domenica 15 febbraio 2009

LA SCONFITTA DELLA POLITICA

Gli ultimi avvenimenti di cui siamo stati spettatori mi stimolano una riflessione sulla crisi della politica, ed in particolare sulla situazione politica provocata dalla profonda crisi interna al Partito Democratico. Si potrebbe dire che chi come me è politicamente distante dal PD, non dovrebbe essere dispiaciuto dell'attuale quadro anzi, invece non è così, la cosa è veramente preoccupante perché ad oggi volenti o nolenti il PD è l'unico partito su cui sperare in una opposizione forte e istituzionale.

L'immagine che illustra perfettamente la situazione del PD l'ho vista in un blog marchigiano (antelitteram). La torre di Babele è il simbolo del caotico dibattito del Partito Democratico, a rappresentare la totale incomprensione al suo interno a causa dei linguaggi diversi dei componenti e da profonde differenze culturali e sociali. E dire che i fondatori del PD "vendevano" il loro progetto come l'unico in grado di unire le diverse sensibilità ottenendo così un partito nuovo forte e riformista. Chi segue un po' le questioni politiche ricorderà che tra i sostenitori del PD spesso è stato affermato che con il PD si sarebbe ovviato ai continui scontri con la parte più radicale del centro sinistra che a loro dire non permettevano il buon Governo. Mi ricordo bene che per giustificarne l'accelerazione del progetto molti sostenevano che l'esperienza di solidità veniva dall'Ulivo (il Pd è già un bambino di otto anni).

Purtroppo i fatti dimostrano che quelle affermazioni se non false, sono state come minimo un pò troppo ottimistiche. E' infatti sotto gli occhi di tutti il fallimento di quel progetto che non solo sta minando le fondamenta su cui si poggia il PD, ma purtroppo crea un vuoto rappresentativo nel Paese: milioni di persone che di colpo si trovano senza un interlocutore politico. Insomma con la nascita del PD aumenta il divario tra le persone e la politica.

Eppure era molto chiaro che le differenze tra i fondatori (DS-Margherita) erano così profonde e che difficilmente avrebbero trovato una condivisione. La recente discussione sul testamento biologico ne è una conferma. Anche lo sciopero generale della CGIL di ieri l'altro ha provocato delle lacerazioni, tanto che il PD non è stato nelle condizioni di aderire nonostante le adesioni a titolo personale di molti suoi parlamentari. A breve si andrà a votare per il Parlamento europeo e anche in questo caso il PD non riesce ad individuare una univoca collocazione: la sola cosa certa è che non farà parte del PSE.

Questi sono solo alcuni dei punti critici che caratterizzano il PD ad oggi, ma non bisogna sottovalutare le varie guerre intestine dichiarate dalle varie correnti ("sensibilità") che immobilizzano il partito nella ricerca di una linea politica. Dicono che la dialettica all'interno di un partito è la sua forza, ma qui il problema non è la dialettica, piuttosto la mancanza di linee guida che caratterizzano un Partito.

Se a livello nazionale la situazione è questa, localmente non mi sembra di vedere uno spiraglio ottimistico.
Solo ieri si è compiuta ad Ancona una drammatica disfatta della politica. Sui giornali oggi ci si sofferma nella differenza della politica con la P maiuscola o p minuscola. Lo spettacolo di ieri al consiglio comunale di Ancona ha un che di penoso. E' sembrato chiaro che la crisi provocata dai problemi giudiziari del Sindaco è stata occasione per mettere sul piatto una serie di problematiche che covavano da tempo nel PD, credo un voler marcare un territorio, una guerra per l'egemonia tra le sensibilità che ripeto sono troppo diverse. Se è vera la mia sensazione credo che si possa dire che la caduta di un'amminitrazione di un Comune importante come quello di Ancona per beghe interne al maggior partito della maggioranza, sia la condanna della miseria della politica.

Anche a Falconara la città in cui vivo, la situazione politica del centro sinistra è tutt'altro che idilliaca. E' notizia di pochi giorni fa dell'iniziativa del PD cittadino intento a promuovere un referendum contro l'ipotesi di costruzione di due mega centrali.
Purtroppo il PD che sembra spaccato anche su questa questione, sembra infatti che non tutti siano d'accordo sul no alle centrali, questo almeno secondo le affermazioni di un autorevole esponente del PD in una recente assemblea pubblica, si pone nel confronto pubblico in un modo autoreferenziale cercando di ritagliarsi un ruolo al di sopra delle altre rappresentanze: forze politiche e associazioni di cittadini. Non entro nel merito della giustezza del referendum perché ho già avuto modo di dire la mia, ma voglio sottolineare invece il basso spessore politico dimostrato dal PD in questa occasione, che sembra non capire che i cittadini si sono evoluti rapidamente, a causa delle pesanti ripercussioni del fallimento politico in città, e che non vogliono più essere dei semplici osservatori ma protagonisti. Semplicemente la gente non si fida più, e come dargli torto. Insomma il POPOLO BUE sembra si stia incamminando verso l'estinzione, e per fortuna aggiungo io.

Dunque gli avvenimenti delle ultime settimane hanno messo allo scoperto un nervo molto sensibile, che già da tempo provoca delle patologie sempre più dolorose. La cura resta quella di una politica con anticorpi talmente resistenti da riuscire a sconfiggere i vari virus nascosti nei partiti politici.
Di fronte ai tanti interrogativi che suscita l'attuale crisi della politica, mi domando: riuscirà una Sinistra unita a dare una risposta soddisfacente?

1 commento:

claudio paolinelli ha detto...

La situazione e la critica al PD ovviamente peggiora dopo la "mazzata" delle elezioni regionali in Sardegna.
La resa di Veltroni mette in luce l'effettiva impossibilità di tenere unite le più dispa(e)rate correnti interne al partito. E' stata messa a nudo la totale mancanza di coesione. A questo punto diventa sempre più necessario un nuovo partito della sinistra unita.
claudio paolinelli