giovedì 28 maggio 2009

A PROPOSITO DI SPURGO DI RAFFINERIA

Vi propongo un articolo comparso ieri sul sito la mia aria.it

A proposito di spurgo di raffineria

Su Falconara Marittima si sta facendo sera. E’ il 16 maggio 2009. Mentre le famiglie si apprestano alla cena fuori scorgono una densa nube scura che va assumendo via via un colore giallastro. Qualcuno si allarma. Prende il telefono è chiama l’800122212 il numero verde del Centro Emergenze del Comune di Falconara Marittima. Al di là del filo le risposte sono vaghe.
Cittadino: “Buonasera, c’è una nube sopra la raffineria visto che mia madre abita a 100 metri dall’API volevo avere notizie”.
800122212: “Ah sì, ci sono già state alcune telefonate che ci comunicavano la presenza di questa nube, abbiamo sentito l’API ma ci hanno assicurato che non dipende da loro”.
Cittadino: “Mi scusi ma se non proviene dall’API da dove altro può arrivare?”
800122212: “Non so, in ogni caso lunedì se passa da noi potremo dirle cosa è successo.”
Cittadino: “Ma se la nube fosse tossica forse lunedì è un po’ tardi”.
Altra telefonata d’allarme. Altra risposta.
800122212: “Io non la vedo questa nube”
Cittadino: “Come è possibile signorina è grande come tre balene, mi scusi ma lei dove abita?”
800122212: “Io sto dalla parte opposta alla raffineria”
Cittadino: “Beh allora forse se prende l’auto e scavalca la collina la potrà vedere anche lei, è bella grande!”
800122212: “Sì ma tanto non posso fare nulla perché l’ARPA è chiusa”.

La questione approda subito anche sul web. il Comitato Cittadino 25 Agosto ne parla in tempo reale sul suo sito. Pubblica anche inquietanti fotografie. La notizia è ripresa dalle agenzie che riportano anche le rassicurazioni dell’Arpa Marche che precisa che si tratta “del periodico rilascio di spurgo, assolutamente non nocivo per la salute”.
Ma se davvero si è trattato di spurgo, sull’episodio, sarebbero necessarie ulteriori indagini.

Gas di spurgo: sostanza pericolosa

A proposito degli spurghi effettuati dai camini delle raffinerie, può essere utile sapere infatti che la direttiva CEE 67/548 concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative relative alla classificazione, all'imballaggio e all'etichettatura delle sostanze pericolose, indica come sostanza tossica il gas di spurgo delle raffinerie.
La sostanza rientra nella lista delle sostanze pericolose Allegato I della Direttiva 67/548/CEE con numero indice 649-171-00-9 : gas (petrolio), spurgo dell'idrodesolforazione del gasolio; gas di raffineria. Pericolosa in quanto i suoi effetti sono diretti per la salute. Può infatti provocare il cancro, oltre che alterazioni genetiche ereditarie. La normativa consiglia inoltre di evitare l’esposizione e di, in caso si incidente o malessere, consultare immediatamente il medico.

Alta incidenza di neoplasie sul territorio

E a Falconara Marittima la questione dell’incidenza dei tumori è drammaticamente di strettissima attualità. E’ recente il braccio di ferro tra Medicina Democratica e Api in relazione alla indagine commissionata dalla Regione Marche ed effettuata dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Un rapporto choc che mette in evidenza che “vi è un eccesso – afferma il documento di Medicina Democratica - di mortalità fra i cittadini (in particolare donne) di Falconara per alcuni tumori (leucemie e linfomi) che abitano nelle vicinanze della raffineria” e che “vi è una relazione – afferma ancora il movimento di lotta per la salute onlus - fra tali malattie e la vicinanza alla Raffineria di Falconara”.

Un botta e risposta che, con una procedura davvero insolita, ha coinvolto direttamente nel marzo 2009 le famiglie di Falconara che si sono viste recapitare a casa nella propria cassetta della posta dapprima due lettere, una firmata dall’assessore all’Ambiente delle Regione Marche e l’altra dal dottor Andrea Micheli della Fondazione Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Istitituto dei Tumori di Milano che informavano circa gli esisti dell’istituto epidemiologico, e una terza lettera, in replica alle prime due, dell'amministratore delegato Api spa ingegnere Giancarlo Cogliati.
“I responsabili della Raffineria – commenta Medicina Democratica rivolgendosi anch’essa direttamente alle cittadine e ai cittadini falconaresi - criticano l’indagine considerandola “di parte” e propongono che ne venga fatta un’altra affidandola ad un gruppo di scienziati alcuni dei quali da loro nominati. Una posizione tanto strana quanto inaccettabile. Sembrerebbe quasi – dice ancora Medicina Democratica - che un Ente pubblico, grandemente reputato a livello nazionale e internazionale, quale l’Istituto dei Tumori di Milano, sia fazioso e il suo lavoro abbia bisogno di una verifica da parte di chi inquina. Infatti si potrà dire – questo si da verificare - che la Raffineria di Falconara provoca delle emissioni all’interno dei limiti di legge o che fa il possibile per ridurle, che si tratta di produzioni necessarie, ecc., ma sostanze tossiche vengono comunque emesse e diffuse quotidianamente nell’ambiente. Emissioni che – dice ancora l’associazione - producono malattia e morte anche se a distanza di anni, a differenza dei gravi infortuni sul lavoro avvenuti i cui deleteri effetti sono stati immediati”.

Le emissioni prodotte dall’impianto

Ma qual è il livello di emissioni prodotto dalla Raffineria Api di Ancona, inserita nell’inventario nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidente rilevanti del ministero dell’Ambiente, aggiornato ad aprile 2009?
Il Registro europeo delle emissioni industriali - European Polluttant Emission Register (Eper) - nella scheda riferita all’impianto pubblica i dati riferiti al 2004.
Si riporta un dato di 2 milioni 150 mila tonnellate di anidride carbonica rilasciata in atmosfera nel 2004 (1 milione 510mila nel 2001). Evidenziate poi 25 tonnellate di ammoniaca contro le 10 tonnellate del 2001, 401 tonnellate di composti organici volatili non metanici (erano 408 tonnellate nel 2001), 986 tonnellate di ossido di azoto (912 nel 2001), 1880 tonnellate di ossido di zolfo (1970 tonnellate nel 2001).

sabato 23 maggio 2009

UNO CONTRO L'ALTRO

Oggi mi soffermo su un fatto che mi è accaduto un paio di giorni fa.
Mi trovavo a passeggiare in centro a Falconara con alcuni amici intento a distribuire del materiale elettorale, ed incontro una coppia di quelli che consider(av)o miei amici. Li saluto cordialmente come sempre, anche perchè ci conosciamo da circa venti anni, ma la donna di cui non vi dico il nome, risponde al mio saluto con una frase che mi ha fatto pensare. Infatti con un tono che sembrava scherzoso mi dice: "... se mio marito perde il lavoro verremo a mangiare a casa tua".

Io credendola una battuta ho risposto che la mia casa è sempre aperta per gli amici, quindi non è necessario perdere il lavoro per entrare.

Lei però inasprendo ancora di più il suo tono di voce mi ribadisce che verranno a mangiare a casa mia solo se perderanno il lavoro.

Di questo scambio di battute credo che abbiate capito ben poco, quindi vi do una indicazione che vi aiuterà a capire meglio. La mia amica (?) si riferiva al posto di lavoro di suo marito dipendente della raffineria API.

Perché oggi ho deciso di scrivere di questo fatto che potrebbe sembrare di tipo personale? Perché il dialogo appena descritto mette in evidenza il clima pesante che si sta creando in città. Un clima che pericolosamente sta contrapponendo chi giustamente si batte per una città più vivibile, più sana, meno inquinata, con chi altrettanto giustamente ha timore per il posto del lavoro.

Allora credo che siano opportuni alcuni chiarimenti.

Io da anni mi sto impegnando insieme a centinaia di cittadini affinché Falconara possa ritrovare una giusta dimensione, più libera dall'inquinamento e anche più libera dai condizionamenti politici e dai poteri forti. Questo non significa che non abbia a cuore il futuro dei lavoratori.

L'equazione No centrali = licenziamenti è un tentativo meschino di chi si trincera dietro questa falsa verità e tenta di utilizzare i lavoratori come scudi dietro i quali continuare a fare affari.

Provocare uno scontro di questo tipo è da irresponsabili, ma credo anche che sia altrettanto da irresponsabili non cercare il dialogo tra le parti.

Mi domando ad esempio perché alcune forze sindacali della raffineria, preferendo inoltrarsi in dichiarazioni che nemmeno la dirigenza api osa fare, non fanno proprie le preoccupazioni dei cittadini sulla sicurezza, visto che dovrebbero essere una priorità anche per i lavoratori.

Insomma io rivendico il diritto di sognare una città migliore e nessuno può venirmi a dire che con la mia azione affamo le famiglie, perché se un solo lavoratore verrà licenziato questo non sarà a causa del no alle centrali.

Uno dei problemi di questa città è che si è perduto il valore della solidarietà, prevale l'egoismo. Colpa della crisi, ma anche colpa di una nuova cultura basata sul niente.

Dovremmo isolare chi tenta di metterci uno contro l'altro, perché tutti ci rimettono, tutti tranne i potenti.

Il clima diventa esasperante, si potrebbero perdere i posti di lavoro, la salute o molto più banalmente le amicizie. Non mi sembra un grande prospettiva.

sabato 16 maggio 2009

Api: Noe denunciano direttore stabilimento per inquinamento

16/05/09 16:01
Sostanze pericolose nel suolo durante demolizione serbatoio
(ANSA) - ANCONA, 16 MAG - I carabinieri del Noe hanno denunciato il legale rappresentante nonche' direttore di stabilimento della raffineria Api di Falconara per inquinamento del suolo. L'episodio risale alla primavera del 2008, la denuncia e' stata fatta al termine di una lunga serie di accertamenti: secondo i carabinieri dell'ambiente l'inquinamento sarebbe stato provocato dalla fuoriuscita di sostanze pericolose a seguito della demolizione, fatta senza permesso, del serbatoio per lo stoccaggio di idrocarburi.(ANSA).

lunedì 11 maggio 2009

GIU' LA MASCHERA

Il tempo è galantuomo. Si dice così credo quando finalmente i fatti sostituiscono i chiacchiericci e le malignità.

Solo una settimana fa la Corte dei Conti con una relazione e una delibera si è espressa negativamente sulla Quadrilatero, la notizia è rilevante visto che critica gli stessi punti che avevamo osare contestare a suo tempo, ma incredibilmente non ha trovato spazio nelle pagine dei giornali locali (chissà perché), con il risultato che i cittadini non conoscono gli sviluppi di una questione che ha di fatto permesso alla destra di amministrare la città per la prima volta nella storia falconarese.

Ma il tempo è galantuomo e, volendo usare un'altro luogo comune, tutti i nodi vengono al pettine. E la cosa mi da delle belle soddisfazioni. Oggi sulle locandine del Resto del Carlino fuori dalle edicole, un titolo ha alimentato la curiosità di molti lettori: "Recanatini candidato sindaco* a Polverigi". Qualcuno avrà pensato rabbrividendo che l'ex sindaco di Falconara ci riprova, ma la cosa interessante è che ci riprova con il PDL di Berlusconi e Brandoni.

Finalmente la maschera viene giù. Da sindaco della Margherita di Falconara a candidato della destra populista il passo sembra breve. Eppure mi ricordo molto bene le alzate di scudi degli ex democristiani e diessini falconaresi a difesa di Recanatini, veramente ricordo anche l'atteggiamento del PRC di Falconara ed ora mi domando come avranno preso la notizia. Una notizia che è una sorpresa ma fino ad un certo punto, infatti più di una volta si erano notati allora certi ammiccamenti che non facevano presagire niente di buono. Domanda: non era meglio dichiarare di aver sbagliato candidato evitando di perdere la faccia e la città?

Un altro sassolino dalla scarpa che mi tolgo. Magra soddisfazione dirà qualcuno. Sempre meglio che avere rimorsi aggiungo io.

*12 maggio 2009
Errata Corrige: Ebbene si ho preso un abbaglio, Recanatini non è candidato alla poltrona di sindaco di Polverigi ma semplicemente a quella di consigliere comunale. Sono stato tratto in errore dalla locandina del giornale e me ne scuso. Ma questo errore di poltrona non cambia di una virgola le considerazioni sopra esposte, perchè se è vero che la poltrona è meno prestigiosa, la coalizione rimane quella della destra, e testimonia la facilità con cui il candidato si sposta da una parte all'altra.

sabato 9 maggio 2009

NON MI ARRENDO

Abbiamo ripreso ad andare in piazza, finalmente dico io, lo facciamo in vista delle elezioni europee. Lo facciamo con difficoltà di mezzi e di tempo, ma devo dire che non è tempo sprecato, anzi. A dire il vero nonostante la disponibilità delle persone sempre più limitata non abbiamo mai smesso di stare in mezzo alla gente, parlo per me almeno. Oggi con banchetto, una bandiera di sinistra e libertà e dei volantini stampati in proprio abbiamo ascoltato le persone, molte delle quali si sono fermate a parlare e a firmare la petizione per spendere i soldi previsti alla costruzione del ponte sullo stretto di Messina per altre emergenze come ad esempio la ricostruzione dell'abruzzo terremotato.

Parlando con le persone è emerso lo sconforto di molti su come stanno andando le cose in Italia. Uno sconforto che implicitamente dichiara la sconfitta di una parte degli italiani, i quali assistono attoniti alla perdita di certi ideali solidaristici con l'incomprensibile frammentazione della sinistra. Alcuni hanno detto che non c'è più niente da fare, che ormai la destra ha rotto il margine e sta straripando raccogliendo consensi con parole di facile presa, qualcuno ha detto che bisogna riconoscere la sconfitta.

Io non sono d'accordo. Sono abituato a stare in minoranza e non mi piego a una constatazione che effettivamente non si può ignorare. La destra in Italia fa e disfa a suo piacimento, ma io non credo che sia arrivato il momento di abbandonare l'impegno politico, non ora.

Penso invece che proprio adesso c'è bisogno di aumentare lo sforzo, per provare a cambiare le opinioni delle persone. Non sono così vecchio per potermi ricordare i fatti che hanno portato l'Italia al ventennio fascista, ma ho letto abbastanza e quello che vedo e vivo ora mi preoccupa molto.

Adesso è il momento di impegnarsi perchè sono convinto che la maggioranza degli italiani non può essere d'accordo con le dichiarazioni di quel leghista di Milano che ha proposto di riservare dei posti per i milanesi bianchi nella metropolitana, proposta che mette in luce una chiara vena razzista.
Non posso credere che la maggioranza degli italiani non batta ciglio se centinaia di immigrati muoiono nel tentativo di attraversare il mare.
Non credo che gli italiani non si siano accorti di quanta precarietà c'è nel mondo del lavoro.
Penso che non può essere che tutti siano interessati alle imprese sessuali del premier.

Credo che occorra cercare di cambiare questa situazione con la forza della democrazia, visto che lo stato odierno non è una imposizione divina, quindi chiedo alle persone con questa sensibilità di farsi avanti e combattere una battaglia quotidiana che trova spazio tra le amicizie, nella scuola, nei posti di lavoro etc.
Una battaglia che si può vincere con l'arma della solidarietà, dell'uguaglianza, della libertà, della democrazia.

Sono fiducioso.

mercoledì 6 maggio 2009

LA STAMPA NON E' LIBERA


Dal sito del Sole 24 ore del 1° maggio la conferma che anche l'Italia è un Paese a libertà limitata. Un problema nazionale non può che riflettersi anche a livello locale come si può ben vedere.

"Il 2008 ha visto la libertà di stampa diminuire in tutto il mondo e anche Paesi di consolidata democrazia come Italia (l'unico in Europa) e Israele hanno imposto nuovi limiti ai media. È quanto afferma il rapporto "Freedom of the Press 2009" di Freedom House, organizzazione non profit con sede negli Stati Uniti.

Israele, Italia e Taiwan sono passati dallo status di "Paesi liberi" a quello di "Paesi parzialmente liberi", e questo peggioramento dimostra che «anche democrazie consolidate con media tradizionalmente aperti non sono immuni da restrizioni alla libertà», ha commentato Arch Puddington, direttore di ricerca per Freedom House.

In particolare, l'Italia è stata declassata in virtù «di limitazioni imposte dalla legislazione, per l'aumento delle intimidazioni nei confronti dei giornalisti da parte del crimine organizzato e di gruppi dell'estrema destra, e a causa di una preoccupante concentrazione della proprietà dei media», come si legge nel comunicato dell'ong. È il settimo anno consecutivo che si registra un aumento delle restrizioni per la libertà di stampa, ma, cosa ancor più grave, è la prima volta che il peggioramento riguarda tutto il mondo: il numero delle restrizioni è doppio rispetto a quello delle più ampie libertà.

Delle 195 nazioni prese in esame da Freedom House, 70 (vale a dire il 36 per cento, contro le 72 del 2008) sono giudicate "libere", 61 (31%, erano 59 lo scorso anno) sono "parzialmente libere" e 64 (33%) sono " non libere". La nuova ricerca sottolinea che solo il 17% della popolazione mondiale vive in Paesi dove vige la libertà di stampa. Le restrizioni più gravi sono state registrate nell'Europa Centro-Orientale e in Russia. Tuttavia, ci sono anche notevoli seppure rari miglioramenti, che ad esempio riguardano le Maldive (dove è stata adottata un nuova Costituzione che tutela la libertà di stampa) e la Guyana, dove sono sensibilmente diminuiti gli attacchi contro i giornalisti. Il rapporto è stato pubblicato in vista del World Press Freedom Day di domenica 3 maggio. Nel 2007, il Medio Oriente è stata la sola regione che ha mostrato dei miglioramenti, ha detto Puddington in un'intervista. Adesso è anch'essa in declino, ha aggiunto. (Ch. B.)"