domenica 8 dicembre 2013

IL MIO INTERVENTO AL 2° CONGRESSO FEDERALE DI SEL ANCONA


Compagne e compagni, non si può non registrare la stanchezza e il basso grado di motivazione che caratterizzano questo 2° Congresso di SEL.

Gli entusiasmi con cui abbiamo lasciato speranzosi il Congresso costituente, si sono smarriti nei vicoli chiusi e già conosciuti della NON buona politica.

Un partito, i cui capisaldi erano alternativa e rinnovamento politico nelle forme e nelle idee, si è perduto nei vecchi vizi della politica, nel tatticismo, nella subalternità, nell'oligarchia di un ristretto e autoreferenziale gruppo dirigente.

Un partito che ha sofferto e soffre di limiti che pensavamo o forse speravamo non ci appartenessero. Mi soffermo al livello nazionale per questioni di tempo ma è evidente che la critica non può che estendersi a tutti i livelli, in quota parte, fino al singolo iscritto. Insomma ci vorrebbe una sana e costruttiva autocritica a consultivo di questi tre anni di attività per trarne subito dopo le dovute conseguenze. 

Sarebbe necessario discutere del percorso politico intrapreso da SEL in questi ultimi tre anni, ma non bastano i pochi minuti a disposizione in questo Congresso. Sarebbe stato meglio che il nostro partito avesse trovato momenti partecipativi e di riflessione per analizzare di volta in volta i vari passaggi che si sono susseguiti. Sapete bene che nonostante le reiterate richieste però, questi momenti non ci sono stati. Le decisioni importanti sono state tutte prese nella totale autoreferenzialità di un gruppo dirigente che ha trasformato un partito che era nato come movimento, in un partito parlamentare.

Un partito che esclude dalla discussione la base, i circoli, i quali secondo Statuto, sono il cuore della nostra organizzazione, non è il partito che avevamo detto di costruire.

Nonostante ancora qualcuno di noi consideri una vittoria il fatto di aver piazzato una manciata di parlamentari alle ultime elezioni politiche, io credo che i risultati ottenuti siano stati molto al di sotto delle aspettative e degli sforzi che ognuno di noi ha profuso in questi anni.

Vendola all'indomani dei risultati elettorali disse: "missione compiuta", con quella esclamazione mise in luce tutti i limiti di una scelta politica che per forza di cose non poteva che indirizzarsi verso il basso.

Per me sono state incredibilmente sacrificate le nostre idee per uno scranno al parlamento.

La madre di tutti gli errori è stato quello di aver voluto sottovalutare le politiche di austerity accettando il fiscal compact e il pareggio di bilancio, illustrate con precisione anche nel documento Italia Bene Comune, che abbiamo sottoscritto con troppa premura. Il gruppo dirigente di SEL si è preso la responsabilità, come in un gioco d'azzardo, di tentare la fortuna sperando di vincere. Ma così non è stato.

I cittadini storditi da anni di promesse berlusconiane e infastiditi (potrei dire schifati) dalla scarsa proposta e credibilità politica hanno dato un giudizio netto: o astenendosi o votando Il M5S, accontentandosi quindi di seguire l'ondata di indignazione alimentata dalla crisi economica e soprattutto dalla pessima immagine che i partiti politici hanno dato di se stessi.

Credo che sia indispensabile che SEL affronti tutte queste faccende con serietà e con autocritica.  

Ma detto questo, credo che non dobbiamo perdere di vista il vero obiettivo del nostro partito e verificare se è ancora raggiungibile. La nostra ragion d'essere rimane quella di rappresentare, tutelare e difendere le classi più deboli del nostro Paese, dell'Europa e del resto del mondo. Abbiamo il dovere di combattere con tutte le forze le disuguaglianze, di batterci per i Diritti, di promuovere politiche che siano ecologicamente sostenibili.

Dobbiamo batterci per ridare valore al lavoro e dignità ai lavoratori.

Ora più che mai, per capire se esiste ancora uno spazio per la sinistra in Italia ed in Europa, e se siamo noi quelli in grado di rappresentarla, dobbiamo mettere il naso fuori dal nostro recinto e avere la forza di confrontarci con la sinistra delle persone prima delle sigle partendo dalla difesa dei beni comuni.

Ma non dobbiamo nemmeno perdere di vista la crisi economica che è la peste di questo secolo: colpisce e uccide inesorabilmente. Un virus che è stato creato nel laboratorio del liberismo il cui antidoto è disponibile solo per una piccola parte della popolazione, quella dei ricchi, ma ricchi per davvero, quella esigua minoranza che detiene la maggioranza delle ricchezze del mondo. Un virus che si è propagato anche grazie ad alcune disattenzioni e colpevoli complicità.

Si perchè mentre il capitalismo almeno negli ultimi 20 anni portava avanti con determinazione la sua lotta di classe, vincendola, le forze politiche progressiste, la socialdemocrazia in Europa, si sono convinte che il liberismo non era necessario combatterlo ma che bastava provare a condizionarlo. Questa convinzione si è rilevata sbagliata e in breve tempo si è perso il controllo del virus.

E così uno dopo l'altro i diritti conquistati con anni di lotte sono stati rimossi. Cancellati in gran parte non dai governi di destra e liberisti, che se ci avessero provato loro forse non ci sarebbero riusciti. NO, sono stati cancellati da governi progressisti: Dai laburisti di Blair, dai socialisti francesi e spagnoli, senza considerare il Pasok greco che in aggiunta, si è macchiato addirittura di crimini come la corruzione, mandando al fallimento la Grecia e alla miseria il suo popolo. In ultimo che dire delle larghe intese appena sottoscritte in Germania da Schulz che sigillano le politiche della Merkel.

In Italia le prime politiche sulla flessibilità del lavoro e gli attacchi ai diritti dei lavoratori, sono state improntate proprio da forze politica di sinistra. Flessibilità che si è subito tramutata in precarietà, trasformando il concetto di Lavoro in mercato del lavoro, e proprio per questo suscettibile alle regole del mercato. Gravi responsabilità le cui conseguenze adesso ricadono proprio su quella parte di società che vorremmo rappresentare.

Proprio ora che ci sarebbe bisogno di una forza politica forte, la sinistra è completamente inadeguata ed insufficiente.

Ora siamo con le pezze al sedere, 41% di disoccupazione giovanile, i danni sono incalcolabili e l'Italia come altri Paesi ha perduto anche la sua sovranità, l'autonomia, anche la democrazia è limitata. Adesso inizia l'attacco finale alle regole democratiche, ai diritti residui, alla Costituzione, fastidiosi lacciuoli per il liberismo. 

E' scellerato solo pensare di intaccare la Costituzione in un momento come questo in cui manca completamente il senso morale e etico, con una classe politica assolutamente non degna, e pericolosamente capace di sfregiare uno dei migliori testi democratici, frutto della mediazione di persone con una statura culturale inarrivabile per qualunque politico odierno. 

Ma ormai è deciso (ce lo chiede l'Europa), le modifiche permetteranno a quel virus di espandersi. Eppure bisognerebbe impedire di modificare l'art. 138 della Costituzione, ma intanto quel partito, il PD, a cui molti di noi hanno dimostrato e dimostrano ancora oggi troppo interesse, tanto da apparire subalterni, vota e lo modifica. 

Allo stesso tempo, mentre ipocritamente continua a professarsi di sinistra, mette in atto le peggiori politiche di austerity imposte dalla Bce e dalla Merkel. Basta con le scuse, il Pd si comporta così non solo perchè costretto in una coalizione di larghe intese con la destra, ma perchè quella è la sua ricetta per governare. Non è più possibile confondere la realtà!

E qual è il nostro ruolo, pensiamo davvero che basta condizionarlo il liberismo? E' sufficiente dire, per citare Vendola, che "siamo i più arrabbiati fedeli alleati del PD"?

Dobbiamo avere chiaro in mente che se un governo decide di sottomettersi alle politiche economiche che prevedono il fiscal compact e il pareggio di Bilancio, la strada obbligata è quella dei tagli, delle tasse e delle privatizzazioni. Quindi sapere che la Legge di stabilità nei prossimi anni sarà lo strumento che produrrà lacrime e sangue.

A queste condizioni è inutile invocare politiche di Welfare, il modello che ci è stato imposto non prevede ammortizzatori sociali, redditi garantiti, scuole pubbliche, sanità per tutti, perchè si regge su privatizzazioni, tagli orizzontali e tasse che badate bene, non colpiranno i ceti più abbienti, dunque nessuna patrimoniale sulle rendite finanziarie, sui grandi capitali, perchè quel modello difende le grandi ricchezze e le speculazioni finanziarie, perchè è un continuum con gli effetti della lotta di classe che abbiamo perduto o stiamo perdendo.

Dunque che fare? Il tempo forse è scaduto, ma noi oggi ci troviamo a discutere in un congresso di un partito di sinistra, ed un Congresso, se dimostreremo di dargli la giusta importanza, e se riusciremo a liberarci dell'autoreferenzialità di cui ho detto all'inizio, può diventare un momento determinante per stabilire con partecipazione e in democrazia le linee guida con cui potremmo da un lato liberarci delle opacità e contraddizioni che ritengo ci abbiano caratterizzato e dall'altro costruire le condizioni per un indispensabile new deal sociale, economico, ecologico e culturale.

La sopravvivenza di SEL e soprattutto le residue speranze di alternativa e cambiamento dipendono strettamente da come saremo in grado di comprendere e declinare le richieste che ci vengono poste dai lavoratori, dai disoccupati, dagli studenti, dai cittadini. Sel a questo punto non può esimersi!

Occorre determinare con estrema chiarezza le nostre proposte politiche, con particolare attenzione a quelle economico sociali, e credo che gli emendamenti al documento nazionale scritti dai Compagni Mentrasti e Bandoli diano quella chiarezza negli intenti che sia i militanti che i cittadini richiedono.

Putroppo il documento congressuale che ci dovrebbe indicare la strada giusta non va al di là dei buoni princìpi e si arena nella vaghezza. Troppa genericità che potrebbe aprire il varco a future incomprensioni e fraintendimenti mentre abbiamo disperato bisogno di franchezza e limpidezza! 

Gli emendamenti ci restituiscono autonomia nell'azione politica e ci danno maggiore forza nei rapporti con gli altri partiti, e un pò di speranza.

Insomma con quegli emendamenti mettiamo per iscritto che prima costruiamo la nostra proposta politica e dopo, soltanto dopo, ci confrontiamo con gli altri partiti. Anche con il Pd, ma non in subalternità.

Un Congresso stanco ho detto all'inizio e lontano dagli entusiasmi di quello di tre anni fa. Il congresso costituente partorì idee e intuizioni innovative le quali per una serie di illogiche motivazioni sono state accantonate. Ecco riprendiamole quelle idee perchè forse saranno le uniche che potranno condurci verso la strada giusta.   

6 commenti:

Giovanni Lamagna ha detto...

Claudio Paolinelli, ingenuamente e generosamente si illude ancora che sia possibile un cambiamento di Sel.Io non lo credo. Io credo che quattro anni fa molti di noi presero un abbaglio: videro in Vendola prima e in Sel poi qualcosa che non corrispondeva alla realtà. La telefonata intercettata di Vendola con l'a.d. dell'Ilva lo ha smascherato definitivamente. Ci ha fatto capire, al di là dei risvolti penali che io spero non ci siano, che persona era ed è realmente Vendola e di come egli abbia ingannato molti di noi.

claudio paolinelli ha detto...

Caro Giovanni io non mi illudo di nulla, provo solo a dare un contributo al cambiamento non solo di sel ma del sistema politico, sociale e culturale (nel mio piccolo ovvio). Personalmente credo che nessuno di noi abbia preso un abbaglio, sono convinto che la strada intrapresa ha subito una brusca deviazione dagli intenti nati con manifesto costituente. Riguardo la famosa telefonata, che in altra sede ho avuto modo di criticare fortemente dico che la questione dell'Ilva è molto complicata, e prima di dare giudizi mi riservo di leggere con attenzione gli atti che i giudici produrranno. Grazie per il commento.

Anonimo ha detto...

Dove si possono consultare i risultati del congresso?

sandro ha detto...

Ieri in Ancona lo spettacolo avvilente di una classe dirigente stracotta che cerca in tutti i modi di sopravvivere. Età media sessant'anni, schiacciante maggioranza di rifondaroli urlanti. Credo che la strada giusta che dovrebbero intraprendere sia quella di casa.

claudio paolinelli ha detto...

Anonimo, è la presidenza del congresso che dovrebbe dare i risultati. Io ne so quanto te.

claudio paolinelli ha detto...

Sandro, la tua opinione non la condivido. Il congresso è stato molto buono nei contenuti e gli interventi, circa 20 se non ricordo male, hanno affrontato molte questioni, prima tra tutte quella relativa alla linea programmatica di sel. Hai tutto il diritto di non riconoscerti in quelle posizioni, ma in tal caso avresti potuto dare un tuo contributo intervenendo. Anche sull'età media direi che la media che tu hai conteggiato mi sembra un tantino eccessiva... ma forse conta il fatto che gli anni li portiamo male e sembriamo tutti più vecchi. ;-)