domenica 13 luglio 2014

LA SINISTRA, SEL, TSIPRAS, LE PERSONE.

 Ho partecipato oggi ad una ennesima riunione politica, questa volta convocata dal basso, ovvero non da un gruppo dirigente ma da alcuni compagni/e, militanti di Sinistra Ecologia Libertà, Partito in cui milito...ancora.

Si è parlato del tema di sempre ovvero della costruzione di un progetto, di una soggettività, della sinistra. E' stata una giornata non sprecata perchè chi è intervenuto ha elevato il livello qualitativo della discussione ed è stato veramente molto interessante ascoltare. Peccato che il coordinatore nazionale di SEL Nicola Fratoianni che era stato invitato e che aveva dato la sua disponibilità non abbia trovato il modo per essere presente. Un peccato ed un'occasione perduta.

Quello che segue a chi interessa è il testo dell'intervento che ho fatto in quell'incontro. (il video dell'intervento)



Compagne e Compagni, non è facile in pochi minuti riuscire a esprimere tutte le preoccupazioni, la delusione, la rabbia, i dubbi accumulati in questi ultimi anni.

Non è facile nemmeno disporre il ragionamento in questa assemblea senza affrontare le questioni che riguardano più strettamente Sinistra Ecologia Libertà, me ne scuso con i non iscritti di SEL, penso che se non sciogliamo i nodi che paralizzano il mio (il nostro) partito, avremo difficoltà ad aprire un qualsiasi processo di costruzione della sinistra che sia efficace.

Compagni, SEL versa in uno stato di estrema gravità, rischiamo lo scioglimento, e non solo per causa di un gruppuscolo di fuoriusciti, ma perchè SEL non è stata all'altezza delle aspettative. La sola rappresentanza in Parlamento è un po' debole come prospettiva.

SEL ha evitato di fare politica, si è accontentata del politicismo tanto da accettare con colpevole leggerezza anche l'accordo con il PD e il suo programma Italia Bene Comune. Abbiamo agito con la lungimiranza di una talpa, altro che anguilla.

E il costo è stato alto perchè in 6 anni il gruppo dirigente non si è preoccupato di far crescere il partito a livello territoriale, lasciando esplodere contraddizioni che hanno prodotto gravi danni. Ci interessava entrare in parlamento cercando di accontentare i presunti fondatori di SEL, e lo abbiamo fatto travolgendo tutte le buone pratiche politiche e abbandonando il progetto.

Dico presunti perchè è bene ricordare a tutti noi che SEL è nata grazie al lavoro faticoso di migliaia di militanti che ci hanno creduto e che si sono impegnati con grande generosità.

Non voglio quindi rimuginare e rimpiangere la fuoriuscita di qualche parlamentare sui quali però si potrebbe almeno dare un giudizio, a partire dalla grottesca figuraccia fatta alle elezioni regionali in Sicilia, oppure alla incredibile vicenda delle elezioni comunali di Napoli, tanto per fare due esempi tra i tanti. Brutte vicende, coperte da un silenzio assordante del gruppo dirigente nazionale.

Proprio chi ha contribuito con errori pesantissimi, non solo non esce di scena come dovrebbe fare dopo una sconfitta, ma si permette, in maniera autoreferenziale, di dettare la linea. E se per caso non riesce a mantenere l'egemonia politica, allora se ne va, riduce il congresso ad una burletta e con la stessa facilità con cui si scende da un autobus risale su un carro che offre maggiori garanzie.

Io mi rammarico e mi preoccupo invece per l'abbandono di migliaia di compagni/e che per svariati motivi hanno deciso di chiudere l'esperienza con SEL, amareggiati e delusi in questi anni e a volte anche umiliati. Ci sono situazioni nei vari territori che gridano vendetta, la democrazia è stata calpestata. Dobbiamo riparlare con quei compagni.


Ora c'è bisogno di capire se e come uscire da questa situazione. L'impegno di tanti militanti è vincolato ad una chiara e non più prorogabile linea politica e organizzativa.

Lo dico con preoccupazione, ma mi sembra che ancora oggi non ci sia un'idea sul “che fare”.
La recente votazione sul famigerato decreto degli 80 euro, non fa ben sperare.

Il gruppo parlamentare ha votato a favore (tranne l'astensione di due compagni), nonostante l'assemblea nazionale avesse dato una indicazione diversa. Lo stesso coordinatore nazionale e parlamentare aveva espresso contrarietà. Un fatto grave perchè quel decreto è iniquo e di stampo propagandistico e lo avremmo dovuto e potuto argomentare con una battaglia parlamentare e sui territori. Decisione grave perchè quel voto ha cercato solo di evitare spaccature del gruppo parlamentare, quindi ha dimostrato di anteporre la conservazione del ceto politico agli interessi collettivi.

Era proprio così difficile spiegare che gli 80 euro sono un'operazione di marketing il cui costo peserà comunque sulle spalle degli italiani, anche di quelli che quei soldi non li prenderanno mai? Come facciamo ora a giustificare ai disoccupati, ai precari, ai pensionati che abbiamo votato a favore di un decreto che va contro i loro interessi, contro le loro vite.

C'è dunque bisogno di un cambiamento nella condotta politica per cercare di salvare il salvabile se qualcosa da salvare c'è. C'è bisogno di capire se c'è la forza e la volontà.
C'è bisogno di un gruppo dirigente nazionale capace di uscire dall'ambiguità e dalla subalternità dimostrata, anche perchè a breve ci troveremo di fronte ad un'altra scadenza elettorale. Credo davvero che non possiamo liquidare la questione delle elezioni regionali con un generico auspicio alla costruzione di un campo di centrosinistra senza una seria e approfondita discussione, partecipata e democratica che tenga conto dell'interesse collettivo.

Alcide Cervi diceva: “Dopo un raccolto ne viene un altro, andiamo avanti”.
La nostra narrazione, a meno di un coraggioso scatto di reni che mi auguro ci sia, volge al termine. Il nuovo raccolto è intanto iniziato con l'esperienza della lista L'altra Europa con Tsipras. Un progetto ancora confuso e non ben definito, che ha bisogno di riletture e correzioni, ma che ha nella sua trama molti punti in comune con il nostro progetto originario di ricostruzione della sinistra.

Noi di SEL abbiamo piantato il seme, ma come a volte capita in natura, il seme ha dato frutti in un campo diverso da quello coltivato. Il seme ha attecchito nella lista L'altra Europa con Tsipras e penso che noi abbiamo il dovere di contribuire ad averne cura, affinchè la piantina cresca rigogliosa.
Sel pur nella sua oggettiva difficoltà ha contribuito in maniera determinante al successo della lista, siamo dunque parte importante di quella esperienza che io ritengo non dobbiamo abbandonare ma anzi consolidare.

E' necessario dunque sciogliere i nodi. SEL provi a sciogliere i suoi.
Anche l'esperienza con la lista Tsipras ne ha alcuni da sciogliere.

Lo possiamo fare insieme provando a rispondere ad una domanda: LA SINISTRA ITALIANA HA ANCORA UNO SPAZIO POLITICO, E SOPRATTUTTO, E' IN GRADO LA SINISTRA DI DARE RISPOSTE CONCRETE E SOLUZIONI REALISTICHE AI GRANDI TEMI LEGATI ALL'ECONOMIA, AL LAVORO, AI DIRITTI, ALL'AMBIENTE, ALLA PACE?

Può sembrare provocatorio in questa sede porre questo tipo di ragionamento, ma non lo è per nulla, perchè credo che sia di vitale importanza conoscere il livello qualitativo della proposta politica se davvero vogliamo contrastare le deformazioni sociali del neo liberismo e i diktat delle banche e dei poteri forti globali e nazionali.
C'è bisogno di una risposta soprattutto in questa fase che sta trasformando da emergenziale a strutturale, un periodo di grande affanno per milioni di persone dalle quali siamo purtroppo attualmente molto distanti. Dobbiamo studiare. “Dobbiamo molto studiare i giudizi dei nostri nemici di classe diceva un comunista del passato”.
Sciogliere questo nodo significa non consentire più interpretazioni ed uscire finalmente da quella terra di mezzo che assomiglia sempre di più ad una zona grigia in cui tutti sembrano somigliarsi.
La mia proposta ( e la rivolgo a SEL e ai comitati Tsipras) è quella di dare vita ad una serie di incontri, seminari o convegni con degli economisti, con le forze sindacali, con gli operatori che si occupano di sociale e di diritti, per costruire dal basso e allo stesso tempo con competenza una piattaforma politica, una linea guida che sia avvalorata da studi e da proposte che possano essere condivise dalla dirigenza politica e dai militanti sui territori, e soprattutto comprese dalla stragrande maggioranza delle persone.Penso che solo in questo modo si costruisce un progetto, ma ci vuole volontà politica.

Ma non abbiamo molto tempo. È un lavoro che dobbiamo fare in fretta ma non frettolosamente, non c'è più tempo per continuare l'estenuante tatticismo che per non allargare le crepe, resta prigioniero nella terra di mezzo. Serve un cambiamento radicale.
Non so voi, ma io non intendo sprecare un minuto di più a discutere dei parlamentari fuoriusciti e di quelli che tatticamente ancora non si esprimono e che forse attendono un cenno per decidere.

Serve quindi un gruppo dirigente slegato dalle logiche che finora hanno condizionato la vita politica di SEL, serve un gruppo dirigente capace di rapportarsi con i territori e che sia in grado di prendere decisioni e portarle avanti fino in fondo.

Serve un PROGETTO su cui lavorare che possa ridare un po' di entusiasmo e di credibilità a partire dal processo di costruzione di una nuova soggettività della sinistra perchè quella è la missione di SEL.





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