giovedì 13 dicembre 2007

I BISONTI DELLA STRADA

Siamo reduci della protesta dei camionisti. E’ stata una settimana critica per chi abitualmente viaggia per lavoro: code ai caselli autostradali, scarsità di carburante, è stata una settimana dura per tutto il tessuto produttivo italiano: mancanza di materia prima, consegne non rispettate. Insomma tre giorni di sciopero hanno gravemente danneggiato l’economia del Paese e modificato le abitudini degli italiani. Gli autotrasportatori lamentano a parità di retribuzione un aumento insostenibile dei costi (gasolio, pedaggi ecc.) e questa situazione ha scatenato la protesta. Senza entrare nel merito della questione, quindi senza dare giudizi se è stata una protesta lecita e meno, vorrei fare alcune considerazioni da condividere con chi legge il mio blog.

Da anni si registra un aumento del costo dei prodotti petroliferi, come molti sanno nel mondo si sta raggiungendo il picco di produzione del petrolio, poi inesorabilmente si scenderà fino al suo esaurimento. Questo particolare non trascurabile toglie ogni speranza di veder diminuire il costo della benzina o del gasolio, anzi è sicuro che i prezzi aumenteranno costantemente. Il Governo dopo un paio di giorni di trattative ha deciso di diminuire i costi concedendo agevolazioni e tariffe ridotte. E’ solo un intervento tampone perché tempo qualche mese e il problema dei costi si ripresenterà.

Dovremo abituarci a proteste come quelle viste questa settimana, oggi i camionisti, domani una qualsiasi altra categoria. Il blocco dei trasporti non è dovuto secondo me semplicemente alla manifestazione degli autotrasportatori, ma ad una pessima politica dei trasporti che da sempre ha agevolato il trasporto su gomma piuttosto che quello su rotaia. Ho sentito nei vari giornali radio che il trasporto delle merci avviene per l’80% su gomma, è un dato che la dice lunga sulla scarsa attitudine del nostro Paese ad utilizzare mezzi virtuosi ed ecologici come il treno.

Ad esempio dalle nostre parti si sta avviando un progetto di ampliamento stradale di collegamento tra Marche e Umbria, è il famigerato progetto Quadrilatero ci dicono che è indispensabile per lo sviluppo dell’Italia, intanto la rete ferroviaria che segue lo stesso percorso utilizza ancora un solo binario per lunghi tratti, ma non solo, è notizia di alcuni giorni fa che addirittura sono state soppresse alcune corse per i passeggeri.

È bastato un paio di giorni di blocco dei trasporti per metter in crisi la distribuzione alimentare. Dalla radio arrivavano notizie sconfortanti: mancano i prodotti essenziali, la frutta marcisce sui TIR fermi, nei mercati solo alcuni produttori locali non hanno risentito della crisi. Chissà forse un sistema di distribuzione dei prodotti alimentari che favorisca la produzione locale potrebbe diminuire i chilometri di strada che percorrono ad esempio le insalate o i carciofi ogni giorno. Diminuendo l’inquinamento e lo spreco energetico.

Ultimo punto, se non ho capito male il Governo per accontentare gli autotrasportatori ha deciso di utilizzare le accise sui prodotti petroliferi e tagliare le risorse alle ferrovie. Spero di aver capito male. La mia città, Falconara Marittima vicino al dissesto finanziario, sta aspettando come la manna che il Governo attui la legge esistente che riconosce ai comuni che ospitano raffinerie (leggi inquinamento, incidenti, malattie) una quota delle accise sui prodotti petroliferi, e non vorrei che i possibili contributi che ci spettano per legge venissero dirottati per questa emergenza. Se poi è vero che si taglieranno risorse alle ferrovie allora significa che per avere credito e ascolto toccherà ai cittadini comuni, quelli che credono ad un futuro migliore, manifestare e bloccare il Paese.

Dalla protesta degli autotrasportatori arriva anche una nota positiva: infatti la scarsità di carburante ha costretto gli automobilisti ad una guida più tranquilla e meno veloce, quindi meno rischi incidenti, risparmio energetico e soprattutto meno stress.

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