discussione sul testamento biologico ne è una conferma. Anche lo sciopero generale della CGIL di ieri l'altro ha provocato delle lacerazioni, tanto che il PD non è stato nelle condizioni di aderire nonostante le adesioni a titolo personale di molti suoi parlamentari. A breve si andrà a votare per il Parlamento europeo e anche in questo caso il PD non riesce ad individuare una univoca collocazione: la sola cosa certa è che non farà parte del PSE.

Questi sono solo alcuni dei punti critici che caratterizzano il PD ad oggi, ma non bisogna sottovalutare le varie guerre intestine dichiarate dalle varie correnti ("sensibilità") che immobilizzano il partito nella ricerca di una linea politica. Dicono che la dialettica all'interno di un partito è la sua forza, ma qui il problema non è la dialettica, piuttosto la mancanza di linee guida che caratterizzano un Partito.

Se a livello nazionale la situazione è questa, localmente non mi sembra di vedere uno spiraglio ottimistico.
Solo ieri si è compiuta ad Ancona una drammatica disfatta della politica. Sui giornali oggi ci si sofferma nella differenza della politica con la P maiuscola o p minuscola. Lo spettacolo di ieri al consiglio comunale di Ancona ha un che di penoso. E' sembrato chiaro che la crisi provocata dai problemi giudiziari del Sindaco è stata occasione per mettere sul piatto una serie di problematiche che covavano da tempo nel PD, credo un voler marcare un territorio, una guerra per l'egemonia tra le sensibilità che ripeto sono troppo diverse. Se è vera la mia sensazione credo che si possa dire che la caduta di un'amminitrazione di un Comune importante come quello di Ancona per beghe interne al maggior partito della maggioranza, sia la condanna della miseria della politica.

Anche a Falconara la città in cui vivo, la situazione politica del centro sinistra è tutt'altro che idilliaca. E' notizia di pochi giorni fa dell'iniziativa del PD cittadino intento a promuovere un referendum contro l'ipotesi di costruzione di due mega centrali.
Purtroppo il PD che sembra spaccato anche su questa questione, sembra infatti che non tutti siano d'accordo sul no alle centrali, questo almeno secondo le affermazioni di un autorevole esponente del PD in una recente assemblea pubblica, si pone nel confronto pubblico in un modo autoreferenziale cercando di ritagliarsi un ruolo al di sopra delle altre rappresentanze: forze politiche e associazioni di cittadini. Non entro nel merito della giustezza del referendum perché ho già avuto modo di dire la mia, ma voglio sottolineare invece il basso spessore politico dimostrato dal PD in questa occasione, che sembra non capire che i cittadini si sono evoluti rapidamente, a causa delle pesanti ripercussioni del fallimento politico in città, e che non vogliono più essere dei semplici osservatori ma protagonisti. Semplicemente la gente non si fida più, e come dargli torto. Insomma il POPOLO BUE sembra si stia incamminando verso l'estinzione, e per fortuna aggiungo io.

Dunque gli avvenimenti delle ultime settimane hanno messo allo scoperto un nervo molto sensibile, che già da tempo provoca delle patologie sempre più dolorose. La cura resta quella di una politica con anticorpi talmente resistenti da riuscire a sconfiggere i vari virus nascosti nei partiti politici.
Di fronte ai tanti interrogativi che suscita l'attuale crisi della politica, mi domando: riuscirà una Sinistra unita a dare una risposta soddisfacente?

venerdì 19 dicembre 2008

OGGI COME NEL REGNO DEI BORBONI

Da "I Vicerè" Film di Roberto Faenza tratto dal romanzo di Federico De Roberto del 1894.

Dialogo tra Consalvo Uzesa e il Duca Gaspare Uzeda, zio di Consalvo e deputato parlamentare:

Duca: " ...Bisogna stare sempre a cavallo del nuovo che avanza, quale esso sia poco importa, destra sinistra oggi non significano niente. Di questi tempi tutto cangia talmente velocemente, che non possiamo più stare appresso alle etichette".

Consalvo: " E la gente? Che cosa finirà per pensare la gente, il Paese".

Duca: "La gente, il Paese, nomi senza senso, astrazioni, questo Paese non esiste, esistono soltanto moltitudini di cittadini in mezzo ai quali, se cercherete bene, non ne troverete due soli che siano interamente d'accordo su qualcosa".

Questo passaggio di un romanzo scritto nell'800 vi fa riflettere? A me si.

Si sono attraversati due secoli, si è passati dal Regno delle due Sicilie con i Borboni (il romanzo era ambientato in Sicilia) al XXI secolo. Durante questo periodo il mondo si è trasformato, si sono fatte incredibili scoperte, l'automobile, l'uomo sulla luna, la televisione, internet. Il mondo ha fatto passi da gigante mentre la mentalità del politico medio italiano non ha subito alcun progresso. E' bloccata ancora al 1800.

E' praticamente impossibile non trovare analogie nel modo di pensare del Duca Gaspare Uzeda con quello della maggior parte dei politici italiani.

Quel Romanzo capolavoro di De Roberto è ancora drammaticamente di attualità.

Quando ho visto il film in TV qualche settimana fa, ho provato una forte amarezza nel dover riscontrare che più di tutto in politica vale il ritorno personale invece dell'interesse della comunità, adesso come allora.

Nel nostro Paese stiamo assistendo al ritorno di "mani pulite", decine di politici arrestati, indagati per corruzione.

Qualcuno si sorprende che fatti di questo genere accadano ancora, forse pensando che la questione dei politici corrotti si fosse interrotta con l'azzeramento del PSI di Craxi e DC di Forlani, ma evidentemente non è così. Ora tutti tornano a parlare di "questione morale" nelle politica, anche chi non ne avrebbe il diritto.

Le frasi sopra citate da "I Viceré" le ho scritte per portare alla ragione quella parte della società e della rappresentanza politica che si dichiara di sinistra.
Una specie di provocazione. Mi piacerebbe conoscere quante persone impegnate politicamente a sinistra hanno usato se non le stesse parole, il concetto che il dialogo descritto esprime. Non in pubblico naturalmente, ma davanti allo specchio alla mattina appena sveglio.

Non io! Dirà con fare offeso il politico che immagino per caso sta leggendo queste righe.

E allora mi domando se non è arrivato il momento per aprirsi all'epoca che stiamo vivendo, abbandonando quell'atteggiamento ridicolo e provinciale dell'800 che fece dire a qualcuno: "Abbiamo fatto l'Italia adesso dobbiamo fare gli italiani". Invece ci ritroviamo che l'Italia la vogliono dividere e gli italiani sono ancora lì che aspettano di fare il definitivo salto di qualità.

Cambiare la cultura di chi vuole la responsabilità di governarci. Ecco cosa serve all'Italia. Non capisco come mai davanti ad una catastrofica crisi economica, alla perdita dei valori fondanti, davanti ad una situazione politica grottesca, con un Partito Democratico sopraffatto dagli scandali e dalle lotte interne ed una destra di vocazione sempre più autoritaria, a sinistra si continui a ragionare con metodi ottocenteschi appunto.

Da sempre la sinistra ha ritenuto di essere diversa, lontana dalle bramosie di potere, adesso è il momento di dimostrare la realtà dei fatti, in ballo c'è la responsabilità di continuare a tenere l'Italia inchiodata all'800.

sabato 30 agosto 2008

E' QUI LA FESTA?

Festa del Partito Democratico, i soliti volontari, atmosfera completamente diversa. Questa è stata la mia sensazione non appena ieri sera ho varcato l'ingresso della festa del PD di Chiaravalle.

La prima cosa che salta all'occhio entrando è la mancanza di colore, pur di non esagerare con il rosso che ad alcuni forse poteva dar fastidio, è stata allestita una scarna ambientazione che emana una sensazione di anonimità e scostante freddezza, sicuramente non è accogliente.

Le bandiere bianche del PD all'ingresso, immobili per mancanza di vento, mi hanno fatto venire in mente un immagine che giorni fa ho visto su internet e che vi ripropongo. Una bandiera fissata, su un cartello stradale che indica una strada senza via d'uscita e un divieto di transito. La strada tragicamente svolta a destra.
L'immagine fotografa impietosa un gesto credo involontario che però spiega meglio di mille parole il percorso intrapreso da alcuni ex compagni dei DS verso il progetto del PD.

L'area è quella storica, quella della tradizionale Festa dell'UNITA', che era una festa allegra, frequentata da moltissima gente che andava per incontrarsi e per divertirsi e per partecipare ai numerosi dibattici politici, insomma un luogo festoso ma anche di approfondimento e di confronto politico.

Ma i tempi cambiano, il Partito Democratico cerca di mantenere vivo questo appuntamento, ma ormai niente sarà più come prima.

Ho visto nei vari stand le stesse persone che animanavo le feste dell'Unità, a dire il vero non ho potuto non notare l'assenza di alcuni volti storici senza che questi siano stati in qualche modo rimpiazzati da altri nuovi. Insomma mi è sembrato che a tenere viva la festa siano solo i compagni Ex DS, la quota Ex Margherita non sembra interessata a questo tipo di volontariato.

Il programma della festa non brilla certo per le iniziative politiche, in dodici giorni di festa solo tre incontri politici: il primo con il Sindaco che incontra i cittadini, il secondo sulla Quadrilatero su cui credo che ritornerò a parlare prossimamente, e in ultimo la manifestazione di chiusura.
Un po' poco per un Partito che governa la città, la Provincia, la Regione ed è rimasto l'unico partito di opposizione insieme a Di Pietro, al Governo Berlusconi. Possibile che non si siano trovati argomenti su cui discutere? Forse, penso io, uno studio di Marketing politico ha consigliato agli organizzatori di tenere un atteggiamento defilato, prediligendo lo spettacolo e l'intrattenimento piuttosto che inoltrarsi in pericolose discussioni politiche.

I tempi cambiano, dicevo e l'atmosfera non trasmette emozioni nemmeno nello spazio dei giovani, che credo erroneamente l'opuscolo del programma defifinisce "Area Sinistra Giovanile". In quello spazio, che una volta era un cantiere di idee e palestra di pensiero, al posto del manifesto di Che Guevara compaiono tristissime scritte tricolori. A guardare dal di fuori, sembra che i ragazzi che frequentano quel luogo abbiano smesso di sognare un mondo diverso, preferendo una omologazione generazionale priva di una idea o di valori.

La serata di ieri procedeva stancamente, dal palco una piccola orchestra intratteneva i presenti con il liscio, i ragazzi ascoltavano musica Rock e nello spazio dei dibattiti si parlava dell'adesione alla Quadrilatero del Comune di Chiaravalle, relatrici oltre al Sindaco Montali, anche l'Assessore regionale alle infrastrutture Loredana Pistelli e due consigliere del PD: una provinciale e una comunale. Questo è stato il motivo della mia presenza alla festa.

Ma questa è un'altra storia che ha bisogno di uno spazio tutto suo.