martedì 28 aprile 2009

LA CORTE DEI CONTI SI ESPRIME SULLA QUADRILATERO

Questa si che è una notizia. Ringrazio il blog antelitteram per averla segnalata. La Corte dei Conti infatti con deliberazione del 3 aprile 2009 critica il Progetto Quadrilatero Marche Umbria Spa e pubblica l’indagine di controllo che riguarda in generale lo “stato di finanziamento e realizzazione delle infrastrutture strategiche ammesse a finanziamento statale”, concernente le infrastrutture comprese nel programma previsto dalla legge 21 dicembre 2001 n. 443 (c.d. “Legge Obiettivo”), dai decreti legislativi 20 agosto 2002 n. 190 e 17 agosto 2005 n. 189 di attuazione della legge medesima.

Un brano tratto dalla relazione:

"La relazione mette in luce alcuni caratteri e criticità del progetto, ed in particolare:
- la circostanza che un progetto strategico di rilevanza nazionale riguardi, sia pure in parte, strade nel frattempo divenute non statali;
- la impossibilità di esprimere una valutazione sul modello “cattura di valore” e “Piano di Area Vasta”;
- un certo grado di lentezza nella realizzazione fisica del programma;
- una tempistica di programmazione non più coerente con i tempi di realizzazione dell’intervento; Quadrilatero al riguardo ha anticipato nel corso dell’adunanza di voler procedere all’aggiornamento del cronoprogramma;
- l’utilizzo della figura del “soggetto attuatore unico”, intesa come Società pubblica di progetto ai sensi dell’art. 173 del d.lgs. 163/2006, che non ha mostrato sinora un significativo incremento della funzionalità in termini di tempo;
- una scarsa capacità di spesa, evidenziata dallo stato di avanzamento dei lavori al 31 ottobre 2008, pari complessivamente all’1,37% degli importi aggiudicati (22,25 Meuro rispetto a 1.620,97 Meuro)."


A distanza di di più di anno finalmente una rivincita. Una rivincita nei confronti di tutti coloro che hanno attaccato duramente me e la collega in Consiglio Comunale Paola, per aver lottato contro i Progetto Quadrilatero.
Una rivincita nei confronti di quelli che ci hanno insultato ed isolato, e che di conseguenza hanno provocato la fine della Giunta Recanatini.
Dunque non eravamo pazzi o provocatori, e nemmeno in cerca di visibilità. Sembra proprio che avevamo ragione noi.
Chissà cosa ne pensano ora i signori politici di questa città dal PD a PRC, compreso il PDCI di questa delibera della Corte dei Conti.
E la Regione Marche che ha tenuto in scacco la città fino alla firma per l'adesione?

domenica 26 aprile 2009

PROVE TECNICHE DI DEMOCRAZIA

25 aprile, come ogni anno a Falconara e come in tutte le città italiane si celebra la liberazione dell'Italia dal nazifascismo.

Quest'anno il premier per la prima volta nella sua vita decide di partecipare alla festa di liberazione. Dopo averlo visto nei panni di operaio, pompiere, majorette, ferroviere, panettiere, cow boy eccetera, questa volta ci tocca rimirarlo nelle improbabili vesti di partigiano.
Come sempre la sua presenza riesce ad adombrare ogni evento con il suo personalismo, con la sua caratteristica che lo fa stare sempre al centro dell'attenzione.

Se fino a ieri la destra ha ignorato la data del 25 aprile, quest'anno ne diventa la protagonista, presenziando ogni luogo di commemorazione nel nome della libertà, o come direbbero a Roma nel nome del... "volemose bè". Un volemose bè apprezzato anche da molti politici del centro-sinistra.

Anche a Falconara naturalmente la destra che governa la città si adegua alle direttive del capo, quindi tutti in piazza a festeggiare la liberazione. In alcuni casi a festeggiare la liberazione che alcuni mai avrebbero voluto.

Il sindaco Brandoni con tanto di fascia celebra i caduti alla resistenza con la deposizione delle corone ai caduti in vari angoli della città, poi tutti in corteo fino a piazza Mazzini per il discorso ufficiale.

La Piazza abbastanza piena ha ascoltato il discorso del Partigiano Cingolani che è stato lungamente applaudito per il monito rivolto a chi tenta di "riscrivere la storia".
E' stata poi la volta del sindaco Brandoni che in un paio di minuti ha detto senza enfasi che la festa dovrebbe spogliarsi dell'ideologia.

Fine del discorso. Le persone rimaste in piazza si aspettavano a questo punto che la banda musicale intonasse le note di Bella Ciao, la canzone simbolo delle lotte Partigiane, e invece niente, la banda inizia a suonare un'aria anonima ai più. Le persone in piazza sconcertate chiedono al Maestro della banda spiegazioni. Il maestro si giustifica dicendo che il sindaco gli aveva detto di non suonare la canzone in piazza Mazzini.
Intanto la gente lascia la piazza delusa ed il sindaco solo dopo molto tempo pressato da alcuni, decide finalmente di far suonare Bella Ciao, ma ormai la piazza è ormai quasi vuota.
Il sindaco Brandoni autorizza il maestro a suonare la canzone con questa sua affermazione che lascio giudicare a chi legge: "Suonate pure la canzone ma non prima che lasci la piazza, a me questa canzone mi provoca allergia".

Il re è nudo, spogliato anche dell'ideologia.

martedì 21 aprile 2009

IL "PACCO" SICUREZZA

"Il problema della sicurezza è fra i disagi più gravi e sentiti dalla cittadinanza e il Sindaco si è impegnato, in campagna elettorale, a realizzare in questo settore una politica i cui strumenti prioritari siano in particolare: informazioni preventive, controllo dell’immigrazione clandestina e del territorio, più coordinamento e maggior presenza, specie in alcune fasce orarie, di carabinieri e polizia municipale estremo rigore nei confronti di quei nomadi dediti alla microcriminalità, vandalismo e teppismo, potenziamento e qualificazione, anche con il coinvolgimento degli operatori economici, per la video sorveglianza. Adesso, dopo gli innumerevoli episodi di risse, microcriminalità e teppismo, vorremmo sapere quando queste promesse verranno mantenute”.

Ancora una volta sono costretto a riprendere questa frase già pubblicata quasi un anno fa nel mio blog. Credo che sia d'obbligo dopo i fatti di violenza accaduti in città ieri.

Devo sottolineare che il brano che avete appena letto non è mio, ma è una dichiarazione di una consigliera di Alleanza Nazionale all'epoca Recanatini.

La ripropongo perché ancora una volta si associa molto bene con l'attualità falconarese.

Dunque il Sindaco Brandoni che in questi giorni sta autopromuovendo il suo primo anno di mandato con manifesti giganti e dichiarazioni ai giornali, non sembra in grado di debellare la microcriminalità, figurarsi questioni più gravi.

Eppure Brandoni ha impostato tutta la sua campagna elettorale sulla sicurezza. Grazie ai proclami e qualche azione spettacolare contro immigrati è stato soprannominato da alcuni il "sindaco sceriffo", e forse di questo appellativo non è del tutto scontento.

Proprio sui giornali di oggi il sindaco Brandoni si vanta delle sue ordinanze, le quali secondo lui hanno debellato la prostituzione e migliorato la sicurezza in città. Tra le altre voglio segnalare quella "anti bivacco" "anti piccioni" "anti prostitute", purtroppo (per lui e i suoi) il Governo Berlusconi sembra aver messo in cantina il progetto delle "ronde" lasciando a bocca asciutta i più arditi, perché anche quelle erano già belle pronte.

Intanto i criminali e i teppisti, dell'entrata in vigore delle norme "anti" e della tolleranza zero intimata da Brandoni, non se ne sono accorti. Infatti gli atti violenti continuano come prima e anzi sembrano aumentare. Solo ieri due fatti di cronaca: un pestaggio di un artista di strada e un altro in un ufficio comunale. Per non parlare della rissa di qualche notte fa vicino alla stazione.

Allora signor sindaco, dopo i proclami e gli spot pubblicitari, quando vedremo i fatti?

Provi a dare una risposta alla sua collega di partito, titolare della frase con cui ho aperto questo post.

domenica 19 aprile 2009

LA CITTA' SVEGLIATA DAL RUMORE DEL SILENZIO

E' chiaro. Tra i tanti problemi di Falconara quello più preoccupante è ambientale. Quando dico ambientale vorrei che non si pensasse all'ambiente in termini ideologici, romantici. Questione ambientale a Falconara significa rischio per la salute della popolazione, degrado del territorio, declino economico sociale.

A Falconara parlare di ambiente non significa fare accademia, ma ragionare sul futuro di una ampia fetta di territorio, si tratta di decidere tra la graduale bonifica o il definitivo degrado, di scegliere un futuro sostenibile pensando alle generazioni che verranno.

I falconaresi conoscono bene la qualità dell'aria che respirano ogni giorno. Nonostante le rassicurazioni quotidiane, l'odore acido che si percepisce quasi ogni giorno la dice lunga sulla purezza dell'aria. I falconaresi conoscono bene anche i rischi che provoca la vicinanza della raffineria: una lunga lista di incidenti tiene in "ostaggio" una città intera.

Il problema è causato principalmente dalla raffineria api, azienda benedetta da tutti negli anni sessanta perchè dispensatrice di lavoro. Un periodo di boom economico in cui tutti preferivano soprassedere ai rischi a favore dell'occupazione, tutti con lo sguardo rivolto verso la produzione, la crescita del Paese, lo sviluppo. Una scelta che con il passare degli anni si è dimostrata castrante per la vocazione turistica della città. Si decise di sacrificare Falconara a favore dello sviluppo della Regione e dell'intero Paese.

La crisi economica, il fallimento del capitalismo affossato dal neoliberismo, il cambiamento delle condizioni climatiche, dovrebbero modificare le strategie economiche e di sviluppo. Invece cosa succede? A Falconara per esempio, come se niente fosse, si vogliono costruire due nuove centrali elettriche all'interno della raffineria.

Una parte significativa della città insorge e si auto organizza, nonostante il sindaco che invece si inchina alle richieste del potere politico ed economico.

Grazie alle pressioni dei comitati cittadini l'area di Falconara e dintorni viene studiata dall'istituto tumori e i risultati sono tutt'altro che rassicuranti, i risultati dello studio certificano il rischio di malattie respiratorie e tumori. Giustamente la popolazione viene avvertita con una lettera inviata dalla Regione Marche e dall'Istituto dei tumori.

Apriti cielo. La raffineria per mano dell'ing. Cogliati invia una nuova lettera ai cittadini per sminuire il rapporto di esperti riconosciuti, rassicurando la popolazione, smentendo in pratica lo studio epidemiologico.

Da qui parte la mia provocazione. A Falconara in questo momento c'è molta confusione, i cittadini non sono più in grado di giudicare chi ha ragione. L'istituto tumori che ci mette in guardia su possibili malattie o i dirigenti Api che invece negano ogni rischio.

In questa confusione non si può non notare il silenzio della politica e degli enti istituzionali. I partiti politici infatti si sono contraddistinti per una preoccupante indifferenza sulla questione. Comprensibile la scelta del Sindaco Brandoni, che come noto è filo-aziendalista, ma la Provincia, la Regione Marche, i partiti del centro-sinistra, cosa pensano? Non si sa, tutto tace. Saranno le imminenti elezioni, ma nessuno ha preso posizione, nessuno ha detto una parola a difesa dello studio epidemiologico.

Il presidente Spacca avrà pure una opinione a riguardo.

"Regioni e Ambiente" è una rivista di informazione. Nel numero di marzo 2009 c'è uno spazio dedicato alle "Marche News" si intitola Green Governance ed è a cura della Regione Marche.

C'è un articolo del Presidente Mario Spacca dal titolo: "tutela e valorizzazione del territorio: priorità strategiche del governo regionale".

Il presidente Spacca scrive: " L'ambiente naturale è la nostra casa comune, il luogo in cui viviamo e lavoriamo, in cui dovranno vivere le generazione dei marchigiani che seguiranno la nostra.... La tutela e la valorizzazione del territorio è stata una delle quattro priorità strategiche...attraverso il patto con i cittadini delle Marche di condivisione di un autentico sistema di valori... Di fronte all'ambiente, infatti, non possiamo tenere un atteggiamento indifferente o passivo... Ci siamo proposti una politica attiva a favore del territorio, a contrastare gli abusi, a tutelare l'immenso patrimonio di risorse naturali..."

Belle parole, ma ho l'impressione che l'azione di Governo vada in direzione opposta. Almeno per Falconara. Sembra che la mia città sia esclusa dai programmi regionali. Nessun patto con i cittadini, nessuna politica attiva, nessuna tutela del patrimonio naturale. Niente di niente.

Falconara ha diritto alle tutele come il resto della regione oppure la strategia del governo regionale prevede il sacrificio di questa città in nome dello sviluppo della regione?

In ultimo il Presidente Spacca nel suo articolo elenca una serie di riconoscimenti ambientali:
" ... Le marche oggi sono la regione con il più alto numero di bandiere blu e verdi e di ben 16 bandiere arancioni."

Si è dimenticato di elencarne un'altra, quella nera che viene attribuita alla città peggiore in termini ambientali. Indovinate un pò a chi è stata attribuita?....Rispotta esatta, a Falconara.

venerdì 17 aprile 2009

LETTERA APERTA ALL'INGEGNER COGLIATI di Carlo Brunelli

Ricevo e pubblico volentieri la lettera aperta inviata all'amministratore delegato di Api raffineria dall'architetto Carlo Brunelli


Lettera aperta all’ing. Giancarlo Cogliati,
Amministratore delegato di Api raffineria di Ancona S.p.a.


Spett. Ing. Cogliati,
nella sua lettera inviata ai cittadini residenti nell’Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale, lei, nel suo ruolo di Amministratore delegato della società Api Raffineria di Ancona S.p.a., dichiara di sentire “l’obbligo professionale e morale” di precisare che i dati del recente studio epidemiologico “potrebbero sovrastimare i casi di morte” e sottolinea quindi come allarmistici i toni usati dal Dott. Micheli.
Se non sbaglio, lei poi dichiara la disponibilità dell’azienda a “collaborare” con la Regione e gli altri Enti competenti affinché si costituisca un “collegio di specialisti” tra i quali dovrebbe esserci anche uno di nomina dell’azienda “nel rispetto del principio del contraddittorio”.
Mi permetto quindi di replicare alla sua lettera con alcune considerazioni.
Nulla da obiettare riguardo al fatto che lei abbia sentito l’obbligo professionale di difendere gli interessi e l’immagine dell’azienda che amministra. Anzi, lo ritengo pienamente legittimo stante il suo incarico professionale.
Non capisco però, e gradirei avere da lei delle delucidazioni, il suo riferimento ad un “obbligo morale” di precisare quanto di “immorale” possa, di conseguenza, aver affermato il dott.Micheli.
Di fronte alla presenza di dati che, pur avendo necessità di ulteriori verifiche, sono indubbiamente preoccupanti, lei ritiene pertanto “immorale” che i cittadini siano informati, perché questo, a suo giudizio, determina un ingiustificato allarmismo.
Vorrebbe, in altri termini, tenere all’oscuro di tutto i cittadini e istituire una commissione che, alla presenza di esperti pagati dall’azienda, verifichi quei dati.
Evidentemente, ingegnere, io ho una concezione dell’etica molto diversa dalla sua.
Ritengo che minimizzare il rischio a cui sono quotidianamente esposti i cittadini, sottovalutare il problema, è quanto di più immorale si possa pensare perché significa, nella sostanza, sottostimare il valore della vita umana.
Negare ai cittadini il diritto di conoscere lo stato, anche provvisorio, degli studi relativi alla loro salute è una violazione dei principi della democrazia.
Penso seriamente che in questi anni, caro ingegnere, Api raffineria S.p.a. sia stata abituata a sentirsi alla pari, se non addirittura superiore, rispetto agli Enti istituzionali nel gestire i programmi economici e strutturali di questo territorio. Mi riferisco all’abitudine, propria delle nostre istituzioni pubbliche, a delegare ed a lasciarsi guidare verso l’attuazione di iniziative necessarie o utili all’azienda più che alla comunità locale: dallo studio per la risoluzione del rischio esondazione, alla “soluzione” del by-pass ferroviario, alla gestione della bonifica del litorale inquinato dagli sversamenti di btz nel 2007, alla sanatoria dei contenziosi legali attraverso la convenzione con il Comune di Falconara.
Mi sono fatto l’idea che deve essere per via di questa anomala abitudine che lei, che non conosco ma che reputo persona preparata, arrivi a sostenere l’opportunità di un “contraddittorio” nel controllo sullo stato di salute dei cittadini. Un’affermazione che, se considerata in sè senza il supporto di una qualche giustificazione, non oserei a definire “eversiva”.
In un colpo solo questa affermazione infatti delegittima la professionalità del dott.Micheli e dell’Istituto italiano per la lotta ai tumori e nega l’esclusività delle strutture pubbliche nel loro ruolo di garanti della salute pubblica!
Non so che cosa la porti a pretendere un ruolo dell’azienda – soggetto inquinante da controllare – nel controllo dei livelli di inquinamento da lei stessa prodotti e degli effetti sulla salute della popolazione. Nella legislazione italiana, fondata sui principi della costituzione, lo spazio dato al “contraddittorio” ad un soggetto che costituisce fattore di rischio potenziale per l’incolumità pubblica è solamente quello del tribunale, qualora l’accusa denunci una qualche responsabilità civile o penale.

Ma io sono convinto, ingegnere, che lei queste cose le sappia benissimo.
Allora la invito a riflettere sul senso della sua lettera, e qui sì…anche in termini propriamente etici.
La invito a riflettere sui limiti propri dell’azienda che lei rappresenta rispetto alle istituzioni democratiche alle quali soltanto spetta il diritto ed il dovere di governare il territorio e tutelare la salute pubblica.
Rifletta, ingegnere, accanto alla sua responsabilità di Amministratore delegato di un’azienda, anche sulle sue responsabilità di cittadino e di uomo. E mi permetto di suggerirle che queste responsabilità sono le più importanti.
Sono certo che, se ci rifletterà, sentirà il dovere di fare delle scuse ai cittadini per quella lettera che ha inviato.
Io, che ho già perso un polmone a causa dell’inquinamento (e mi ritengo fortunato), da parte mia accetterò le scuse che, da uomo, saprà darmi.
Spero per lei che trovi la forza di farlo e le auguro una vita serena.

Falconara 16.04.09


Arch. Carlo Brunelli

martedì 14 aprile 2009

TUMORI A FALCONARA: CHI E' IL BUGIARDO?

Cosa può pensare un cittadino che sta tranquillamente a casa e trova nella buca della posta due lettere che si occupano dello stesso argomento, ma in maniera completamente opposta?

Poco tempo fa la Regione Marche ha inviato a tutte le famiglie una lettera con cui si spiegava il risultato dello studio epidemiologico effettuato dall'Istituto Nazionale dei Tumori :

"La presente Indagine relativa alle popolazioni dei comuni di Falconara Marittima, Chiaravalle e Montemarciano, circostanti la raffineria API, ha evidenziato nel periodo 1994-2003 un aumento non statisticamente significativo della mortalità per tumore del sistema emolinfopoietico (ICD-9: 200-208) per quanto concerne il contingente femminile, e un rischio importante, statisticamente significativo, nel sottogruppo di soggetti (uomini e donne) che per più di 10 anni hanno svolto occupazioni che verosimilmente hanno determinato una maggiore presenza presso le loro residenze".

Ci sono state anche assemblee pubbliche a Falconara per spiegare lo studio con la presenza di esperti, in quell'occasione il Sindaco Brandoni disse apertamente di non credere all'indagine epidemiologica.

In questi giorni stanno arrivando le lettere alle famiglie inviate dalla Raffineria API che invece afferma che i dati forniti dalla Regione grazie all'indagine dell'Istituto dei Tumori sono allarmistici quindi non veritieri.

Ma un semplice cittadino come può farsi una opinione di fronte a posizioni così diverse? Credo che la popolazione abbia il diritto di conoscere a quali rischi va incontro.
La questione è molto grave secondo me, perché sembra chiaro che qualcuno sta giocando sporco e sulla pelle delle persone.

I casi sono due:
1) la Regione ha fornito dati falsi quindi potrebbe configurarsi il reato di procurato allarme alla popolazione;
2) la raffineria sta cercando di denigrare l'indagine epidemiologica per occultarne i rischi che ne sono emersi, mettendo in serio pericolo la salute dei cittadini ignari.

Come cittadino pretendo a questo punto che qualcuno faccia chiarezza. Non è tollerabile che la cittadinanza viva con questo dubbio gravoso. Pare che il Sindaco non abbia la volontà o la possibilità di dare ai suoi cittadini una risposta documentata, forse la Procura della Repubblica potrebbe finalmente fare chiarezza e restituire ai cittadini la corretta informazione. In certi casi una informazione veritiera potrebbe salvare la vita.

venerdì 10 aprile 2009

I MORTI, LA CRISI, LA NEW TOWN

Oggi è stata una giornata di cordoglio nazionale. Funerali di Stato in una città L'Aquila, distrutta dal terremoto e dal malaffare. Di fronte a tale catastrofe ogni altro problema diventa secondario.

Giustamente la massima attenzione dei media è rivolta al disastro colposo che ha causato più di 200 morti, ma naturalmente gli altri problemi del Paese non si sono dissolti, anzi sebbene non se ne parli più, la crisi economica è sempre lì, pesantemente presente nella vita degli italiani. Non per tutti gli italiani ovviamente, una piccola parte infatti come niente fosse si appresta a trascorrere il ponte pasquale in qualche località turistica magari in un luogo esotico.

Molti altri invece sentono sul collo il fiato della crisi e la perdita del posto del lavoro. Situazione che mette nel panico milioni di lavoratori, donne e uomini che rischiano di perdere l'unica fonte di sostentamento per la loro famiglia. Le cose non vanno bene, nella nostra regione sono decine i casi di chiusure di aziende e di licenziamenti. Giusto ieri sui giornali si è letto della preoccupazione dei sindacati sulla vicenda dell'Antonio Merloni di Fabriano. La crisi della Merloni non colpisce solo i lavoratori della fabbrica ma tutta l'economia della città, come accade in tutte le città che vedono chiudere le attività artigianali, industriali e commerciali.

La grande manifestazione della CGIL di Roma di sabato scorso è stata organizzata per far emergere il disagio e la protesta di una parte importante dell'Italia, il Governo avrebbe dovuto prendere atto della protesta, invece prima ne ha sminuito l'imponenza poi addirittura ha sbeffeggiato i partecipanti, ora cerca di cancellarne il ricordo.
Ma la crisi è sempre lì. Non credo che sarà accettabile vederla derubricata, messa in secondo ordine.

Sarebbe necessaria una azione politica capace di ridare speranza, invece dal palcoscenico triste dell'Abruzzo siamo costretti ad ascoltare spot di un'Italia che non esiste.

La new town (NU' TAON), l'ennesima idea del Cav. Berlusconi. Dopo il maestoso progetto del ponte sullo stretto di Messina, ecco la costruzione di una seconda città alle porte delle città esistenti. Naturalmente l'ispirazione viene da MILANO 2 la città satellite stile Truman Show, dove tutto è bello e dove tutti sono felici. La città costruita da Berlusconi quando era "solo" un palazzinaro.

Una idea perversa per ridare slancio all'economia. Che importa se il poco verde disponibile verrà irrimediabilmente cementificato. Chi se ne frega se una ulteriore urbanizzazione aumenterà il dissesto idrogeologico già molto frequente in tutta Italia, mettendo a rischio a rischio la vita delle persone. Ipocritamente ci sarà sempre un governante disposto a farsi fotografare mentre commosso si dice indignato per l'ennesima strage di persone. Esattamente come sta accadendo in questi giorni in Abruzzo.

La soluzione dei geni della politica sembra girare intorno all'edilizia, grandi opere, ponti, strade, città, come se lo spazio disponibile fosse infinito.

Non può essere questa la risposta alla crisi, che è mondiale e ha bisogno invece di nuove idee, sostenibili per l'ambiente quindi a misura di essere vivente.

La crisi è seria e colpisce pesantemente prima di tutti i più deboli. C'è bisogno quindi di una politica seria, ma per ora non ce n'è traccia.

lunedì 6 aprile 2009

PIANO CASA

Una tragedia si è compiuta la notte scorsa, improvvisa come solo un terremoto può. Improvvisa ed imprevista anche se sembra che qualcuno aveva dato l'allarme già alcuni giorni fa. Quello che gli esperti dicono di solito in questi momenti è che il terremoto non si può prevedere, che si conoscono i territori sismici ma data e luogo preciso la scienza non è ancora in grado di prevederli. La polemica su questo punto sta montando.

Ma se i terremoti non si possono prevedere, sicuramente si possono prevedere catastrofi di queste dimensioni in caso di terremoti, se le case sono vecchie o se non sono costruite con criteri antisismici.
Il Giappone insegna. Grazie a tecniche architettoniche e a formazioni della cittadinanza pur trovandosi in una delle zone del mondo più soggette ad eventi sismici, in Giappone difficilmente crollano le case e raramente muoiono persone.

In Italia invece? Accade quello che è successo in Abruzzo, paesi rasi al suolo e purtroppo finora già un centinaio di morti e migliaia di feriti.

E' un fatto culturale ma soprattutto è frutto della speculazione edilizia. Da sempre si considera l'edilizia una fonte di guadagno e basta. Troppo spesso si permettono abusi, si chiude un occhio, le imprese risparmiano a scapito della sicurezza.

E il piano casa che sta per essere varato dal Governo si preoccupa della sicurezza o si accontenta di smuovere l'economia? Saranno sicure quelle case che verranno modificate con incrementi di mq, rialzandole di un piano, appesantendole con del cemento che nel progetto originario non era previsto? Non sono un tecnico e mi piacerebbe sentire un parere da chi conosce bene l'argomento.

La tragedia di oggi è una tragedia annunciata che dovrebbe far pensare chi con le scelte politiche mette a rischio la vita delle persone.
Solidarietà e condoglianze agli abitanti abruzzesi.

domenica 5 aprile 2009

IL BUBBONE DI FALCONARA

Di ritorno da Roma dalla grande manifestazione della Cgil del 4 aprile contro la crisi, avrei voluto scrivere delle considerazioni riguardo l'importante evento che ha visto la partecipazione di moltissime persone unite per cercare di non perdere ulteriori diritti e per affrontare una crisi economica che come al solito colpisce i più deboli. Lo farò credo nei prossimi giorni, perchè stamattina ho cambiato idea.
Solo oggi ho avuto modo di leggere i giornali locali di ieri, e sul Resto del Carlino ho letto un articolo in cui si dava risalto ad una affermazione del sindaco Brandoni fatta all'ultimo Consiglio comunale. In un certo senso la notizia è in tema con le ragioni della manifestazione di Roma.

Una affermazione che evidenzia la poca considerazione che il sindaco ha dei lavoratori.
Sul giornale leggo che Brandoni in una sua analisi sulle difficoltà che deve affrontare, considera tra gli altri un "bubbone" l'ingiunzione di pagamento presentata dalle Cooperative Intervento.
Non so se avete capito bene.
Il sindaco chiama BUBBONE una sacrosanta richiesta di una cooperativa sociale che non fa altro che chiedere al Comune di pagare il servizio prestato alcuni mesi fa.
E' come se uno qualunque di noi chiamasse l'idraulico per un lavoro in casa e poi quando questi giustamente chiede di essere pagato lo dileggiamo con l'epiteto di BUBBONE.

A questa amministrazione manca il senso del rispetto. Lo ha dimostrato in varie occasioni e questa ultima testimonianza ne è una conferma.
Purtroppo sempre più spesso dobbiamo subire affermazioni e azioni che qualificano per quello che è questa amministrazione comunale, ma che squalificano allo stesso tempo i cittadini di Falconara in termini sociali, culturali, ambientali ed economici.

Il vero BUBBONE da estirpare è altrove. Lo si capisce da questa frase virgolettata del sindaco, sempre dal Resto del Carlino:
"C'è un minimo comun denominatore in tutti gli atti, che in passato, hanno visto il comune avere come controparte i privati: i contratti erano sbilanciati sempre a favore dei privati". Chissà se Brandoni si riferisce anche al contratto da lui stipulato con l'API.
Quando si dice predicare bene e razzolare male.

venerdì 3 aprile 2009

EQUILIBRI DI BILANCIO

Dunque Brandoni e Co. sono riusciti a trovare l'equilibrio di bilancio. Impresa difficile per chiunque, ma su quali basi si poggia il pareggio?

Non conosco con precisione i numeri, ma da quanto è possibile capire dalle notizie dei giornali, si può dire che i pilastri sono:
1) La convenzione con l'Api
2) L'affitto dei locali di Via Roma
3) Le entrate dalla Quadrilatero
4) La variante di Castelferretti.

Riguardo la convenzione API, ricordando la supersonica velocità con la quale gli incaricati dal Comune hanno "studiato" le carte relative ai contenziosi con la raffineria, vi rimando alle ottime ri(ve)levazioni della Lista cittadini in Comune e vi invito a leggere l'articolo pubblicato oggi sul sito della lista CIC.

Con la struttura di Via Roma si spera di incamerare più di un milione di euro grazie ad un anticipo di otto anni degli affitti da parte della società che si aggiudicherà la gara per la gestione di una struttura per disabili. Ammesso che ci sia qualcuno che abbia la forza economica per anticipare così tanto denaro, su questo punto ci sono molti lati oscuri, primo tra tutti i costi della retta per chi verrà ospitato in tale struttura. Ricordo che il progetto originario dell'ex sindaco Carletti, prevedeva una attività di questo tipo, ma con caratteristiche sociali e non inprenditoriali.

Della Quadrilatero ritengo di aver esposto in maniera esaudiente il mio pensiero nel recente passato, che rimane immutato. Era una fregatura ieri per Falconara, lo è ancora oggi. Ma staremo a vedere gli sviluppi.

Della Variante di Castelferretti invece non resta che constatare come l'Amministrazione Comunale non rispetti il territorio ma al contrario lo consideri un semplice strumento per fare cassa.

Dunque si potrebbe dire che il modo in cui si è arrivati all'equilibrio di Bilancio è per lo meno discutibile. Tutto è basato su ipotesi che alcuni dicono irrealizzabili, di concreto c'è veramente poco. Inoltre manca una minima programmazione a breve e medio termine e alle prossime scadenze con il bilancio sarà veramente difficile trovare nuove entrate straordinarie, visto che tutto lo svendibile è stato utilizzato per l'equilibrio di quest'anno.
Da segnalare comunque che il Collegio dei Revisori ha certificato il Bilancio, facendo suonare però alcuni campanelli d'allarme.
Insomma se di equilibrio si tratta è sicuramente molto precario.