mercoledì 10 gennaio 2007

FALCONARA POLO DELLA RICERCA E DELLA PRODUZIONE PER L'ENERGIA RINNOVABILE ED ECOCOMPATIBILE

Il lungo post di oggi vuole stimolare la discussione verso la problematica dell'inquinamento ambientale, della mutazione climatica che stiamo vivendo. L'Italia rischia la desertificazione, entro 20 anni il clima sarà di tipo tropicale, con tutti i problemi che ne deriveranno. Esiste realmente la necessità di avviare un serio programma per raggiungere gli obiettivi indicati dal protocollo di Kyoto, quindi procedere verso il risparmio energetico.

Da molti anni la comunità scientifica lancia l'allarme nella speranza che gli Stati, la politica capiscano l'emergenza ed agiscano di conseguenza.
Quanto leggerete qui di seguito è una mia idea per creare a Falconara un polo di ricerca e produzione per l'energia di fonti rinnovabili di rilevanza nazionale. Tutto ciò dedotto dai vari indirizzi politici legislativi della Regione, dello Stato, dell'Unione europea.

Buona lettura.




Falconara Marittima città della Provincia di Ancona di circa 29.000 abitanti. Dista circa 12 chilometri dal capoluogo Ancona sede di un importante porto commerciale.

Per le sue caratteristiche geografiche e logistiche, il territorio di Falconara è particolarmente strategico, infatti la città situata esattamente al centro dell’Italia ospita un aeroporto, un’uscita autostradale A14, uno scalo ferroviario che collega nord-sud e Roma.

La città ospita nel suo territorio anche una Raffineria petrolifera con all’interno una centrale elettrica IGCC (Integrated Gasification Combined Cycle) di potenza di circa 280 MW
La Capacità di lavorazione del greggio è di 3,9 milioni di tonnellate/anno, la capacità di stoccaggio è di oltre 1.500.000 mc, la capacità di produzione di energia elettrica di 2 miliardi di kWh/anno e assicurano l’autosufficienza energetica della Regione ma non quella elettrica.

Il Pear il Piano Energetico Ambientale Regionale ha tre assi principali e costitutivi
o Risparmio energetico tramite un vasto sistema di azioni diffuse sul territorio dalle campagne di sensibilizzazione all’incentivazione e alla semplicità burocratica
o Impiego delle energie rinnovabili in particolare all’uso dell’energia eolica e delle biomasse
o Ecoefficienza energetica con particolare riferimento ai sistemi distrettuali delle imprese, ad una forte e diffusa azione di innovazione tecnologica e gestionale, alla produzione distribuita di energia elettrica ed energia termica.

In generale il PEAR si ispira alle logiche della riduzione di prelievo di risorse naturali, dell’utilizzo innovativo delle energie rinnovabili, di una forte dose di innovazione tecnologica e gestionale soprattutto nel settore industriale.
Il Piano interviene inoltre sulla necessità di rendere equilibrato al massimo grado il settore energetico regionale agendo soprattutto sul deficit del comparto elettrico per garantire il pieno sostegno allo sviluppo economico e sociale delle Marche.

Il programma di Governo 2006-2011 “per il bene dell’Italia” riguardo all’energia da indicazioni precise per intervenire all’aumento dell’efficienza energetica e allo sviluppo accelerato delle fonti rinnovabili allo scopo di attuare pienamente il protocollo di Kyoto. L’obiettivo è diminuire i consumi dei combustibili fossili favorendo la diminuzione delle emissioni di gas serra. Nel settore elettrico, il programma Prodi indica l’aumento dell’efficienza energetica con la generazione distribuita e la cogenerazione, e con un forte sviluppo delle fonti rinnovabili incentivando l’innovazione.

Sul mix delle fonti l’audizione del Ministro Pier Luigi Bersani 05-07-2006 alla Commissione Attività Produttive. “ È questo un tema assolutamente cruciale. Ci sono delle novità non solo riguardo alle fonti di energia rinnovabili ma anche rispetto ai grandi sistemi di infrastrutturazione che dobbiamo potenziare. Di ciò si deve discutere nel merito: noi siamo gas-dipendenti e dovremo cominciare a sorvegliare questo eccesso di dipendenza. Intanto, però, dobbiamo garantire una sovracapacità di approvvigionamento che ci consenta di avere la sicurezza dell'energia e, possibilmente, anche di ridurre i prezzi. Vi è poi un'operazione che riguarda il risparmio energetico e l'efficienza come linea di politica industriale. Sia quando parliamo di fonti rinnovabili, sia quando parliamo di efficienza energetica stiamo parlando di un altro modo di produrre energia, di risparmiare energia - c'è un margine enorme in questo campo - e di sviluppare filiere industriali italiane, (insieme, naturalmente, a quelle francesi, tedesche, eccetera); dobbiamo considerare questo elemento di nazionalità perché ci sono possibilità che dobbiamo assolutamente valorizzare”.

Dal ddl INDUSTRIA 2015

UNA POLITICA INDUSTRIALE PER TORNARE A COMPETERE
Per rilanciare il sistema produttivo italiano nel futuro si camminerà fondamentalmente su “due gambe”:
Meccanismi di sostegno generalizzati, anche a carattere automatico, per favorire la ricerca, la riduzione dei costi d’impresa, la promozione di investimenti, la crescita dimensionale delle imprese e il riequilibrio territoriale. Sistemi di incentivazione fatti “su misura” per singoli Obiettivi strategici che vengono realizzati individuando aree tecnologico-produttive con forte impatto sullo sviluppo (ad esempio l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile e le scienze della vita, ecc…). Le aree tecnologiche saranno definite da un “Documento di programmazione per lo sviluppo”, triennale, a partire dal quale vengono individuati singoli Progetti di Innovazione industriale a cui si candideranno piccole, medie e grandi imprese, Enti di ricerca, Università e sistema finanziario.

Per stimolare imprese, Enti di ricerca, Università e soggetti finanziari privati a partecipare ai singoli Progetti di innovazione industriale, tutte le amministrazioni pubbliche nazionali e locali sono coinvolte nei Progetti e possono contribuire con gli interventi centrali che si strutturano:
- sia in forma classica (attraverso il nuovo Fondo per la competitività);
- sia nel sostegno di nuovi strumenti (il nuovo Fondo per la Finanza d’impresa);
- sia con standardizzazioni normative e ogni altra misura utile.
In particolare, le Regioni, sulla base delle loro vocazioni produttive e delle loro competenze, potranno partecipare e dare il loro contributo ai progetti di rilevo nazionale.
Asse portante dei Progetti è il raccordo inedito tra il ministro dello Sviluppo Economico, il ministro dell’Università e la Ricerca e il ministro dell’Innovazione nella Pubblica amministrazione. Un raccordo che sarà presente in ogni passaggio chiave del cammino che porta alla realizzazione di ogni progetto e che si concretizzerà, sotto il profilo finanziario, attraverso uno stretto coordinamento tra
i Fondi per la ricerca applicata gestiti dal Ministero dell’Università e i Fondi per lo sviluppo gestiti dal ministero dello Sviluppo economico. Fondi che agiranno in modo congiunto per la realizzazione dei progetti.

DUE NUOVI FONDI PER REALIZZARE OBIETTIVI DI INNOVAZIONE INDUSTRIALE E SOSTENERE LO SVILUPPO

NASCE IL FONDO PER LA COMPETITIVITÀ

Il disegno di legge istituisce presso il Ministero dello Sviluppo Economico il Fondo per la competitività e lo sviluppo allo scopo di finanziare sia i Progetti di innovazione industriale, sia gli interventi di sostegno agevolativo alle imprese di competenza del Ministero dello Sviluppo economico.
In questo nuovo Fondo confluiranno le risorse stanziate di anno in anno in finanziaria, le risorse assegnate dal Cipe al Ministero dello Sviluppo economico nell’ambito del riparto del Fondo per le aree sottoutilizzate e il Fondo Unico per gli incentivi che continuerà a finanziare nello stesso modo le leggi esistenti fino all’entrata in vigore dei decreti attuativi di riordino della normativa sulle agevolazioni, ma finanzierà contemporaneamente anche i Progetti di Innovazione industriale.
Alle azioni previste dai Progetti possono anche partecipare le Regioni e le altre amministrazioni ed enti interessati sulla base di specifici accordi e anche conferendo o utilizzando le risorse stanziate nel proprio stato di previsione.
Il Fondo, anche insieme ad altre amministrazioni, provvede a finanziare:
- gli investimenti e le attività delle imprese coinvolti nel Progetto;
- le infrastrutture di diretto supporto ad insediamenti produttivi e ad attività di impresa;
- gli interventi regionali complementari ed integrativi ai progetti;

La nascita di questo nuovo Fondo in cui confluiscono tutti gli strumenti di agevolazione rivoluziona il meccanismo finora esistente in base al quale ad ogni fondo di agevolazione ha corrisposto una forma tecnica di intervento agevolativo. Il Fondo per la competitività consente, invece, di dare agevolazioni alle imprese in modo flessibile, decidendo, di volta in volta, quale agevolazione usare in base a ciò che si ritiene più utile rispetto al Progetto. La Pubblica Amministrazione avrà quindi a disposizione una sorta di “cassetta degli attrezzi” flessibile e funzionale al raggiungimento degli obiettivi da realizzare.

La politica energetica dell’ Unione Europea
Libro verde: una strategia europea per un'energia sostenibile, competitiva e sicura
Con il libro verde, la Commissione desidera dare forma ad una vera politica energetica europea di fronte alle numerose sfide in termini di approvvigionamento e di effetti sulla crescita e sull'ambiente in Europa. L'Unione europea (UE) deve agire rapidamente ed efficacemente in sei settori prioritari per dotarsi di un'energia sostenibile, competitiva e sicura. Il mercato interno, l'efficienza energetica, la ricerca e la politica esterna devono tutti contribuire allo sviluppo di un'Europa dell'energia forte a livello internazionale.


Visti gli indirizzi delle varie istituzioni (Regione, Stato, Unione europea) e della finanziaria 2007, considerando che sulla città di Falconara gravano pesantemente gli effetti che una raffineria abitualmente produce: inquinamento, rischio incidenti, difficoltà nel sviluppare una economia turistica o alternativa a quella dell’industria petrolifera, nasce l’idea di far diventare Falconara, un polo di importanza nazionale della ricerca e innovazione nonchè di produttori, distributori ed installatori del settore delle energie rinnovabili, bioedilizia, risparmio idrico, riscaldamento, cogenerazione. Una idea alla quale possono partecipare anche altri comuni vicini come Chiaravalle, Camerata Picena e Montemarciano, in uno spirito di programmazione d’ambito.

Progetto che può realizzarsi solo se saranno individuati i fondi che Regione, Stato, Unione europea mettono a disposizione, unitamente all’investimento che il comune di Falconara dovrà affrontare anche in forma di agevolazioni fiscali per le aziende che intendono insediarsi nel territorio.



La zona individuata per l’attività di produzione è quella naturale della Zona Artigianale di Via del Consorzio con la possibilità di utilizzare il territorio già individuato nel PRG e dal Progetto Quadrilatero come Zona Leader, quindi anche parte del territorio dei comuni sopra citati.






Le notizie del possibile spostamento della Fiera di Ancona in questa zona, è un valore aggiunto e potrebbe dare frutti positivi sia all’attività della Fiera, sia ai produttori e ai ricercatori del settore di energie rinnovabili. La zona per il Centro studi e ricerche per l’innovazione tecnologica e scientifica del settore potrebbe essere individuata in Località Castelferretti presso Villa Domini, un antica villa del ‘500 e presso la fattoria Donninelli, una buona occasione per valorizzare due complessi architettonici che attualmente sono in disuso e da ristrutturare. Essenziale il coinvolgimento per il settore della ricerca del Politecnico delle Marche, dell’ENEA e del CNR per far diventare Falconara un centro d’eccellenza nella ricerca.





Essenziale anche il coinvolgimento delle associazioni artigiane ed industriali per la selezione di artigiani e industrie interessate al progetto e soggetti finanziari.

I nuovi insediamenti produttivi sorgeranno utilizzando tutte le tecnologia disponibili in ambito edilizio e energetico in pieno rispetto del PEAR al fine di limitare al massimo le emissioni inquinanti, utilizzando la microcogenerazione e il fotovoltaico per non aumentare la richiesta di energia elettrica e termica e quindi per non incidere sul deficit energetico delle Marche.

Realizzare questa idea significa attuare una politica moderna e necessaria per incidere positivamente nella politica energetica e produttiva regionale e nazionale.

L’attività produttiva e la ricerca qualificano il territorio e creano numerosi nuovi posti di lavoro ad alta specializzazione e professionalità.

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