E' proprio rileggendo l'intervento del Consigliere Rossi su un blog locale che mi è venuta la curiosità di rileggere alcuni documenti relativi al difficile risanamento delle casse comunali. Volevo capire se tanta veemenza nei confronti dei cittadini colpevoli di chiedere chiarimenti sulla validità di quella variante fosse fondata.
Rossi denuncia, nel suo intervento, i ritardi e l'impossibilità di avviare urgenti interventi nella città a causa del ricorso al T.A.R: " ...un ritardo indeterminato e indeterminabile, per non poter urgentemente riparare qualche buca, rifare qualche marciapiede, sistemare degli asfalti, mettere in sicurezza qualche scuola, avviare la sistemazione dei corsi d’acqua, non fare sostanzialmente opere pubbliche primarie di cui i cittadini ci rimproverano, tutti, collettivamente, un enorme ritardo?"
Dunque le necessarie opere di manutenzione non si possono fare a causa di questo intoppo. Ma è proprio così?
Non esattamente. Basta andare a leggere il parere del Collegio dei Revisori dei Conti di Falconara in data 15 settembre 2009 per capire che le cose non stanno in questa maniera.
Già in quella data si evidenziava l'inattendibilità delle Entrate previste con il Progetto del "Condominio Sociale di Via Roma e dell'alienazione di alcuni immobili.
Tanto che la Dott.ssa Ghiandoni in una sua Relazione tecnica "precisa che la mancata vendita di immobili non ha generato squilibrio in quanto l'Ente ha bloccato la realizzazione di opere pubbliche pur previste". Bisognerà pur dirlo che le entrate previste di € 1.523.000 si sono avverate solo al 10% quindi miseri € 146.000, senza considerare il bluff di Via Roma.
L'uppercut alla città di Falconara infatti, in buona fede s'intende, è stato sferrato da questa amministrazione comunale che ha cercato vie impraticabili, insostenibili, e piccola considerazione personale, di basso profilo, intente a rattoppare l'immediato, tralasciando di pensare alla pesante eredità che verrà lasciata alla comunità.
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