giovedì 7 luglio 2011

LA DISFATTA DEL CONSIGLIO REGIONALE

Ieri abbiamo assistito ad una disfatta in Consiglio regionale.

Quando la politica ha bisogno della scorta della polizia in tenuta antisommossa, significa che qualcosa non ha funzionato. Delle due una: o siamo in mano a facinorosi e a fomentatori, oppure è la politica ad aver fallito. Propendo per questa seconda opzione, conoscendo gran parte delle persone che ieri si sono assiepate davanti alla sede del Consiglio regionale.

Tutta quella gente era lì per la questione del rigassificatore da realizzare in mare a pochi chilometri da Falconara ed Ancona. Con aspettative diverse, ma tutte lì a vedere e a sentire la scelta del Consiglio regionale.

Ed è stata una disfatta, in primo luogo per l’Istituzione regionale. Nella più totale bagarre, con urla, proteste, applausi, con alcuni consiglieri che in un clima molto teso si sono presi anche il lusso di lanciare provocazioni, e con il Presidente del Consiglio Solazzi che, assolutamente incapace di gestire la situazione, ha ceduto all’autoritarismo di Spacca. Più volte infatti, dopo aver dichiarato la sospensione dei lavori, Solazzi è stato ignorato dal Presidente Spacca, che ha continuato a parlare nella bolgia più totale, esautorando di fatto il ruolo del presidente del Consiglio e comprovando la mancanza di autonomia del consiglio regionale. Il consiglio è andato avanti in un clima di totale caos, semplicemente perché ieri era indispensabile votare favorevolmente la realizzazione dei rigassificatori, non c’era più tempo, c’era il rischio che alla conferenza Stato Regione del 12 luglio, Spacca non avrebbe avuto il mandato per firmare l’accordo.

Non che le proteste da una parte e dell’altra dei dimostranti non fossero giustificate, anzi è stata proprio la scarsa capacità e l’ambiguità nelle decisioni che da lì a poco il Consiglio regionale avrebbe dovuto prendere, che ha alimentato la rabbia e la delusione. Obiettivamente però ieri quella sede sembrava tutto fuorchè un consiglio regionale.

La repentina virata sulle questioni energetiche di cui è stato protagonista il Presidente Spacca, e tutta la Giunta e quasi tutti i consiglieri di maggioranza è clamorosa, ma l’atteggiamneto non dovrebbe sorprendere i più attenti osservatori della politica regionale. Spacca era già favorevole ai rigassificatori già dalla precedente legislatura e con lui tutti gli assessori della Giunta. L’inversione di rotta c’è stata in virtù di quanto detto in campagna elettorale. Il Presidente Spacca, infatti impostò la sua campagna elettorale sul PEAR, l’ormai famigerato Piano Energetico Ambientale Regionale, da lui stesso considerato un Piano avanzato in termini di progettuazione e programmazione. In pratica Spacca si assicurò molti voti di persone in buona fede che hanno creduto alla sua promessa di incentrare la politica energetica ed economica regionale sullo sviluppo delle energie rinnovabili.

Ma quando il potere chiama, Spacca non si tira indietro, a costo di rimangiarsi le parole sprecate in campagna elettorale, a costo di dover parlare tra le urla e le proteste dei cittadini, a costo di provocare uno scontro fisico tra gruppi entrambi preoccupati per il futuro. A costo di strumentalizzare il dramma che stanno vivendo i lavoratori della fincantieri, promettendo conto terzi scenari inesistenti, come la possibile ripresa del cantiere navale con la costruzione di navi gasiere. Una provocazione giustamente mal tollerata dalla FIOM, una offesa alla dignità di quei lavoratori.

Spacca ha dato dimostrazione di ossequiosità anche sulla questione Quadrilatero. Chi se la ricorda quella triste faccenda? Qualcuno forse ricorderà la pesantissima pressione fatta al Comune di Falconara, strozzata da una difficile situazione economica, per aderire al progetto che gli toglieva la sovranità del suo territorio. Anche in quell’occasione il Presidente Spacca ha dato dimostrazione di scarsa propensione al dialogo e di puntare come un caterpillar all’obiettivo delineato da Pieralisi e Merloni.

Ieri è stato fatto un ulteriore passo all’interno del “laboratorio Marche”, l’asse infatti si è spostato ulteriormente verso destra. Il voto trasversale del PD dell’Idv, del PDL dell’API, dell’UDC, della Lega a favore della realizzazione dei rigassificatori, certifica politiche comuni ed apre scenari preoccupanti.

Ieri dunque abbiamo assistito ad una disfatta. Una sconfitta dell’istituzione regionale, della politica, della democrazia. Abbiamo preso atto che Spacca non è un governatore ma un esecutore. La sconfitta non è stata certo del movimento dei cittadini che con ostinazione ha lottato contro un progetto inutile, pericoloso, costoso per la comunità e di nessuna garanzia per l’occupazione dei lavoratori della raffineria API.

Per il movimento ieri c’è stata solo un'altra riprova dell’arroganza di una politica sempre più lontana dalla realtà, dalla gente, dai territori. Per il movimento già da oggi c’è la consapevolezza che la lotta non è finita con la votazione del Consiglio regionale, la lotta è nel mondo reale: nelle piazze, tra la gente.

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