Ho partecipato anche io, come tanti cittadini alla riunione organizzata dal sig. Pasquini per discutere le preoccupazioni dei commercianti di Falconara Marittima per il degrado in cui è caduta la città.
Quello che ho sentito in quella riunione mi lascia una profonda amarezza. Da una parte, l'amministrazione comunale che continua imperterrita nella sua politica di tolleranza zero, anche se è ormai chiaro a tutti, e forse anche a loro, che è stata un fallimento totale e che non ha per nulla migliorato la situazione, anzi la percezione di insicurezza in questi tre anni e mezzo è sensibilmente peggiorata. Dall'altra un gruppo di commercianti che giustamente è preoccupato per l'affievolirsi degli affari in una città che è morta dal punto vista commerciale, ma anche sociale.
Non voglio credere che i commercianti vogliano scaricare la responsabilità dei loro scarsi incassi agli immigrati e ad uno sparuto gruppo di nomadi che staziona da un pò di tempo in città. Non lo voglio credere perchè non voglio offendere la loro intelligenza. Perchè è evidente che il problema ha altre cause.
La nostra è una città anomala. E' un non luogo.
Tradizionalmente Falconara è sempre stata una città dormitorio. Una città che non ha attrative e i cittadini non hanno stimoli per andare a passeggiare in centro.
Quindi se i circa 27.000 abitanti non escono di casa o si spostano in altre città o centri commerciali per gli acquisti, ecco che alcune decine di immigrati che non hanno altro posto della piazza per incontrarsi, danno l'impressione di averla occupata, scippata ai falconaresi.
La nostra città paga pesantemente il fatto di essere una città industriale. La raffineria ha bloccato lo sviluppo commerciale e turistico di Falconara che avrebbe potuto avere le stesse occasioni di Senigallia, tanto per fare un esempio. Vivere all'ombra della raffineria, in momenti di crisi come quello che stiamo vivendo acuisce le problematiche.
La città è sporca, sembra abbandonata a se stessa. Piazza Mazzini ad esempio: in un solo giorno di pioggia si trasforma in un lago e la pozzanghera di alcuni metri di diametro resta lì fino all'evaporazione dell'acqua per settimane. E' la piazza del centro città, dovrebbe essere una specie di salotto buono invece...
Alcuni commercianti che sono intervenuti alla riunione si sono lamentati perchè, a sentir loro, i cittadini immigrati ottengono i permessi per aprire le attività commerciali troppo facilmente. Si lamentano che ci sono troppi negozi di Kebab. Il problema secondo me non sono i negozi di kebab o gli empori dei cinesi che aprono in città e che ottengono regolari permessi evidentemente perchè sono in regola con le Leggi, ci si dovrebbe preoccupare piuttosto per il fatto che i negozi "storici" della città chiudono, e chiudono perchè Falconara non offre niente ai cittadini. Su questo dovrebbero riflettere i commercianti, chiedere risposte al sindaco in tal senso. Altrimenti il legittimo grido d'allarme per la situazione di degrado della città, potrebbe essere scambiato come un pericoloso atteggiamento razzista, ed io sono convinto che la gran parte dei commercianti, come tanti cittadini, hanno sentimenti molto diversi e sicuramente molto più solidali di quelli dimostrati finora dall'amministrazione comunale.
Credevo che la riunione di lunedì scorso servisse per ottenere delle risposte da parte del Sindaco, avevo capito che i cittadini volevano sapere in che modo l'amministrazione avrebbe agito per risolvere il problema, ma nessun progetto, nessuna idea utile è uscita dalla bocca del sindaco, al contrario ho sentito parole pericolose, irresponsabili e portatrici di ulteriori conflitti.
Avrei voluto sentire anche una parola di dissociazione per il rogo appiccato alle coperte dei Rom il giorno prima, ma nessuno ne ha sentito la necessità.
Credo che il problema del commercio non si risolverà facilmente se questi sono i presupposti.
In ultimo vorrei anche dire che i ripetuti articoli sui giornali in cui si racconta una città pericolosa da visitare, infestata da borseggiatori, e mendicanti, presidiata dai militari, non sono una buona pubblicità per le attività commerciali. Credo che per prima cosa occorra abbassare i toni e pretendere allo stesso tempo dal Sindaco delle politiche serie.