domenica 23 dicembre 2012

IL 30 DICEMBRE ELEZIONI PRIMARIE PER LA SCELTA DEI CANDIDATI AL PARLAMENTO

Cari amici, Su sollecitazione e proposta di alcuni compagni e amici ho deciso di accettare la candidatura alle Primarie di SEL per la selezione dei Parlamentari alle prossime elezioni politiche, consapevole della responsabilità che tale scelta comporta. Ho deciso perchè condivido totalmente le parole di Nichi Vendola con le quali mette in luce la necessità di cambiamento e di alternativa nel Paese, parole che determinano una netta discontinuità con le politiche di austerity del governo Monti.

Le Primarie si svolgeranno il 30 dicembre e potranno votare tutti gli iscritti a SEL e tutti gli elettori che hanno partecipato alle primarie del centro sinistra del 25 novembre.

A Falconara si voterà presso il Circolo di SEL di Via Flaminia 578, a pochi passi dalla stazione, dalle 08.00 alle 20.00. Ad Ancona presso le circoscrizioni comunali. Gli altri seggi delle Marche dove sarà possibile votare verranno comunicati al più presto.
Chiedo con molta modestia un voto per poter contribuire al cambiamento del Paese e per essere utile al nostro territorio.

Un caro saluto Claudio Paolinelli

Mi chiamo Claudio Paolinelli, abito a Falconara Marittima, ho 52 anni.

Sono stato tra i pionieri del soggetto politico di Sel fin dal 2006, promuovendo e partecipando alla costituzione di movimenti politici che hanno avuto l'obiettivo di ricostruire un partito di sinistra di governo. (da sinistra democratica passando per l'associazione per la sinistra e a sinistra e libertà, fino alla nascita di SEL).

Ho sempre partecipato attivamente alla vita del movimento e penso di aver dato un utile contributo per il suo radicamento, avendo anche ricoperto incarichi di responsabilità.

Credo che la mia candidatura possa essere garanzia di particolare importanza per la Provincia di Ancona e per l’intera Regione, al fine di continuare l’impegno a difesa del territorio e dell’ambiente. Ho partecipato e sono stato tra i promotori dei vari comitati cittadini per sostenere le battaglie civili a partire dal no ai rigassificatori, alle numerose istanze a difesa dell'ambiente (quadrilatero, centrali ecc.). Faccio parte del movimento dell'acqua e ho contribuito attivamente al successo referendario. Mi sono sempre battuto a difesa degli immigrati organizzando iniziative di solidarietà e di informazione (clandestino day). Ho dedicato molto tempo al tema del reddito minimo garantito e sono particolarmente sensibile ai temi del lavoro e del welfare, sempre a fianco dei lavoratori in lotta. Sono un convinto pacifista e ritengo fondamentale il concetto di democrazia partecipata, considerando indispensabile il confronto diretto nonché il concetto di “politica dal basso”, premessa indispensabile per attuare quell’idea di “partito nuovo” che abbiamo sempre auspicato di poter costituire.

Intendo dedicare tutto il mio impegno e passione per la costruzione di una sinistra forte, unita e di governo, restando dalla parte dei più deboli.


6 motivi + 1 per cui vale la pena candidarsi alle Primarie DI SEL secondo me:

1.     Lotta alle disuguaglianze, ripristino dei diritti e tutela del welfare.

2.     Diritto al lavoro e reddito minimo garantito. Lotta alla precarietà per evitare una guerra generazionale tra padri e figli.

3.     Evitare la deriva centrista e moderata, liberare l'Italia dalle imposizioni sovranazionali e dal liberismo.

4.     Rispetto e tutela per l'ambiente, stop al consumo di territorio e difesa dei beni comuni.

5.     Libertà di amarsi, riconoscimento delle unioni civili con una Legge "civile".

6.     Lotta agli sprechi e ai privilegi dei Parlamentari.

Presento la mia candidatura soprattutto perchè voglio rappresentare e dare voce alla generazione dei 50enni, a quelli che come me si trovano senza lavoro e senza alcuna possibilità di reinserimento nella società, schiacciati dalle disumane regole del mercato del lavoro. Vorrei impegnarmi per ridare speranza a quelle persone, spesso con famiglia a carico, che, dopo una vita di sacrifici, sono rimasti in compagnia della loro solitudine e che vorrebbero almeno conservare la propria dignità.

lunedì 17 dicembre 2012

E' MORTO NESSUNO!

 Voglio dedicare un pensiero ad una donna di nome Veta che ieri ha perso la vita in un tragico incidente. Una morte avvenuta in silenzio nei pressi della ex Montedison di Falconara, un luogo dove gli invisibili cercano rifugio, un luogo infernale che a molti provoca disgusto non per il degrado del luogo ma perchè frequentato da questi poveracci.
 
 
 
Dal Corriere Adriatico 17/12/2012
 
MONTEMARCIANO - Stavano tornando a casa, o meglio nel rifugio dell’ex Montedison, quando un Suv li ha travolti, trascinandoli per una trentina di metri. È lungo la Flaminia, proprio davanti al distributore Ip, che Veta Caldarrao, romena di 43 anni, ieri sera verso le 20 ha perso la vita. Con lei c’era la figlia 24enne che ora versa in gravissime condizioni all’ospedale di Torrette. Non è chiara la dinamica del tragico incidente. L’uomo alla guida del Suv della Volvo Xc90, G.V., anche lui 43 anni, stava viaggiando da Falconara in direzione di Senigallia. Ha riferito di non essersi accorto del gruppetto che attraversava la strada. Il gruppo di rom era appena sceso dalla corriera. Le due donne, con un terzo connazionale, stavano tornando da una giornata passata a di Senigallia e rientravano nel rifugio dell’ex Montedison. Complice il buio, anche se poco più in là c’è la luce del distributore a illuminare la strada, l’autista ha travolto le due donne, trascinandole per una trentina di metri. A terra rimangono solo una scarpa, un sacchetto di plastica e alcune uova rotte, forse la cena della donna e della figlia. Veta Caldarrao era madre di cinque figli. Secondo i rom le due donne erano sul bordo della strada.

domenica 16 dicembre 2012

GRIGIORE E OPACITA' DELLA CAMPAGNA ELETTORALE A FALCONARA

Pochi si sono accorti in città che la campagna elettorale per le elezioni comunali è in svolgimento. Strano perchè manca veramente poco, le forze politiche e sociali sembrano impreparate e si muovono con molta circospezione.
Sarà la crisi economica che attutisce i rumori e le grida della propaganda, o forse è il tatticismo, ingrediente sempre presente anche se sgradevole.

Io credo invece che il poco interesse nei confronti di chi si candida ad amministrare la città per i prossimi anni, sia dovuto al generale basso livello politico e programmatico.
Ho come l'impressione che manchino le idee, non c'è un profilo alto nel modo di pensare, le proposte fin qui presentate sono mediocri,  non c'è niente di innovativo, tutto sembra pensato per gestire l'esistente, manca una idea di futuro della città.

Gli stessi candidati sembrano spenti, non riescono a trasmettere l'entusiamo forse perchè non ne hanno nemmeno loro in questa avventura, e se così fosse sarebbe davvero un grave problema.

Questa campagna elettorale è caratterizzata dunque dallo scarso interesse generale delle persone, ma credo che sia dovuto al fatto che le forze politiche e i candidati finora, al di là delle presunte intenzioni, non si siano ancora rapportati con i cittadini.
Non c'è traccia di discussione, di dialogo con la città, non ci sono momenti pubblici di confronto, non si spiegano le idee, non si raccolgono le critiche e i suggerimenti.

Questo succede con i Partiti politici ma anche con le liste civiche. Quest'ultime francamente un pò mi deludono, perchè hanno sempre fatto della partecipazione una pratica indispensabile, ma sembra proprio che costruito il nucleo di discussione e di lavoro non ci sia la forza di aprirsi veramente all'esterno e di confrontarsi con le reali problematiche della città.
I Partiti invece dimostrano tutta la difficoltà che la crisi della politica ha messo in luce. Il PD ad esempio finora non è andato oltre all'individuazione del candidato sindaco con delle primarie che hanno avuto un epilogo tragicomico, evidenziando i personalismi e le beghe interne. Primarie che non hanno avuto al centro dell'interesse il programma per la città, ma solo l'ndividuazione della persona, una occasione perduta secondo me. Le primarie se organizzate con maggiore serietà e allargate ad una alleanza politica dopo una ampia condivisione dei programmi, avrebbero potuto dare la giusta visibilità e avrebbero potuto trovare tempi e luoghi per cercare il dialogo costruttivo con i cittadini. Purtroppo però Il PD avaro e autoreferenziale non ha sfruttato il prezioso tempo delle primarie per iniziare ad avanzare proposte e a lanciare idee per la città, ma si è limitato a chiedere ai cittadini di esprimersi su un nome, in maniera asfittica.

Le forze di sinistra invece sembrano svuotate e incapaci di una qualsiasi azione politica, lontano dai cittadini e anche dalle forze politiche e sociali della città, una debolezza che minaccia l'autonomia di pensiero e di azione.
Questo è lo scenario elettorale a Falconara Marittima, non rispondente alle aspettative secondo me, ma al contrario grigio, opaco e quindi privo di quell'entusiasmo che dovrebbe essere l'anima della buona politica.

 L'unico a impostare la campagna elettorale con una certa metodicità è il sindaco uscente Goffredo Brandoni, che a dire il vero non ha mai smesso di autopromuoversi  sin dall'inizio del suo mandato. Lo fa con puntigliosità, ma anche lui senza entusiasmo. E' un presenzialista dicono, partecita ai compleanni dei cittadini centenari, inaugura, si fa fotografare in ogni occasione, partecipa a cene sociali, anche in luoghi che storicamente non dovrebbero essergli affini, stringe mani, è spesso in strada e nei quartieri. Non ci ha pensato un attimo a scrollarsi di dosso il peso di un partito (PDL) impresentabile, e si ripropone come l'uomo delle istituzioni dalla parte dei cittadini con la costituzione di liste civiche. E' l'unico al momento che si sta impegnando nella campagna elettorale, ma anche lui si guarda bene dal parlare di programmi, resta sul vago e soprattutto cerca di attenuare gli sbagli fatti nei cinque anni di mandato.

La partecipazione, termine con cui molti arricchiscono i loro discorsi è ancora lontana dalla sua piena legittimazione. Ma queste sono le forze in campo... ci si deve accontentare (?)... 

mercoledì 5 dicembre 2012

CACCIA AL PARCHEGGIATORE

Nei prossimi mesi che ci separano dalle elezioni comunali dobbiamo prepararci a vederne di tutti i colori. La spinta propagandistica non risparmierà nulla ed ogni occasione diventerà palcoscenico ideale per ottenere facili consensi. Fa niente se di mezzo ci sono persone, l'importante è farsi vedere e ottenere quindi qualche riga sul giornale con la speranza che un pò di pubblicità (diciamo) gratuita possa aumentare i voti.
 
La notizia di oggi riguarda una patetica azione di forza dell'amministrazione Brandoni degli assessori Rossi (sicurezza) e Mondaini (bilancio) i quali allertando i vigili urbani, avrebbero "stroncato sul nascere il fenomeno dei parcheggiatori abusivi".
Detta così sembrerebbe che Falconara abbia rischiato di essere colpita da una gang di malavitosi dediti al racket, ma ovviamente così non è.
 
La verità è che un uomo nigeriano, si adoperava ad agevolare il parcheggio agli automobilisti ed in cambio di questo servizio otteneva qualche volta una piccola elemosina di qualche centesimo. Un gesto che accade ormai quotidianamente nei parcheggi di ogni centro commerciale, senza per questo creare mai, almeno per quanto ne so, problemi di ordine pubblico. 
 
D'accordo, il parcheggio non prevede un parcheggiatore e l'uomo era sicuramente non autorizzato. Sarebbe bastato avvertire l'uomo tramite polizia municipale che la sua azione non era consentita e magari ammonirlo per questo, allontanarlo. Invece l'uomo è stato portato in questura per la segnalazione. Sembra che poi gli uomini della polizia municipale abbiano effettuato controlli sul territorio, senza però trovare nulla di anomalo. Insomma una notizia basata su una non notizia, ma su cui i nostri assessori hanno cercato il clamore, sperando di dimostrare la loro efficienza convinti che qualcuno abboccherà a questi trucchetti tra un paio di mesi.
 
Si cerca il sensazionalismo su questi argomenti perchè gli amministratori uscenti sanno bene che l'obiettivo sul ripristino dell'ordine e della sicurezza, cavallo di battaglia della loro precedente campagna elettorale è clamorosamente fallito, tanto che i cittadini, pur abitando in una città dove non si riscontrano gravi problemi di ordine pubblico, si sentono meno sicuri di alcuni anni fa.
 
E se l'assessore Rossi cerca di coprire il fallimento "sicurezza", l'altro assessore, quello al Bilancio Mondaini, forse con questa azione ha voluto mascherare il vero danno che incombe sul Comune: perchè il parcheggio in cui l'immigrato cercava di racimolare qualche centesimo (e non spillare), in realtà non dispone più di parchimetro da qualche settimana, e sarà così per altri mesi in varie ampie zona della città, per una questione legata ad un appalto lasciato scadere, la cui conseguenza provocherà una minore entrata nelle casse comunali, oltre che al ritorno della sosta selvaggia in centro a danno dei residenti. 

La verità però è che i fenomeni legati all'accattonaggio saranno sempre più frequenti, vista la situazione generale di crisi che attraversa il paese. Non credo proprio che sia sufficiente bullarsi per queste sceneggiate sicuritarie, ci vorrebbe una politica più attenta e responsabile rivolta al sociale per contenere gli effetti di una povertà crescente.

Leggi la notizia su cronache anconetane

domenica 2 dicembre 2012

LOTTA DI CLASSE (guerra tra poveri)

C'era un pò di fermento nei giorni scorsi a Falconara. La questione è la solita ovvero quale sarà la sorte della raffineria Api dopo la chiusura forzata di un anno. C'è stato un minacciato sciopero da parte dei sindacati, poi la notizia di accordo tra le parti e tutto è rientrato.

Cosa è accaduto? E' accaduto che la dirigenza della raffineria e le forze sindacali hanno trovato la soluzione al problema prevedendo l'utilizzo della cassa integrazione dei dipendenti per tutto il periodo del fermo.

Si potrebbe dire che è una buona notizia. Peccato che anche in questo caso non c'è traccia di un piano industriale, nessuna certezza sui futuri carichi di lavoro e nemmeno sulla ripresa produttiva. Quindi questa soluzione avrà l'effetto di un panniccello caldo, che si limita semplicemente a spostare il problema occupazione e della riconversione più in là. Se ne riparlerà tra un anno.

Ma in questa storia, l'ennesima tormentata questione Api, c'è un'altra questione che non mi piace. I sindacati hanno siglato l'accordo con la raffineria a tutela dei lavoratori diretti dell'azienda, ma non c'è alcuna garanzia per i lavoratori dell'indotto, occupati in raffineria tramite società in subappalto, tanto meno sono previsti ammortizzatori sociali.

Brutta situazione. Mi chiedo come possano i sindacati accettare che i lavoratori di uno stesso sito possano ottenere disparità di trattamenti così pesanti. Eppure una confederazione dovrebbe essere portatrice di interessi generali, da difendere ai tavoli contrattuali. Fa bene la Fiom ha tenere alta l'attenzione.

 

lunedì 26 novembre 2012

RISVEGLIO

Dunque passata la febbre da primarie, si torna con i piedi per terra, una specie di risveglio dopo un sogno bruscamente interrotto.

La realtà ci conferma che la forza di Nichi è stata poca cosa di fronte all’apparato super strutturato del Partito Democratico. Ci siamo lamentati ed arrabbiati spesso con la stampa e i mezzi di comunicazione che citavano le primarie associandole al PD. Giornalisti e anchor man lo hanno fatto un po’ per un gioco mediatico e di subalternità, ma anche perché quelle primarie sono apparse ai più proprio “Primarie del PD”.

SEL in questa partita è rimasta fuori, ai margini. Ancora una volta non è stata una partita di squadra ma di un singolo. Al massimo i militanti di SEL hanno potuto fare il tifo. I circoli e le federazioni si sono trasformate in comitati elettorali, senza alcuna possibilità di discussione e atto politico.

Non era questo il modello di Partito che avevamo in testa quando abbiamo sottoscritto e quindi contribuito alla nascita di sinistra ecologia libertà, eppure, nonostante tutto, con puro spirito di servizio, molti di noi si sono impegnati e messo la faccia su una cosa in cui condividevamo ben poco. Perché era evidente che il circo delle Primarie avrebbe dato un esito infelice. Sapevamo che in quell’accordo c’erano delle contraddizioni che avrebbero penalizzato l’esito di un candidato di sinistra.

Alcuni di noi (noi di SEL), abbiamo cercato di parlare di discutere in ogni modo possibile e democratico, di spiegare le nostre riserve circa la decisione di partecipare alle primarie presa dal gruppo dirigente, ma non ci siamo riusciti ad abbattere il muro dell’indifferenza anzi ci siamo trovati in mezzo al guado: nel partito trattati come degli untori o dei traditori, alcuni hanno addirittura invocato l’espulsione per i più critici, e allo stesso tempo sbeffeggiati da sinistra per l’evidente inconsistenza di una carta di intenti volutamente generica e per questo interpretabile modi diversi, ma con dei punti fermi sulle questioni della governabilità futura.  

Oggi lunedì, day after delle primarie, il risveglio è traumatico, Nichi Vendola, nonostante il suo grande impegno, che gli va riconosciuto, non va oltre il 15.6% ed arriva terzo. Una medaglia di bronzo di nessun valore che non determinerà nulla nel futuro politico del centro sinistra.

Abbiamo sprecato una importante pratica partecipativa come le primarie solo perché abbiamo deciso di non essere noi stessi, di non essere di sinistra, perché era effettivamente difficile spiegare alle persone che volevamo contrastare le politiche liberiste di Monti  alleandoci con il PD che le politiche liberiste le ha votate tutte favorevolmente in questo ultimo anno di governo di cui sono maggioranza. Un PD che anche pochi giorni fa, durante la campagna delle Primarie, ha votato a favore del finanziamento della scuola privata vantandosene, mentre quella pubblica è allo sfascio.

Alcuni smanettoni da web ieri sera, presi da un atto d’ira hanno criticato il fatto che dalla Val di Susa non siano arrivati i voti per Vendola. Ecco in quel fatto possiamo individuare qual è stato l’errore politico di SEL. A queste primarie avremmo potuto partecipare con una forza decisamente superiore e quindi giocandoci veramente la partita, se avessimo convocato nei tempi giusti “GLI STATI GENERALI DELLA SINISTRA”. Un passaggio di discussione e partecipazione che ci avrebbe dato credibilità e forza e che avrebbe potuto veramente fare la differenza. Così non è stato purtroppo, nonostante le ripetute sollecitazioni in tal senso da molti esponenti di SEL, che per questo sono stati tacciati di disfattismo.  

Quindi il risultato di ieri è stato insoddisfacente e allo stesso tempo prevedibile. A questo punto spero che dalla direzione del partito non arrivino indicazioni di voto per il secondo turno delle primarie. Finalmente i commentatori televisivi potranno definirle a ragione Primariedel PD.  

Dunque dopo il sogno infranto occorre capire come SEL vorrà proseguire il cammino politico, se sarà sufficiente avere giovani fanatici idolatranti pronti ad applaudire ogni cosa, #OPPURE un partito capace di discutere di politica e di formare una classe dirigente capace di ragionare e partecipare in completa autonomia. È necessario conoscere nel breve qual è il cammino che si vuole intraprendere. Stavolta però non saranno accettabili decisioni verticistiche di pochi e autoreferenziali esponenti di partito, i quali al contrario dovrebbero ripensare al loro operato e al risultato ottenuto. Per questo è più che mai necessario che il partito dia vita ad una estesa operazione di discussione a tutti i livelli, in tempi brevissimi. Aprire gli occhi e guardare la realtà che è quella delle persone che patiscono i drammi di questa cattiva politica perchè è vietato calpestare i sogni.         

 

venerdì 23 novembre 2012

FACCIO LA MIA PARTE. IL 25 NOVEMBRE SCELGO DI VINCERE

Mi domando se davvero il popolo del PD sia disposto ad accettare un altro governo che vuole continuità con le politiche devastanti del professor Monti.
Dico questo perchè al di là delle dichiarazioni dei vari candidati del PD alle primarie a partire da Bersani con le quali fanno capire chiaramente che Monti e altri ministri dell'attuale governo sono graditi e auspicabili collaboratori per il futuro, mi sembra che dalla base il giudizio e l'aspettativa sia completamente diversa.
 
Mi domando anche se davvero il popolo della sinistra, quella diffusa, quella che discute, si incontra, manifesta, che propone, non sia disposta in questo determinato momento politico a unirsi e a fare in modo che la deriva centrista moderata e per certi versi reazionaria non prenda il sopravvento. Pur mantenendo tutti i dubbi e le critiche, continuando anzi a cercare il dialogo e la condivisione delle idee.  
 
Il Paese è in ginocchio, mai così tanti disoccupati, mai un debito pubblico così alto, mai una limitazione dei diritti come in questa fase. La precarietà tocca livelli inaccettabili. I giovani sono senza futuro, e le persone di mezza età senza un presente. L'attacco alla scuola pubblica, la privatizzazione dei servizi e delle aziende statali, lo smantellamento dei diritti dei lavoratori, l'aumento delle tasse, L'IMU, tutto sulle spalle della gente comune. Nemmeno una manovra a carico dei più ricchi. Nessuna patrimoniale sui grandi redditi, il fiscal compact ed il pareggio di bilancio dello Stato che ingesserà il Paese nell'immobilismo.
Senza innovazione, senza investimento non può esistere una crescita della qualità della vita. Il Paese resterà impantanato nelle regole ferree del liberismo, imprigionato dai ricatti della finanza mondiale e dei poteri che tengono sotto scacco il mondo intero.  
 
Se tutto questo è vero (e lo è), mi domando se non sia venuto il momento di provare a cambiare. Provare a vedere se esiste la possibilità di ridare dignità alle persone e all'intero Paese. Dare una possibilità ai giovani, scongiurare la disperazione dei disoccupati, riconquistare i diritti, lottare contro la precarietà che un crimine sociale, considerare l'ambiente un bene comune, puntare alla felicità delle persone.
 
C'è allora bisogno di cambiare mentalità, provocare uno strappo. Impedire il rafforzamento delle idee liberiste, rafforzare i valori della sinistra, quelli dell'uguaglianza, quelli dei diritti, quelli della libertà. Ci sono dei momenti storici in cui è importante essere presenti.
L'appuntamento delle primarie è uno di questi, non il definitivo, ma un passo importante che influirà sul futuro della sinistra e sulle future politiche del Paese. Quindi mi domando se in un momento in cui anche la destra sembra interessata a mettere mano su queste primarie, se a sinistra invece sia risolutivo disinteressarsi e lasciare che altri decidano.
 
Lo domando al popolo della sinistra, ai compagni che criticano legittimamente l'operato di SEL e di Vendola, lo chiedo agli intellettuali che si impegnano intorno al progetto di ALBA, e ai tanti laboratori di idee che esistono in tutta Italia.
 
Faccio un appello agli elettori del PD, che non si facciano convincere dalla solita storia del voto utile. Stavolta il voto utile è quello che può permetterci di cambiare, quello che ci permette di guardare al futuro con gli occhi dei nostri giovani. Quello che può dare netta discontinuità alle politiche fallimentare dei governi Berlusconi e a quelle di austerità e povertà imposte dal governo Monti.
 
Consapevole delle contraddizioni, delle diversità di vedute che caratterizzano la sinistra, chiedo a tutti voi di schierarvi apertamente, di scegliere di vincere, di dare una possibilità al cambiamento.
 
Vi chiedo di impiegare un pò del vostro tempo, un'ora del vostro tempo è un investimento per provare ad impedire altri 5 anni di austerità ed ingiustizie.  
Vi chiedo di esprimere il vero voto utile alle primarie votando domenica NICHI VENDOLA. 

mercoledì 21 novembre 2012

PRIMARIE COMUNALI DEL PD una precisazione

Vorrei precisare dopo aver letto l'articolo del Resto del Carlino del 20 novembre circa le primarie comunali del PD, che ci sono delle inesattezze.
Il mio nome infatti compare tra i partecipanti all'incontro "chiarificatore" e tra i sottoscrittori dell'accordo,  personalmente però non ho convenuto nè ho sottoscritto alcun accordo, visto che al momento della sottoscrizione non ero presente al tavolo
La mia posizione infatti resta fermamente contraria all'accordo, convinto che le primarie comunali del PD, danneggeranno la partecipazione di quelle nazionali.
E' facilmente prevedibile che domenica ci saranno code ai seggi nazionali a causa di un macchinoso sistema di registrazione, ogni ulteriore attesa causata dal voto per le primarie comunali, potrebbe indispettire gli elettori per il lungo tempo di attesa. Le probabili code ai due seggi verosimilmente convinceranno gli elettori a desistere e  quindi a non votare uno dei candidati delle primarie nazionali. Eventualità che secondo il mio modesto parere andava scongiurata in ogni modo. 
 
Tengo quindi a precisare che l'accordo legittimo, perchè firmato da referenti ufficiali dei partiti presenti all'accordo, non ha però la mia firma.  

Chiedo quindi al giornale e alla giornalista di rettificare l'articolo.

lunedì 5 novembre 2012

LAVORO V/S AMBIENTE oppure

La discussione politico/elettorale a Falconara prima o poi dovrà soffermarsi sulla questione raffineria API. Il dibattito è in corso da parecchi anni anche se per ora è stato un dibattito tra sordi: da una parte i cittadini che esigono una qualità dell'ambiente migliore e dall'altra la ferma richiesta di tutela dei posti di lavoro da parte di lavoratori e sindacati.
 
In realtà le parti coinvolte sono più di due, perchè componente essenziale è l'azienda da cui dipende il futuro produttivo o la riconversione, infine ma da non considerare una componente di minore importanza, le Istituzioni e la politica.
 
Parto da una ovvietà che potrebbe essere scambiata per demagogia ma che assicuro non lo è: 
E' possibile pensare ad uno sviluppo industriale sostenibile che conservi e garantisca l'occupazione e che allo stesso tempo si faccia carico del rispetto e della cura dell'ambiente (aria, terra, mare,) garantendo ai cittadini la sicurezza per la salute e una migliore qualità della vita?
 
Rispondo che non solo è possibile, ma allo stato in cui siamo è assolutamente necessario. La pesante crisi peraltro non permette giochetti in ambito occupazionale, ed ogni posto di lavoro andrebbe tutelato come un Panda in estinzione, ma anche la questione ambientale non può più essere procrastinata, ma anzi affrontata con determinazione. Gli esempi di cattiva gestione della faccenda, sempre rinviata e mai risolta, ci portano direttamente alla tragica situazione di Taranto e allo scontro di due fazioni, tutte e due a contrapporre due ragioni ineccepibili. 
 
Lavoro e ambiente per troppo tempo sono stati posizionati in fronti contrapposti. Giustamente i lavoratori, sono preoccupati per il rischio del posto di lavoro che tendono a difendere anche a discapito della salute pubblica, allo stesso modo sono preoccupati anche i cittadini  che invece vedono come priorità un ambiente più salubre e la questione occupazionale sembra colta di riflesso. 
 
A Falconara la situazione è in stand-by. L'azienda ha deciso di fermare l'intero impianto per almeno 6 mesi, con la motivazione ufficiale della riconversione della vecchia centrale iggc con una nuova alimentata a metano. Una centrale considerata all'avanguardia per efficienza e basso impatto ambientale solo 7 anni fa dalla proprietà della raffineria e che ora risulta obsoleta ed inquinante.
 
I lavoratori di fronte alla chiusura semestrale sono giustamente preoccupati e temono che sia il primo atto verso la chiusura definitiva, anche perchè la crisi del mercato della raffinazione a detta della stessa dirigenza API è molto forte.
 
Al di là della solidarietà ai lavoratori che pure va data, occorrebbe avere sotto controllo i possibili scenari: il mantenimento dell'impianto nonostante il crollo dei profitti oppure la sua chiusura definitiva. In ogni caso ci saranno delle conseguenze, ed in ogni caso è necessario che sia l'occupazione, da cui dipende l'economia di molte famiglie e di riflesso anche l'economia di un intero territorio, che la tutela dell'ambiente siano garantite, consapevoli che in caso di chiusura esiste il rischio effettivo che tutta l'area occupata dalla raffineria non verrà bonificata lasciandola inutilizzabile a causa del forte inquinamento forse per sempre. In entrambe i casi la comunità falconarese pagherà un caro prezzo, quindi non può permettersi queste possibilità. 
 
Non è comunque da escludere che l'impianto nonostante tutto resti in funzione. Una possibilità avvalorata dal Piano di "Strategia Energetica Nazionale" pubblicato da qualche giorno sul sito ministeriale che indica tra le scelte di fondo e obiettivi la " progressiva ristrutturazione della raffinazione e ammodernamento in un periodo di forte crisi strutturale, in modo da salvaguardare la rilevanza industriale e occupazionale, con benefici anche in termini di di sicurezza di approvvigionamento e prezzi" (dal SEN). Ma anche nel caso in cui i dirigenti decideranno di tener in funzione l'impianto, non potremo ancora ignorare tutte le problematiche esposte sopra.  
 
Dunque che fare?
 
Io credo che dovremmo vedere come queste problematiche sono affrontate in altri luoghi.
 
Faccio l'esempio del petrolchimico di Porto Marghera.
I lavoratori dell'Eni nell'ottobre 2011 lamentavano le stesse preoccupazioni di quelli dell'Api falconarese. (clicca per vedere il video) 
 






Le metodologie sembrano simili, addirittura anche la chiusura temporanea coincide con i canonici 6 mesi.
 
Resta il fatto che alla fine la Regione Veneto e il Governo italiano nell'aprile 2012 abbiano preso la decisione di riconvertire e bonificare l'area, riqualificandola  con progetti industriali "green" e credo che dovremmo guardare con attenzione questa operazione.
 
 
Il ministro Clini ha affermato che l'esempio del Veneto diventa propedeutico per i 57 siti industriali altamente inquinati presenti su tutto il territorio nazionale. Uno di quei siti è proprio quello di Falconara Marittima. La novità quindi è interessante e da tenere sotto stretto controllo. Certo dipende molto dal tipo di riconversione e dalla qualità della bonifica che si intenderà portare avanti, è su questi punti che la prossima amministrazione comunale potrà e dovrà avere il giusto peso.
 
Questo è un punto che SEL di Falconara mette all'ordine del giorno, da discutere con le forze politiche, sociali e sindacali con le quali esistono possibilità di dialogo.  
 
E' un punto, solo uno dei tanti da discutere e affrontare con la massima determinazione.


  

venerdì 2 novembre 2012

PROVE DI MIMETISMO O TRASFORMISMO

La vera novità della ormai iniziata campagna elettorale nella piccola e provinciale Falconara è il mimetismo.
Partiti che hanno fondato la loro forza sul simbolo alla passata tornata elettorale, cercano di passare indenni mascherando la loro presenza sotto forme diverse. Le liste civiche sembrano restituire verginità, ma sotto le mentite spoglie di gruppi di semplici cittadini ecco riaffiorare i soliti.

Non parlo delle liste di cittadini che cercano in qualche modo di sopperire alla mancanza della politica istituzionale, ma di certe liste civiche camuffate che da qui a qualche giorno verranno presentate in città.

Il PDL ad esempio, un partito sciolto ormai per volontà popolare più che dai capricci del suo padrone, a Falconara si era presentato solo 5 anni fà come il partito della salvezza, quello che avrebbe consegnato a tutti benessere e prosperità, ma il crollo in picchiata dei consensi ha indotto i suoi componenti ad abbandonare la nave per trovare nella scialuppa di salvataggio delle liste civiche un appiglio per non affogare.

O come l'UDC che a Falconara è praticamente in balia dei voleri del sindaco uscente e che quindi, allo stesso modo in cui si è sempre comportato in 5 anni di felice convivenza, obbedisce.
E chissà che cosa accadrà ancora da qui alla primavera prossima.

Certo è che la crisi della politica ha fatto danni incalcolabili. Prima di tutto per colpa di certi partiti, che hanno offeso e insultato i cittadini con il loro comportamente immorale, prima ancora che deludere i loro elettori. Una deriva che sembra incredibile, fatta di arroganza, e di corruzione, ma che riporta alla realtà tutte quelle persone che credevano ingenuamente nel "miracolo italiano".

L'aria che tira in Italia non è particolarmente rarefatta. E' strano vista la situazione. Le persone si limitano, quasi sicuramente prese dallo sconforto, a non votare, al massimo a dire che "tanto sono tutti uguali". Non ci sono moti di piazza, nè particolari proteste, tutto è soffocato e a chi tenta appena ad alzare la testa, ci pensa la rudezza di certi interventi di alleggerimento a farla ripiegare, quindi tutto è sotto controllo e anestetizzato.
 L'astensione è forte, ma questo paradossalmente agevola chi l'astensionismo vorrebbe punire.

Quindi come se nulla fosse, senza passare di fronte al gudizio degli elettori, i "nostri" si ripresentano candidi, come nuovi, senza responsabilità e con un nuovo "vestito" da sfoggiare, senza il coraggio di riproporsi per quello che sono e sono stati. Mimetizzati, o meglio mascherati nella migliore tradizione del trasformismo.

Quando la politica e soprattutto i partiti non trovano le motivazioni ed il coraggio di agire alla luce, senza vergogna o pudore, presentandosi alle persone per quello che pensano e rappresentano, è il sintomo acclarato che la crisi è veramente in uno stadio di non ritorno.    

sabato 20 ottobre 2012

STRATEGIA DELL'INTENZIONE


Leggendo i giornali di venerdì 19 ottobre, non posso che prendere atto della miopia politica del Partito Democratico di Falconara, che invece di impegnarsi a costruire una coalizione in grado di battere la destra e di ben governare la città, sposta tutto il suo interesse su problemi egemonici interni, a tutto discapito della collettività che vorrebbe amministrare.
La decisione del PD di dare vita alle Primarie con la presenza esclusiva di loro candidati è sintomatica di un innato senso di superiorità che mal si colloca con l'attuale scenario politico locale e nazionale. 
Autosufficienza e autoreferenzialità che evidentemente il PD fa fatica ad abbandonare, nemmeno dopo le vicende che hanno sancito la sua clamorosa sconfitta  alle elezioni precedenti.
Nel tentativo di superare i suoi problemi interni ha tardato  il dialogo con i possibili interlocutori fino ad arrivare in ritardo rispetto all'agenda delle elezioni amministrative del 2013. Questo almeno con SEL, Partito di cui faccio parte, Partito peraltro che parteciperà alle Primarie nazionali di coalizione  che individueranno candidato Premier alle imminenti elezioni politiche proprio in alleanza con il PD e PSI. 

I cittadini falconaresi e soprattutto gli elettori del PD debbono sapere che SEL ha responsabilmente  cercato di discutere sulle idee e sui programmi, laicamente e in maniera propositiva, per contribuire a cambiare e amministrare la città. Il PD invece è rimasto chiuso in faccende interne che spera di risolvere con delle asfittiche primarie interne, una sorta di Congresso straordinario che rischia seriamente di riconsegnare la città alla destra. 

Gli elettori falconaresi devono sapere che la consultazione PD-SEL si è limitata ad una oretta scarsa in un solo veloce incontro ufficiale durante il quale SEL ha presentato alcuni punti programmatici atttorno ai quali chiedeva di discutere, il PD è sembrato da subito più preoccupato a marcare il territorio cercando di determinare la sua supremazia, mettendo in secondo piano i programmi da condividere.

Un Partito che si autoproclama dominante non dovrebbe aver timore di confrontarsi e nemmeno di doversi misurare con le altre forze politiche ad una competizione aperta e partecipata come le Primarie che, se utilizzate nel giusto modo, possono diventare un punto di forza e valore aggiunto alla coalizione.

Ma forse non sono nemmeno timori, visto la palese disparità di forze in campo. Forse ci sono problemi di tipo programmatico, forse sono i punti programmatici presentati da SEL che seppur affrontati in maniera superficiale dal gruppo dirigente del PD contrastano con le loro idee per la città.

Ma di questo argomento ne avrò modo di parlare più avanti.

 

mercoledì 17 ottobre 2012

SEMPRE CARO MI FU QUEST'ERMO PARCHEGGIO

Nel grigiore cittadino di una città come Falconara Marittima, un non luogo anonimo che ha perduto sembra definitivamente la sua identità, non passa inosservata nemmeno la più piccola novità.
Falconara Marittima di antica vocazione turistica oggi è una città post-industriale, provinciale, che risente della crisi economica e anche quella culturale dovuta a pochi ma intensi anni di amministrazione di destra.
 
Oggi passeggiando per le scure vie del centro citttadino (chissà cosa diventeranno dopo il taglio all'illuminazione pubblica prevista dal Governo Monti), ho notato una novità clamorosa.
 
Lungo la Via Bixio nel tratto fuori dall'isola pedonale, sono state installate alcune panchine. E' evidente che il progetto è stato fatto in economia perchè a tutto si può pensare meno che ci sia stato uno studio appropriato per l'arredo urbano. Questa almeno è l'impressione, e anche la speranza.
Vista la mediocre operazione c'è da sperare che almeno non si siano spesi soldi pubblici e che anche le panchine nessuno le abbia comprate appositamente, ma utilizzate perchè giacenti inutilizzate in qualche magazzino comunale.
 
Vabbè direte, sei il solito ipercritico, di parte, sempre pronto a sminuire l'operato dell'amministrazione Brandoni.
 
Per spiegarvi il mio stupore oggi quando ho visto le panchine dovrei farvele vedere, e infatti eccole:
 
   
In un primo tempo avevo pensato che le panchine fossero solo appoggiate, invece no, sono fissate al marciapiedi e tristezza nella tristezza sono rivolte verso le auto parcheggiate. Me lo immagino Leopardi seduto su una di queste panchine  cercare l'ispirazione per scrivere l'Infinito. Qui l'unica cosa infinita è il pressapochismo dei nostri amministratori.
 
Immagino già frotte di turisti e di cittadini che si accapigliano per potersi sedere lì, a rimirar i cofani delle automobili e contare le macchine di passaggio oltre  le numerose cacche che i cani disseminano sul marciapiedi quasi alla maniera Pollicino con le molliche di pane.
 
Chi abita a Falconara conosce bene quella via, non saranno certo delle deprimenti panchine a darle lustro.  
 
A questo punto prendiamo però il lato positivo della cosa. Speriamo che i componenti di questa Giunta e questa amministrazione comunale, con poche idee e spesso sbagliate, dal prossimo anno impiegheranno il loro tempo su queste panchine e non sugli scranni del consiglio comunale.

P.S. Le panchine sono 8 e sono tutte posizionate come nella foto. Non rispondono minimamente al requisito per l'abbattimento delle barriere architettoniche, anzi in questo caso il disagio aumenta.. Infatti un anziano o un disabile, che sono i principali utilizzatori delle panchine volessero sedersi, rischierebbero di cadere o farsi male, considerando che tutte le panchina sono a ridosso del gradino del marciapiedi. Un capolavoro! Credo che dovremmo domandare quanto ci è costato. 

lunedì 1 ottobre 2012

ROMA, ASSEMBLEA AUTOCONVOCATA SEL 30 SETTEMBRE 2012

Mio intervento all'assemblea.

Compagne e Compagni, per prima cosa sgombriamo il campo. Qui non ci sono “dissidenti”, nessuno vuole “investire sulla crepa”, non ci sono correnti politiche da costituire, non ci sono culture minoritarie e settarie, e nessuno ha intendimenti “populisti”.

CHE SIA CHIARO A TUTTI. Io aderisco a questa iniziativa solo con questi presupposti.

E’ bene quindi che chi ha preconcetti e pensa a chissà quale cospirazione, si metta il cuore in pace: questa assemblea non è CONTRO SEL, questa assemblea è PER SEL, questa Assemblea è DI SEL. Vogliamo semplicemente partecipare alla formazione e alla elaborazione politico culturale di Sinistra Ecologia Libertà, perché ci sentiamo della Partita. 

“Abbiamo iniziato a edificare un partito moderno, un partito non di funzionari ma di volontari,
in cui si confrontino e se necessario si scontrino, non cordate ma visioni e idee,
di cui il leader sia espressione e sintesi, non sovrano o piccolo padrone.
Un partito che ai propri volontari chiede di sentirsi donne e uomini della nuova sinistra italiana e di impegnarsi senza sterili miraggi egemonici a fianco di tutte le realtà che, pur diverse, navigano verso lo stesso approdo.
E' questo che vuole e dovrà essere SEL. Un partito di persone che si chiamano per nome nella sostanza e non solo nella forma. Un partito di pari”.

io vorrei partire da qui, da questa parole di Nichi Vendola pronunciate al Congresso fondativo. Perché se c’è una ragione per cui un gruppo di appassionati della politica si ritrova qui è proprio per queste parole, che sono state disattese, soprattutto in questi ultimi mesi.

Noi cari compagni, quando abbiamo dato vita a SEL, lo abbiamo fatto con la convinzione di far nascere un PARTITO NUOVO e non un nuovo partito. Un partito nuovo capace di abbandonare le vecchie pratiche autoreferenziali, quelle che hanno allontanato le persone alla politica.

Voglio sottolineare questo passaggio non solo per avvalorare un principio, ma perché l’esperienza ci dice che la strada autoreferenziale porta al fallimento di ogni progetto.

Alcuni compagni autorevoli all’assemblea nazionale del 31 agosto hanno ricordato l’esperienza della sinistra arcobaleno che ha esiliato la sinistra lontano dal perimetro della politica. Hanno ricordato quel periodo, imputando la sconfitta all’alto livello di litigiosità presente in quel progetto, provando a paragonare quell’esperienza tragica, con il momento di disagio che vive ora SEL. Il paragone non regge perchè quel fallimento fu responsabilità di alcuni dirigenti di Partito che a tavolino determinarono le tattiche, le linee politiche e le liste elettorali in maniera totalmente autoreferenziale. Questa è stata la causa principale della catastrofe. E’ stata l’autoreferenzialità e il nostro popolo ci ha punito.

Dopo quella sciagura per evitare l’estinzione la sinistra avrebbe dovuto cambiare mentalità, fisionomia, e vivere la politica in maniera aperta, partecipata, NUOVA.

La novità, per noi che siamo qui, l’abbiamo costruita dando vita a SEL. Un Partito nuovo nella forma e nella sostanza, questo abbiamo detto al Congresso, e le persone hanno guardato con interesse questa novità, si sono riavvicinate, anche se noi abbiamo difficoltà a soddisfare le aspettative, a livello nazionale e locale.

Il nostro Partito evidenzia gravi lacune, non c’è un minimo di collegamento tra la dirigenza nazionale e i circoli e i risultati si notano. Un esempio per tutti è la vicenda dei consiglieri di SEL di Trieste e Padova a favore della fusione tra Acegas ed Hera in barba al rispetto dell’esito referendario, ma non è l’unico problema, in tante altre città si sta operando in questo modo e anche su altri aspetti. In ogni realtà ci comportiamo come un Partito a sé stante, svincolati da orientamenti e idee comuni.

L’Eclatante accelerazione che c’è stata con la conferenza stampa Vendola-Bersani di agosto ha sorpreso ed imbarazzato un gran numero di militanti e simpatizzanti di SEL. Una forzatura che ha trascurato le evidenti differenze con il PD su questioni fondamentali e che ha soprattutto scavalcato la discussione politica interna al partito a tutti i livelli.

Una accelerazione peraltro smentita da successive frenate e necessarie puntualizzazioni. E che dire delle Primarie? Da oltre due anni parliamo di Primarie. L’assemblea di SEL del 31 agosto aveva lanciato le Primarie di Vendola invitando ad iniziare la campagna elettorale sui territori. Fortunatamente non è partita alcuna promozione. Per fortuna, perché a quest’ora avremmo dovuto spiegare nelle piazze che Vendola ha congelato la sua candidatura.

Credo che dobbiamo riflettere seriamente su questi comportamenti, che anche se segnati da una situazione politica in continuo movimento, non giustificano la politica a fisarmonica che stiamo portando avanti. Diamo l’impressione di navigare a vista,

Anche perché questi problemi erano stati evidenziati da alcuni compagni all’assemlea del 31 agosto con un documento in cui erano espresse chiaramente le preoccupazioni di tanti militanti, dovute anche dall’incertezza della legge elettorale, ma furono tacciati come velleitari e minoritari.

Dobbiamo affrontare i problemi e cercare di dare soluzioni, non dobbiamo avere paura. Dobbiamo convincere le persone che SEL non è “un uomo solo al comando” ma un collettivo, unito. Convinciamoci noi per primi, facciamo in modo che le idee e le proposte circolino senza pregiudizi.

Qualche volta ad un leader può essere più utile qualche critica, di un Sì incondizionato dei “fedelissimi”.

Noi diciamo che per l’Italia c’è bisogno di Alternativa. Alternativa alle politiche liberiste, al Governo Monti, e alla destra berlusconiana.

Compagni la politica è bella e anche facile. È il politicismo che la rende brutta e complicata. Alternativa al Governo Monti, per chi intende la buona politica di sinistra, significa avere un progetto credibile e alternativo al FISCAL COMPACT, al pareggio di bilancio, alle politiche del lavoro e dell’ambiente.


Non ci sarà un altro modello sociale se ci sarà il fiscal compact. Lo dobbiamo dire forte.

È necessaria la massima chiarezza programmatica, capire quindi se il PD, che è il nostro interlocutore principale, intende superare l’esperienza del commissariamento di Monti e soprattutto in che modo. Francamente ravviso pochi punti di coesione. Sull’articolo 18 ad esempio, mentre noi aderiamo alla raccolta di firme per il referendum, il PD le considera un grave errore, e addirittura Fassina ci vede il rischio populismo. Sono contraddizioni che se non affrontate indeboliranno SEL e tutta la sinistra. Non vedo proprio come riusciremo a spiegarlo alle persone. 

L’alternativa e il ripristino della democrazia passano necessariamente da qui.

Non bastano le Primarie che oltrettutto stanno perdendo quella virtù originaria di aggregare le persone ad un progetto comune, perchè le idee dei candidati, in questo caso, sono radicalmente differenti.

Non possiamo mica considerare le Primarie come un terreno di scontro tra programmi. Le Primarie sono una forma di competizione in cui le idee e i programmi fondamentali devono essere condivisi dai candidati e dagli alleati. Altrimenti c’è il rischio di far diventare le Primarie una competizione tra avversari, o peggio una resa di conti. Dobbiamo evitare le degenerazioni stile Palermo.

Noi cerchiamo alleati per governare, non nemici da sconfiggere con le Primarie.

Nichi ha detto che non è stata messa una firma in calce alla carta degli intenti del PD. Quindi c’è ancora tempo e modo di discutere.

Chiedo alla direzione di SEL un passo indietro nello slancio tattico, per poterne fare due in avanti nei contenuti e ritrovare piena condivisione, coesione prima di tutto tra di noi e poi con i soggetti che da noi si aspettano molto. Per poter aprire una stagione che non sia di sola speranza ma anche di reale cambiamento.

Lancio una proposta per il cambiamento: sosteniamo l’individuazione delle candidature per le liste di sel, dai Collegi elettorali e non dalla segreteria di partito.


Convochiamo GLI STATI GENERALI DELLA SINISTRA, a livello nazionale e anche sui territori. Seguiamo la direzione indicata dal forum Sbilanciamoci. C’è una grande aspettativa sulla nostra azione politica, ma c’è anche tanta delusione che ci allontana dai movimenti e dalle associazioni. Io sono stato testimone della contestazione a SEL durante la festa della Fiom a Jesi e vi garantisco che non fa piacere.

Chi vive la crisi sulle proprie spalle non ha più il tempo e la pazienza di sopportare i tatticismi.

Noi saremo utili solo se sapremo costruire l’alternativa.

Noi che non ci accontentiamo di stare a fianco dei lavoratori ma che vogliamo essere il partito dei lavoratori.

Lavoriamo per l’alternativa quindi, consapevoli per dirla con Nichi Vendola di cui ho grande stima che: “Il nostro popolo non ci perdona più nulla. Ed è giusto cosi perché ogni elemento di opacità va considerato in tutta la sua gravità”.

lunedì 10 settembre 2012

LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA

Dopo un lungo periodo di gran caldo e di bel tempo la pioggia ha addolcito il clima e lo ha fatto come succede da un pò ormai, con un forte temporale.  La pioggia è caduta con intensità per alcuni giorni, ma già al primo Falconara Marittima ha patito i disagi di una città non preparata a queste eventualità. Non è certo la prima volte che accade, Falconara ha La pecularietà di venire sommersa ad ogni forte pioggia, la recente storia degli ultimi anni ci racconta di interi quartieri allagati con ingenti danni. Quindi non possiamo certo dire che siamo stati presi di sorpresa.
 
La sorpresa invece l'ho avuta leggendo i quotidiani il giorno dopo il temporale che ha trasformato le maggiori arterie stradali in veri e propri fiumi. Sorpreso dal fatto che con una nota, l'amministrazione comunale chiedeva a Marchemultiservizi, la società partecipata che si occupa di manutenzione, di aprire i tombini delle strade... il giorno dopo, quando ormai il danno si era compiuto.
 
Fa sorridere tanta inadeguatezza, primo perchè la stessa amministrazione su segnalazione della protezione civile sapeva del rischio pioggia, infatti aveva avvertito con molto anticipo la popolazione con gli altoparlanti  dell'arrivo del temporale, quindi avrebbe potuto iniziare a mettere in sicurezza le strade a rischio. Secondo perchè quasi la totalità dei tombini cittadini in realtà non sono funzionanti da anni. Nel mio quartiere ad esempio sono quasi tutti sigillati ormai da sedimentazioni di ogni tipo di materiale. Per non parlare della situazione dei fossi anch'essi lasciati all'incuria, ma che stavolta sembra abbiano fortunatamente tenuto.
 
In questa città non solo la prevenzione è materia sconosciuta, ma anche la normale manutenzione è una pratica accessoria. Inutile sorprenderci quindi se ad ogni pioggia la città sembra colpita da uno tsunami.
 
Ma oggi c'è il sole, quindi del problema ne riparleremo solo alla prossima alluvione.    

venerdì 24 agosto 2012

MAMMA HO PERSO L'AEREO


Falconara è ormai agonizzante, e non per colpa del caldo torrido di questa estate africana, ma a causa di ripetute mazzate che stanno mettendo in ginocchio l’economia della città. In pochi mesi siamo passati a discutere della chiusura della raffineria, con un imminente rischio occupazionale per alcune centinaia di persone, fino ad arrivare alla notizia riportata ieri sui giornali locali sul declassamento dell’Aeroporto Raffaele Sanzio situato sul territorio falconarese. Falconara Marittima è da sempre considerata un crocevia fondamentale per la sua disposizione geografica, uno snodo di importanza nazionale per la presenza di infrastrutture e attività, tra le quali appunto la raffineria e l’aeroporto, oltre allo scalo ferroviario, il casello autostradale ecc.
Un crocevia che rischia di diventare una strada senza sbocco, un binario morto. Della raffineria ho avuto modo parlarne molte altre volte. Mi soffermo stavolta sulla notizia dell’aeroporto.
Il Ministro Passera ha diffuso una nota con la quale il Governo in base ad una politica di razionalizzazione di risorse ha declassato tra gli altri, anche l’aeroporto regionale delle Marche. Declassamento significa che a breve il Governo non trasferirà più risorse economiche per il funzionamento dell’aeroporto che dovrà quindi sostenersi economicamente solo con i contributi della Regione Marche, degli Enti locali e dei privati.
L’attuale assetto azionario di Aerdorica S.p.A. è suddiviso principalmente in due gruppi: le autorità pubbliche con il 67% delle azioni (detenuto principalmente dalla Regione Marche) e un gruppo privato di imprenditori con il 33%. (fonte sito Aerdorica)
 Quindi l’aeroporto, presumibilmente, manterrà solo la funzione di scalo Cargo, perdendo il traffico passeggeri.
Un cambiamento di non poco conto, se si considerano gli investimenti e i progetti di questi ultimi anni che invece tendevano a rivalutare l’aeroporto come uno scalo passeggeri per scopi turistici e di affari, a partire dai 18 milioni di euro spesi per la realizzazione del terminal arrivi e partenze, o la recente realizzazione del parcheggio coperto o dell’Hotel ancora da inaugurare, per non parlare del Mall (outlet) a supporto delle eccellenze produttive marchigiane (1° outlet). Milioni di euro dei contribuenti sprecati in progetti e realizzazioni.
Che dire poi del progetto Quadrilatero che individuava proprio l’area vicina all’aeroporto per una mega struttura in cui prima si doveva realizzare la Fiera regionale, e poi, vista l’impossibilità di tale ipotesi, si vorrebbe trasformare in uno spazio espositivo (outlet) a sostegno dell’attività aeroportuale. (2° outlet )
Una situazione che mette in luce tutta l’approssimazione con cui gli Enti preposti affrontano le programmazioni ed attuano gli investimenti. Viene fatto tutto senza una logica di medio respiro, non si guarda mai al futuro, nemmeno quello prossimo.
 
E’ quindi imbarazzante vedere la politica assente in queste questioni, questioni che sono state provocate proprio da politiche sbagliate. La Regione Marche in primis che in qualità di maggior azionista della società Aerdorica, solo un paio di mesi fa dietro ad una interrogazione del Consigliere regionale di SEL, per voce dell’Assessore Vivendi ne dava una valutazione complessiva positiva: “…Quindi dal punto di vista della produzione di servizi nonostante la situazione di crisi generale c’è comunque un andamento positivo”. La relazione dell'assessore non ha fatto cenno minimamente allo studio che il Governo e l'Enac avevano già iniziato.  
E che dire del Sindaco della città che ospita l’aeroporto, il quale come spesso capita sembra cadere dal pero. Lo ha già fatto con la crisi della raffineria Api, e su questa questione non trova il modo di dire una parola. In compenso il sindaco trova il fiato, nonostante il gran caldo, per riprororre la realizzazione di un inceneritore che darebbe lavoro a 40 persone che secondo lui in tempi di crisi è manna dal cielo, anche se dal cielo non potrà che cadere che altro veleno in aggiunta a quello già esistente.
 
Trova il fiato anche  per dire che con il prelievo dell’IMU a Falconara è stato scovato un tesoretto di circa 800 mila euro, ma su questa geniale boutade, ci voglio dedicare il prossimo post.

mercoledì 8 agosto 2012

IL PIANO GENIALE DI BRANDONI: L'INCENERITORE


Dunque svelato il piano "Brandoni" per risolvere la crisi della raffineria API di Falconara. Ma allo stesso tempo svelata anche tutta l'incapacità di un sindaco di gestire una situazione esplosiva che vede da una parte la preoccupazione dei lavoratori per la possibile chiusura dell'impianto perchè non più conveniente alla proprietà, dall'altro la preoccupazione altrettanto giusta da parte dei cittadini di Falconara che vedono in questa crisi, oltre a un colpo per l'economia, anche lo spettro di un'altra zona del martoriato territorio, altamente inquinata che resterà tale.

Il sindaco Brandoni evidenzia la inadeguatezza per l'incarico che ricopre, dopo aver sottoscritto ogni tipo di patto con la dirigenza della raffineria, dal ritiro dei contenziosi con i quali la città chiedeva i danni per i numerosi incidenti causati dalla raffineria, compresi quelli in cui persero la vita delle persone, fino all'ultima approvazione della costruzione del rigassificatore nel sito petrolifero, con la motivazione che questa opera avrebbe garantito i posti di lavoro nella raffineria per svariati anni. Una operazione che è risultata un totale fallimento per la città e i lavoratori, solo benefici per l'API. 

Ebbene il sindaco evidentemente non sa più che pesci prendere, invece di prendere atto della sua pessima azione politica, rilancia con quella che si può considerare una vera e propria provocazione totalmente irresponsabile.

Stiamo assistendo al pericoloso conflitto sociale che è in atto a Taranto per una questione che per certi versi assomiglia al problema falconarese. Una azienda rischia la chiusura per l'alto livello di inquinamento, i lavoratori sono terrorizzati per la perdita del lavoro, in una città che tra raffinerie e acciaieria ha una qualità della vita pessima con le falde, la terra, gli animali, contaminate da veleni mortali e infatti si muore. Una situazione causata da anni di malapolitica, di interessi particolari, e anche da una particolare attività dei sindacati che come spesso accade non riescono a pensare a azioni di medio-lungo termine.  
Ma quell'esperienza evidentemente non interessa al sindaco di Falconara, non si preoccupa della città e della necessità di invertire la rotta, non è nelle sue corde comprendere che la tutela dei posti di lavoro per i lavoratori della raffineria, ma anche per l'intero territorio non si può prescindere da una visione di sviluppo che rispetti l'ambiente. E' impensabile pensare di accrescere le attività inquinanti invece di limitarle. In questa fase serve la responsabilità e non le provocazioni

 
Infatti il sindaco, nel gran caldo agostano, lancia la sua proposta per superare la crisi della raffineria. La soluzione per lui è la costruzione nella raffineria di un termovalorizzatore. In realtà si chiama inceneritore, ovvero un forno che brucia i rifiuti e che rilascia nell'aria, già abbastanza compromessa di Falconara e zone limitrofe, i suoi fumi inquinanti. Questa geniale trovata secondo il sindaco assicurerebbe 40 posti di lavoro.

Questa proposta è una vergogna assoluta, e dimostra veramente la pochezza di una amministrazione comunale che non è capace di fare gli interessi dei suoi cittadini.

I rifiuti si eliminano con una vera raccolta differenziata, e gli sforzi da fare devono andare incontro alle pratiche virtuose, non a quelle che invece arricchiscono i pochi. 

Ma c'è una cosa che mi disturba particolarmente, è la dichiarazione di un sindacalista della CGIL, sigla che raccoglie iscritti all'interno della raffineria ma anche una sigla a cui aderiscono molti altri cittadini falconaresi. Il responsabile sindacale pur considerando la proposta del sindaco non risolutrice del problema contingente alla chiusura dell'attività, non la esclude, quasi a far capire che anche se non nell'immediato potrebbe venire presa in considerazione, perchè comunque è un'attività che crea posti di lavoro. Se la proposta del sindaco è indecente, la dichiarazione del sindacalista è quanto meno imbarazzante perchè non tiene conto del conflitto esistente sul territorio, dimostrando di non conoscere bene la realtà  di cui sta parlando e quel che è peggio, avvalorando una visione dello sviluppo ferma all'800.

Abbiamo bisogno di altro, dobbiamo "incenerire" la mediocrità, capire che la tutela del lavoro resta una priorità tanto quanto la tutela del territorio.

La politica a Falconara deve cambiare rotta e questo avverrà solo con le prossime elezioni, per questo mi rivolgo a chi sta lavorando su questo a verificare bene chi può realizzare realmente il cambiamento. Ma c'è bisogno anche che le forze sindacali aprano la discussione su progetti ampi e non fossilizzino solo sull'emergenza quotidiana. E che i lavoratori non si facciano abbindolare da "conigli che escono dai cilindri" dei furbi.