mercoledì 27 febbraio 2013

GRILLI PER LA TESTA

Non credo che si possa chiamare Tsunami il successo del movimento 5 stelle alle elezioni politiche. Uno tsunami quando arriva travolge tutto quello che incontra, con una forza devastante tale da alterare completamente le terre che invade.
 
Dico questo non per cercare di sminuire lo straordinario successo della lista di Grillo che è innegabile e sotto gli occhi di tutti, ma perchè sembra che l'onda si sia infranta sugli scogli delle Istituzioni, che evidentemente sono stati ben posizionati da quegli ingegneri della democrazia, padri costituenti del nostro Paese repubblicano.
 
In realtà il M5S adesso è costretto a rapportarsi con i meccanismi e con le Leggi che la Costituzione impone. Una specie di DAY AFTER per gli eletti che li catapulta in una realtà che forse fino a lunedì scorso non immaginavano. Adesso i parlamentari e i senatori eletti, hanno la responsabilità di decidere le sorti del Paese e per la prima volta forse dovranno sottoporsi alla complicata pratica della mediazione politica, del compromesso, termine che a loro fa venire la febbre immagino, ma che è invece il seme della democrazia e strumento indispensabile per poter far fare passi avanti alle proposte alle idee, ai sogni.   
 
Da oggi quindi dovranno sporcarsi le mani e raggiungere una mediazione costruttiva e propositiva, perchè stare in Parlamento comporta una grande responsabilità, un peso enorme per ogni persona che siede sull'ambìto scranno e che pensa che il suo ruolo sia quello di tutela del Bene Comune.
Del resto i cosiddetti grillini hanno deciso di invadere il campo proprio perchè ritengono (a ragione) che i partiti abbiano usato in maniera impropria l'Istituzione.  
 
Lo tsunami quindi non ha spazzato nulla, Grillo non ha vinto le elezioni, per ora ha semplicemente cristallizzato la situazione. Uno stallo che potrebbe essere deleterio al Paese e non credo che i milioni di italiani che hanno votato M5S lo abbiano fatto con l'intento di distruggere tutto. Lo tsunami potrebbe quindi effettivamente arrivare ma si avventerà sulle persone e non sulla casta.   
 
E' una bella prova per i neo parlamentari, dovranno decidere se cercare una mediazione, fare delle proposte, oppure lasciare che siano altri a decidere per loro. Insomma si tratta di dimostrare che oltre alla protesta il movimento 5 Stelle è in grado di fare proposte utili per l'Italia.
Una bella responsabilità che a me non farebbe dormire la notte.
Speriamo non abbiano grilli per la testa.

venerdì 22 febbraio 2013

PERCHE' DISCONOSCERE?

Ieri ho avuto una brutta sensazione all'assemblea organizzata dal neonato meetup di Falconara. Non tanto per le cose dette dagli organizzatori, abbastanza scontate secondo me, i quali ripercorrendo la strada del loro mentore con atteggiamenti reazionari e populisti, si prestano a campagne anticasta sparando sul mucchio.
 
Quindi non sono gli attivisti di Grillo a deludere, di loro ho idee precise e penso che alcune buone intenzioni siano usate come scudi per tutt'altri scopi (sarà il tempo a smentirmi).
 
Piuttosto sono dispiaciuto dal fatto che due persone, che mi onoro di considerare amici: Loris e Carlo, forse presi dal clima anticasta e antipartiti che si respirava in quella sala, si siano dimenticati di dire che alla battaglia civile sul rispetto dell'ambiente e contro la realizzazione del rigassificatore hanno partecipato varie componenti del tessuto sociale della città, compresi alcuni partiti, SEL in particolare che con estrema chiarezza ha sempre preso una posizione che non dà adito a interpretazioni. Al contrario ieri è stata evidenziata l'assenza delle forze politiche sul tema. 
 
Eppure siamo stati sempre attenti al dibattito in corso in questi ultimi anni, partecipando attivamente a tutte le iniziative. Io ad esempio penso di far parte ancora di quel movimento cittadino e non vorrei esserne stato escluso a mia insaputa. 
 
Trovo singolare che chi parla a nome di un comitato cittadino imposti una discussione mistificando un pò la situazione. Capisco che il clima pre-elettorale locale possa in qualche modo attivare modalità tatticistiche, ma arrivare a disconoscere un lavoro comune non credo faccia un buon servizio alla causa. Anche perchè grazie a quegli interventi c'è chi ha subito approfittato per affondare la lama sulla inaffidabiltà dei partiti classificandoli tutti allo stesso livello (infimo naturalmente). Parole anticasta, per me inaccettabili, che peraltro sono state pronunciate da chi, avendone avuto la possibilità, non ha voluto interrompere un capitolo pessimo di malapolitica anconetana.  
 
Spero tanto che la campagna  elettorale per il rinnovo del consiglio comunale a Falconara riesca a contenere il dibattito in ambiti di reciproco rispetto e di verità. Non faccio a tutti questa richiesta, ma spero che venga accolta da quelle persone di cui ho massima stima e rapporto di amicizia. Come Loris e Carlo per l'appunto.       
 
 

venerdì 1 febbraio 2013

SPENTA LA TORCIA DELLA RAFFINERIA

Oggi si è spenta la fiamma della raffineria Api di Falconara.
Alcuni giornali descrivono questo fatto quasi con sentimentalismo, in realtà quella fiamma, è il simbolo della presenza di un sito industriale ad alto impatto ambientale che ha illuminato il cielo per anni mentre allo stesso tempo inquinava l'aria e la terra circostante. Una fiamma che ha garantito il lavoro a migliaia di lavoratori i quali ora, non a causa delle istanze del movimento ambientalista ma per una scelta della proprietà dell'azienda petrolifera, rischiano seriamente il posto di lavoro.
 
Argomento spinoso quello della raffineria, chiunque si azzarda in considerazioni si presta a cattive interpretazioni più o meno strumentali. La verità è che l'azienda a causa della crisi dei consumi petroliferi e dei bassi costi di raffinazione di altri siti nel sud del mondo, ha optato (per ora) di sospendere la raffinazione per un anno. Quindi una decisione di carattere economico: non c'è il profitto e quindi stop. Non c'entrano nulla le istanze di quella parte della popolazione preoccupata per l'impatto ambientale e per la salute, la scelta non tiene conto quelle proteste che peraltro non hanno messo mai in discussione il diritto al lavoro dei dipendenti Api e dei lavoratori dell'indotto.
 
Ora resta il dubbio. Fiato sospeso per un anno per conoscere le sorti della raffineria, una decisione unilaterale con poche possibilità di dialogo e confronto. Perchè è sempre stato così con i dirigenti dell'Api, da sempre nessun dialogo soprattutto con le comunità del territorio, solo arroganza e chiusura.
 
Ora con questa situazione non resta che augurarsi che nell'anno di stand-by gli amministratori della città, la Regione Marche, i sindacati non perdano tempo e si preoccupino di trovare una soluzione al problema, che tenga conto della probabile chiusura definitiva. Che si facciano carico del futuro dei lavoratori, dell'economia locale, della riconversione dell'area e soprattutto della bonifica, che resta il problema più grande e che peserà su Falconara per molti anni, troppi!