giovedì 30 ottobre 2008

LA SCUOLA, L'ONDA, IL '68



C'è chi paragona il movimento di protesta contro la "riforma Gelmini" al movimento studentesco che cambiò il mondo nel 1968. Molti, soprattutto da destra, si affannano ad etichettare questi ragazzi, studenti ma anche precari della scuola e docenti, come nostalgici del '68, desiderosi di imitare i loro padri e nonni (visto che sono passati 40 anni), e rendersi protagonisti di azioni eclatanti con spirito emulativo rimanendo in qualche modo ostaggi di un mito rivoluzionario.

Naturalmente quando si parla di '68 la destra lo fa in maniera denigratoria, come se quel particolare momento della storia fosse stato un periodo catastrofico, quando invece proprio dal '68 partì un nuovo modo di vedere il mondo e la consapevolezza dell'importanza di ogni singolo individuo. Il '68 fu il nuovo Rinascimento, basti pensare ai grandi passi avanti fatti in campo culturale, sociale, artistico, nel '68 prese vita il grande movimento pacifista e dei diritti umani, negare questo fatti significa negare la realtà. E' interessante ascoltare cosa dice Don Andrea Gallo a proposito di '68.

Detto questo però, dire che gli studenti che in questi giorni sono in piazza per manifestare contro i tagli della scuola sono orfani del '68, è dire una enorme bugia. Questa volta la protesta parte dagli studenti perchè vogliono una scuola migliore, e c'è veramente bisogno di una scuola migliore di questi tempi in cui i diritti al lavoro e all'istruzione vengono calpestati in nome di uno sviluppo e di un capitalismo finanziario che sta dimostrando tutti i suoi limiti e le iniquità su cui si poggia.

Eccola la prima vera differenza tra il '68 e l'Onda del 2008: nel '68 i ragazzi lottavano per ottenere diritti e libertà ma guardando con ottimismo al loro futuro, un futuro che per i ragazzi di oggi non c'è, mentre negli anni passati le condizioni economiche e sociali miglioravano ora i nostri ragazzi destinati ad anni di precariato, che vivono un mondo sempre più in mano a pochi, che sono testimoni di mortali diseguaglianze tra il nord ed il sud del mondo con i disagi che ne scaturiscono, per la prima volta, si trovano a vivere con meno diritti e speranze dei padri.

L'unica salvezza è l'istruzione. Una scuola che prepari le nuove generazioni ad affrontare e gestire le situazioni disastrose causate da un modello di sviluppo che si è dimostrato fallimentare. La "riforma" va dalla parte opposta, tagliando le risorse finanziarie, divide in due l'Italia: chi potrà permettersi scuole private dotate di tutti i servizi e chi invece dovrà accontentarsi di scuole pubbliche sempre più degradate.

Dicono che questi ragazzi non vogliono migliorare la scuola, ma anzi che difendono i "baroni" e i vecchi poteri nelle Università. Sono assolute falsità, basterebbe fermarsi ed ascoltare le loro idee.

Finalmente una sana e democratica protesta è in atto, la speranza è che nessuno venga strumentalizzato o peggio che la protesta non venga ammutolita con metodi che purtroppo sono stati preannunciati e auspicati.

giovedì 16 ottobre 2008

DALL'ESPERIENZA DI VICENZA UN CONTRIBUTO DELL'ON. LALLA TRUPIA

Alcuni giorni fa, a seguito del grande successo di partecipazione ottenuto con la consultazione popolare contro l'ampliamento della base militare Usa di Vicenza, ho telefonato all'On. Lalla Trupia (SD). Ho contattato lei perché è stata e lo è ancora una delle promotrici del NO dal Molin. Ricordo bene la sua presa di posizione netta sulla questione durante il Governo Prodi.
Le ho chiesto di spiegarmi cosa è successo a Vicenza, come è nata la grande voglia di partecipazione che ha unito migliaia di persone di ceti sociali e di cultura anche molto diversi tra loro. Naturalmente ho brevemente illustrato la situazione della nostra città e quindi le vicende Quadrilatero, Centrali Api, dissesto, ecc.
Oggi ho ricevuto una lettera di Lalla che ringrazio per la sua disponibilità e cortesia, e sono felice di pubblicarla, per condividerla con chi ha la bontà di leggerla.

Caro Claudio, ti rispondo con piacere, perchè sono convinta che la politica della sinistra debba oggi alimentarsi di relazioni e scambi di esperienze reali, più che di discussioni astratte. Naturalmente ogni singola esperienza è unica e irripetibile, tuttavia, c'è sempre qualcosa in comune che può essere di aiuto.

Quello che è successo a Vicenza in questi ultimi tre anni ha dell'incredibile. Se mi avessero detto che la mia città, considerata moderata e di centrodestra non a sproposito, sarebbe diventata teatro di una mobilitazione permanente e larga contro l'installazione di una base militare americana, avrei pensato che si trattasse di farneticazioni. Invece ciò che è accaduto è tutto vero. Sotto i miei occhi ho visto una città prima democristiana,poi leghista, poi berlusconiana, trasformarsi in modo significativo e rumoroso. E tutto perchè la maggioranza dei suoi cittadini non voleva e non vuole ospitare una seconda base militare americana, nonostante ne ospiti tranquillamente una già da più di 50 anni e sia circondata da altri 4 siti militari statunitensi.

"Cosa ha scatenato a Vicenza la voglia di partecipazione?" mi chiedi. A mio modo di vedere la molla è dovuta soprattutto al senso di appartenenza al proprio territorio e alla ribellione contro imposizioni dall'alto che non la interpellano minimmente. La percezione di non esistere per chi decideva per loro ha scatenato per prima la rivolta. Devi sapere che tutto si decise in incontri segreti e senza alcun atto trasparente. Prima il Governo Berlusconi e il Sindaco di centrodestra e poi -purtroppo- Prodi con quello che fu chiamato "l'editto di Bucarest".

Come abbiamo cominciato? Dal Territorio appunto. Anzi, per l'esattezza dai quartieri limitrofi all'area Dal Molin.

In che forme? In primis studiando il progetto che un consigliere comunale aveva trovato in Comune e facendo INFORMAZIONE. Abbiamo fatto in piazza una mostra artigianale con l''ingrandimento del progetto e con le spiegazioni e gli interrogativi in bella vista. Convocammo i cittadini con un volantino e ne vennero 1000.
Li convocammo senza bandiere o sigle partitiche, anche se il primo incontro con dei consiglieri di circiscrizione e cittadini di quella zona si era svolto in una sede tutt'altro che neutra (il mio ufficio di deputata).

Siamo partiti dal chiederci cosa volevano fare a "casa nostra", per arrivare a chiederci chi era chiamato a decidere "a casa nostra".
Naturalmente la mia terra, il NordEst, è particolarmente sensibile all'appartenenza territoriale e questo sentimento non sempre dà buoni frutti.
Ha dato anche all'autonomia leghista, ma in questo caso ha consentito di conquistare al centrosinistra il Comune di Vicenza.

Dunque il territorio è un valore e la sinistra deve tornare ad occuparsene, per ricostruire quei legami e quell rappresentanza sociale e culturale che ha perso. Altrimenti queste istanze saranno calamitate dalla peggiore destra. Ecco un piccolo insegnamento. Per ricostruire la politica buona e la sinistra bisogna rappresentare valori e interessi in cui le persone in carne ed ossa si riconoscano.

Il resto è venuto dopo: la costituzione de3i Comitati NO Dal Molin e il Presidio NO Dal Molin e le grandi manifestazione del dicembre 2006 e del febbraio 2007. E poi i dibattiti, le proteste, gli approfondimenti, il legame con i movimenti pacifisti. Persino l'incontro e il confronto con la politica. Ma tutto in modo rovesciato. Siamo partiti dai problemi per arrivare alla politica, con le elezioni amministrative e con questa straordinaria giornata di partecipazione popolare che è stato il referendum autogestito.
In sostanza dalla salvaguardia ambientale il movimento è diventato un grande movimento politico per la pace e per la democrazia, che segna ormai questa città.

Cittadine e cittadini comuni hanno scoperto la militanza, la mobilitazione, la passione civile e politica e si sono autorappresentati. La politica, anche quella del centrosinistra, non ne esce bene, ma in quello che è nato è cresciuto sicuramente il nuovo centrosinistra.
Autonomia, rappresentanza, passione civile e interesi concreti. Piccoli interessi e grandi obiettivi. Questo è stato ed è il movimento vicentino.

Perchè no a Falconara? Ciao Lalla

martedì 14 ottobre 2008

SUI BALCONI IL DRAPPO NO CENTRALI API

Venerdì 17 ottobre ’08 ORE 17,30 continua la protesta dell'assemblea permanente contro la costruzione delle due nuove centrali Api: UNA PASSEGGIATA PER LA SALUTE

RITROVO IN PIAZZA MAZZINI

PASSEGGEREMO INSIEME, ANZIANI E GIOVANI, CON LE NOSTRE FAMIGLIE PER I MARCIAPIEDI DI FALCONARA CONTRO LA REALIZZAZIONE DELLE 2 NUOVE CENTRALI TERMOELETTRICHE.

Intanto prende il via anche un'altra iniziativa di protesta. Sui balconi dei cittadini di Falconara cominciano ad apparire dei drappi bianchi per manifestare contro le centrali. Utilizzate lenzuoli vecchi e scrivete NO CENTRALI API.

Fotografate il vostro balcone con il drappo bianco ed inviate la foto a: paolinelli.claudio@libero.it pubblicherò le foto in questo blog.

domenica 12 ottobre 2008

EMERGENZA DEMOCRATICA

Falconara non si fa mancare niente. La protesta contro la costruzione delle nuove centrali sta aumentando in ordine di consensi (leggi partecipazione) e di iniziative, nonostante la colpevole indifferenza degli organi di informazione, i quali, secondo me si sottraggono al loro diritto-dovere di cronaca ed informazione. Rinnovo l'invito a giornalisti stampa e tv di provare ad affacciarsi alle numerose iniziative organizzate da liberi e sottolineo liberi cittadini, scopriranno che esiste un punto di vista diverso da quello dell'ufficio stampa dell'Api e del Comune di Falconara.

Dicevo che Falconara non si fa mancare niente, infatti oltre alle centrali ci sono altre emergenze e credo che i cittadini di Falconara ne debbano prendere coscienza.

Emergenza Scuola: il sindaco si è reso protagonista di un atto censurabile con una dichiarazione che ho letto sui giornali ieri e che trascrivo dal sito del Corriere Adriatico: " “nelle scuole di questa città non ci devono essere manifesti contro il ministro Gelmini”. In una frase come questa ci leggo una violenta aggressione ai più elementari diritti democratici ed è da condannare con fermezza.

La frase è stata pronunciata in occasione di un volantinaggio di genitori davanti alla Scuole per comunicare una iniziativa delle RSU sulla riforma Gelmini. Il Sindaco dopo aver fatto rimuovere i volantini, sembra che li abbia rimossi personalmente, ha sentito il dovere di dimostrare il suo senso democratico nel modo e con la frase sopra citata.

Allora che fare? La prima cosa da fare secondo me è partecipare all'iniziativa intitolata:

"A colpi di decreto……CHE FINE FARA’ LA SCUOLA?"

Lunedì 13 ottobre 2008 alle ore 21.00 all’ITC "D. Serrani" Via Santorre di Santarosa 2/A Falconara
Parlano Docenti, ATA, Genitori, Cittadini assieme ai Rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali Provinciali
Invitati anche l'Assessore regionale all'istruzione Ugo Ascoli e l'Assessore comunale alla Pubblica Istruzione Stefania Signorini

giovedì 9 ottobre 2008

FALCONARA COME VICENZA

Vicenza si è dimostrata matura. Gran parte della popolazione ha voluto dire la sua malgrado l'annullamento all'ultimo momento della consultazione popolare sulla questione dell'allargamento della base militare USA.
Tantissima gente agli improvvisati seggi che si sono tenuti per la strada. Persone di tutte le età ed estrazione sociale che si sono unite per cercare di fare sentire forte il loro dissenso.
La lotta del comitato No Dal Molin non è iniziata ora. Giorni di proteste, mesi, seguiti da dibattiti in città, incontri, hanno reso possibile la grande mobilitazione che è sfociata con 24.000 persone ai seggi domenica scorsa per votare sulle basi militari.

Bisognerebbe approfondire. E' possibile sperare che anche a Falconara la popolazione senta la necessità di partecipare attivamente sui problemi che la riguardano direttamente? Bisognerebbe studiare l'esperienza di Vicenza, capire cosa manca a Falconara, per vincere quell'apatia che sembra condannare la città ad una condizione di rassegnazione. Una città che di motivi per protestare ne ha più di uno: ultimo ma non in ordine di importanza la minacciosa realtà della costruzione di nuove mega centrali all'interno della già invadente raffineria Api, praticamente dentro la città.

Vorrei che queste mie semplici considerazioni avviassero anche tramite il blog una serie di commenti, pensieri, cercando (sperando) di trovare una soluzione o almeno una maggiore presa di coscienza.

domenica 5 ottobre 2008

SIAMO TUTTI VICENTINI

VICENZA - REFERENDUM DAL MOLIN VOTATE ONLINE ANCHE VOI NEL RESTO DELL'ITALIA E ALL'ESTERO

Mercoledì 1° ottobre dodicimila persone hanno riempito piazza dei Signori: una manifestazione senza precedenti per Vicenza, convocata alle 15.00 del pomeriggio, attraverso gli sms, per rispondere alla sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la consultazione popolare prevista per domenica prossima. Vicenza, dunque, non si arrende all'imposizione. E domenica 5 ottobre la consultazione si fa lo stesso. Pochi giorni fa abbiamo diffuso un appello (leggi l'appello all'indirizzohttp://www.nodalmolin.it/notizie/notizie_246.htmlricordando che la consultazione popolare sul Dal Molin a Vicenza non riguarda solo la nostra città e tutti hanno diritto di partecipare. Per questo, da oggi è possibile votare online e invitiamo tutti i non vicentini, italiani o stranieri, esclusi dalla consultazione cittadina, a esprimere la propria contrarietà alla nuova base Usa votando SI. Votate all'indirizzohttp://www.nodalmolin.it/consultazione/consultazione.php Dopo aver votato, vi saremmo molto grati se mandaste un'email ainfo@nodalmolin.it indicando dove abitate, così da consentirci di sapere da dove arrivano i voti raccolti. Grazie a tutti per la vostra partecipazione e il vostro sostegno. Il Presidio Permanente No Dal Molin