Compagne
e compagni, non si può non registrare la stanchezza e il basso grado
di motivazione che caratterizzano questo 2° Congresso di SEL.
Gli
entusiasmi con cui abbiamo lasciato speranzosi il Congresso
costituente, si sono smarriti nei vicoli chiusi e già conosciuti
della NON buona politica.
Un
partito, i cui capisaldi erano alternativa e rinnovamento politico
nelle forme e nelle idee, si è perduto nei vecchi vizi della
politica, nel tatticismo, nella subalternità, nell'oligarchia di un
ristretto e autoreferenziale gruppo dirigente.
Un
partito che ha sofferto e soffre di limiti che pensavamo o forse
speravamo non ci appartenessero.
Mi soffermo al livello nazionale per questioni di tempo ma è
evidente che la critica non può che estendersi a tutti i livelli, in
quota parte, fino al singolo iscritto. Insomma ci vorrebbe una sana e
costruttiva autocritica a consultivo di questi tre anni di attività
per trarne subito dopo le dovute conseguenze.
Sarebbe
necessario discutere del percorso politico intrapreso da SEL in
questi ultimi tre anni, ma non bastano i pochi minuti a disposizione
in questo Congresso. Sarebbe stato meglio che il nostro partito
avesse trovato momenti partecipativi e di riflessione per analizzare
di volta in volta i vari passaggi che si sono susseguiti. Sapete bene
che nonostante le reiterate richieste però, questi momenti non ci
sono stati. Le decisioni importanti sono state tutte prese nella
totale autoreferenzialità di un gruppo dirigente che ha trasformato
un partito che era nato come movimento, in un partito parlamentare.
Un
partito che esclude dalla discussione la base,
i circoli, i quali secondo Statuto, sono il cuore della nostra
organizzazione, non è il partito che avevamo detto di costruire.
Nonostante
ancora qualcuno di noi consideri una vittoria il fatto di aver
piazzato una manciata di parlamentari alle ultime elezioni politiche,
io credo che i risultati ottenuti siano stati molto al di sotto delle
aspettative e degli sforzi che ognuno di noi ha profuso in questi
anni.
Vendola
all'indomani dei risultati elettorali disse: "missione
compiuta", con
quella esclamazione mise in luce tutti i limiti di una scelta
politica che per forza di cose non poteva che indirizzarsi verso il
basso.
Per
me sono state incredibilmente sacrificate le nostre idee per uno
scranno al parlamento.
La
madre di tutti gli errori è stato quello di aver voluto
sottovalutare le politiche di austerity accettando il fiscal compact
e il pareggio di bilancio, illustrate con precisione anche nel
documento Italia Bene
Comune, che abbiamo
sottoscritto con troppa premura. Il gruppo dirigente di SEL si è
preso la responsabilità, come in un gioco d'azzardo, di tentare la
fortuna sperando di vincere. Ma così non è stato.
I
cittadini storditi da anni di promesse berlusconiane e infastiditi
(potrei dire schifati) dalla scarsa proposta e credibilità politica
hanno dato un giudizio netto: o astenendosi o votando Il M5S,
accontentandosi quindi di seguire l'ondata di indignazione alimentata
dalla crisi economica e soprattutto dalla pessima immagine che i
partiti politici hanno dato di se stessi.
Credo
che sia indispensabile che SEL affronti tutte queste faccende con
serietà e con autocritica.
Ma
detto questo, credo che non dobbiamo perdere di vista il vero
obiettivo del nostro partito e verificare se è ancora raggiungibile.
La nostra ragion d'essere rimane quella di rappresentare, tutelare e
difendere le classi più deboli del nostro Paese, dell'Europa e del
resto del mondo. Abbiamo il dovere di combattere con tutte le forze
le disuguaglianze, di batterci per i Diritti, di promuovere politiche
che siano ecologicamente sostenibili.
Dobbiamo
batterci per ridare valore al lavoro e dignità ai lavoratori.
Ora
più che mai, per capire se esiste ancora uno spazio per la sinistra
in Italia ed in Europa, e se siamo noi quelli in grado di
rappresentarla, dobbiamo mettere il naso fuori dal nostro recinto e
avere la forza di confrontarci con la sinistra delle persone prima
delle sigle partendo dalla difesa dei beni comuni.
Ma
non dobbiamo nemmeno perdere di vista la crisi economica che è la
peste di questo secolo: colpisce e uccide inesorabilmente. Un virus
che è stato creato nel laboratorio del liberismo il cui antidoto è
disponibile solo per una piccola parte della popolazione, quella dei
ricchi, ma ricchi per davvero, quella esigua minoranza che detiene la
maggioranza delle ricchezze del mondo. Un virus che si è propagato
anche grazie ad alcune disattenzioni e colpevoli complicità.
Si
perchè mentre il capitalismo almeno negli ultimi 20 anni portava
avanti con determinazione la sua lotta di classe, vincendola, le
forze politiche progressiste, la socialdemocrazia in Europa, si sono
convinte che il liberismo non era necessario combatterlo ma che
bastava provare a condizionarlo. Questa convinzione si è rilevata
sbagliata e in breve tempo si è perso il controllo del virus.
E
così uno dopo l'altro i diritti conquistati con anni di lotte sono
stati rimossi. Cancellati in gran parte non dai governi di destra e
liberisti, che se ci avessero provato loro forse non ci sarebbero
riusciti. NO, sono stati cancellati da governi progressisti: Dai
laburisti di Blair, dai socialisti francesi e spagnoli, senza
considerare il Pasok greco che in aggiunta, si è macchiato
addirittura di crimini come la corruzione, mandando al fallimento la
Grecia e alla miseria il suo popolo. In ultimo che dire delle larghe
intese appena sottoscritte in Germania da Schulz che sigillano le
politiche della Merkel.
In
Italia le prime politiche sulla flessibilità del lavoro e gli
attacchi ai diritti dei lavoratori, sono state improntate proprio da
forze politica di sinistra. Flessibilità che si è subito tramutata
in precarietà, trasformando il concetto di Lavoro in mercato del
lavoro, e proprio per questo suscettibile alle regole del mercato.
Gravi responsabilità le cui conseguenze adesso ricadono proprio su
quella parte di società che vorremmo rappresentare.
Proprio
ora che ci sarebbe bisogno di una forza politica forte, la sinistra è
completamente inadeguata ed insufficiente.
Ora
siamo con le pezze al sedere, 41% di disoccupazione giovanile, i
danni sono incalcolabili e l'Italia come altri Paesi ha perduto anche
la sua sovranità, l'autonomia, anche la democrazia è limitata.
Adesso inizia l'attacco finale alle regole democratiche, ai diritti
residui, alla Costituzione, fastidiosi lacciuoli per il liberismo.
E'
scellerato solo pensare di intaccare la Costituzione
in un momento come questo in cui manca completamente il senso morale
e etico, con una classe politica assolutamente non degna, e
pericolosamente capace di sfregiare uno dei migliori testi
democratici, frutto della mediazione di persone con una statura
culturale inarrivabile per qualunque politico odierno.
Ma
ormai è deciso (ce lo chiede l'Europa), le modifiche permetteranno a
quel virus di espandersi. Eppure bisognerebbe impedire di modificare
l'art. 138 della Costituzione, ma intanto quel partito, il PD, a cui
molti di noi hanno dimostrato e dimostrano ancora oggi troppo
interesse, tanto da apparire subalterni, vota e lo modifica.
Allo
stesso tempo, mentre ipocritamente continua a professarsi di
sinistra, mette in atto le peggiori politiche di austerity imposte
dalla Bce e dalla Merkel. Basta
con le scuse, il Pd
si comporta così non solo perchè costretto in una coalizione di
larghe intese con la destra, ma perchè quella è la sua ricetta per
governare. Non è più
possibile confondere la realtà!
E
qual è il nostro ruolo,
pensiamo davvero che basta condizionarlo il liberismo? E' sufficiente
dire, per citare Vendola, che "siamo
i più arrabbiati fedeli alleati del PD"?
Dobbiamo
avere chiaro in mente che se un governo decide di sottomettersi alle
politiche economiche che prevedono il fiscal compact e il pareggio di
Bilancio, la strada obbligata è quella dei tagli, delle tasse e
delle privatizzazioni. Quindi sapere che la Legge di stabilità nei
prossimi anni sarà lo strumento che produrrà lacrime e sangue.
A
queste condizioni è inutile invocare politiche di Welfare,
il modello che ci è stato imposto non prevede ammortizzatori
sociali, redditi garantiti, scuole pubbliche, sanità per tutti,
perchè si regge su privatizzazioni, tagli orizzontali e tasse che
badate bene, non colpiranno i ceti più abbienti, dunque nessuna
patrimoniale sulle rendite finanziarie, sui grandi capitali, perchè
quel modello difende le grandi ricchezze e le speculazioni
finanziarie, perchè è un continuum con gli effetti della lotta di
classe che abbiamo perduto o stiamo perdendo.
Dunque
che fare? Il tempo
forse è scaduto, ma noi oggi ci troviamo a discutere in un congresso
di un partito di sinistra, ed un Congresso, se dimostreremo di dargli
la giusta importanza, e se riusciremo a liberarci
dell'autoreferenzialità di cui ho detto all'inizio, può diventare
un momento determinante per stabilire con partecipazione e in
democrazia le linee guida con cui potremmo da un lato liberarci delle
opacità e contraddizioni che ritengo ci abbiano caratterizzato e
dall'altro costruire le condizioni per un indispensabile new deal
sociale, economico, ecologico e culturale.
La
sopravvivenza di SEL
e soprattutto le residue speranze di alternativa e cambiamento
dipendono strettamente da come saremo in grado di comprendere e
declinare le richieste che ci vengono poste dai lavoratori, dai
disoccupati, dagli studenti, dai cittadini. Sel
a questo punto non può esimersi!
Occorre
determinare con estrema chiarezza le nostre proposte politiche, con
particolare attenzione a quelle economico sociali, e credo che gli
emendamenti al documento nazionale scritti dai Compagni Mentrasti e
Bandoli diano quella chiarezza negli intenti che sia i militanti che
i cittadini richiedono.
Putroppo
il documento congressuale che ci dovrebbe indicare la
strada giusta non va
al di là dei buoni princìpi e si arena nella vaghezza. Troppa
genericità che potrebbe aprire il varco a future incomprensioni e
fraintendimenti mentre abbiamo disperato bisogno di franchezza e
limpidezza!
Gli
emendamenti ci restituiscono autonomia
nell'azione politica e ci danno maggiore forza nei rapporti con gli
altri partiti, e un pò di speranza.
Insomma
con quegli emendamenti mettiamo per iscritto che prima costruiamo la
nostra proposta politica e dopo, soltanto dopo, ci confrontiamo con
gli altri partiti. Anche
con il Pd, ma non in subalternità.
Un
Congresso stanco ho detto all'inizio e lontano dagli entusiasmi di
quello di tre anni fa. Il congresso costituente partorì idee e
intuizioni innovative le quali per una serie di illogiche
motivazioni sono state accantonate. Ecco riprendiamole quelle idee
perchè forse saranno le uniche che potranno condurci verso la
strada giusta.
6 commenti:
Claudio Paolinelli, ingenuamente e generosamente si illude ancora che sia possibile un cambiamento di Sel.Io non lo credo. Io credo che quattro anni fa molti di noi presero un abbaglio: videro in Vendola prima e in Sel poi qualcosa che non corrispondeva alla realtà. La telefonata intercettata di Vendola con l'a.d. dell'Ilva lo ha smascherato definitivamente. Ci ha fatto capire, al di là dei risvolti penali che io spero non ci siano, che persona era ed è realmente Vendola e di come egli abbia ingannato molti di noi.
Caro Giovanni io non mi illudo di nulla, provo solo a dare un contributo al cambiamento non solo di sel ma del sistema politico, sociale e culturale (nel mio piccolo ovvio). Personalmente credo che nessuno di noi abbia preso un abbaglio, sono convinto che la strada intrapresa ha subito una brusca deviazione dagli intenti nati con manifesto costituente. Riguardo la famosa telefonata, che in altra sede ho avuto modo di criticare fortemente dico che la questione dell'Ilva è molto complicata, e prima di dare giudizi mi riservo di leggere con attenzione gli atti che i giudici produrranno. Grazie per il commento.
Dove si possono consultare i risultati del congresso?
Ieri in Ancona lo spettacolo avvilente di una classe dirigente stracotta che cerca in tutti i modi di sopravvivere. Età media sessant'anni, schiacciante maggioranza di rifondaroli urlanti. Credo che la strada giusta che dovrebbero intraprendere sia quella di casa.
Anonimo, è la presidenza del congresso che dovrebbe dare i risultati. Io ne so quanto te.
Sandro, la tua opinione non la condivido. Il congresso è stato molto buono nei contenuti e gli interventi, circa 20 se non ricordo male, hanno affrontato molte questioni, prima tra tutte quella relativa alla linea programmatica di sel. Hai tutto il diritto di non riconoscerti in quelle posizioni, ma in tal caso avresti potuto dare un tuo contributo intervenendo. Anche sull'età media direi che la media che tu hai conteggiato mi sembra un tantino eccessiva... ma forse conta il fatto che gli anni li portiamo male e sembriamo tutti più vecchi. ;-)
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