giovedì 12 febbraio 2009

NO AL REFERENDUM SULLE CENTRALI

Si parla sempre con più insistenza di un referendum consultivo sulla questione delle centrali api a Falconara. O meglio è il Partito Democratico cittadino che cerca in tutti i modi di creare interesse verso questo strumento altamente democratico, ma che io reputo sbagliato utilizzare in questo momento e di seguito cercherò di giudisficarne le ragioni.

Intanto occorre avere una visione completa dello stato delle cose.

Ad oggi ci troviamo con un'amministrazione comunale, quella di Falconara, che in consiglio ha deliberato a favore delle due nuove centrali elettriche da 580 Mwe abbinando alla decisione anche una convenzione con la raffineria api per ottenere una compensazione economica in cambio.

La posizione del Comune però non è decisiva ai fini dell'autorizzazione per la costruzione delle centrali, perché l'autorizzazione viene rilasciata dal Ministero per lo Sviluppo Economico previa autorizzazione del Ministero dell'Ambiente. Ma su tutto vale il parere della Regione Marche che finora si dice contraria al progetto perché è incompatibile con il PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale) che non prevede impianti di quella grandezza ma che al contrario stimola la produzione di energia rinnovabile.

Da alcuni mesi una parte impegnata di cittadini, sempre più numerosa è riuscita a spiegare alla popolazione l'intricata questione, un lavoro duro fatto con sacrifici e determinazione ma che è stato ripagato dalla soddisfazione di muovere le coscienze in città, e cosa ancor più insperata, di farsi ascoltare dagli amministratori regionali, Presidente Spacca in testa, finora silenti sulla questione.
Questa è brevemente la situazione ad oggi.

Quindi la Regione sebbene non abbia ancora deliberato in Consiglio un parere negativo sulle centrali si dice contraria per voce del Presidente Spacca, e se è vero che il parere della Regione è vincolante alla costruzione delle centrali, mi domando perché un Referendum.
Un Referendum proposto dal PD falconarese, un partito che in tutti i mesi di lotta cittadina si è evidenziato solo per la sua assenza, salvo poi improvvisamente presentare la sua intenzione di lanciare il referendum, ignorando completamente il movimento (l'unico titolato sulla questione) ma chiedendone spudoratamente la collaborazione per la buona riuscita.

Ma perchè il PD, invece di promuovere il referendum non agisce come dovrebbe e potrebbe per vie istituzionali? Non bisogna dimenticare che il PD sia in Regione Marche che in Provincia rappresenta circa l'80% della maggioranza.

E' veramente singolare che un Partito di quel potere preferisca intraprendere il percorso del referendum, tra l'altro bisognerebbe aspettare una modifica dello statuto comunale cosa che mi sembra improbabile al momento, piuttosto che prendere la via più facile e diretta, imponendo il giudizio sulle centrali con un atto pubblico del consiglio regionale e provinciale, in cui si dica chiaramente che Regione e Provincia sono contrari alla costruzione delle centrali Api.

Se le convinzioni del PD sono vere sulle centrali, non mi sembra così difficile prendere una posizione netta, che non dia adito ad interpretazioni. Invece niente, si continua a girare intorno al problema senza mai affrontarlo seriamente.
Se permettete questo atteggiamento provoca dubbi sulla reale volontà del PD di risolvere positivamente il problema delle centrali. Riversando così tutta la responsabilità sui cittadini che ancora sono confusi sulla questione.

A pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca, diceva qualcuno.

Adesso il dibattito gira attorno alla questione se aderire al comitato per il referendum per non lasciare il PD solo, oppure se dichiararsi non disponibili a partecipare.

Io continuo a dire che il referendum in questo momento potrebbe affossare tutti i risultati fin qui ottenuti. Credo che a questo punto sia importante ascoltare le opinioni degli altri partiti presenti in città e soprattutto credo che sia fondamentale convocare l'assemblea permanente urgentemente.

Il Referendum deve rimanere principalmente uno strumento in mano ai cittadini. Secondo me l'ipotesi del Referendum potrà essere perseguita solo dopo l'effettiva decisione da parte di Regione o Governo nazionale di autorizzare la costruzione delle centrali, prima di questa certezza è solo inutile e semplicemente spreco di tempo ed energia.
L'obiettivo primario per l'assemblea permanente rimane quello di ottenere un atto ufficiale dalla Regione dalla Provincia, ma anche dai Comuni vicini che siano contrari alle centrali. Dobbiamo attivarci presso consiglieri regionali, provinciali, comunali e sindaci a noi vicini per convincerli ad esprimersi ufficialmente sulla questione. Nient'altro.

Da Wikipedia: Referendum comunali e provinciali
Ai sensi dell'art. 8 del Testo Unico Enti Locali: D.Lgs. 267 del 18 agosto 2.000, sono stati introdotti i Referendum abrogativi o consultivi, sulle Delibere degli Enti locali: sia delle Province che dei Comuni. I Referendum provinciali e comunali sono sottoposti però alle normative, più o meno restrittive, stabilite dalle singole Amministrazioni, negli Statuti e nei Regolamenti attuativi. Pur essendo un importante strumento di azione popolare, dei comitati civici e della società civile, vengono sempre più spesso "neutralizzati" da Regolamenti sempre più restrittivi; modificati di volte in volta dalle singole Amministrazioni che ne temono gli eventuali risultati.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Spacca ha detto no alle centrali Api,cosi' la Provincia e i comuni limitrofi Falconara M. Certo e' molto strano che il PD falconarese chieda il referendum .Che gioco fa. Io non mi fido!!!

Anonimo ha detto...

Vuole prendere i voti, chissa' cosa fa

Anonimo ha detto...

Ma mi sembra che il referendum non è centrali si centrali no, ma il plebiscito dovrebbe vertere sulla convenzione firmata da Brandoni. Cioè se dobbiamo fare un referendum su Brandoni è meglio allora andare a votare. Tanto mi sembra che questa sarà la strada se non interverranno fatti nuovi.