domenica 22 maggio 2011

RIGASSIFICATORI, CENTRALI API: DENTRO IL PROBLEMA PER CONOSCERLO

Dunque la querelle sui rigassificatori vive un momento di sospensione. Due mesi di ulteriore rinvio della Conferenza Stato-Regione per poter approfondire ulteriormente la delicata questione eco-energetico-sociale che gira intorno alla realizzazione del rigassificatore off-shore a largo delle coste falconaresi, fortemente voluto dalla Proprietà della raffineria API.

Và detto che in un primo momento la motivazione che giustificava la realizzazione di tale impianto era il deficit energetico della Regione Marche. La società API, ha sostenuto con forza che il rigassificatore e le costruende due mega centrali turbogas erano necessarie per coprire la richiesta energetica. 
Dopo le proteste vibrante di un numeroso ed informato gruppo di cittadini, questa motivazione è andata via via svanendo. La forte opposizione a questi progetti è arrivata anche nelle ovattate e isolate stanze della politica regionale. La quiete è stata interrotta al punto che anche la presidenza regionale ha dovuto prendere atto che qualcosa non andava per il verso giusto. Da qui i rinvii nel Consiglio regionale, per molto tempo il Governo regionale non ha voluto o potuto prendere una decisione in nessun senso.

Visto che la teoria del deficit energetico non riusciva a superare gli ostacoli che rallentano la realizzazione di rigassificatore e centrali, L'API con tempismo delle grandi occasioni, mette sul tavolo delle trattative il rischio occupazione ed il possibile licenziamento dei lavoratori.
Questa strategia a dire il vero non è nemmeno originale; infatti poco prima di grandi trattative l'API ha sempre usato la carta del licenziamento. Chi ha buona memoria ricorderà che lo spauracchio fu usato anche poco prima del rinnovo della concessione, tattica che ottenne in effetti buoni frutti, visto che la Regione ed altri, addirittura anticiparono il rinnovo della concessione ben prima della sua scadenza. Ora succede la stessa cosa. E capisco bene la preoccupazione dei lavoratori che per prima cosa hanno a cuore, giustamente, il diritto di lavorare. Che dire, i lavoratori vengono usati come scudi umani dall'API,  la quale immagino, dopo aver ottenuto ciò che vuole, non garantirà loro nessun posto di lavoro, perchè se è vero che c'è una crisi del mercato petrolifero, ed è vero,  nessun rigassificatore garantirà il mantenimento di una forza lavoro non più necessaria. Nessuna azienda sopporta costi non necessari. E' la legge del Mercato, del Capitalismo.

Detto questo, però resta il fatto che la Regione tra un paio di mesi dovrà prendere una decisione, e trovare una mediazione affinchè i 5 punti  che serviranno per aprire il confronto, trovino una soluzione. 

A luglio si deciderà. E' singolare, ma anche in questo caso non è la prima volta che una decisione così importante verrà presa nel periodo estivo, durante le ferie. Chissà forse si spera in questo modo di fiaccare il movimento dei contrari.
In questi due mesi, è stato detto, il Presidente Spacca e la Regione Marche dovranno approfondire ulteriormente la questione. Credo che per capire bene occorra conoscere il problema, studiarlo, stargli vicino.
E allora quale migliore occasione per tecnici, politici, per toccare con mano quotidianamente l'impatto di una raffineria in città. Credo che sia giusto che chi deve decidere sappia cosa significhi abitare vicino ad un impianto ad alto rischio di incidente ambientale, sentirne l'odore dell'aria che i cittadini  respirano ogni giorno.

Credo che per meglio comprendere i pro e i contro, il Presidente regionale, gli assessori, i consiglieri, i tecnici, portrebbero risiedere in città in questi due mesi, magari nel quartiere Fiumesino pernottando nell'Hotel di fronte la raffineria.  Una Full-immersion di due mesi che sono certo sarà una esperienza umana e politica di grande importanza. 

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