venerdì 19 agosto 2011

COINCIDENZE Un racconto quasi autobiografico

La macchina accosta a destra, si ferma nelle piazzola di sosta. E’ estate ma non si sente ancora il caldo afoso, tipico del periodo in questa zona. La giornata è appena iniziata, non c’è un motivo per quella sosta improvvisa, almeno non un motivo razionale.

Spegne il motore, sgancia la cintura di sicurezza, tira indietro il sedile, abbassa un po’ lo schienale, cerca una posizione comoda, di rilassamento.

Quella strada la percorre spesso e sempre frettolosamente, con la mente affollata dalla moltitudine delle cose da fare, i clienti da visitare, le difficoltà del mercato. Ma oggi, chissà perché, ha deciso di fermarsi, solo una piccola sosta, una necessità inconscia.

Certo, il panorama mozza il fiato. Forse è quello il motivo che lo ha spinto a fermarsi. Le montagne sono completamente ricoperte da un fitto bosco, il verde è il colore dominante, seppure in mille tonalità che si accentuano man mano fino a volgere al marrone. Uno spettacolo della natura. Su un monte un piccolo nucleo di casette bianche, sicure testimonianze di una postazione di vedetta medievale. Questa immagine da cartolina è illuminata da un raggio di sole; sembra l’opera di uno scenografo, invece è solo la maestosità della natura che si manifesta nella sua purezza.

Questa visione lo rasserena, lo fa star bene.

Basterebbe rallentare il ritmo della vita, pensa, per godere di cose che non costano denaro, che sono lì, sempre disponibili, da sempre. Un dono prezioso proprio perché senza prezzo da dover corrispondere.

Abbassa il finestrino e subito entra un rumore totalmente estraneo al campo visivo. Quel rumore molesto, è prodotto dal ruggito degli escavatori, enormi macchine cingolate che graffiano le pareti delle montagne. Si accaniscono senza pietà con gli enormi cucchiai artigliati, penetrano la parete, violentano la montagna. Dal punto in cui si trova non vede niente, c’è solo il rumore di fondo ma basterebbe spostarsi di qualche metro, dopo la curva, per vedere lo scempio. Lo sa bene, quella scena l’ha vista più volte, anche se distrattamente, durante i frequenti passaggi in quella zona.

Gli viene in mente un ricordo lontano, che immediatamente diventa nitido. Rivede se stesso bambino quando passava da quelle parti con la famiglia e si ricorda delle fantasie che quel paesaggio gli scatenava. Un luogo così selvaggio lo proiettava in epoche antiche. La strada tortuosa che si incuneava nelle gole scavate da ghiacciai ormai scomparsi, lo faceva sentire minuscolo, inerme. Era intimorito da quelle rocce che sembravano crollare da un momento all’altro. La fantasia di bambino gli faceva rivedere gruppi di uomini che a piedi si avventuravano per settimane attraversando dirupi e guadando torrenti per raggiungere i villaggi situati nell'altra vallata. Altre volte la fantasia gli palesava la visione di enormi animali preistorici che pascolavano tranquilli in quei territori incontaminati.

Fantasie di bambino, per le quali prova nostalgia e allo stesso tempo dispiacere di non riuscire più ad alimentarle nella sua mente. Ha ormai raggiunto il mezzo secolo di vita e il suo fardello esistenziale racchiude le gioie, i fallimenti e le responsabilità di un uomo cosciente di aver superato il “giro di boa”.

Oggi però, in questa strana giornata di quiete, per un attimo la fantasia infantile gli si riaccende, tanto da paragonare i caterpillar, enormi ed invadenti,ai diretti discendenti tecnologici dei dinosauri, una sorta di pronipoti meccanici. Bestioni che pascolano al posto dei giganti estinti, ma con propositi nei confronti della natura totalmente diversi.

È lo sviluppo, il progresso, almeno così dicono. I mostri d’acciaio stanno lì per costruire una nuova superstrada. Spianano colline, tagliano alberi, perforano montagne. È il prezzo della modernità, della civiltà; l’intento è velocizzare i percorsi, accorciare i tempi. Il tempo, come è noto, è denaro.

I pilastri di cemento e i tronconi dei ponti tracciano una linea come fa il sarto con il gesso sul tessuto. Chilometri di tratteggio in mezzo al verde.

Per coprire il rumore delle ruspe, infastidito, allunga il braccio e con l’indice spinge il tasto dell’autoradio. Si sintonizza su un canale che trasmette musica; riconosce quel brano, è di Fossati, alza un po’ il volume. Gli piace Fossati. Quel gesto fa cadere dal cruscotto un bigliettino da visita. Lo raccoglie, è il suo bigliettino. Uliano Emili, responsabile sviluppo.

Curiosa la vita, lui responsabile dello sviluppo aziendale, proprio lui che la parola sviluppo la vorrebbe far sparire dai vocabolari. Una contraddizione della sua vita. Da un lato la consapevolezza che il mondo così come è governato non è sostenibile, troppi consumi, sprechi, poca solidarietà. Dall’altro un lavoro che invece richiede performance commerciali sempre in crescita, giustificati ipocritamente dal falso mito dello sviluppo infinito. La vive male questa incoerenza. Chissà, è forse questo malessere dell’animo che oggi inconsapevolmente l’ha fatto fermare nell’area di sosta a pensare.

La radio ora trasmette una canzoncina orecchiabile, è il tormentone dell’estate. Quel tipo di canzoni di cui nessuno conosce il titolo, che durano una sola stagione e poi scivolano via senza lasciare nemmeno un ricordo. Spariscono. Niente a che vedere con la sensibilità di Fossati. Anche nella musica vige la Legge del consumo espresso, dello sviluppo funzionale esclusivamente al profitto.

Improvvisamente la musichetta si interrompe. Al suo posto la sigla del radiogiornale.

-Edizione straordinaria- “interrompiamo le trasmissioni per collegarci in diretta con Montecitorio. Il Governo ha appena approvato la manovra finanziaria aggiuntiva per contrastare la grave crisi economica del Paese.

Il Premier nel ricordare che stiamo attraversando una crisi mondiale che colpisce molti Paesi europei e perfino gli Stati Uniti, dichiara che è necessaria una manovra finanziaria pesantissima, lacrime e sangue l’ha definita, anticipando tagli ai servizi essenziali, nuove tasse quindi sacrifici enormi. Per rilanciare lo sviluppo, i datori di lavoro da oggi potranno licenziare con maggiore facilità, verranno bloccati i pagamenti dei tfr e non verranno pagate le tredicesime ai lavoratori pubblici, si alzerà l’età pensionabile”. “In questo momento giungono notizie allarmanti, all’esterno del Parlamento si sono radunate alcune migliaia di persone che protestano indignate. Alcuni rivoltosi hanno cercato di sfondare il cordone di sicurezza per entrare nel Palazzo. Sembra che le forze dell’ordine abbiano risposto con violente cariche, ci sono feriti. Alcuni hanno sentito distintamente degli spari”…. “ Ci comunicano in questo momento che anche in altre città gruppi di persone autonomamente si stanno radunando nelle piazze. Una forte tensione sociale si estende a macchia d’olio nel Paese….” Click.

Uliano spegne la radio, apparentemente la notizia non lo sorprende granchè. Era nell’aria, pensa. Anzi crede che gli italiani abbiano atteso fin troppo.

Quella sosta oggi la potrebbe definire una sorta di premonizione. Una giornata come tante altre: la fretta il lavoro, i clienti, i caterpillar, lo stress della modernità, una corsa inutile e dannosa. Una strana coincidenza, pensa.

Riprende in mano il bigliettino da visita, lo guarda, -responsabile allo sviluppo-. Lo strappa, ne fa coriandoli e li lascia cadere dal finestrino. Risistema il sedile, allaccia la cintura di sicurezza, mette in moto, ingrana la marcia e con una inversione a U dirige la macchina verso casa. Per oggi basta così, chissenefrega dei clienti. È tempo di rivedere le priorità della vita.

venerdì 5 agosto 2011

DIMISSIONI DI CLAUDIO PAOLINELLI COORDINATORE SEL PROVINCIA DI ANCONA

È grande il dolore che mi spinge a scrivere questa lettera. Dolore determinato dalla delusione, enorme, e dalla certezza che il sogno che mi aveva convinto a partecipare alla costruzione di SEL, si è infranto scontrandosi con la triste realtà dei fatti. Da ingenuo avevo creduto nel progetto, nel sogno appunto, della nascita di una nuova Sinistra. Un Partito, un movimento che avesse realmente intenzione di smarcarsi dalle miserevoli pratiche della vecchia politica. Una Sinistra nuova, attenta ai problemi della gente, inclusiva e soprattutto in grado di ascoltare. Avevo la consapevolezza di intraprendere un percorso lungo e pieno di difficoltà, per le differenti sensibilità che compongono SEL, ma con la speranza però, di riuscire con l’intelligenza e con la buona volontà di tutti ad iniziare ad amalgamare un impasto di idee e di esperienze utili al nostro Paese. Con questi princìpi mi sono messo a disposizione.
Un sogno infranto e la certezza purtroppo che nel nostro Partito quell’aria di novità così declamata in questi mesi a tutti i livelli, a partire dall’emozionante Congresso nazionale, non è possibile respirarla.

La realtà brutalizza pesantemente il mio modo d’essere e punisce la mia ingenuità. È per me insopportabile continuare a coordinare un Partito, seppur solo a livello provinciale, nascondendo, alle persone che ci guardano fiduciosi e a me stesso, che dietro la bella copertina con cui ci presentiamo esiste una realtà molto diversa. L’ho già detto altre volte, parlo dell’esperienza provinciale: ci siamo presentati con una invitante e patinata copertina, ma all’interno del libro scorriamo pagine di pessima pornografia.
Questi mesi di esperienza in qualità di coordinatore di SEL della federazione provinciale di Ancona, sono stati caratterizzati da continui e incredibili comportamenti a cui ho assistito, che hanno avuto come obiettivo la conquista dell’egemonia interna al Partito. Squallide operazioni funzionali alla occupazione di spazi, che hanno cercato di rilanciare la politica delle “correnti” alimentando la divisione del partito in maggioranze e minoranze. Tutto l’opposto di quello che ufficialmente raccontiamo alla gente. Compagni che in preda alla crisi identitaria o al tormento che li porta verso il viale del tramonto, cercano un’altra opportunità, senza passare attraverso i passaggi democratici e partecipativi.

Sono stati mesi pesanti, ogni riunione è stata una vera guerra, mai un confronto politico, solo scontri duri a spaccare il Partito. Prendo atto, quindi che non ci sono più le condizioni per proseguire con il mio impegno, che ci tengo a dirlo è stato totale e completamente disinteressato.

La decisione viene a causa degli ultimi fatti accaduti a livello provinciale, la classica goccia che fa traboccare il vaso. Succede che un manipolo di persone decidano di tirare la volata ad un consigliere comunale di Ancona dai trascorsi “gloriosi”, che pur di non scendere a democratica discussione con il partito a cui è iscritto, prima rivendica pubblicamente la sua autonomia/estranietà con le decisione assunte dal Circolo cittadino, poi aggredisce fisicamente chi non la pensa come lui, ed in ultimo “ordina” ai suoi fedelissimi di costituire due nuovi circoli nella città di Ancona, in totale antagonismo con quello esistente. La federazione provinciale di cui io sono coordinatore decide quindi, dopo una ricca documentazione e lunga discussione in assemblea, di non proporre la ratifica dei circoli al livello regionale, pensando di aver interpretato bene lo Statuto. Sembra però che lo abbia male interpretato, sembra che i Circoli possano nascere a prescindere, ed infatti sono nati, ignorando le più elementari regole. Trovo inconcepibile che il nostro Partito non permetta ad un organismo federale di non riconoscere la costituzione di Circoli, se esistono precise motivazioni. Sono rammaricato dal fatto che SEL accetti la formula del “Partito delle tessere”, metodo garantito per la l’inizio delle guerre tra bande e quindi la sicura distruzione di un Partito. Rimango sbigottito quando vedo che il Partito non intende prendere posizione nemmeno nei confronti dei “compagni” maneschi, coprendo la questione nel più totale silenzio, ignorando il valore della solidarietà. Questa ultima vicenda è solo la punta dell’iceberg di una serie di problemi che bloccano SEL, a partire dal gruppo consiliare in Provincia di Ancona che mai ha collaborato ed informato della sua attività il Partito, ed alcuni altri (pochi ma molto “determinati”) compagni sul territorio.

Prendo atto che SEL non è, e non vuole essere un Partito Nuovo, quello narrato da Nichi Vendola, e la cosa mi spezza il cuore. Ne prendo atto, quindi non intendo essere protagonista di un progetto che non mi appartiene. Così come l’ho conosciuto, SEL non è il Partito che sognavo. È tempo di guardare il tutto con distacco sperando di sbagliarmi.

Ringrazio i Compagni/e che mi hanno aiutato con lealtà in questi mesi, compatisco tutti quei “compagni/e” che pur di perseguire il loro obiettivo, non hanno avuto scrupoli a buttare tutto all’aria, a giocare in malafede. Mi dispiace per loro perchè non si rendono conto di essere fuori dalla storia. Ma soprattutto mi dispiace per SEL.

Claudio Paolinelli

venerdì 29 luglio 2011

PICCOLO CONTRIBUTO POLITICO ELETTORALE

Quello che potete leggere di seguito è la mia relazione introduttiva sulle politiche dell'alleanze in vista delle elezioni amministrative 2012 in alcuni Comuni e nella provincia di Ancona, che avevo preparato per l'assemblea federale di SEL. Problemi di tipo politico che verranno resi noti al più presto, non hanno permesso la discussione su questo tema, e non credo che ci saranno altre possibilità per farlo. Quindi ho deciso di trasformare la relazione in una riflessione da condividere in rete a disposizione di tutti.

Relazione Claudio Paolinelli assemblea federale del 28/07/11 (bozza non corretta)

IL REFERENDUM

Lo straordinario successo dei Referendum indica una strada nuova da percorrere. Finora c'era un semplice sentiero, timidamente frequentato dai Partiti politici, vuoi per convenienza, vuoi per scarsa cultura. Con i referendum i cittadini, oltre a ristabilire i valori democratici insiti nel diritto/dovere di voto, travolgono tutte quelle contraddizioni tipiche di una politica di vecchia maniera.

Nessun Partito politico avrebbe avuto la capacità di coinvolgimento che hanno dimostrato i comitati referendari. Per primi i movimenti per l'acqua pubblica, che sono riusciti a coinvolgere 1 milione e 400 mila persone per la raccolta delle firme per la presentazione dei referendum sull'acqua; un risultato mai ottenuto prima, senza il supporto mediatico e con pochissime risorse finanziarie. Una meravigliosa dimostrazione di quanto sia importante la democrazia partecipativa.

Le persone con il voto hanno determinato nuove linee programmatiche per il Paese, reclamando un rapido ripristino delle regole democratiche a partire dall'uguaglianza di ogni cittadino davanti alla Legge.

Due le priorità:

1. tutela e rispetto del BENE COMUNE acqua

2. politiche energetiche compatibili con l'ambiente e con gli esseri viventi.

Si conferma quindi l'interesse prioritario alla qualità della vita, non rispetto al PIL, ma al BIL Benessere interno lordo.

Credo che si possa considerare l'incredibile affluenza ai seggi per il referendum una sorta di “rivoluzione dolce”. Vendola la chiama “la rivoluzione del buon vivere”, buen vivìr, il concetto eleborato nell'america latina: idee e critiche che si incontrano con l'azione concreta per studiare forme alternative allo sviluppo convenzionale.

I cittadini quindi dettano nuove regole ad una classe politica inadeguata e sarebbe un grave errore sottovalutare questa grande novità. La domanda di discontinuità va presa seriamente in considerazione. Si richiede a gran voce la fine del politicismo, del gattopardismo, il popolo italiano sembra non essere più disponibile a mediocri compromessi.

Nessun Partito avrebbe dovuto avere la sfacciataggine di attribuirsi meriti per l'esito referendario, perchè i veri protagonisti sono stati i movimenti, che per gran parte del percorso conclusosi con il voto del 12/13 giugno, sono stati lasciati soli, qualche volta perfino contrastati. E invece il PD, che non solo ha cavalcato l’onda del successo referendario all’ultimo momento, cercando di carpirne i meriti, ora cerca di svilirne il significato, presentando Leggi che aggirano ed ignorano la volontà degli elettori.

Noi di SEL siamo stati dentro al forum dell'acqua dall'inizio, abbiamo sempre partecipato senza la tentazione di egemonizzare il movimento. Abbiamo dato il nostro contributo facendo attenzione a non marcare le iniziative con il nostro simbolo. Eravamo e siamo nel movimento per l'acqua pubblica perchè crediamo in quella lotta. Siamo perfettamente in sintonia con quei princìpi, ed il movimento stesso ne ha riconosciuto la nostra correttezza, anche nella nostra provincia. Insomma non ci abbiamo messo il cappello. Ci sentiamo parte integrante di quel collettivo.

Da questa rivoluzione dolce, dai suoi princìpi ispiratori dobbiamo ricercare le forze e l'impegno per costruire la piattaforma programmatica ai tavoli delle alleanze per le prossime elezioni amministrative del 2012. Nella nostra provincia ci saranno le elezioni in città importanti come Jesi e Fabriano, elezioni anche a Corinaldo e Rosora, oltre al rinnovo della consiliatura della stessa Provincia di Ancona.

Il TEST AMMINISTRATIVO

Sinistra Ecologia Libertà ha superato il test delle amministrative in maniera complessivamente positiva. La formula vincente ha come ingrediente principale le primarie di coalizione; strumento partecipativo e democratico che ha permesso di ottenere inaspettati successi a Milano e a Cagliari, a Bologna, come a Torino.

Dove ci sono state le primarie, la coalizione di centro sinistra è stata premiata. La politica ha riconquistato dignità, le persone si sono riavvicinate, hanno riposto le loro speranze in un progetto che è stato partecipato.

Sembra una ovvietà, invece è una grande novità, abituati come siamo a tatticismi e sommatorie di consensi così cari ai vecchi della politica.

A Napoli infatti dove è stata tentata questa distorsione politicista, le persone, stanche ed arrabbiate, l'hanno bocciata clamorosamente. A Napoli le primarie si sono trasformate in una guerra interna ai partiti (nel PD in primis), a Napoli si è tradito lo spirito stesso delle primarie, ed ha fatto bene SEL a fare autocritica per una prima scelta che a molti è sembrata di interesse, e a riconoscere il grave errore politico, sostenendo al ballottaggio con forza il candidato dell'Idv e FdS De Magistris.

LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE

Le elezioni amministrative quindi evidenziano un generale consenso nei confronti di un centro sinistra che si allea e si confronta su chiari punti programmatici attraverso le Primarie.

Sembra che il famigerato laboratorio Marche, non trovi sbocchi in altre parti d'Italia. Questa anomalia resta emarginata nei nostri confini regionali, a Macerata si è cercato di rilanciarne il format, ma il PD e l'UDC non hanno potuto far altro che registrarne il fallimento. Quella coalizione non è risultata autosufficiente a Macerata, città storicamente democristiana. Un tentativo fallito nella proposizione politica, e salvato solo dall'intervento di SEL che ha dato sostegno al Ballottaggio alla lista dell'ondivago e trasformista Pettinari, per impedire alla destra di vincere.

Come diceva Montanelli, a Macerata i compagni si sono turati il naso e sono andati a votare il meno peggio. Cercando di non ascoltare i richiami tentatori delle sirene del Pd e Udc che avrebbero preferito inglobare SEL in quella alleanza con qualche posticino invitante. Sarebbe stato un effetto devastante per la nostra credibilità.

Sul laboratorio Marche e su Macerata Vendola dice: “Immaginare alleanze con formule alchemiche che prevedono un monopolio centrista è impraticabile. Il “laboratorio” si fa con le primarie, la partecipazione democratica, rimescolando le carte delle contese ideologiche. Abbiamo dato i nostri voti con generosità, senza negoziare alcunchè. Ma il punto è l’Italia che vogliamo, la crisi, il programma”.

Con queste parole si potrebbe liquidare la questione del laboratorio Marche. Siamo andati al voto per le regionali nel 2010 con un nostro programma e candidato Presidente, non ci sono state Primarie, e quell'alleanza della maggioranza ha tutto l'aspetto dell'alchimia. La scelta di non far parte di quella maggioranza, ne ero convinto allora, ne ho le prove oggi, è stata una scelta illuminata. Spieghi ora il PD la connessione tra il laboratorio Marche ed il terzo polo.

Fino a poche settimane fa sembrava impellente un incontro tra SEL e PD per verificare possibili avvicinamenti con un confronto programmatico a livello regionale. Ora sembra che la richiesta sia rientrata o sospesa, ma le domande che mi pongo e che vi pongo sono:

Da dove viene questa necessità di avvicinamento con gli alchimisti promotori della fine del centrosinistra regionale?

E' un nostro bisogno?

Ci sono importanti novità che ci inducono a rivedere le nostre critiche e perplessità sul programma del Presidente Spacca?

Domande che hanno necessariamente bisogno di risposte. Non solo per noi stessi, ma risposte necessarie da dare agli elettori che si sono riconosciuti nel nostro progetto, nel programma e nelle persone che abbiamo candidato.

Domande che hanno già una risposta, all’indomani del vergognoso spettacolo offerto dalla maggioranza in Regione in Consiglio, con il sì alla realizzazione del rigassificatore di Falconara. Pessimo esempio di malgoverno, sia sulla forma che sulla sostanza.

Facciamola una riflessione seria se vogliamo ascoltare veramente quella richiesta di nuova politica di cui dicevo all'inizio con l'analisi dell'esito referendario.

Credo però che SEL in quanto Partito responsabile e che aspira a governare non si possa esimere dal confrontarsi. Ha il dovere di parlare con tutti e di non escludere possibili alleanze in maniera ideologica. Lo deve fare in maniera ragionevole ma con forti e condivisi punti programmatici. Sapere quindi quali sono gli argomenti imprescindibili nella trattativa ai tavoli per le alleanze.

LE LINEE PROGRAMMATICHE

Di questo dobbiamo discutere in questa assemblea, per questo sono stati invitati i coordinatori di Circolo dei Comuni in cui si andrà al voto. Iniziare la discussione per determinare la decisione finale che a mio avviso compete sempre all'assemblea degli iscritti. Quindi avviamo una sana discussione interna, partecipata per arrivare ai tavoli programmatici con la giusta determinazione, con energia e soprattutto in maniera organica. Le elezioni comunali e provinciali, debbono stare tutte in uno stesso progetto politico, pur rispettando l'autonomia dei singoli circoli cittadini, dovranno avere una visione vasta, che non si limitino a convenienze localistiche.

C’è un cambiamento epocale in atto e noi stiamo uscendo dalla condizione di subalternità nei confronti degli altri partiti. Dobbiamo avere ben chiaro come comportarci quando ad esempio ci troveremo di fronte a proposte tipo quelle presentatte dall'Udc al Comune di Ancona nelle settimane scorse. Due volgarità secondo me da condannare: la prima propone soldi alle donne per non abortire e la seconda contributi e case solo per le famiglie “normali”. Due vere provocazioni.

O come reagire all'0dg del PD in Provincia di Ancona, che prevede la gestione dell'acqua e dei rifiuti con una unica multiutility. Forzatura intempestiva e arrogante dopo il referendum. Un odg che si pone esattamente al contrario della nostra visione gestionale, esplicitata dal documento sul ciclo dei rifiuti e votato da questa assemblea provinciale all'unanimità.

È necessario andare ai tavoli programmatici avendo bene in mente i princìpi ispiratori di SEL. La fase programmatica elettorale ci dà la possibilità di mettere in pratica le nostre idee sulle politiche del lavoro, sulle questioni sociali, quelle ambientali, sul consumo di territorio, insomma possiamo contribuire localmente a realizzare un modello di sviluppo che guardi alla qualità della vita. Rendere quindi possibile il binomio ambiente-economia.

LE PRIMARIE

Vendola dice: “C’è stato un certo scetticismo anche tra noi sull’idea delle Primarie, ma è stato un metodo per evitare che la questione delle alleanze e candidature non restassero prigioniere delle oligarchie o degli stati maggiori”.

La pratica partecipativa delle primarie di Coalizione, garantisce la Democrazia in ogni competizione elettorale, nei Comuni e anche in Provincia.

Nel 2007, anno del primo mandato della Presidente provinciale Casagrande, lo scenario politico era completamente diverso dall'attuale, il PD non esisteva, c'era l'Ulivo, i nostri consiglieri eletti nelle liste dei DS formarono in un secondo momento il gruppo di sinistra democratica e solo quest'anno hanno costituito il gruppo di SEL, partito che nel 2007 non esisteva. Sembra trascorsa un'era geologica. E’ importante considerare il totale cambiamento politico che c’è stato.

Il nostro giudizio sulla Presidenza Casagrande, visti i pochi mesi di partecipazione effettiva alla maggioranza, non può che essere tendenzialmente positivo, ma questo non ci impedisce di valutare la possibilità di affrontare la campagna elettorale chiedendo anche in questa situazione le primarie di coalizione proprio per il sostanziale cambiamento del panorama politico.

Non possiamo avere paura del confronto, le Primarie non indeboliscono, al contrario cementificano l’alleanza politica e rafforzano il candidato che le vince.

Concludo mettendo sul tavolo della discussione alcuni punti che ritengo molto importanti, tutti di pari rilevanza, che spero possano diventare oggetto di un primo documento per la discussione nei Forum, nei Circoli, da far circolare tra gli iscritti e simpatizzanti:

1. Primarie di coalizione: Metodo partecipativo da richiedere ad ogni tavolo politico delle alleanze.

2. Reddito sociale: è una nostra battaglia. Riteniamo infatti l'assoluta necessità di un piano che attenui la crescente difficoltà economica delle persone. Abbiamo depositato una Proposta di legge in Regione a riguardo. La copertura finanziaria, se mai venisse approvata quella Legge, deve essere congrua con l'entità dell'emergenza. Non dovremmo accettare, secondo me, vaghe promesse o insufficienti risorse, che farebbero di quella Legge solo uno spot di demagogia. Le motivazioni che ci hanno indotto a presentare il disegno di Legge regionale devono essere la leva anche nei Comuni per il raggiungimento di standard elevati di politiche del welfare.

3. I diritti civili: li riteniamo un fatto di civiltà. Il riconoscimento delle coppie di fatto, la lotta alla discriminazione delle persone omosessuali, la pari dignità, sono patrimonio di questo partito e non vogliamo privarcene.

4. Beni Comuni: su questo punto credo che non esistano margini di trattativa. Riguardo l’acqua, ci riconosciamo pienamente nella politica espressa dal Forum. L’acqua non ha rilevanza economica, la gestione deve essere totalmente pubblica e consorziata e non tramite multiutility.

5. La questione energetica: consideriamo il Pear uno strumento avanzato che deve trovare piena applicazione. Politiche contro gli sprechi energetici, la ricerca dell'efficienza, la cogenerazione distribuita sul territorio, piccoli impianti, sviluppo dell'energia rinnovabile e assoluta contrarietà ai rigassificatori, e soprattutto totale contrarietà alle mega centrali che gioco forza si vorranno costruire in abbinamento al rigassificatore. Questi punti se diventano negoziabili, contraddiranno il nostro stesso nome.

6. Quadrilatero: La Legge obiettivo è una truffa, la cattura di valore un esproprio ai Comuni, il progetto in se evidenzia chiari segni di inaffidabilità, e la sicurezza per i lavoratori si è dimostrata inadeguata, le morti sul lavoro testimoniano il fallimento dell'intero progetto. Non potremo mai accettare il modello Quadrilatero come il modello da seguire per le opere infrastrutturali della Regione Marche, come invece afferma L'assessore Viventi. Dovremmo, riaffermare la totale contrarietà a quel modello.

7. Ciclo dei rifiuti: abbiamo prodotto un buon documento politico e credo che dobbiamo batterci per la sua realizzazione

I temi di discussione naturalmente non finiscono con questi punti, la questione del lavoro, della pianificazione, l'urbanistica, la migrazione, il welfare, la sanità, l’ambiente, tutti temi su cui credo dobbiamo confrontarci anche con la collaborazione dei Forum provinciali.

La discussione che si apre oggi spero sia propositiva e che aiuti tutti noi a programmare il percorso elettorale, senza perdere di vista il nostro primario obiettivo della costruzione di una sinistra forte e capace di governare, e senza dimenticare la domanda di buona politica che i cittadini hanno richiesto con i referendum appena votati.

Claudio Paolinelli

domenica 17 luglio 2011

MARE NOSTRUM?

Falconara, una normale giornata in spiaggia. Fa caldo, una moltitudine di persone cerca refrigerio in acqua, bambini che giocano, anziani che passeggiano sul bagnasciuga, molti nuotano, insomma una normale giornata di sole in spiaggia a Falconara.

Nel tratto di spiaggia dove ho preso in affitto un ombrellone, è comparsa una delimitazione che inizia a pochi metri dalla battigia ed arriva  a largo, oltre gli scogli. Una serie di boe arancioni  formano due linee che delimitano uno spazio di oltre 20 metri di larghezza, che dovrebbe individuare un passaggio per le imbarcazioni. Dico dovrebbe, perchè in realtà, nonostante sia ormai una settimana che assistiamo a vari movimenti, non ci sono notizie ufficiali circa quella delimitazione. Neppure alcuni militari della Capitaneria di Porto in pattuglia sulla spiaggia sono stati in grado di dire se esiste una autorizzazione. 

Alcuni bagnanti, infatti, preoccupati hanno cercato di chiedere informazioni, ma ancora siamo al livello delle ipotesi. Sembra infatti che su richiesta di uno stabilimento balneare, la Capitaneria abbia concesso l'autorizzazione ai natanti di raggiungere il ristorante via mare. La notizia non è certa, sono indiscrezioni, l'ufficialità non c'è. E' sicuro però che il sindaco è d'accordo con questa "novità" visto che proprio ieri era presente mentre si ultimavano le opere di delimitazione.

Dunque se fosse vero che esiste una autorizzazione delle autorità competenti quel tratto di mare diventerebbe non balneabile, in pratica taglierebbe a metà un tratto di mare molto frequentato. Impedirebbe ad esempio ai nuotatori di oltrepassare gli scogli, e metterebbe in ansia i genitori di bambini che dovranno fare molta attenzione ai passaggi di barche, windsurf . Proprio oggi ad esempio è entrato in quel corridoio un grosso gommone che a motore acceso se n'è infischiato delle delimitazioni ed ha navigato a pochi metri dalla riva. E siamo solo al primo giorno, chissà cosa accadrà nei prossimi.

Purtroppo questo fatto, sottolinea ancora una volta, la scarsa predisposizione per il bene comune. La spiaggia di Falconara, che già mal sopporta la convivenza con la vicina raffineria, vede una progressiva e costante riduzione della fruizione pubblica: ci sono molti stabilimenti balneari e pochi spazi liberi, alcuni di questi stabilimenti peraltro hanno nel tempo occupato la spiaggia con strutture sempre più invasive, sacrificando la spiaggia.

Quindi stabilimenti sempre più somiglianti a "villaggi turistici", quindi spiagge sempre più private, ed ora, esauriti gli spazi sulla sabbia, si inizia ad occupare e a vietare l'utilizzo di tratti di mare.

Registro una pericolosa attitudine che se diventerà consuetudine trasformerà la nostra spiaggia in tanti club privati, come purtroppo succede in altre parti d'Italia, Toscana, Lazio ecc. dove per accedere in spiaggia sarà necessario pagare un biglietto subendo l'arroganza dei titolari degli stabilimenti balneari.

Attendiamo sviluppi e qualche documento ufficiale dalle autorità.

giovedì 7 luglio 2011

LA DISFATTA DEL CONSIGLIO REGIONALE

Ieri abbiamo assistito ad una disfatta in Consiglio regionale.

Quando la politica ha bisogno della scorta della polizia in tenuta antisommossa, significa che qualcosa non ha funzionato. Delle due una: o siamo in mano a facinorosi e a fomentatori, oppure è la politica ad aver fallito. Propendo per questa seconda opzione, conoscendo gran parte delle persone che ieri si sono assiepate davanti alla sede del Consiglio regionale.

Tutta quella gente era lì per la questione del rigassificatore da realizzare in mare a pochi chilometri da Falconara ed Ancona. Con aspettative diverse, ma tutte lì a vedere e a sentire la scelta del Consiglio regionale.

Ed è stata una disfatta, in primo luogo per l’Istituzione regionale. Nella più totale bagarre, con urla, proteste, applausi, con alcuni consiglieri che in un clima molto teso si sono presi anche il lusso di lanciare provocazioni, e con il Presidente del Consiglio Solazzi che, assolutamente incapace di gestire la situazione, ha ceduto all’autoritarismo di Spacca. Più volte infatti, dopo aver dichiarato la sospensione dei lavori, Solazzi è stato ignorato dal Presidente Spacca, che ha continuato a parlare nella bolgia più totale, esautorando di fatto il ruolo del presidente del Consiglio e comprovando la mancanza di autonomia del consiglio regionale. Il consiglio è andato avanti in un clima di totale caos, semplicemente perché ieri era indispensabile votare favorevolmente la realizzazione dei rigassificatori, non c’era più tempo, c’era il rischio che alla conferenza Stato Regione del 12 luglio, Spacca non avrebbe avuto il mandato per firmare l’accordo.

Non che le proteste da una parte e dell’altra dei dimostranti non fossero giustificate, anzi è stata proprio la scarsa capacità e l’ambiguità nelle decisioni che da lì a poco il Consiglio regionale avrebbe dovuto prendere, che ha alimentato la rabbia e la delusione. Obiettivamente però ieri quella sede sembrava tutto fuorchè un consiglio regionale.

La repentina virata sulle questioni energetiche di cui è stato protagonista il Presidente Spacca, e tutta la Giunta e quasi tutti i consiglieri di maggioranza è clamorosa, ma l’atteggiamneto non dovrebbe sorprendere i più attenti osservatori della politica regionale. Spacca era già favorevole ai rigassificatori già dalla precedente legislatura e con lui tutti gli assessori della Giunta. L’inversione di rotta c’è stata in virtù di quanto detto in campagna elettorale. Il Presidente Spacca, infatti impostò la sua campagna elettorale sul PEAR, l’ormai famigerato Piano Energetico Ambientale Regionale, da lui stesso considerato un Piano avanzato in termini di progettuazione e programmazione. In pratica Spacca si assicurò molti voti di persone in buona fede che hanno creduto alla sua promessa di incentrare la politica energetica ed economica regionale sullo sviluppo delle energie rinnovabili.

Ma quando il potere chiama, Spacca non si tira indietro, a costo di rimangiarsi le parole sprecate in campagna elettorale, a costo di dover parlare tra le urla e le proteste dei cittadini, a costo di provocare uno scontro fisico tra gruppi entrambi preoccupati per il futuro. A costo di strumentalizzare il dramma che stanno vivendo i lavoratori della fincantieri, promettendo conto terzi scenari inesistenti, come la possibile ripresa del cantiere navale con la costruzione di navi gasiere. Una provocazione giustamente mal tollerata dalla FIOM, una offesa alla dignità di quei lavoratori.

Spacca ha dato dimostrazione di ossequiosità anche sulla questione Quadrilatero. Chi se la ricorda quella triste faccenda? Qualcuno forse ricorderà la pesantissima pressione fatta al Comune di Falconara, strozzata da una difficile situazione economica, per aderire al progetto che gli toglieva la sovranità del suo territorio. Anche in quell’occasione il Presidente Spacca ha dato dimostrazione di scarsa propensione al dialogo e di puntare come un caterpillar all’obiettivo delineato da Pieralisi e Merloni.

Ieri è stato fatto un ulteriore passo all’interno del “laboratorio Marche”, l’asse infatti si è spostato ulteriormente verso destra. Il voto trasversale del PD dell’Idv, del PDL dell’API, dell’UDC, della Lega a favore della realizzazione dei rigassificatori, certifica politiche comuni ed apre scenari preoccupanti.

Ieri dunque abbiamo assistito ad una disfatta. Una sconfitta dell’istituzione regionale, della politica, della democrazia. Abbiamo preso atto che Spacca non è un governatore ma un esecutore. La sconfitta non è stata certo del movimento dei cittadini che con ostinazione ha lottato contro un progetto inutile, pericoloso, costoso per la comunità e di nessuna garanzia per l’occupazione dei lavoratori della raffineria API.

Per il movimento ieri c’è stata solo un'altra riprova dell’arroganza di una politica sempre più lontana dalla realtà, dalla gente, dai territori. Per il movimento già da oggi c’è la consapevolezza che la lotta non è finita con la votazione del Consiglio regionale, la lotta è nel mondo reale: nelle piazze, tra la gente.

venerdì 24 giugno 2011

NO RIGASSIFICATORE DAY

Domani gli indignati falconaresi si spostano ad Ancona, in Piazza Roma. C'è la manifestazione contro il rigassificatore. Non sono bastate le iniziative organizzate dal coordinamento promotore, in questi mesi. Gli unici che hanno cercato di fare un pò di informazione sono stati loro: normali cittadini che nella vita fanno tutt'altro che si sono impegnati, hanno studiato, e con grande caparbietà hanno iniziato una difficile quanto capillare azione di informazione.

Poca cosa capirete. Senza soldi e con gli organi di infomazione che ignorano completamente lo stato di protesta, non è facile. Per l'Api invece è uno scherzo far partire la propaganda sui giornali e TV. Con i soldi si possono fare molte cose. Con i soldi e con i ricatti occupazionali, i ricatti  servono per tenersi buone le maestranze, molti di loro sono terrorizzati di perdere il posto di lavoro, ma alcuni addirittura sono più realisti del Re. 
Ma la cosa che ha più funzionato, è la vicinanza con la politica. Non la bella politica, quella che si fa carico delle esigenze di tutti i cittadini, no, quella vecchio stampo, di tipo democristiano lo possiamo dire? Quella che non dice no e asseconda il potente di turno a costo di doversi rimangiare i buoni propositi spacciati per programmi elettorali.

Facciamo un esempio: il Presidente Spacca nel discorso di insediamento dichiara: "... le energie rinnovabili, sono tra le principali priorità del nostro programma di governo, per creare nuove prospettive di sviluppo nella piena tutela dell’ambiente. Enormi sono le potenzialità occupazionali nel campo dell’imprenditoria “verde”: si parla di 25.000 nuovi posti di lavoro potenziali per le Marche.... Potenziare gli incentivi per la crescita delle energie rinnovabili sviluppando le previsioni del PEAR".

Non vi sembra grave che un Presidente pur conoscendo la potenzialità di sviluppo con le energie rinnovabili, promuova la realizzazione dei rigassificatori, rinunciando di fatto ai 25.000 nuovi posti di lavoro?
La realizzazione del rigassificatore e delle mega centrali turbogas, farà fallire il PEAR, un Piano energetico avanzato, ma che non riesce a decollare, ma è naturale che questo accada, se chi dovrebbe promuoverlo ne sembra infastidito. Prendiamo atto che lo strumento del PEAR è servito esclusivamente per raccogliere voti in campagna elettorale, ora diventerà carta straccia. 

Ma nonostante sembra che la decisione di realizzare il rigassificatore sia ormai presa, il popolo degli indignati non si arrende. Ha provato in tutti modi, sempre democraticamente, ha sopportato con signorilità le bugie che hanno accompagnato i numerosi rinvii delle decisioni sulla questione. Un popolo paziente ma non sciocco. E' sbagliato approfittare troppo dell'altrui pazienza.

Quindi le persone che credono in un mondo migliore, quelle persone stanche dalle moine politiciste che nascondono enormi interessi, le stesse persone che sono andate a votare i referendum e che li hanno vinti, loro, i sognatori, i nullafacenti, i provocatori, i strumentalizzatori, i terroristi, i nemici dei lavoratori , sabato si troveranno in piazza ad Ancona. In Piazza Roma alle 18.00, rinunciando ad una bella giornata al mare.

Non sarà l'epilogo di una battaglia persa, come qualcuno vorrebbe. Chi pensa questo si sbaglia. Domani sarà l'inizio dell'indignazione.
Perchè prima ti ignorano poi ti deridono poi ti combattono. Poi vinci. 

domenica 29 maggio 2011

RELAZIONE ASSEMBLEA PROVINCIALE ISCRITTI SEL 28 MAGGIO 2011

Care Compagne e Compagni,

è un grande piacere per me ritrovarci qui A Falconara, a distanza di quasi otto mesi dal Congresso provinciale.

Nell'ottobre scorso, in questa sala, abbiamo celebrato il 1° congresso provinciale. Abbiamo contribuito, tutti, a far nascere il nostro Partito, che tuttora sta cercando di vincere la sfida, più che necessaria, di costruire una solida e credibile Sinistra.

In quel Congresso le compagne e i compagni, tutti, ebbero modo di esprimersi, di confrontarsi, di tracciare alcune linee programmatiche che il Coordinamento, dopo aver avuto il mandato a coordinare la federazione provinciale, sta cercando di concretizzare, nel pieno rispetto della regola primaria che ci siamo dati, ovvero quella della Partecipazione. Un Partito nuovo si riconosce anche dai momenti partecipativi che è in grado di promuovere, e questa giornata ne è la riprova.

NON E’ FACILE: mancano risorse umane e finanziarie, come credo sia normale per un Partito che deve inventarsi giorno dopo giorno strategie organizzative, difficoltà che aumentano, se, come nel nostro caso, le risorse finanziarie sono pari a zero. Senza un minimo di disponibilità economica, capite bene che è molto difficile fare Politica. La Federazione provinciale di Ancona non dispone di alcuna forma di sottoscrizione o finanziamento. Al punto che non siamo stati in grado di racimolare i soldi per spedire le lettere di invito a tutti voi. Abbiamo così chiesto la collaborazione dei Coordinatori di Circolo per inoltrare gli inviti per questa che ritengo una importante Assemblea. Mi scuso fin d’ora se qualche Compagno non ha ricevuto l’invito.

NON E’ FACILE organizzare un Partito in queste condizioni, ma qualcosa è stato fatto. Anzi mi spingo a dire che molto è stato fatto, e l’Assemblea di oggi serve proprio a relazionare il lavoro svolto dalla federazione provinciale, ma anche quello svolto dai 9 circoli nei territori: invito dunque i coordinatori di circolo ad intervenire e a raccontare la situazione della loro realtà territoriale.

Aspettiamo con ansia i risultati dei ballottaggi di Milano e di Napoli: da quelle città potrebbero arrivare notizie che cambieranno il panorama politico, da lunedì potrebbe iniziare una nuova storia. Guardiamo con attenzione anche a cosa accadrà a Macerata per il rinnovo del Consiglio provinciale. Una questione che ci riguarda da vicino, visto che è la riproposizione del “Laboratorio Marche”, un esperimento che mostra tutti i suoi limiti, un fallimento, che però continua ad attirare l’attenzione, quasi come fa una pianta carnivora con gli insetti. Dopo i risultati elettorali credo che dovremo affrontare con estrema cura la questione delle alleanze, e “dell’anomalia Marche”, verificare quindi se le diversità programmatiche e politiche riscontrate solo alcuni mesi fa alle elezioni regionali, si sono modificate, e valutarne gli effetti.

Nel frattempo anche noi, nella nostra provincia, nel nostro piccolo abbiamo contribuito al cambiamento. Invito i protagonisti delle recenti elezioni amministrative, se lo vorranno, ad illustrare, le scelte fatte e a valutare con tutti noi il risultato elettorale. La Federazione provinciale ha lasciato massima autonomia ai circoli di riferimento durante la fase di trattativa per le alleanze, nei Comuni di Castelfidardo, Camerano, S.M. Nuova, Cupramontana, Loreto, salvo partecipare ad ogni riunione ove ne è stata richiesta la presenza. Devo dire che il risultato raggiunto è stato molto positivo.

Anche se a Camerano per vari motivi non siamo riusciti a formare una lista, quindi non abbiamo partecipato alla competizione elettorale. Abbiamo un problema, non siamo radicati sul territorio come vorremmo, ed il problema si fa sentire, ma ci stiamo organizzando.

A Loreto, ad esempio, solo fino a pochi mesi fa SEL non era presente, non avevamo iscritti, poi con pazienza e modestia un gruppo di Compagni ha iniziato a lavorare, a fare incontri, e sono così riusciti a presentare una lista alle elezioni che ha movimentato il mare piatto di quella città. La tenacia di quei Compagni ha permesso a quella lista sostenuta da SEL di raggiungere il 6.5%.

Come a Castelfidardo, una città dove SEL era praticamente assente, senza un iscritto, ma che grazie all’altrettanta tenacia di alcuni compagni ha permesso a SEL di partecipare alle elezioni ed ottenere il 5.39% in una lista unitaria con FdS e Verdi.

Come a Cupramontana dove il centrosinistra riprende il governo della città amministrata da troppo tempo dalla destra con un risultato che non lascia dubbi.

Come l’impresa fatta dai Compagni di Santa Maria Nuova, che non si sono persi d’animo quando il PD, con arroganza e scarsa predisposizione politica ha annullato un accordo di alleanza firmato a pochi giorni dalla presentazione delle liste. Ebbene, si sono organizzati, hanno composto una lista di giovani donne ed uomini, e con Angelo Santicchia candidato a Sindaco, hanno sparigliato, come direbbe Nichi Vendola, conquistando il Comune, tra la meraviglia di molti e lo sconforto del PD, così autoreferenziale e da troppo tempo lontano dal mondo reale. A questi Compagni, a tutti i Compagni che si sono spesi in questa esperienza elettorale chiedo all’assemblea un applauso di congratulazioni e di gratidudine.

In realtà nella nostra Provincia sono 6 e non 5 i Comuni andati al voto. Anche il Comune di M.S. Vito è tornato alle urne, alcuni mesi fa, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che aveva annullato l’elezione del sindaco Gloria Sordoni (da noi appoggiata). Come sapete le nuove elezioni hanno ribaltato la situazione eleggendo Sindaco la candidata del PD. Forse potrebbe essere utile un intervento del circolo di Chiaravalle, competente per territorialità, per riassumere la questione.

NON E’ FACILE, ho già detto. La macchina organizzativa non è perfettamente funzionante. Manca ad esempio un collegamento con gli amministratori nostri iscritti presenti nei consigli provinciali e comunali. Purtroppo non arrivano notizie sulle attività dei gruppi consiliari e questo è un limite; dovremmo affrontare questa criticità per cercare di far circolare le idee e permettere di uniformare azioni programmatiche comuni, nel pieno rispetto delle autonomie dei singoli consiglieri, autonomia che deve però partire da condivisioni politiche di base.

Ecco perché abbiamo dato vita ai FORUM provinciali, luoghi ideali di studio, approfondimento e contaminazioni positive, un laboratorio aperto e partecipativo atto a tracciare il programma politico del nostro Partito. Esperimento quello dei Forum con risultati alterni.

NON E’ FACILE per le complicate vicende che colpiscono Ancona, Capoluogo di Regione, immersa in una crisi iniziata il giorno stesso dell’insediamento a Sindaco di Fiorello Gramillano. Una crisi deplorevole perché non dipende da divergenze di tipo programmatico, ma da questioni di potere, di poltrone, e di lotte interne ai Partiti. Crisi che offende l’intelligenza dei cittadini, fin troppo pazienti. Città che ha assoluto bisogno che la politica rioccupi il suo ruolo, in maniera seria, parlando dei problemi, delle esigenze, delle speranze dei cittadini.

O per la situazione del Comune di Jesi, Comune che tornerà al voto nel 2012, Comune su cui spira sempre un vento di crisi, la cui causa proviene secondo me, da un peccato originale, ovvero dalle scelte sulla riconversione della Sadam, ma non solo.

Due città importanti in fermento, che pagano lo scotto di una generale caduta di capacità politica. Il 2012 sarà l’anno delle elezioni anche a Fabriano, città di Merloni, di Spacca, di Vivendi, e della stessa Provincia di Ancona. Su questo scenario aleggia in maniera sempre più ingombrante quel “Laboratorio Marche” inventato dal segretario regionale del PD Ucchielli, voluto dal Presidente della Regione Spacca, incarnato dall’ondivago Pettinari in Provincia di Macerata, su cui credo che dovremmo discutere bene e a fondo.

Ci aspettano dunque, competizioni elettorali in cui ci misureremo e con le quali potremo delineare meglio la nostra proposta politica, e lo faremo chiedendo fin da ora le Primarie di coalizione ovunque, in coerenza con la strategia programmatica nazionale.

Nel breve ci aspetta un altro importante obiettivo da cogliere, tutti noi dobbiamo moltiplicare l’impegno, affinchè i referendum del 12-13 giugno raggiungano il quorum, per dare un’altra spallata a questo Governo immorale. Il successo dei Referendum sarà una vittoria per la Democrazia in questo Paese alla deriva.

NON E’ FACILE continuo a dire, perché il nostro partito nasce mentre il mondo vive la più grande crisi economica, le cui conseguenze si ripercuotono pesantemente anche nel nostro territorio: quindi vediamo un cantiere navale storico e simbolo di Ancona strangolato da una crisi senza precedenti, un intero settore industriale, quello di Merloni, che mette in ginocchio una intera città ed oltre. E come non citare tutte quelle realtà produttive e di servizi che chiudono in silenzio, con persone che si ritrovano senza lavoro e senza alcun ammortizzatore sociale.

Una crisi che mette lavoratori contro altri lavoratori, nella peggiore tradizione mors tua vita mea. O come la guerra che si sta profilando tra lavoratori e cittadini che i sapienti “poteri forti” stanno alimentando. Mi riferisco ovviamente alla delicata questione dei Rigassificatori e Mega Centrali Turbogas. Una guerra qui, in questa città, succube dei voleri della proprietà della Raffineria API. Uno scontro che fa vacillare le convinzioni anche a sinistra, anche nel nostro Partito. Quando si deve decidere tra LAVORO e AMBIENTE, tra OCCUPAZIONE e QUALITA’ DELLA VITA. Una guerra che ci fa perdere di vista che LAVORO e AMBIENTE possono andare di pari passo. Non solo è possibile pensarlo, ma necessario realizzarlo, se vogliamo lasciare alle prossime generazioni un futuro migliore.

In questo scenario, con tutte le difficoltà incontrate ma con tutto l’entusiasmo necessario, abbiamo cercato di renderci utili, di organizzare il partito e di rapportarci con le persone all’esterno. Con la consapelvolezza che questo non è sufficiente, che c’è bisogno di tutta l’intelligenza e la disponibilità di ognuno di noi, senza secondi fini, solo perché siamo convinti che una nuova sinistra è necessaria e possibile.

L’assemblea di oggi vuole rendere partecipi e responsabili ogni singolo iscritto. Dobbiamo avere la consapevolezza che le persone comuni sono ben disposte nei nostri confronti, ci osservano e ripongono in noi la SPERANZA.

Il nostro compito è quello di trasformare la SPERANZA in FIDUCIA. Se riusciamo in questo, allora tutti i nostri sforzi avranno un senso, significa che le persone avranno ritrovato un punto di riferimento, una sponda politica sicura, un Partito che non tradirà le loro aspettative. È una missione difficile che ha bisogno di un gruppo dirigente coeso e convinto, di amministratori attenti e preparati, di iscritti in grado di coinvolgere altre persone, nei posti di lavoro, nelle piazze nelle scuole. C’è bisogno di coerenza nelle scelte, a tutti i livelli.

Dobbiamo concretizzare le buone intenzioni, le nostre idee in azioni politiche conseguenti. Dobbiamo pensare con la nostra testa, e non preoccuparci più di tanto se a volte le nostre convinzioni potranno turbare le altre forze politiche (PD compreso). Ne va della nostra sopravvivenza. L’autonomia politica di SEL è il terreno fertile per seminare le nostre idee che trasformeranno la SPERANZA delle persone in FIDUCIA.

Il nostro lavoro deve riportare le persone a partecipare la Politica, lo stiamo già facendo: abbiamo allacciato dei contatti con gruppi di Compagni a Numana, a Corinaldo, a Montemarciano, ma possiamo e dobbiamo fare di più.

Nell’immediato credo che dobbiamo lavorare con grande intensità per il buon esito dei referendum che riguardano i beni comuni, la salute ed il futuro energetico del nostro paese e per riportare la giustizia ai normali livelli democratici. Abbiamo altre scadenze a cui fare fronte prossimamente: le elezioni in importanti Comuni, ed il rinnovo del Consiglio provinciale. Questione l’ultima, che verrà sottoposta a questa assemblea prima di ogni decisione, se sarò ancora io il coordinatore. Per fare bene c’è bisogno di collaborazione ed unità di intenti.

Lascio lo spazio alla discussione, sperando che questa assemblea sia utile per capire se il percorso intrapreso è condiviso, se dobbiamo continuare su questa strada o meno.

Ringraziando tutti voi per essere qui e ringraziando Ciccio Ferrara della presidenza nazionale, a cui saranno riservate le conclusioni che immagino ci aggiorneranno anche sull’attualità politica nazionale.

Concludo con una citazione di Enrico Berlinguer: “ CI SI SALVA E SI VA AVANTI SE SI AGISCE INSIEME E NON SOLO UNO PER UNO.

Buona Assemblea Compagne e Compagni.
Claudio Paolinelli

domenica 22 maggio 2011

RIGASSIFICATORI, CENTRALI API: DENTRO IL PROBLEMA PER CONOSCERLO

Dunque la querelle sui rigassificatori vive un momento di sospensione. Due mesi di ulteriore rinvio della Conferenza Stato-Regione per poter approfondire ulteriormente la delicata questione eco-energetico-sociale che gira intorno alla realizzazione del rigassificatore off-shore a largo delle coste falconaresi, fortemente voluto dalla Proprietà della raffineria API.

Và detto che in un primo momento la motivazione che giustificava la realizzazione di tale impianto era il deficit energetico della Regione Marche. La società API, ha sostenuto con forza che il rigassificatore e le costruende due mega centrali turbogas erano necessarie per coprire la richiesta energetica. 
Dopo le proteste vibrante di un numeroso ed informato gruppo di cittadini, questa motivazione è andata via via svanendo. La forte opposizione a questi progetti è arrivata anche nelle ovattate e isolate stanze della politica regionale. La quiete è stata interrotta al punto che anche la presidenza regionale ha dovuto prendere atto che qualcosa non andava per il verso giusto. Da qui i rinvii nel Consiglio regionale, per molto tempo il Governo regionale non ha voluto o potuto prendere una decisione in nessun senso.

Visto che la teoria del deficit energetico non riusciva a superare gli ostacoli che rallentano la realizzazione di rigassificatore e centrali, L'API con tempismo delle grandi occasioni, mette sul tavolo delle trattative il rischio occupazione ed il possibile licenziamento dei lavoratori.
Questa strategia a dire il vero non è nemmeno originale; infatti poco prima di grandi trattative l'API ha sempre usato la carta del licenziamento. Chi ha buona memoria ricorderà che lo spauracchio fu usato anche poco prima del rinnovo della concessione, tattica che ottenne in effetti buoni frutti, visto che la Regione ed altri, addirittura anticiparono il rinnovo della concessione ben prima della sua scadenza. Ora succede la stessa cosa. E capisco bene la preoccupazione dei lavoratori che per prima cosa hanno a cuore, giustamente, il diritto di lavorare. Che dire, i lavoratori vengono usati come scudi umani dall'API,  la quale immagino, dopo aver ottenuto ciò che vuole, non garantirà loro nessun posto di lavoro, perchè se è vero che c'è una crisi del mercato petrolifero, ed è vero,  nessun rigassificatore garantirà il mantenimento di una forza lavoro non più necessaria. Nessuna azienda sopporta costi non necessari. E' la legge del Mercato, del Capitalismo.

Detto questo, però resta il fatto che la Regione tra un paio di mesi dovrà prendere una decisione, e trovare una mediazione affinchè i 5 punti  che serviranno per aprire il confronto, trovino una soluzione. 

A luglio si deciderà. E' singolare, ma anche in questo caso non è la prima volta che una decisione così importante verrà presa nel periodo estivo, durante le ferie. Chissà forse si spera in questo modo di fiaccare il movimento dei contrari.
In questi due mesi, è stato detto, il Presidente Spacca e la Regione Marche dovranno approfondire ulteriormente la questione. Credo che per capire bene occorra conoscere il problema, studiarlo, stargli vicino.
E allora quale migliore occasione per tecnici, politici, per toccare con mano quotidianamente l'impatto di una raffineria in città. Credo che sia giusto che chi deve decidere sappia cosa significhi abitare vicino ad un impianto ad alto rischio di incidente ambientale, sentirne l'odore dell'aria che i cittadini  respirano ogni giorno.

Credo che per meglio comprendere i pro e i contro, il Presidente regionale, gli assessori, i consiglieri, i tecnici, portrebbero risiedere in città in questi due mesi, magari nel quartiere Fiumesino pernottando nell'Hotel di fronte la raffineria.  Una Full-immersion di due mesi che sono certo sarà una esperienza umana e politica di grande importanza. 

lunedì 9 maggio 2011

LA FIDUCIA E' UNA COSA SERIA

Il Presidente della Regione Marche Spacca ha ringraziato i cittadini per la FIDUCIA accordatagli in occcasione del discorso di insediamento del 19 aprile 2010. Se è vero che il voto ha sancito la sua vittoria al Governo della Regione, non è così scontato che la fiducia gli sia stata accordata a prescindere. Credo che i cittadini che lo hanno votato debbano pretendere che la scelta della coalizione del centrosinistra di "abbreviare le distanze dal Dire al Fare" abbia fondamento concreto (Fare) e non solo a parole (Dire).


Le ultime notizie trapelate dai giornali, fanno capire che è in atto un cambiamento delle politiche sul PEAR Piano energetico ambientale regionale. Una rivisitazione di quel PEAR al fine di consentire la costruzione delle famigerate mega centrali turbogas all'interno della raffineria. Questa è la mediazione a cui sono arrivati per votare la mozione contro i Rigassificatori.

Questo è in totale contraddizione con il programma presentato ai cittadini, quindi di fatto si verrebbe a tradire quella fiducia dei cittadini di cui sopra.

E' comprensibile il timore da parte del Presidente nei confronti di quei lavoratori della raffineria che rischiano in prima persona, e che in un momento di crisi mondiale si aggrappano al lavoro a qualunque condizione, anche se sanno bene che il ricatto occupazionale a cui sono sottoposti non garantirà alcun posto di lavoro, sanno bene che i tagli avverranno a causa della scelta della proprietà di produrre raffinazione del petrolio in Paesi in cui i lavoratori hanno meno garanzie di loro, in termini occupazionali e di sicurezza, quindi costano meno.

Il timore del Presidente è giustificato, perché la situazione è figlia di politiche sbagliate, a partire dall’affrettato rinnovo della Concessione all’Api. Come spesso accade, i governanti governano il loro presente e non si preoccupano del dopo. Accontentano e si accordano con i potenti ed ignorano le richieste e le esigenze dei cittadini e dei lavoratori. Vale per la raffineria quanto per il Cantiere navale, tanto per citare un altro disastro occupazionale.

Questa volta però il Presidente deve onorare il patto con i cittadini, con gli ELETTORI, non può scrollarsi di dosso le responsabilità, questa volta il Presidente deve farsi carico anche delle legittime richieste dei lavoratori, che si limitano ad ottenere tranquillità e sicurezza del posto del lavoro. Il Presidente non può cambiare in corsa le scelte programmatiche in materia ambientale ed economica. Il Pear di cui è andato vantandosene, non è modificabile in termini peggiorativi, anzi semmai è vero il contrario, visto che nel frattempo le tecnologie si sono evolute e permettono una accelerazione dello sviluppo e dell’uso delle fonti rinnovabili.

Ogni altra scelta sarà tradirà la fiducia dei cittadini, Il Presidente e i Partiti che lo sostengono perderanno ogni ulteriore credibilità.

Claudio Paolinelli

Di seguito alcuni punti del Programma di Governo regionale
http://www.regione.marche.it/Home/tabid/68/Default.aspx

Consiglio Regionale Marche

Programma di Governo della IX Legislatura Regionale 2010-2015

Intervento del Presidente della Regione Marche
Gian Mario Spacca
Ancona, 19 aprile 2010 2015


Signor Presidente, Signori Consiglieri,

a lei e a voi tutti gli auguri di un proficuo lavoro per il bene di tutta la nostra comunità.

Naturalmente, oggi, il primo ringraziamento va ai cittadini delle Marche che hanno consolidato il loro rapporto di fiducia con le Istituzioni.

Subito dopo il pensiero va a tutti i cittadini che non si sono recati alle urne e che divengono la nostra prima preoccupazione, affinché si possa riprendere al più presto un dialogo, dentro i problemi della nostra regione….
… AMBIENTE E PAESAGGIO PER LA QUALITA’ DELLA VITA

....Potenziare gli incentivi per la crescita delle energie rinnovabili sviluppando le previsioni del PEAR, anche attraverso una maggior dotazione finanziaria ed un piano di allocazione degli impianti, con consultazione delle comunità locali.

-Tendenziale equilibrio di autosufficienza energetica su scala provinciale.

-La Regione continuerà con grande determinazione ad attuare il PEAR, seguendo l’approccio rigoroso di rispetto delle norme di compatibilità ambientale e di rifiuto di ogni forma di ulteriore inquinamento….

sabato 16 aprile 2011

RIGASSIFICATORI, OPPORTUNISMI E CONTRADDIZIONI

La partita del rigassificatore di Falconara è ormai in fase finale. La Regione Marche chiede un rinvio della Conferenza di Servizi tra Stato e Regione e la ottiene. Ma non ci sono motivi per tirare un sospiro di sollievo, è solo un rinvio della scelta. Il PD regionale è palesemente in difficoltà: da un lato la parola data nel passato con atti pubblici favorevoli al progetto dell'API, dall'altro la protesta dei cittadini, a cui partecipano anche iscritti ed elettori del PD ed alcuni sindaci della Provincia di Ancona. La paura è quella di aumentare lo scollamento tra Partito (PD) ed elettori, disaffezione causata forse dalla incomprensibile politica delle alleanze a livello regionale, o dalla pessima situazione del Comune di Ancona. E' percepibile un malumore diffuso da parte degli elettori del PD e sembra che la dirigenza non sia in grado di arginare il disagio. Le prossime elezioni amministrative saranno la cartina di tornasole. Vedremo.

Ma le contraddizioni non sono solo all'interno del PD. A Falconara non si possono dimenticare le clamorose capriole dell'assessore Baldassarri (UDC) (vedi il suo programma) della Giunta Brandoni (PDL). Per ultimo scopriamo che il neo partito FLI presente in città con un consigliere comunale, è contrario ai rigassificatori. La cosa non può che far piacere, ma a dire il vero sembrerebbe una operazione di ricostruzione di verginità politica. Il consigliere Ludovico Luongo (FLI) è stato eletto infatti nella lista del PDL, e fino alla sua fuoriuscita, causata dal terremoto politico all'interno della destra al Governo (divorzio di Fini da Berlusconi), non ci si ricorda in città di una sua particolare avversità ai rigassificatori. Insomma sembrerebbe proprio un tentativo di guadagnare visibilità e di calvacare il dissenzo dei cittadini.

L'unico coerente a destra rimane il sindaco Brandoni, che non ha mai nascosto il suo amore sviscerato per l'azienda di raffinazione. Una coerenza la sua che però ha messo in subalternità l'intera città ai voleri dell'API. Quindi Sindaco coerente ma  assolutamente lontano dalla volontà dei cittadini.  

domenica 10 aprile 2011

RIGASSIFICATORE DI FALCONARA: LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SPACCA

RIGASSIFICATORE DI FALCONARA


LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SPACCA

Egregio Presidente,

come credo sarà a conoscenza, attualmente ricopro l’incarico di Coordinatore provinciale di Sinistra Ecologia Libertà della Provincia di Ancona, ma vorrei rivolgerle questa mia lettera in qualità di cittadino falconarese, per invitarla a riflettere con attenzione sulla decisione che dovrà assumere il 27 aprile prossimo durante la Conferenza Stato-Regione convocata per la realizzazione del Rigassificatore davanti alla costa di Falconara Marittima.

Vorrei che lei tenesse conto delle motivazioni che spingono da anni, liberi movimenti ed associazioni cittadine a protestare contro le tante scelte che sono state fatte in questa porzione di territorio. Chi attraversa la città non può che notare le pessime condizioni in cui versa. Anni di urbanizzazioni selvagge hanno fatto sì che Falconara diventasse una delle città delle Marche più densamente popolate, sul cui terittorio gravano importanti infrastrutture, come l’aeroporto, lo snodo ferroviario, l’uscita autostradale, ed alcuni impianti industriali di cui il più importante in ordine economico e di pericolosità è quello della Raffineria API. Una città sottoposta a gravi rischi, non per nulla si trova nel mezzo dell’AERCA (Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale). Uno scenario quindi che si discosta di molto dallo spot promozionale della Regione Marche interpretato da Dustin Hoffman.

Se la realtà falconarese è così lontana dall’immaginario poetico stimolato da quello spot, non è certo per responsabilità di chi vive in quella città. Il degrado ambientale, culturale e sociale è responsabilità politica. Quindi responsabilità di chi negli anni ha permesso che quel degrado arrivasse a simili livelli.

Quindi degrado causato dalla responsabilità politica. Penso ad alcune scelte da attribuire alla Istituzione che lei rappresenta e che hanno contribuito all’aggravamento della situazione. A Partire dal rinnovo anticipato della concessione alla Raffineria, avvenuto con molta, troppa fretta. Fino alla assenza di un atto ufficiale per negare la costruzione delle due nuove grandi centrali turbogas. Penso anche alla diatriba sulla Quadrilatero, adesione da lei fortemente voluta, che ha costretto Falconara a rinunciare al suo diritto-dovere di decidere e pianificare lo sviluppo e la trasformazione del suo territorio. Una beffa ancora più insopportabile se consideriamo l’attuale stato di incertezza in cui versa il progetto Quadrilatero.

Falconara viene considerata una sorta di città di servizio regionale, dove la qualità della vita è subordinata alle esigenze sovra-territoriali e agli appetiti di speculatori, potentati e capitani d’industria. Una condizione di sudditanza regionale che, caro Presidente, non è sopportabile dai falconaresi, i quali chiedono semplicemente di poter vivere nella loro città in maniera dignitosa, riducendo i rischi per la salute, insomma, reclamano la normalità. Niente di rivoluzionario, quindi, ma solo un sacrosanto diritto al miglioramento della qualità della vita.

Signor Presidente, alla prossima Conferenza Stato-Regione, lei dovrà prendere una decisione per la realizzazione del rigassificatore voluto dalla Raffineria API. In primo luogo vorrei che si ragionasse sulla convenienza di quel progetto (ne abbiamo realmente bisogno?). Vorrei che lei tenesse in considerazione le aspettative di gran parte dei falconaresi di cui ho scritto sopra. Vorrei che lei spiegasse ai lavoratori dell’API che la costruzione del rigassificatore non garantisce il loro posto di lavoro. Vorrei che lei Presidente, non sottovalutasse la netta contrarietà al progetto di molti sindaci ed amministrazioni comunali.

Spero che in quell’incontro non verranno dette mezze parole e che la Regione Marche non si appiattisca alla disposizione del Governo centrale. Quell’incontro sarà chiarificatore e spiegherà le reali strategie del Governo e della Regione Marche. Mi auspico che le logiche che hanno determinato un secco NO al rigassificatore di Porto Recanati, da parte della Regione, valgano anche per questa parte di popolazione, da troppo tempo considerata di serie B.

Cordialmente Claudio Paolinelli

martedì 15 marzo 2011

ONORE AL PARTIGIANO PISTOLA

Rivolgo un pensiero  al Compagno Gianfranco Pistola, Uomo conosciutissimo in città. Ho appreso la notizia della scomparsa del Partigiano Pistola e all’improvviso la tristezza ha coperto tutti gli altri sentimenti, ha rallentato la frenesia quotidiana.

Ho una foto sul ripiano della libreria, risale allo scorso 25 aprile, un giorno importante, a cui Gianfranco teneva in modo particolare. Prepararava da anni con cura e pignoleria tutte le fasi della manifestazione. La foto lo ritrae con il fazzoletto tricolore dell’Anpi attorno al collo, in posa di fianco a lui, due compagne ed io. Lo sguardo sebbene un po’ affaticato non nasconde una certa felicità, la soddisfazione di celebrare con tutti gli onori la festa della Liberazione dai nazifascisti nella sua città. La gioia di chi sa di esserci riuscito ancora una volta, nonostante le difficoltà e a dispetto di una società che tende a dimenticare. Lo sguardo di una persona per bene, che ha dedicato la sua vita alla difesa dei valori della Resistenza, della democrazia e della libertà. Senza cadere nella retorica del ricordo. Un uomo semplice che è ha avuto la capacità di trasmettere a tanti giovani quei valori. E i giovani lo rispettavano lo trattavano come un nonno, qualche volta un po’ scontroso, ma simpatico.

Uomo curioso e attento alle novità. Lo ricordo con piacere davanti al computer a casa sua mentre scriveva un comunicato, pigiava i tasti con forza, era arrabbiato perché quella volta il sindaco non aveva permesso di suonare alla banda musicale Bella Ciao in piazza. Lo aveva ferito questo smacco, e allora forse stemperava la sua rabbia sulla tastiera del computer. Guardandolo, avvolto in una nuvola di fumo della immancabile sigaretta, pensai che quell’uomo non viveva di ricordi, ma che anzi era lanciato nel futuro pronto ad osservare e a capire i cambiamenti dei tempi.

Ora abbiamo una eredità preziosa, fatta di valori civili senza prezzo. È nostro compito, dei giovani soprattutto, che questa ricchezza non vada perduta.

domenica 13 marzo 2011

LA VIOLENZA DEI COMPORTAMENTI

La notizia campeggia sul Corriere Adriatico, cronaca di Falconara

" Falconara Quattro persone, forse senza tetto, che di solito chiedono l’elemosina, sono state allontanate dalla zona della stazione ferroviaria e dal centro cittadino dalla polizia municipale".

“La presenza di queste persone – commenta l’assessore alla Sicurezza Clemente Rossi - genera nei cittadini una sensazione di insicurezza e di disagio nel vivere la propria città, anche se spesso non è direttamente collegata ad atti illeciti. Ad ogni modo rimane ferma la volontà di contrastare questo fenomeno e continueremo a monitorare queste situazioni proprio per evitare pericoli e per verificare che non compaiano anche soggetti dediti a comportamenti illeciti”.

“Inoltre - continua l’assessore Rossi - in questo periodo abbiamo alzato l’allerta, perché temiamo il solito aggravamento di persone che dall’est europeo si spostano in Italia per vivere di espedienti ed elemosina, soprattutto nel periodo antecedente la Pasqua. Infastidiscono all’uscita dei centri commerciali e degli ospedali, nei mercati e negli spazi di maggior passaggio sollecitando la carità delle persone.”

“Sono fortemente convinto - conclude Clemente Rossi - che chiedere il rispetto delle regole, sanzionare le condotte illegittime, garantire una maggiore sicurezza ai cittadini e un maggior decoro alla città, a differenza di quello che pensa una parte dell’opposizione, non alimenta l’intolleranza, ma al contrario favorisce un’integrazione vera e garantisce una maggiore vivibilità a tutte le persone”.

Quanto violenza c'è dietro le dichiarazioni del vicesindaco nonchè assessore alla sicurezza Clemente Rossi." La presenza di questa persone genera insicurezza tra i cittadini". Mi vergogno di questo atteggiamento dell'amministrazione comunale, và contro la tradizione della città che è invece accogliente e solidale, e non rispetta nemmeno le leggi cristiane cui spesso lor signori si appellano.

Una violenza che cresce quando Rossi ammette che la presenza dei mendicanti non è direttamente collegabile ad atti illeciti. Queste persone vengono allontanate soltanto perchè con la loro presenza infastidiscono i cittadini, gente perbene che non può sopportare la vista di tale degrado umano. Quindi per il vicesindaco del sindaco sceriffo, basta allontanarle quelle persone, basta non vedere lo stato in cui vivono, basta renderli invisibili. Quanta ipocrisia, quanta inettitudine nel gestire un problema grave non per i cittadini per bene che vedono, ma per quelle persone che non hanno casa nè futuro.

I nostri amministratori non solo non si rendono conto della bassezza dei loro comportamenti, ma se ne vantano pure. Questa città ha bisogno di ben altri allontanamenti, prima che sia troppo tardi.

giovedì 10 marzo 2011

PIU' RISPETTO PER IL TERRITORIO = MENO RISARCIMENTI

Come volevasi dimostrare. Dopo il rincrescimento per la fatalità e per le intense piogge che hanno alluvionato una vasta area delle Marche compresa Falconara Marittima, gli amministratori falconaresi si sono presentati ai cittadini annunciando che il Governo nazionale è pronto a stanziare milioni di euro per l’emergenza e per i primi interventi sui danni che da una prima stima si aggirano a circa 463 milioni di euro.

La bella notizia l’ha data il neo-assessore Rossi durante una partecipata assemblea promossa dal comitato alluvionati di Castelferretti e Fiumesino, durante la quale non si sono risparmiate critiche all’amministrazione comunale, nonché all’ente provinciale per la drammatica situazione che i cittadini debbono sopportare ad ogni pioggia.

Come ho avuto già modo di dire, due sono le mosse politiche opportunistiche in situazioni come queste: dimostrarsi addolorati per l’imprevedibile disgrazia, magari farsi fotografare indaffarati sul luogo del disastro, e poi garantire cospicui risarcimenti.

È avvenuto proprio questo, anche stavolta. L’assessore Rossi ha comunicato non senza un tono di compiacimento, che il Governo Berlusconi era pronto a distribuire un bel po’ di soldi.

Per come è stata annunciata la notizia sembrerebbe una vittoria per Falconara e per gli amministratori stessi che si sono adoperati per ottenere lo stanziamento. In realtà questo ennesimo esborso di denaro pubblico è una dolente sconfitta, per i cittadini che sanno bene che non c’è risarcimento che paga in queste situazioni, e soprattutto per l’amministrazione comunale, per la Regione Marche del Presidente Spacca, e per lo Stato italiano.

Perché questi soldi, che serviranno a ripagare (in parte) i danni causati dall’incuria e dallo scarso rispetto per il territorio, potevano essere utilizzati per altre emergenze che affliggono il nostro Paese, basti pensare ai vergognosi tagli alla scuola pubblica, o a quanto siano importanti dei fondi per sostenere gli ammortizzatori sociali, mai così necessari un questo periodo di crisi. Invece i nostri soldi, perché sono soldi nostri, versati con le tasse di chi le paga, verranno utilizzati per rimediare alle pessime pratiche del governo del territorio.

I cittadini non possono accontentarsi di amministratori che si limitano a richiedere ed ottenere risarcimenti come in questo caso. I cittadini debbono pretendere che gli amministratori siano responsabili e garanti della salvaguardia del Bene Comune, quindi del territorio. C’è bisogno di amministratori capaci di prevenire i disastri con una pianificazione seria e libera da condizionamenti di tipo clientelare e/o economico. Troppa cementificazione da troppo tempo, consumo del suolo in maniera disordinata. Il risanamento del territorio è il vero investimento da fare.

giovedì 3 marzo 2011

STATO D'EMERGENZA

Il Day after, ha sempre un suo effetto mediatico. Allora ecco che i giornali raccontano che sia il sindaco Brandoni che il nuovo Assessore Rossi, hanno partecipato ai sopralluoghi nelle zone maggiormente colpite dall'ennesima alluvione. Ieri infatti, dopo un paio di giorni di pioggia, un'ampia zona di Falconara è stata sommersa dall'acqua proveniente dai fossi che convogliano l'acqua dalle colline vicine. Il giornale puntualizza che purtroppo "non è stato possibile evitare il disastro all'Hotel Avion" dove una cinquantina di ospiti sono stati "salvati" con una Ruspa di una ditta vicina.

Il dramma è tutto in questa frase: non è stato possibile evitare il disastro. Ma sarà proprio così? E' possibile che la sfortuna si sia accanita su questa zona della città? Oppure ci sono responsabilità per quel che riguarda la manutenzione e la funzionalità dei fossi. Si può ipotizzare che l'utilizzo del territorio, da troppo tempo in maniera scriteriata, non sia esso stesso una causa dell'allagamento?

Non è mancata nemmeno la classica frase di circostanza: Valuteremo se chiedere lo stato di emergenza.

Quindi la posizione dell'autorità costituita la si può riassumere in questo modo: il disastro non era prevedibile, ma non preoccupatevi, chiederemo il risarcimento dei danni.
Con l'acqua che scorre ci si lava anche la coscienza.

Intanto, proprio dove oggi è nato un bel laghetto grazie allo straripamento, ovvero nella zona a ovest di Castelferretti nei pressi del casello autostradale e dell'aeroporto, la società Quadrilatero lancia la Gara per l'aggiudicazione per i lavori e la gestione dell'Area Leader, una superficie di 480 mila Mq con volumi edificabili di 470 mlia metri cubi. Il tempo delle offerte scade il 29 settembre 2011, dopo di che una enorme gettata di cemento stravolgerà ancora di più il delicato equilibrio idrogeologico. Credo che i falconaresi dovranno ricordarsi che il Sindaco (e non solo) fu entusiasta di questa grande, moderna, innovativa Opera infrastrutturale.

Ma non c'è problema, alla prossima alluvione ci sarà qualcuno pronto a dire: "che disastro, che sfortuna, ci vuole immediatamente lo stato d'emergenza. E via così, all'infinito.