domenica 6 ottobre 2013

GUERRA AI POVERI

Una amministrazione comunale che considera la povertà una vergogna da nascondere e non una condizione da debellare, è una pessima amministrazione che tenta di occultare la realtà sotto il tappeto. 

Il tema delle povertà, fuorviato ed esasperato dalle stesse persone che invece avrebbero dovuto dare risposte concrete dopo sei anni di governo della città, sta per essere ignobilmente derubricato a problema di degrado urbano, a un problema di sicurezza.

Nonostante il totale fallimento di decine di ordinanze degli ultimi anni atte a ridurre la presenza di persone indesiderate per le vie della città, il sindaco di Falconara Goffredo Brandoni e la sua Giunta, perseverano con atti pubblici che hanno la caratteristica di azioni demagogiche e pilatesche. 

Nascondere gli effetti e fregarsene delle cause, questa sembra essere la filosofia della maggioranza in Comune ormai divisa da guerre interne. La nomina di un supervisore alla sicurezza quando già esiste un assessore alla sicurezza la dice lunga sul livello di scontro interno

Vietare l'uso dell'acqua delle piazze ai senza tetto e allo stesso non prevedere un luogo per le misure minime di igiene personale è da irresponsabili. In città non esiste un bagno pubblico, quelli esistenti, non sono utilizzabili. Perfino i servizi igienici della vicina stazione ferroviaria sono off-limit per chi non ha casa.  Sgomberare le persone che di notte si accatastano sui cavalcavia della spiaggia per dormire all'aperto e al freddo e non prevedere un dormitorio è un atto di  grande inciviltà. Vietare a singole persone di chiedere l'elemosina è solo un provvedimento inutile, vocato all'ennesimo fallimento. La povertà non si ferma davanti ad una multa.

Il fatto grave è che questa amministrazione è preoccupata esclusivamente dall'effetto visivo, del degrado urbano. Poco importa sapere che il vero degrado è quello umano, in una fase in cui la crisi sta impoverendo velocemente anche strati sociali ritenuti fino a ieri al sicuro.
Non è un caso che il consiglio comunale abbia recentemente previsto per le problematiche sociali, per il sostegno ai disoccupati, solo pochi spicci (10.000 euro) mentre per  attività di propaganda i soldi non sono mancati; basti pensare ai 6.000 euro spesi per le frecce tricolori invitate in piena campagna elettorale, e almeno 11.000 euro per quindici minuti di fuochi artificiali di ferragosto.

Solo nell'ultimo mese la ciittà è stata colpita da due gravi lutti, due persone che si sono ammazzate stravolte dagli sfratti esecutivi cui erano colpiti, una delle quali solo ieri, mentre il Comune pensa di vendere le abitazioni di proprietà. 
A Falconara cresce l'esercito dei disoccupati e sindaco e Giunta si preoccupano dell'estetica del degrado urbano, senza avere la più pallida  idea su come rivitalizzare il centro, senza porsi il sospetto che se la città è morta, forse qualche responsabilità dipende da chi la sta amministrando, e sottovalutando il problema dell'immigrazione, preferendo per comodità non fare distinzioni, mettendo tutti sullo stesso piano, lasciare che l'immaginario collettivo consideri lo straniero come un nemico da eliminare. 
Sparare nel mucchio è molto più semplice che affrontare i problemi con serietà e responsabilità.    

A Falconara stiamo assistendo a scelte di una amministrazione comunale assolutamente incapace di gestire il periodo di crisi in corso, e non solo per mancanza di risorse. Quello che manca è la risorsa culturale di chi ci amministra, una povertà ancora più grave di quella economica. 
Una città che guarda con smarrimento a una guerra ai poveri, una guerra senza vincitori.

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