domenica 9 marzo 2014

SCENARI DI CRISI ENERGETICA DA EVITARE

Gli scenari di guerra in Ucraina e le mosse politiche in Crimea minacciano una possibile crisi energetica anche nel nostro Paese. In particolare c'è il rischio di una limitazione o sospensione di erogazione di metano che giunge nel nostro paese tramite i gasdotti che attraversano l'Europa oltre al rischio di aumenti del costo della bolletta. Non è la prima volta che si presenta questo rischio, non sarà l'ultima.

Ciclicamente la Russia, minaccia di chiudere i rubinetti del prezioso prodotto energetico, e ciclicamente chi ci governa ricorda che le scorte,sempre poche, non garantiscono l'autosufficienza energetica.
Ciclicamente torna prepotentemente alla ribalta l'esigenza di tutelarci contro questi scenari con la costruzione in Italia di rigassificatori e realizzando un Hub commerciale del Gas in grado di supplire alla dipendenza energetica. Dipendenza che come noto vale per il metano come per il petrolio.

Il punto però è che anche se realizzassimo decine di rigassificatori o nuove pipeline di gas, il problema della dipendenza energetica non è risolto. La Russia come ogni altro Paese proprietario di gas e petrolio potrebbe continuare in ogni momento chiudere i rubinetti e le riserve energetiche seppur stoccate in maggiori quantità finirebbero anche se con qualche settimana in più di autonomia.

Cosa diversa sarebbe se l'italia si dotasse di un piano energetico che incentivasse la ricerca e l'uso delle fonti rinnovabili con grande attenzione agli sprechi che come noto sono molto alti. Abbandonando una volta per tutte il progetto del nucleare, mai cancellato nonostante la scelta dei cittadini con il referendum e soprattutto nonostante gli esempi tragici che tali impianti ci hanno mostrato.

Evitare quindi di fare investimenti miliardari i quali molto spesso arricchiscono solo le grandi multinazionali e i soliti petrolieri, ma pensare seriamente ad uscire dal ricatto degli oligarchi dell'energia. Una scelta politica che è anche una scelta a favore della democrazia e della libertà.

Riconversione ecologica degli impianti esistenti, politiche a favore dell'energia da fonti rinnovabili, costruzione e ristrutturazioni di edifici e strutture per raggiungere un'efficienza energetica molto ellevata tale da ridurre drasticamente gli sprechi, quindi la richiesta di energia. In modo tale da conservare l'uso del petrolio e del gas agli usi industriali che non ne possono farne a meno.

Una ricetta facile se solo trovassimo la volontà di realizzarla.

venerdì 7 marzo 2014

QUELLO CHE MANCA A FALCONARA

E' un pò di tempo che non aggiorno questo blog per vari motivi, ma seppur da un'altra angolazione continuo a seguire gli avvenimenti di Falconara Marittima e noto che purtroppo il declino della città continua inesorabile. 

La situazione economica generale italiana ha certamente influito, ma Falconara sta pagando pesantemente almeno 6 anni di politiche sbagliate, inefficaci, che non hanno mai avuto un progetto d'insieme di ampio respiro. Insomma Falconara sta vivendo alla giornata, colpa degli amministratori che secondo me, al di la della propaganda, non sono all'altezza della situazione.  

In ogni campo i cittadini possono riscontrare che poco o nulla viene fatto. Dalla sicurezza, all'ambiente, dal commercio alla cultura, dalle politiche sociali ai servizi. Dicono che non ci sono le risorse. 

La chiusura del Caffè Bedetti, anche se credo non sia dovuta solo alla crisi economica, è il simbolo di una città che muore, paralizzata dalla sua stessa incapacità di reagire. Una città che sacrifica un alboreto nato in un'area recuperata e bonificata grazie al lavoro volontario di alcuni cittadini particolarmente attivi per fare spazio a un cantiere è una città che cancella il suo futuro. Sono solo due esempi per restare nell'attualità.

Manca la cura, Falconara ha bisogno di particolare attenzione e di idee.

A Falconara manca la partecipazione delle persone. Questa amministrazione comunale inadeguata non ha nemmeno la forza di confrontarsi con i cittadini. Forse non è interessata a questa pratica, altrimenti non si comprende il motivo per cui le Consulte restano inutilizzate. Peccato perchè dai cittadini e dalle associazioni, il sindaco e i suoi assessori potrebbero ricevere molte buone idee da prendere in considerazione.

A Falconara manca la partecipazione e degli amministratori capaci.