Dunque il Partito Democratico con la sua l’implosione ha messo a nudo la debolezza del suo progetto politico. Le differenze al suo interno che sono state spacciate per ricchezza dialettica e culturale, si sono dimostrate mortali. Differenze incolmabili che solo un cieco non poteva vedere. Difficoltà oggettive per mesi sottolineate da alcuni durante il passaggio da DS a PD ad esempio, parole accorate per un ripensamento che solo un sordo non poteva ascoltare. Ma tant’è adesso la situazione è quella che è sotto gli occhi di tutti.
IL PD perde la sua scommessa di un grande partito dei riformisti, ma non solo, con la destra al Governo grazie anche al PD con i partiti della sinistra falcidiati alle ultime elezioni con la giustificazione del voto utile, ci troviamo un Parlamento in cui il solo partito di opposizione è rappresentato da Di Pietro.
Lo so che dire o sentirsi dire “noi l’avevamo detto” non è elegante, ma è la pura verità. Il sogno di formare un solo partito di centrosinistra, riformista che riuscisse a contenere laici e cattolici, ex comunisti e democristiani, è diventato un incubo per milioni di persone che hanno creduto con ingenuo entusiasmo alle parole rassicuranti di certa classe dirigente politica. La stessa classe dirigente che in tutto questo tempo non ha fatto altro che litigare bloccando di fatto l’attività politica di quel Partito, smentendo in pratica la teoria che bisognava disfarsi della sinistra “radicale” che impediva l’azione politica perché troppa litigiosa. Forse gli esponenti del PD rivendicavano una esclusiva sulle “cagnare”.
Le dimissioni di Veltroni sono l’ultimo atto del fallimento che è iniziato con le elezioni politiche: il Paese in mano a Berlusconi in nome del bipolarismo, ma che è continuato con la sconfitta delle Regionali in Abruzzo, con quelle della Sardegna, senza dimenticare le varie beghe interne al PD che stanno portando al commissariamento il Comune di Ancona, una delle “roccaforti rosse”. Non si può derubricare l'inciucio Veltroni- Berlusconi sullo sbarramento al 4% alle elezioni europee.
Questa la situazione, ma adesso che fare? Constatare la disfatta prendendo atto che la destra ci governerà in eterno, oppure rimboccarsi le maniche e cercare di trovare una soluzione o almeno una riduzione del danno?
Io propongo di rimboccarci le maniche ed iniziare speditamente affinché si riesca a ricostituire una forza di Sinistra, nuova, senza spocchia, vicina alla gente, anzi con la gente.
Lo so, l’entusiasmo è sotto i tacchi, ma c’è di mezzo il futuro, nostro e dei nostri figli, gravato soprattutto da una crisi mondiale provocata da un neoliberismo sfrenato, di cui nessuno sembra essere in grado di gestire.
Lo so, l’entusiasmo è sotto i tacchi, ma c’è di mezzo il futuro, nostro e dei nostri figli, gravato soprattutto da una crisi mondiale provocata da un neoliberismo sfrenato, di cui nessuno sembra essere in grado di gestire.
Quindi non perdiamoci d’animo ed iniziamo a discutere, ad incontrarci a fare proposte ad organizzarci, partendo dalle nostre città, confrontandoci con le problematiche locali. A Falconara i problemi non mancano, manca invece una forza politica, e dico politica perché solo la politica se pulita può risolvere i problemi di una città, una forza politica dunque, di sinistra, permeabile alle istanze e alle idee della gente comune.
Il mio è un appello alle persone che sentono la responsabilità del futuro, un appello per la nascita di un tavolo costituente a Falconara a sostegno dell’associazione “LA SINISTRA” .
Avanti i volenterosi. Il tempo è adesso.
Avanti i volenterosi. Il tempo è adesso.
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