martedì 30 luglio 2013

UNA FACCENDA CHE PUZZA (a Castelferretti)

Mi riecheggia in testa una frase del sindaco Brandoni all'indomani del recente incendio nella raffineria Api di Falconara Marittima: "chi doveva sapere sapeva". Frase pronunciata mentre c'era chi faceva notare che la popolazione quella sera è stata lasciata allo oscuro di tutto.

Teniamola in mente quella frase, che inquadra perfettamente la filosofia di questa amministrazione comunale sul tema della partecipazione e dell'informazione e della sicurezza.
Faccio questa premessa perché da alcune settimane, molti cittadini che abitano a Castelferretti sopportano una puzza sgradevole che li costringe a tenere chiuse le finestre nonostante il caldo. Nonostante le proteste di questi giorni, le richieste dei gruppi consiliari (clicca qui), l'amministrazione comunale si trincera dietro a cavilli burocratici e il problema rimane irrisolto.
documento pubblicato
 dall'assessore all'ambiente
(clicca per ingrandire)


Il sindaco che ha la responsabilità della salute dei cittadini invece di tergiversare avrebbe potuto agire in prima persona, con delle ordinanze, considerando che è noto l'impianto che provoca il forte disagio. Sarebbe molto importante conoscere la causa del cattivo odore e soprattutto sarebbe indispensabile fornire tutte le informazioni circa la tossicità o meno delle sostanze sprigionate.
Non è il primo anno che Castelferretti subisce questo problema, è un disagio che va avanti da parecchio, e non sono mancate le rassicurazioni da parte di alcuni assessori per una veloce risoluzione (clicca qui). Il problema invece si ripresenta puntuale ogni anno nonostante tutti sappiano da dove provengono i miasmi.

Devo dire che ho trovato singolare che durante gli incontri con i candidati a sindaco della recente campagna elettorale, i cittadini di Castelferretti non abbiano sentito il bisogno di affrontare questo problema. Nei vari incontri avrebbero potuto avere qualche rassicurazione o garanzia, ma purtroppo nessuno dei cittadini ha minimamente affrontato la questione. Adesso però che un sindaco c'è, è più che mai necessario che lo stesso prenda la questione di petto e trovi una soluzione.
Non so se gli odori possano essere collegati alla avvenuta realizzazione di un impianto di smaltimento di rifiuti tossici, presso una azienda che opera da tempo sul territorio nel campo degli smaltimenti, spurgo e trattamento di acque reflue.


clicca per ingrandire

Sembra comunque che il problema venga proprio da quella zona.
Non so nemmeno se i cittadini abbiano letto una determina dirigenziale del 05/09/2012 n. 534 della Provincia di Ancona che si occupa proprio dell'impianto  per l'eliminazione e recupero di rifiuti pericolosi e non pericolosi di Via Saline. E' un documento un po' lungo e tecnico che potete leggere cliccando qui
Quella determina è interessante perché modifica l'Autorizzazione Integrata Ambientale, e contiene tra le altre cose anche delle disposizioni e prescrizioni in materia di emissioni che vi riporto qui:
Prescrizioni in materia di emissioni in atmosfera
a) Per gli inquinanti riportati nella tabella 5.2.A del presente allegato, l’azienda è tenuta a rispettare, per ciascun punto di emissione, i valori limite in concentrazione ed in flusso di massa ivi riportati.
b) Nell’esercizio dell’impianto debbono essere prese tutte le misure atte a ridurre possibili fenomeni di emissioni diffuse, nonché tutte le misure atte ad evitare molestie olfattive in linea con le migliori tecnologie disponibili.
c) Entro il 31/12/2012 devono essere completati i lavori per la realizzazione del sistema di captazione tramite copertura totale della vasca di ossidazione. Il sistema di captazione convoglierà le emissione al punto E1. Nel frattempo le emissioni della vasca di ossidazione sono mitigate ed abbattute tramite il sistema di immissione di ossigeno liquido ed il sistema di abbattimento degli odori per nebulizzazione di soluzione acquosa contenente sostanza desodorizzanti. I parametri di emissione della vasca di
ossidazione B7 verranno monitorati come indicato alla tabella C16 del Piano di Monitoraggio e Controllo.
d) Entro il 31/12/2012 dovranno essere dotati di copertura e sistema di captazione collegato al punto di emissione E1 anche la vasca B1 e lo scivolo di lavaggio delle autobotti.
e) La ditta dovrà provvedere al lavaggio dello scivolo sopraindicato almeno 2 volte al giorno al fine di limitare il più possibile la giacenza di sostanza maleodoranti.
f) I sistemi di contenimento delle emissioni devono essere mantenuti in continua efficienza.
g) Tutte le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria dovranno essere annotate in un registro cartaceo/informatico dotato di pagine con numerazione progressiva ove riportare:
la data di effettuazione dell’intervento;
il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
la descrizione sintetica dell'intervento;
l’indicazione dell’autore dell’intervento
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorità preposte al controllo.
h) L’azienda è tenuta a comunicare all’Autorità competente, al Comune di Falconara Ma.ma, al Comune di Ancona ed all’ARPAM, motivando le cause entro dieci giorni dal fatto la disattivazione di un’emissione che si protragga per più di 48 ore, sia essa totale o parziale, temporanea o definitiva, indicando i tempi dell’eventuale riattivazione.
i) Nel caso in cui il gestore accerti la rottura o il malfunzionamento dei sistemi di contenimento, da cui derivi o possa derivare un superamento dei limiti di emissione:
informa entro 8 ore dal verificarsi del fatto l’Autorità Competente, il Comune di Falconara
M.ma, il Comune di Ancona e l’ARPAM;
sospende l’esercizio dell’attività fino al ripristino delle normali condizioni di esercizio qualora
la violazione possa causare un pericolo per la salute umana.
j) Gli impianti termici civili devono essere gestiti conformemente alle disposizioni di cui al Titolo II della parte quinta del D.Lgs. 152/2006.
Pur non essendo un esperto, credo che solo rispettando alla lettera queste disposizioni il Comune di Falconara possa (debba) avviare tutte le procedure con misure "atte a evitare le molestie olfattive".
Un'ordinanza in mancanza di informazioni dirette dell'azienda secondo me è più che mai auspicabile considerando che l'azienda "è tenuta a comunicare all’Autorità competente, al Comune di Falconara Ma.ma, al Comune di Ancona ed all’ARPAM, motivando le cause entro dieci giorni dal fatto la disattivazione di un’emissione che si protragga per più di 48 ore, sia essa totale o parziale, temporanea o definitiva, indicando i tempi dell’eventuale riattivazione".
In situazioni di pericolo, anche presunto, per la popolazione è obbligo chiedere la massima trasparenza e la massima velocità del Comune di affrontare e risolvere la questione. 
Credo che se ci si limita ad accontentarsi di frasi  del tipo: "chi doveva sapere sapeva", allora possiamo tenerci la puzza e tutto il resto.

  


domenica 28 luglio 2013

IL CLAMOROSO FLOP DELLE CASETTE DELL'ACQUA A PAGAMENTO

Alcuni mesi fa scrissi un post a proposito dell'installazione di alcune casette prefabbricate per la distribuzione di acqua refrigerata a pagamento a Falconara Marittima. (clicca qui). Una iniziativa che il sindaco Brandoni ha lanciato in piena campagna elettorale. Ora non sto a ripetere tutte le motivazioni delle mie critiche per questa iniziativa, Mi soffermo invece su una convinzione del sindaco ovvero che le fontanelle avrebbero suscitato un notevole interesse tra i cittadini e che addirittura la casetta sarebbe diventata a breve un luogo di incontro e socializzazione e un'occasione per poter allacciare amicizie, durante la coda di attesa per l'approvvigionamento.
 
Oggi 28 luglio alle ore 11.00, in una giornata molto calda che avrebbe dovuto spingere le persone a dissetarsi alla casetta dell'acqua, la situazione nel piazzale della chiesa dei frati era quella che vedete a lato.
 
Qualcuno potrebbe pensare che la foto sia stata scattata in un momento vuoto proprio per polemizzare, ma vi invito a andare a guardare di persona in ogni momento della giornata e potrete osservare una situazione simile.
 
In realtà durante la recente campagna elettorale, la casetta è stata frequentata da parecchi utenti che con l'auto si avvicinavano, riempivano le bottiglie di acqua fresca e gassata e ripartivano. Ma era in campagna elettorale, infatti dall'inaugurazione e per tutto il mese di giugno la distribuzione dell'acqua era GRATIS.
 
Da luglio, finita e vinte le elezioni la distribuzione diventa a pagamento come già stabilito dall'inizio e da quel momento la frequenza degli utenti è clamorosamente diminuita.
 
L'acqua, che è normale acqua dell'acquedotto, ma refrigerata e a richiesta gassata, adesso ha un costo, ma non solo: nessuno può attingere una sola goccia se prima non acquista una card e paga in anticipo un abbonamento.

clicca per ingrandire

  Tra le altre stravaganze ce n'è una di sapore discriminatorio, infatti l'abbonamento ha costi differenti a seconda che l'utente sia residente in città o meno. Risultato immagino di un ripensamento o di una mediazione, visto che inizialmente il sindaco aveva dichiarato che i non residenti non potevano usare l'impianto. (questa è una vecchia diatriba nota a Falconara, che ha spinto il sindaco a togliere l'acqua dalle fontanelle pubbliche cittadine per non farle utilizzare agli stranieri, senza tetto ecc.)
 
 
Dunque le rosee previsioni del sindaco sull'utilità e il funzionamento di queste casette sono state smentite dai fatti.
Il mega schermo delle casette fornisce i dati dei consumi dell'acqua e ognuno di noi può andare a vedere quanta acqua è stata erogata. Io l'ho fatto.
 
Le casette sono state inaugurate il 14 maggio in grande stile e l'acqua è stat gratis fino alla fine di giugno, per tutta la campagna campagna elettorale.
 

Ho fotografato il display della casetta per fermare l'immagine con i consumi.
3/7/2013
16/7/2013
 
 
 
28/07/2013
 
Si può vedere molto bene come i consumi siano stati considerevoli nel periodo di erogazione gratuita. Infatti i litri prelevati dall'inaugurazione al 3 luglio erano ben 66280. Una verifica fatta al 16 luglio segnava 72020 per arrivare al controllo di oggi 79620. Insomma i cittadini hanno acquistato  circa 13300 litri nel mese di luglio contro i 66280 del periodo gratuito della campagna elettorale.
 
Ricordo a tutti che il costo dell'acqua è a carico di ogni cittadino, anche se non ne  ha mai bevuto un solo goccio da quelle casette, così come il costo dell'energia elettrica; in totale secondo una stima dell'amministrazione comunale il costo si aggira intorno ai 4000 euro all'anno. (il contratto con l'azienda proprietaria delle casette è di 20 anni).
 
Credo che sia più che chiaro il flop di questa iniziativa che garantisce guadagni alla società privata che gestisce le casette, costi alla collettività, ma che in compenso ha dato un po' di visibilità gratuita durante la campagna elettorale. 
 
Questa speculazione sull'acqua accade mentre in città sono stati eseguiti circa 300 distacchi dei contatori a cittadini in difficoltà economiche, e mentre la fontanella gratuita di Piazza Mazzini è stata seppellita da circa un mese sotto un palco impedendone un qualsiasi uso, e mentre la fontanella originaria della piazza dei frati è ancora semi nascosta e quindi quasi impossibile usarla, proprio dalla casetta di acqua a pagamento (clicca qui).  
 
 




giovedì 25 luglio 2013

LA SICUREZZA PASSA SUL FILO


Il manifesto che vedete è una delle tante e dispendiose attività della appena trascorsa  campagna elettorale del sindaco Brandoni. Il manifesto fa ancora bella mostra di sé in città. Forse l'ultima iniziativa mediatica che riguarda non a caso la questione sicurezza.

Proprio il cavallo di battaglia di 5 anni fa con cui si presentò ai falconaresi e grazie a cui ottenne un sufficiente numero di voti.

I falconaresi però sanno bene che la politica sicuritaria minacciata dall'amministrazione comunale non ha sortito alcun effetto anzi la percezione di insicurezza è accresciuta tra la popolazione.

A poco sono servite le innumerevoli ordinanze degli ultimi anni, le recinzioni, i distacchi dell'acqua dalle fontanelle pubbliche, gli allontanamenti coatti, la demolizione di baracche, se non ad alimentare sentimenti di paura e insicurezza appunto.

Dopo questo plateale fallimento e dopo la sua rielezione, il sindaco riparte alla carica, e lancia una nuova iniziativa che secondo me è preoccupante. E qui torno al manifesto con il quale il sindaco annunciava qualora eletto l'attivazione di un numero verde per le segnalazioni dei cittadini di fatti legati alla sicurezza.

Oggi il Resto del Carlino riporta le parole del sindaco che a seguito di due fatti di cronaca accaduti il giorno precedente, coglie la palla al balzo per preannunciare che, qualora il bilancio lo permettesse, istituirà il numero verde collegato però non alla polizia municipale, ma ad un corpo di polizia privata che vigilerà sul territorio autonomamente in orari in cui la polizia è fuori servizio. (sta valutando alcuni preventivi)

Insomma nonostante i fallimenti dei tentativi di tolleranza zero degli anni passati, il sindaco persevera utilizzando soldi pubblici che invece dovrebbero essere utilizzati alle politiche sociali. Perchè è chiaro che la questione sicurezza legata alla microcriminalità di sbandati non si risolve con il pugno di ferro, ma con una politica sociale e culturale che riguarda non solo i Rom e i senza tetto, ma anche un numero crescente di persone che stanno attraversando periodi drammatici che li spingono verso il mondo dell'illegalità.

Politiche sociali dunque, ma anche politiche di riqualificazione della città, promuovendo attività culturali, ricreative ed commerciali per restituire la città ai cittadini, a tutti i cittadini

Purtroppo questo sindaco però preferisce (non) risolvere il problema. A lui basta una dichiarazione di forte impatto mediatico, parole da vero sceriffo, per tenere buono il suo elettorato, che però nel frattempo è insicuro, proprio per le denunce di pericolo quando leggono sui giornali le sue dichiarazioni che allarmano e non trovano mai una soluzione.

Mi permetto un suggerimento retorico al sindaco: lasci il compito del controllo del territorio e della sicurezza alle autorità competenti e pubbliche e invece di attivare un nuovo numero verde, cerchi piuttosto di far funzionare con efficienza il numero verde che già esiste. Anche quel numero riguarda la sicurezza anche se ambientale e che nelle ultime settimane a causa di "disguidi" ha trasmesso una cattiva percezione alla popolazione... come dire una diffusa percezione di insicurezza ambientale.  Ma forse li dipendono altre alte motivazioni.

mercoledì 24 luglio 2013

NO AI DISTACCHI DELL'ACQUA A FALCONARA



A Falconara Marittima  nel 2012 ci sono stati circa 300 distacchi delle forniture idriche domestiche per morosità  (fonte AATO2). Un dato drammatico che mette in luce il disagio e le difficoltà economiche che affrontano numerose famiglie.
 
Significa che se in città ci sono persone impossibilitate a pagare la bolletta dell'acqua, molto probabilmente le stesse trovano già grosse difficoltà a sostenere anche le altre spese necessarie per ottenere un livello dignitoso di vita. Significa che le stesse persone non riescono a pagare l'affitto, i pasti dei figli  a scuola dei figli, le bollette di luce e gas, eccetera.
 
Una situazione di grave emergenza sociale che l'amministrazione comunale non può ignorare. L'erogazione dell'acqua dev'essere garantita a tutti i cittadini, anche in caso di morosità, ed è una vergogna che una società partecipata a capitale pubblico utilizzi questi metodi coercitivi per un bene riconosciuto da tutti come BENE COMUNE quindi a disposizione di tutti.
 
In questa grave situazione di emergenza il Comune DEVE trovare una soluzione per risolvere il problema. Una soluzione che non può limitarsi all'assistenzialismo ad personam, ma deve avere al contrario le caratteristiche di un intervento strutturale e continuativo.
 
Il Comune potrebbe farsi promotore verso Multiservizi spa, di cui è socia, per intervenire nelle tariffe per l'uso pubblico, prevedendo la gratuità di un minimo di consumo di acqua sufficiente per ogni persona. Avvalorando così l'esito del referendum  con cui si dichiara che l'acqua è un bene comune a disposizione di tutti e per questo non assoggettabile al profitto.
 
Sarebbe auspicabile che I gruppi e i consiglieri comunali di Falconara adottassero le stesse misure  dei loro colleghi di alcune città delle provincia di Ancona tra cui Ancona e Senigallia che sono intervenuti con interrogazioni e per chiedere ai Comuni di  garantire 50 litri di acqua al giorno alle famiglie indigenti e che non si proceda più a distacchi per morosità da parte di Multiservizi spa senza prima aver interpellato i Comuni di appartenenza.



  
 
 
 


giovedì 18 luglio 2013

SLALOM ALLE INTERROGAZIONI ( in consiglio comunale)

Il Consiglio comunale di oggi a Falconara, oltre ad espletare le formalità di rito della composizione delle commissioni, è stato convocato per dare risposta ad un paio di interrogazioni presentate da parte dell'opposizione (PD). Una riguardava la realizzazione di un centro commerciale al confine di Castelferretti (uscita A14 Ancona Nord), e l'altra invece riguardava i recenti incidenti avvenuti nella raffineria Api a pochi giorni dalla riapertura.
 
Si deve dare atto alla maggioranza e al sindaco Brandoni della capacità di smorzare le questioni e tentando di rendere inoffensivi i tentativi della minoranza.
 
Sulle due questioni però il sindaco pur ostentando sicurezza su quanto stava affermando non ha detto il vero.
 
Sulla questione degli incidenti rimane inquietante il fatto che il Comune a distanza di almeno 9 ore dal primo incidente, quello del 8 luglio, non sia stato in grado di dare informazioni di alcun tipo e/o rassicurazioni ai cittadini. Un fatto gravissimo per un Comune che si trova in un'area ad alto rischio di incidenti rilevanti. La legge infatti in materia è molto chiara, come è chiaro che nel caso in questione il Comune non si sia attivato come avrebbe dovuto. Basta leggere il dépliant distribuito ai cittadini e visibile sul sito Istituzionale del Comune (pagine 4- 5-6-7). Un "disguido" così ha dichiarato il sindaco sui giornali, che potrebbe costare molto caro ai cittadini.Non possiamo far altro che fidarci sulla sua parola d'onore e dormire sonni tranquilli.
 
Riguardo la questione del Centro Commerciale di Ancona Nord invece, il Sindaco continua a dire che non era a conoscenza della sua realizzazione, tanto che all'arrivo delle ruspe alcuni mesi fa, si è attivato chiedendo spiegazioni a vari enti (regione, provincia, comune Chiaravalle ecc). Il sindaco ha letto in consiglio comunale la risposta dell'ufficio tecnico di Chiaravalle da cui evince le prove della sua inconsapevolezza.
Questo è il Paese in cui le cose si fanno sempre a insaputa di qualcuno, i fatti scandalosi di questi ultimi giorni sulla Spy-story kazaka  ne è la conferma ed anche qui, anche se per fatti meno rilevanti sembra che si voglia percorrere la stessa strada. 
 
Il sindaco ha ragione quando dice che un comune non può "mettere bocca" sulle scelte di un altro comune. Ha ragione fino a un certo punto però. Di sicuro ha l'obbligo di informarsi soprattutto se le conseguenze delle scelte ricadranno sul suo territorio. Ed è veramente paradossale che il Sindaco Brandoni si sia attivato solo alla vista dei bulldozer.
 
Ma non ha assolutamente ragione quando dice di non saperne nulla, perché un buon sindaco dovrebbe conoscere le deliberazioni del suo Comune, anche quelle precedenti al suo mandato. Se solo avesse approfondito la ricerca avrebbe trovato in archivio un documento firmato dall'allora commissario straordinario Dott. Ruffo e dal sindaco di Chiaravalle Dott.ssa Montali che con cui si accoglieva la richiesta di un tavolo istituzionale convocandolo per il giorno 1/2/2008. La richiesta dell'attivazione dell'accordo di programma aveva un titolo inequivocabile: "AMPLIAMENTO DEL POLO COMMERCIALE - DIREZIONALE E NUOVO ASSETTO VIARIO TERRITORIALE NELLA ZONA DEL CASELLO AUTOSTRADALE A14 - ANCONA NORD. Faccio presente che solo un paio di mesi dopo la data di questo documento Brandoni diventò sindaco della città di Falconara.
 
Quel documento che conteneva progetto e planimetrie prevedeva una struttura ricettiva, quindi un Hotel, e due lotti per insediamenti commerciali e direzionali. e la realizzazione di una bretella che andava a insistere sul territorio di Falconara che collegava il centro commerciale con le case UNRRA. Una bretella che fu annunciata con enfasi anche alla stampa dall'allora e attuale assessore Astolfi. (clicca qui)
 
La realizzazione del progetto si è poi bloccata a causa della mancanza di autorizzazione per la parte riguardante il centro commerciale, ma che in secondo momento è stata superata grazie all'escamotage della frammentazione dei lotti riservati all'area commerciale.
 
Due risposte alle due interrogazioni al Consiglio comunale di oggi che sono state assolutamente insufficienti e che chiedono ulteriori verifiche. Spero che i consiglieri di minoranza prestino attenzione e non si accontentino di laconiche risposte.     

lunedì 15 luglio 2013

L'ABBANDONO DEI RIFIUTI UNA GUERRA PERSA.

Solo alcuni giorni fa una agenzia di stampa lanciava un comunicato dell'Amministrazione Comunale di Falconara Marittima: "Falconara, Continua senza tregua la lotta contro l’abbandono dei rifiuti".
 
Una notizia diffusa a pochissimi giorni dalla riconferma del Sindaco Brandoni, per comunicare il successo "dell’attività di contrasto mirata a prevenire gli illeciti ambientali" suggellata con una sanzione nei confronti di due persone non residenti.
 
Dal tono dei comunicati stampa sembrerebbe che l'amministrazione abbia lanciato una vera lotta senza quartiere contro i maleducati inquinatori, ma in realtà quella notizia non è stata altro che una ennesima trovata propagandistica. Basta girare un pò per la città per verificare che quasi dappertutto ci sono rifiuti abbandonati, la foto scattata il 12 luglio scorso immortala via Cesanelli, ma potrebbe essere una delle tante vie di Falconara, in cui materassi, televisori, armadi e suppellettili vari fanno bella mostra di se.
 
Si tratta della scarsa sensibilità ed educazione delle persone, è chiaro, Ma anche della mancanza di controlli più volte annunciati da questa amministrazione comunale che sembra però non essere all'altezza della situazione. Manca anche una corretta e continuativa informazione ed educazione alla raccolta differenziata, ma questo argomento è abbastanza ostico, infatti di raccolta a porta a porta non se ne parla nemmeno.
 
L'argomento però tornerà di stretta attualità tra poco, quando pagheremo la TARES: in quel caso forse i cittadini, colpiti nelle tasche forse apriranno gli occhi.    




sabato 13 luglio 2013

LA SOLIDARIETA' E' UNA COSA SERIA

Manifestazione lavoratori api
Ieri ho partecipato alla manifestazione dei lavoratori dell'Indesit a Fabriano. Tante persone in corteo e tanta solidarietà e preoccupazione per il rischio delocalizzazione e chiusura degli impianti. Tanta solidarietà dalla città. Quasi tutti i negozianti hanno tirato giù la serranda e non era per nulla scontato.
 
Ho pensato mentre ero in corteo che questo tipo di solidarietà difficilmente si potrà trasferire nella mia città: Falconara Marittima, che vive un altro momento difficile con la crisi del settore petrolifero che mette in discussione l'attività produttiva della Raffineria API. Ho pensato questo perchè tra i lavoratori Api e gran parte dei cittadini non c'è mai stato un dialogo costruttivo sulla questione, ognuno chiuso nelle proprie posizioni. Un dialogo che considero invece indispensabile.
 
Tornato a casa mi capita di leggere un comunicato stampa di una rappresentante sindacale, Lina Rossi, dell'UGL Provinciale che scrive una nota dal titolo: “L'Api non va strumentalizzata per scopi di propaganda politica”. Una nota di indignazione, di denuncia e di critica nei confronti dei politici che secondo lei hanno sfruttato gli incidenti avvenuti nei giorni scorsi per fare demagogia con falsi allarmismi.
 
Questo comunicato arriva a due giorni dalla riapertura dell'impianto di raffinazione, chiuso per alcuni mesi a causa della crisi. ma arriva anche dopo tre incidenti avvenuti nella raffineria negli ultimi due mesi, uno dei quali ha provocato la morte di un lavoratore in subappalto.
 
Mi chiedo quale demagogia ci sia nel denunciare la scarsa sicurezza nell'industria, e se si possono considerare falsi allarmismi incidenti con morti e incendi. 
 
La responsabile sindacale si dice indignata, ma mi domando come mai non ho letto una nota di indignazione dopo l'incidente del 30 maggio scorso per la morte per ustioni che ha provocato. Mi domando come sia possibile minimizzare il rischio affermando che con l'incendio del 8 luglio non ci sono state fuoriuscite inquinanti, quando una nuvola minacciosa ha attraversato il cielo di Falconara e che "SOLO" il vento ha impedito che si dirigesse sulla città.
 
La signora parla di indignazione.  Anche io sono indignato, perchè è incredibile che una forza sindacale prenda posizioni a difesa dell'azienda quando il suo dovere è quello della tutela dei lavoratori, per la difesa del posto di lavoro e per la tutela della salute e sicurezza di tutti.
 
Sono indignato perchè quella nota è stata scritta non per chiedere maggiore sicurezza, ma per minimizzare e giustificare gli incidenti: "l'Api non è come accendere il motore della loro motocicletta".
 
Sono indignato perchè gli incidenti sono scivolati via senza clamori da parte dell'azienda, del Comune di Falconara, della Regione Marche, e purtroppo anche da parte dei sindacati, più preoccupati a non ritardare l'apertura di lunedì prossimo che a sincerarsi delle condizioni di sicurezza.
 
Sono indignato perchè solo alcune settimane fa, la Corte di Appello ha condannato 3 dirigenti della raffineria API per l'incidente del 25 agosto 1999 in cui morirono due lavoratori e non ho letto alcuna lettera di indignazione da parte delle forze sindacali. Una sentenza che ha ribaltato la decisione in primo grado che aveva individuato come unico colpevole un lavoratore dell'Api. Un uomo, un lavoratore della raffineria che è stato scagionato da accuse infamanti. Un uomo che però non ha potuto gioire dell'assoluzione perchè nel frattempo, nelle lungaggini del processo, è morto. Morto con l'angoscia nel cuore per un accusa dimostratasi falsa.
 
Mi fa indignare che i sindacati non abbiano sentito la necessità di esprimersi su questa importantissima sentenza che riporta giustizia e verità sull'accaduto.
 
Quando parlo di solidarietà mi riferisco a questo e mi riallaccio all'apertura del mio post, la solidarietà della città ai lavoratori dell'Indesit. La solidarietà non c'è a Falconara. I lavoratori dell'API danno l'impressione di volersi chiudere nel recinto della raffineria, credono di essere un colletivo ma in realtà sono isolati, non cercano la solidarietà, non sono interessati al dialogo.
 
Questo mi indigna. 
Sono indignato ma non sono sorpreso dalle dichiarazioni che la dirigente UGL fa nei confronti dei politici con un velato tono minaccioso: "...non tirate troppo la corda perché noi, i nostri mariti, i nostri figli che rischiano, sono Pronti e preparati, sono professionali ed hanno una coscienza, non possono contare sulle poltrone o sui vostri compensi e si ricorderanno di voi al momento più opportuno”. Sul comunicato la signora Lina Rossi scrive riferendosi ai politici: "sono indignata perché loro seduti su poltrone sicure e stipendi da favola vogliono lasciare sulla strada a morire di fame i lavoratori che dovrebbero invece rappresentare".
 
Lo dico da politico che non ha alcuna poltrona sicura e stipendio da favola, forse la "poltrona sicura" è quella in cui sta seduta la dirigente sindacale,  e lo dico da politico e da disoccupato senza tutele che con la sua contribuzione di tanti anni di lavoro non ha alcun ammortizzatore sociale, contributi che però vengono utilizzati per sovvenzionare il contratto di solidarietà dei lavoratori dell'API, soldi messi sul tavolo senza nemmeno conoscere un piano industriale della raffineria che possa far sperare ad un rilancio dell'attività. Sovvenzioni che servono solo ad allungare di un anno la data della chiusura.  
Ma ai sindacati evidentemente basta questo.

mercoledì 10 luglio 2013

DUBBI SUL PIANO DI EMERGENZA PER I RISCHI AMBIENTALI A FALCONARA

Ieri mattina verso le 8.45 ho pensato di telefonare all'ufficio per le emergenze ambientali del Comune di Falconara, per ottenere qualche notizia utile sull'incidente all'interno della raffineria Api di Falconara Marittima della notte scorsa e per conoscere lo stato di pericolosità.
 
L'incendio della notte scorsa infatti aveva messo in allarme un numero considerevole di persone ed attraverso la rete e social forum arrivavano notizie e foto non rassicuranti. Alcuni avevano telefonato al numero verde delle emergenze ma dicevano di non aver ricevuto alcuna informazione utile. Ecco perchè l'indomani decisi di prendere il telefono e sentire in prima persona lo stato delle cose.
 
La voce femminile che mi ha risposto molto gentilemente non ha potuto soddisfare alcuna delle mie domande. Mi interrompe dicendo che purtroppo non aveva nessuna notizia a riguardo, invitandomi a telefonare il giorno dopo perchè in mattinata in Comune ci sarebbe stata una riunione e solo allora avrebbe potuto dare informazioni precise. Ho fatto notare alla signora che è abbastanza singolare che un ufficio che si occupa di emergenze ambientali non abbia nulla da dire dopo un incendio che ha tenuto sveglia tanta gente, ricordardo che esiste una procedura in caso di incidenti e che il Comune è parte integrante del coordinamento del centro operativo. Chiudo la telefonata rimandando l'appuntamento al giorno dopo ovvero a oggi.
 
Infatti oggi telefono di nuovo e la signora sempre molto gentilmente mi riferisce quanto scaturito dalla riunione.
 
L'incidente è stato provocato dalla "perdita di vapori infiammabili contenenti zolfo e idrogeno" che a contatto con l'aria sono andati in combustione. L'incidente è stato valutato in un primo tempo di categoria I e poi di categoria II, ma l'Arpam dichiara che non ci sono ricadute ambientali sul territorio. La signora poi mi assicura che il Comune ieri era stato avvertito secondo le procedure.
 
A questo punto ho fatto alcune domande:
Chi decide la categoria di emergenza? La risposta non è stata molto precisa ma sembra che la decida la squadra di emergenza della raffineria.
Come mai nonostante il Comune fosse a conoscenza dell'accaduto non è stato in grado di fornire alcuna notizia attraverso il numero verde che risponde ai cittadini sulle emergenze?
Ho fatto notare che la stampa oggi riporta una dichiarazione del Sindaco con la quale dichiara di essere stato lungamente al telefono con l'AD della raffineria per tutta la notte, e allora:
come mai il sindaco non ha inviato nemmeno una nota all'ufficio emergenze ambientali? 
Sui giornali oggi il sindaco afferma che con l'emergenza di categoria I non è prevista la comunicazione al Comune. (tra l'altro la categoria I poi è stata innalzata a II)
Come mai nonostante l'incidente in corso nella raffineria sono transitati tre treni? La risposta è stata che la decisone dspetta a RFI e che i treni transitati non erano passeggeri ma merci.
E se i treni merci avessero trasportato materiale infiammabile? Questa domanda non l'ho fatta ma la pongo ora a chi legge.
 
 
Dunque ancora una volta durante una emergenza abbiamo potuto registrare quanta disorganizzazione e quanta sufficienza ci sia nel gestire una situazione che potrebbe avere conseguenze ben più pericolose di quelle rischiate l'altra notte
 
Voglio evidenziare che le affermazioni del sindaco sui giornali circa la procedura di informazione sono smentite dall'opuscolo distribuito ai cittadini (D.lgs 334 del 19 agosto 1999)  secondo cui il Coordinamento operativo deve essere sempre tenuto informato per ogni tipo di incidente e  che prevede:
L'allertamento nei casi di incidenti minori con una informazione per chi ne fa richiesta a titolo conoscitivo.
Il Preallarme invece è una informazione DIRETTA, per incidenti di categoria I con ipotesi di aggravamento a categoria II, fornita a tutti i cittadini finalizzata alla conoscenza dell'accaduto e della sua evoluzione  
Infine c'è L'allarme, informazione DIRETTA e SPECIFICA, finalizzata a fornire notizie comportamentali e di autodifesa e organizzative i caso di evacuazione.
 
Secondo queste norme quindi sembrerebbe che qualcosa nella gestione dell'emergenza non sia andata come avrebbe dovuto.
 
Ho provato a fare altre domande alla signora dipendente dell'ufficio ambiente del Comune, ma ha tagliato la conversazione riferendo che il sindaco è comunque disponibile a discutere della questione previo appuntamento.
 
Prendo per buona questa disponibilità, ma rilancio e faccio al sindaco una proposta:
Perchè caro sindaco non convoca un consiglio comunale aperto sulla questione della sicurezza sui grandi rischi lasciando potere di parola anche ai cittadini? 
 




ANCORA UN INCENDIO IN RAFFINERIA DOPO 15 ORE

Dal resto del Carlino del 9 luglio 2013

Questa sera, attorno alle 21, c'è stato un altro incidente dopo quello nella notte tra lunedì e martedì. Si è verificato uno sversamento di idrocarburi, causato probabilmente sempre al riavvio degli impianti dopo il fermo, che avrebbe interessato anche le fognature.
Sul posto si sono precipitate le squadre dei vigili del fuoco da Ancona con un tecnico e l’Arpam. La situazione è stata tenuto sempre sotto controllo e attorno alle 22 l’allarme è rientrato. Ora sarà da valutare l’entità della fuoriuscita.
Ad ogni modo, il carburante non è finito in mare, ma nei bacini di protezione e subito raccolto. Lo riferiscono fonti dell’azienda dopo il pre-allarme scattato a 24 ore di distanza dall’incendio che ha interessato, la sera dell’8 luglio, uno scambiatore di calore dell’impianto per la desolforazione dei gasoli per autotrazione, senza danni alle persone e con “impatto ambientale assolutamente non significativo” secondo l’azienda.
 
Dal Messaggero 10 luglio 2013
 

martedì 9 luglio 2013

ANCORA UN INCENDIO ALLA RAFFINERIA API DI FALCONARA

Stanotte ancora un incidente alla raffineria API di Falconara Marittima. Alle 23.30 circa un boato e un incendio hanno movimentato la nottata. Le notizie seppur frammentate e generiche le riportano alcuni siti di informazione locale. Sembra che la causa sarebbe una fuoriuscita di gasolio dalla tubazione dell'impianto di desolforazione. Secondo i giornali online non ci sarebbero feriti, almeno non gravi.

E' il secondo incidente rilevante da quando sono iniziati i lavori per la riapertura della raffineria, chiusa dalla società quasi 7 mesi fà per permettere i lavori di riconversione della centrale elettrica e per colpa della crisi del settore petrolifero. L'altro incidente è accaduto il 30 maggio scorso e provocò la morte di un operaio. ma questo è solo un altro incidente da aggiungere ai tanti già accaduti.

Purtroppo ancora una volta la macchina informativa del Comune di Falconara non ha funzionato, e ogni volta, in questi casi, viene da chiedersi in che modo viene gestita l'emergenza.

Ad esempio chi giudica il grado di pericolosità dell'incidente?
Questo è un particolare da non sottovalutare perchè la popolazione viene avvertita secondo un criterio di pericolosità. Stanotte chi dormiva beatamente con le finetre aperte, visto il caldo estivo, ha sicuramente respirato sostanze di cui avrebbe fatto volentieri a meno se solo fosse stato avvertito. Il boato infatti è stato avvertito solo dagli abitanti dei quartieri a ridosso della raffineria. Alcuni testimoni raccontano che dopo l'esplosione si è alzata in cielo una densa colonna di fumo molto alta.
Altro particolare da tenere in considerazione, è il fatto che durante l'incendio e le operazioni di spegnimento siano passati all'interno della raffienra ben 3 treni (la ferrovia che collega Ancona con Bologna passa dentro la raffineria) ed è strano visto che esiste una procedura di emergenza che blocca il passaggio dei treni.

La cosa che più è preoccupante però è che questa mattina, l'ufficio ambiente del Comune di Falconara, chiamato alle 8.40 non è stato in grado di dare alcuna informazione, affermando che non erano arrivate informazioni ufficiali da parte della raffineria e che le informazioni le avrebbero date solo dopo la riunione che si sarebbe svolta in mattinata. Esiste però un coordinamento per le emergenze e il protocollo di prevede che in caso di incidenti la raffineria DEVE comunicare con le autorità pubbliche. E' evidente che qualcosa tra il ricevente e il trasmettente non ha funzionato.
 
A breve è prevista una "reinaugurazione" dell'impianto di raffinazione che riprenderà a pieno ritmo l'attività. Una inaugurazione in pompa magna con la presenza di politici, industriali e con la presenza annunciata anche del Ministro allo Sviluppo Economico Flavio Zanonato. Speriamo che tra un pasticcino e un brindisi o durante un bel pranzo ci sia il tempo di parlare di sicurezza e di sviluppo sostenibile, anche per questa bistrattata città.

Il problema della sicurezza nella raffineria è grave riguarda i lavoratori ma anche i cittadini, ed è purtroppo ancora sottovalutato a vari livelli. Dalla Amministrazione del Comune di Falconara è però quanto mai necessaria una politica seria per la prevenzione e per la gestione di incidenti di questo tipo, per evitare che situazioni peggiori di questa possano portare gravi danni alla città e alle persone.

Ma Falconara non sembra in grado di tenere alta l'attenzione su questo problema, mi domando ad esempio che fine abbiano fatto i Vigili ambientali, che in passato avevano dato segno di professionalità e di autonomia nelle emergenze ambientali.
 
Faccio questa domanda rileggendo una delibera del Consiglio Comunale N. 54 del 25/09/2008, un Ordine del Giorno a firma del consigliere Loris Calcina: "... le problematiche e le responsabilità ambientali che riguardano il territorio del Comune di Falconara Marittima ed i vicini Comuni dell'AERCA sono sempre più pressanti e complesse, Il Consiglio Comunale di Falconara Marittima esprime l'opportunità che nell'ambito del corpo di P.M. vengano organizzati progressivamente specifici corsi e aggiornamenti professionali affinché tutti gli agenti possano concorrere a svolgere atti di prevenzione, indagine e repressione delle irregolarità e dei reati ambientali".
 
Un Ordine del Giorno votato all'unanimità quindi anche dall'attuale sindaco Brandoni.
 


domenica 7 luglio 2013

CHI MAL COMINCIA E' A META' DELL'OPERA

Indubbiamente la neo eletta amministrazione Brandoni è partita con il piede sbagliato.
 
Se la questione di presunta incompatibilità di Stefania Signorini,  una dei candidati più votati al consiglio comunale si può considerare una questione di tipo etico, morale oltre che regolamentare, la sentenza della Corte d'Appello sull'incidente della raffineria Api a Falconara che ha condannato i vertici dell'azienda responsabili della morte dei due dipendenti, è una questione gravissima che fa riemergere tutta la mediocrità degli amministratori del Comune di Falconara.
 
Rinunciando a tutti i contenziosi che il Comune aveva con la società petrolifera infatti, in primo luogo Brandoni, ma anche tutta la sua riconfermata Giunta e i suoi consiglieri comunali, non hanno fatto altro che dimostrare lo stato di subalternità che ha soffocato l'interesse della comunità.
 
Alla città è mancata da parte della sua amministrazione la forza di chiedere giustizia e chiarezza su una delle pagine più tristi della sua storia. La rinuncia alla costituzione di Parte Civile in quel processo, come ha fatto il Comune di Falconara, significa aver provocato un grave danno economico oltre che di immagine. 

Due questioni che non possono restare sotto traccia. Mi auguro che le forze politiche, le associazioni e i cittadini si uniscano per chiedere conto e per fare chiarezza.

venerdì 5 luglio 2013

TAPPATA LA BUCA MA...


La buca profonda e pericolosa segnalata nei giorni scorsi è stata in qualche modo chiusa. Non sono un tecnico ma non mi sembra un gran lavoro, comunque almeno il rischio di rompersi una gamba è scongiurato.
 
La segnalazione da questo blog evidentemente funziona, visto che quella buca faceva bella mostra di se già da parecchi mesi completamente ignorata.
 
(08/07/2013) E' NECESSARIO FARE UNA PRECISAZIONE. Il lavoro di sistemazione della buca non è opera del Comune di Falconara, ma è una iniziativa privata!
 
Se la segnalazione funziona allora sono sicuro che anche le buche che si trovano a soli 3 metri da quella appena sistemata verranno sistemate a breve. I crateri si trovano nel piccolo piazzale di sosta, sempre in Via Roma, un piazzale in completo abbandono che si allaga fino a diventare un lago quando piove e produce enormi polveroni quando invece non piove.
 
 

mercoledì 3 luglio 2013

IL PROCESSO E IL PIATTO DI LENTICCHE


Il problema è che le persone tendono a dimenticare in fretta, in Italia soprattutto, altrimenti certe anomalie non si ripeterebbero.

Eppure chi c'era a Falconara Marittima all'alba del 25 agosto 1999 dovrebbe ricordare bene il boato dell'esplosione all'interno della raffineria Api che svegliò la città.

2 lavoratori morti
2 quartieri e centinaia di cittadini in fuga
10 cittadini ricorsi alle cure mediche per le esalazioni dei fumi dell’incendio
1 treno transitato tra le fiamme
1 Km e mezzo di territorio interessato da una pioggia solida e liquida di detriti ed idrocarburi
3 ore circa di paralisi totale del traffico aereo, ferroviario e stradale.

 

Il Comune di Falconara con l'allora sindaco Carletti si costituì parte civile contro la raffineria rivendicando che "...che dall'incendio devastante del 25/08/1999 presso la Raffineria Api sono derivati alla citta' di Falconara M.ma gravi danni di natura patrimoniale e non patrimoniale, per la perdita dell'uso di parte del suo territorio e per la lesione dell'immagine della citta', della sua sicurezza e della sua vivibilita', particolarmente gravi per una citta', come Falconara M.ma, con vocazione balneare e turistica...considerato che tali danni vanno risarciti, come pacificamente riconosciuto (per tutte v. Cass. Civ. sez. I 10/07/1991 n. 7242);" (delibera di Giunta)

 
Una decisione più che mai giusta alla luce del fatto che in quell'incidente morirono due operai e che la città ferita non poteva restare silente di fronte a quel grave incidente. La richiesta risarcitoria fu quantificata in 12 milioni di euro.

 
Oggi a 14 anni di distanza la Corte di Appello ha ribaltato la prima sentenza e condanna i vertici di allora della raffineria che in primo grado erano stati assolti per insufficienza di prove. Un anno e due mesi per omicidio colposo - il reato di incendio è prescritto - all’ex capo servizio manutenzione Sergio Brunelli, all’ex responsabile manutenzione off-site Claudio Conti e all’ex direttore del petrolchimico falconarese Franco Bellucci. (Corriere Adriatico)

 
Ma come ho detto all'inizio in questo Paese dimentichiamo in fretta e Falconara non fa eccezione.

 
Nel 2009 il consiglio comunale di Falconara con il sindaco Goffredo Brandoni decise con voto favorevole di tutta la destra, di rinunciare nei confronti dell'Api "... ad ogni azione, citazione, ricorso, costituzione di parte civile ed agli atti tutti dei giudizi relativi pendenti alla data di sottoscrizione della presente convenzione a fronte del versamento in favore del Comune a totale tacitazione saldo e stralcio della complessiva somma di Euro 3.000.000,00(Tremilioni/00) di cui Euro 2.000.000,00 entro dieci giorni e Euro 1.000.000,0 (Unmilione/00) entro 90 (novanta) giorni dalla data in cui sarà resa esecutiva la presente convenzione a seguito dell’approvazione della relativa delibera da parte del Consiglio Comunale e all’avvenuto perfezionamento di tutti gli adempimenti previsti per procedere alle rinunce nei singoli procedimenti. Le parti danno quindi mandato ai rispettivi legali di procedere alle reciproche rinunce definendo tutto quanto all’uopo necessario con spese legali interamente compensate".
 

Il sindaco Brandoni si vantò all'epoca di questa operazione che in realtà aveva lo scopo di spianare la strada alla raffineria per la realizzazione di una centrale a ciclo combinato della potenza complessiva di 580 MWe ed in questo modo riuscì a ripianare il bilancio comunale per un anno.

 
La dignità di una città, il rispetto per le persone morte furono gettati al vento per una elemosina, due milioni di euro a fronte di decine di contenziosi accumulati dal Comune di Falconara a causa dei numerosi incidenti ed irregolarità della raffineria.
 

Il sindaco Brandoni è stato rieletto solo alcune settimane fa, ma le persone si sa dimenticano in fretta, hanno preferito credere alle sue parole e alle promesse, tanto che girando per la città non sono pochi coloro i quali affermano: "...in fondo però stò sindaco ha fatto bene".

 
Ora aldilà della soddisfazione per la sentenza della Corte d'Appello, sarebbe interessante conoscere l'entità del risarcimento danni a cui il Comune avrebbe avuto diritto dopo la condanna. Chissà magari scopriamo che quei 2 milioni di euri erano proprio un'elemosina e che questo sindaco tutto "stò" bene alla città non l'ha fatto.
 

Intanto però per cercare di non dimenticare troppo guardate questo video dell'esplosione del 25 agosto 1999.


 

martedì 2 luglio 2013

L'ASSESSORE SIGNORINI INCOMPATIBILE?

E' stata ufficializzata la nomina ad Assessore del comune di Falconara di Stefania Signorini con deleghe alle Politiche Culturali e Turistiche- Politiche Scolastiche e Giovanili- Commercio e Pubblici Esercizi- Pari Opportunità, candidata alle elezioni comunali nella lista "Uniti per Falconara".
 
Sta passando sotto traccia la notizia della presunta incompatibilità della signora Stefania Signorini.
 
La signora è anche Dirigente scolastico del liceo "Cambi Serrani" di Falconara, e questo secondo la Legge anti corruzione sarebbe incompatibile con l'incarico di consigliere comunale e di assessore  (D. Lgs. 39/2013 Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell'articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190).
 
L'articolo 12 della Legge - Incompatibilità tra incarichi dirigenziali interni e esterni e cariche di componenti degli organi di indirizzo nelle amministrazioni statali, regionali e locali
precisa: "Gli incarichi dirigenziali, interni e esterni, nelle pubbliche amministrazioni, negli enti pubblici e negli enti di diritto privato in controllo pubblico di livello regionale sono incompatibili con la carica di componente della giunta o del consiglio di una provincia, di un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione della medesima regione".
 
E' grave questa leggerezza da parte dell'ufficio competente qualora esistesse l'incompatibilità, Oggi intanto il sito istituzionale del Comune di Falconara Marittima conferma l'incarico (clicca qui). Forse sarebbe stato meglio attendere un chiarimento prima di ufficializzare l'incarico.
 
Il Problema è anche politico, la signora Signorini infatti ha ottenuto 451 preferenze alle elezioni e qualora decidesse di non rinunciare alla poltrona di preside del Liceo, l'abbandono amministrativo suonerebbe come una sorta di burla nei confronti dei suoi elettori.
 
Si tratta di chiarire se il parere tecnico di compatibilità dell'ufficio comunale sia frutto di un clamoroso errore e se così fosse sarebbe molto grave.
Il neo assessore Signorini a difesa della interpretazione del segretario comunale aggiunge una frase non comprensibile, infatti dichiara: " Questa interpretazione è anche a difesa dell'elettorato passivo che gode di un diritto costituzionalmente garantito". (fonte Resto del Carlino 2/7/13)
 
Si tratta ora di capire anche se la questione sia stata sottovalutata dal responsabile della lista e della stessa candidata o causata da semplice ignoranza.