domenica 25 ottobre 2009

C'E' FUTURO A SINISTRA?

Ieri pomeriggio ad Ancona si è tenuta la 1° assemblea regionale di Sinistra e Libertà. Ieri per la prima volta c'è stata la possibilità di discutere con tutte le formazioni politiche e movimenti, del progetto per la costruzione a Sinistra di un nuovo soggetto politico.
L'assemblea a cui hanno partecipato numerose persone di varie estrazioni politiche, ha messo in risalto, se mai ce ne fosse stato bisogno, alcune diversità che potrebbero compromettere irrimediabilmente la nascita di un nuovo Partito.

Purtroppo l'assemblea ha evidenziato chiaramente l'incompatibilità della parte socialista nei confronti della esigenza forte ed inequivocabile, espressa dalla stragrande maggioranza delle persone presenti, di un Partito della sinistra da fare subito, riconducibile all'esperienza di Sinistra e Libertà.

Sono mesi che il progetto è bloccato a livello nazionale, con responsabilità dell'attuale dirigenza che sembra non essere in grado di prendere decisioni in virtù della spinta che viene dal basso. Dirigenti che incomprensibilmente non vogliono ascoltare la BASE, esausta e demotivata dall'irritante immobilismo. Intanto migliori militanti abbandonano, si allontanano, sfiancati e offesi da questo atteggiamento gattopardesco.

L'assemblea di ieri ha quindi definitivamente chiarito che sia la componente dei Verdi, assente all'incontro, che quella socialista, non sono interessate ad un nuovo Partito. Bisogna prenderne atto, come deve essere chiaro che la Casa che vogliamo costruire ha la porta aperta a tutti per entrare, ma anche per uscirne.

Invece si sta perdendo tempo prezioso. Il Paese è sempre più in declino sociale, economico, culturale, ed invece di ricompattare le fila per affrontare le difficoltà con una Politica rigorosa e di reale innovazione, non riusciamo a fare di meglio che arroccarci in inutili e pietose posizioni con la speranza di portare acqua (voti) alla componente di cui si fa parte.

Per uscire da questo deplorevole pantano occorre abbandonare da subito le appartenenze politiche. Non c'è altra scelta. Chi intende perseguire la pratica politica della rappresentanza delle varie componenti non vuole realmente costruire un nuovo Partito, ma al massimo aspira semplicemente a sopravvivere, ma non è di questo che abbiamo bisogno.

Allora per poter veramente avviare un progetto a lungo respiro, bisogna cambiare passo ed abitudini, quindi credo che per prima cosa sia indispensabile redarre un documento politico da cui iniziare e stabilire che:
  1. l'obiettivo è la nascita di un nuovo Partito
  2. chi intende contribuire al costruzione del nuovo Partito non deve avere altre tessere
  3. ognuno partecipa in questa prima fase a titolo personale
  4. le assemblee eleggono delegati e rappresentanti nei vari coordinamenti, senza tenere conto dei Partiti e movimenti di provenienza
  5. i delegati sono individuati con procedure di candidature chiare e partecipate, non con liste pre-compilate
  6. è necessario l'equilibrio di entrambi i generi


Parlare di Elezioni regionali senza affrontare il delicato tema del nuovo Partito della Sinistra, non solo è sbagliato ma sarà incomprensibile alla maggioranza degli elettori.

sabato 24 ottobre 2009

IL PROGRAMMA ELETTORALE DEL PDL A DISPENSE. # 5°

Per rinfrescare la memoria dei falconaresi, elettori o meno del sindaco Brandoni, ripercorreremo punto per punto lo scarno programma elettorale del popolo delle libertà. Così, tanto per verificare se le promesse hanno dato spazio ai fatti. A più di un anno mi sembra interessante confrontare le parole con la realtà. Quello che leggete di seguito è tratto dal programma del pdl depositato in Comune. Non vi annoierò per molto, considerando che l'intero programma è sintetizzato in sole 814 parole.

Punto 5
AMBIENTE

"Appoggio al nuovo progetto energetico che permetta all’intera cittadinanza, attraverso la produzione di energia elettrica e l'utilizzo di una fonte a basso impatto ambientale come il metano, uno sgravio economico ed un aumento di posti di lavoro.
Agevolazione fiscale per l’istallazione di pannelli solari sulle abitazioni e sulle aziende.
Aumento dei controlli sugli scarichi abusivi nei fossati, lungo il fiume e nelle strade di campagna".

Se volete commentate.
P.S. per leggere i precedenti punti cliccate su etichette "il programma del pdl".

domenica 18 ottobre 2009

LA CRISI DELLE RAFFINERIE IN ITALIA

Falconara Marittima sta vivendo da alcune settimane le conseguenze di una crisi annunciata: quella della raffinazione di petrolio e derivati. C'è viva e giustificata preoccupazione dei lavoratori che rischiano il posto.
In questi giorni la Politica (Comune, Provincia , Regione) si sta interessando al problema ed ha avviato un tavolo con le forze sindacali e con l'industria per discutere il Piano Industriale presentato dall'API Raffineria.

Poco trapela circa il Piano Industriale, se non una sicura diminuzione di posti di lavoro (140?) e conseguente rischio sulla sicurezza.

Alcuni imputano la crisi della raffineria e quindi i licenziamenti alla mancata per ora realizzazione delle nuove centrali da 580 mw. Ma è proprio così?

Qual'è lo scenario energetico mondiale ed italiano?

Per arricchire la discussione propongo di leggere un articolo pubblicato nel maggio scorso dal Mensile Energia ed Economia a firma dell'economista e Presidente dell'Associazione Italiana Economisti dell'Energia (A.I.E.E) Edgardo Curcio.

L'articolo inizia con una dichiarazione dell'Amministratore delegato dell'ENI Paolo Scaroni che prospetta "tempi difficili" ed analizza lo scenario mondiale nel settore della raffinazione fino alla realtà italiana prevedendo la riduzione degli impianti di raffinazione, che colpirebbe,in special modo, quelli della fascia costiera.

Per leggere l'articolo clicca QUI

martedì 6 ottobre 2009

LA CRISI ASSEDIA FALCONARA

C'è chi si affanna a dire che siamo usciti dalla crisi. Il Governo soprattutto cerca di dare una immagine di normalizzazione del problema. Peccato che le persone abbiano tutta un'altra percezione, e non si tratta di una mera sensazione ma di esperienza diretta: ogni giorno si scontrano con licenziamenti, contratti non rinnovati, lo spettro della povertà impaurisce più di uno.

La destra dice che la crisi è mondiale, come se non ci fossero responsabilità in tal senso. Eppure fino a ieri erano in molti a sostenere un modello di sviluppo sopra le righe, grazie ad un neoliberismo spietato con i più poveri. Tuttora la destra reclamizza la politica dei consumi per tamponare l'immediato, rigettando ogni politica a più ampio respiro con una progettualità di medio lungo termine.
Quindi ecco il risultato, territori consumati dalle speculazioni, ambiente distrutto, e lavoratori a rischio posto di lavoro, giovani senza alcuna speranza, precari a vita se saranno fortunati.

La nostra città naturalmente non fa eccezione. Anche qui assistiamo al depauperamento del tessuto sociale ed economico, dovuto anche ad una carenza di tipo culturale degli amministratori, ancora abituati ad accontentare i potenti piuttosto che difendere i cittadini.

Sui giornali locali da alcuni giorni campeggiano titoli sul rischio licenziamento di 140 lavoratori della raffineria Api. In ogni articolo si cerca di imputare i licenziamenti alla mancata (per ora) autorizzazione per la costruzione di nuove mega centrali.
Un medio osservatore del mercato petrolifero sa bene che non è questa la causa. In Italia altre raffinerie stanno rivedendo il loro piano industriale, ovviamente con al primo punto il ridimensionamento del personale. La raffineria di Livorno, quella di Cagliari, il polo energetico di Gela, tutti a fare i conti con un calo mondiale di richiesta di petrolio.
I petrolieri non intendono investire ulteriormente in impianti di raffinazione, considerando che se tutto va bene rientreranno delle spese dopo oltre vent'anni. Quindi si tracheggia sperando in nuove forme di profitto come appunto le centrali, si cerca di temporeggiare tagliando i costi più facili da tagliare in un ottica capitalistica: il lavoro e la sicurezza.

I lavoratori dell'API sono giustamente preoccupati per un futuro che li scaraventa violentemente alla pari di altri lavoratori. Basti pensare alla cassa integrazione del Cantiere navale di Ancona, ai lavoratori del C.A.M. di Falconara o a quelli della Merloni di Fabriano senza contare una moltitudine di lavoratori che sono senza voce, visibilità e con pochi diritti.

Sul problema della raffineria mi viene di pensare se la politica di alcune forze sindacali, a mio avviso spesso troppo vicina alla posizione della proprietà, sia stata quella vincente.
Ai lavoratori della raffineria va tutta la mia solidarietà così come a quelli del Cantiere, di Merloni e del CAM. Spero che questa contingenza sia l'occasione per aprire un confronto vero tra i lavoratori e la città che non c'è mai stato.

In tutto questo dramma purtroppo vedo l'amministrazione comunale di Falconara ancora assente e troppo allineata alle direttive nazionali. Intanto la città continua a scendere in un declino da cui sarà sempre più difficile riprendersi.

domenica 4 ottobre 2009

CITTADINI RESPONSABILI V/S AMMINISTRATORI IRRESPONSABILI

Come vogliamo chiamare un gruppetto di cittadini che invece di dedicare la preziosa giornata del sabato alla famiglia o al meritato riposo settimanale si riversano nei fossi cittadini per ripulirli?

Ambientalisti perditempo? Inguaribili sognatori? Ingenui idealisti? O provocatori?
Io li chiamerei semplicemente cittadini responsabili.

Ieri alcune persone, donne e uomini si sono radunate nei pressi di un fosso vicino al cimitero di Castelferretti che già in un passato recentessimo ha provocato danni ingentissimi allagando gran parte del popoloso quartiere falconarese.

La causa è l'incuria e la mancata manutenzione dei fossi, e sembra che l'amministrazione comunale non intenda farsene carico, infatti solo pochi giorni fa, il sindaco Brandoni ha dichiarato che il problema dei fossi si risolverà solo dopo la costruzione delle centrali API.

Il fosso generosamente ripulito da rifiuti di ogni genere e dalla vegetazione che lo intasava e addirittura lo nascondeva alla vista anche dei più attenti, è tornato alla sua funzione principale: far scorrere in caso di pioggia l'acqua che scende dalla vicina collina di Montedomini. Il rischio idrogeologico è altissimo e chissà cosa succederà quando gran parte di quella collina verrà occupata da una miriade di palazzine che verranno costruite proprio grazie ad una variante al piano regolatore fortemente voluta e votata dall'attuale amministrazione di destra.

Il ritornello è sempre quello: le cose si possono fare nella nostra città solo in cambio di qualcos'altro. Vuoi i fossi puliti? allora autorizziamo le centrali alla raffineria, stessa cosa vale per salvare il bilancio(ni) comunale con varianti che stuprano il territorio o come l'adesione alla Quadrilatero che peraltro cementificherà una altra grossa fetta di territorio a poche centinaia di metri dal fosso di cui sopra.

Questi cittadini in un modo democratico si dichiarano contrari a questa pratica distruttiva per l'ambiente e per la qualità della vita anche sociale ed economica della città, quindi eccoli insieme armati di roncole e falci a sostituire gli enti preposti.

Il sindaco intanto è sordo alle proteste, ha orecchie solo per i potenti dai quali si abbevera della loro verità e si fa carico di portarne il verbo.

Ma si sbaglia. Oltre ai fossi un giorno potrebbero tracimare anche le proteste e potrebbe venire spazzato via dal fiume in piena proprio come i quartieri falconaresi. Non sono solo i fossi ad essere intasati, basta passeggiare per la città per rendersi conto che gran parte dei tombini sono intasati, in alcuni sono perfino germogliate delle piantine, ma il problema sembra ignorato dagli amministratori. Vedremo cosa succederà con le prime piogge.

Un plauso ai cittadini responsabili ed un ringraziamento per l'impegno e la sensibilità dimostrati.