venerdì 29 dicembre 2006

SOLIDARIETA' AI LAVORATORI PRECARI DI FALCONARA

Da oggi i lavoratori precari del Comune di Falconara sono senza lavoro. I loro contratti non saranno rinnovati a causa della ormai nota situazione fallimentare del bilancio comunale.

È un grave danno, in primo luogo per i lavoratori stessi, inutile sottolinearlo, ma è anche un danno per tutta la città, è una ferita profonda che difficilmente si rimarginerà. È un grave problema sociale, che non può e non deve lasciare indifferenti gli abitanti di questa comunità, tanto meno gli amministratori.

Personalmente sono molto amareggiato per come sono andate le cose, credo che effettivamente il deficit finanziario non permette ad oggi di percorrere altre strade, e sono convinto che prima di arrivare a questo, si siano tentate tutte le possibilità.
Ma il disagio rimane tutto.

Vorrei provare ad esprimere tutta la mia solidarietà a questi lavoratori, e ringraziarli per il lavoro che hanno svolto finora. Un lavoro molto spesso essenziale per il buon funzionamento della macchina organizzativa comunale. Falconara è una piccola città quindi molti di questi lavoratori li conosco personalmente, e ho potuto apprezzarne personalmente la capacità, la professionalità, l’entusiasmo che queste donne e uomini hanno dedicato al loro lavoro, seppur in una condizione di precariato.

Vorrei ringraziarli in qualità di cittadino di Falconara e non come consigliere comunale.
Nel ringraziarli, vorrei che venissero accettate le mie scuse, ed ora parlo in qualità di consigliere, per non essere riuscito a garantire loro un diritto che dovrebbe essere essenziale per la dignità di ogni cittadino: il diritto al lavoro.

Ho pensato molto se scrivere o meno queste poche righe, perchè non vorrei che venissero giudicate ipocrite, io so bene che non lo sono.

Auguro a tutti sinceramente di riuscire a trovare un lavoro idoneo alle professionalità, un lavoro con più diritti, un lavoro vero e non precario.
Alla città auguro di uscire al più presto da questa situazione deprimente con le proprie forze, evitando di cadere tra gli artigli di quei poteri forti che da tempo ci sovrastano imitando gli avvoltoi quando individuano una preda debole.

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