venerdì 1 novembre 2013

ERRARE HUMANUN EST PERSEVERARE DIABOLICUM

La frenetica attività politica non permette più un momento di riflessione. E' sempre più difficile trovare il tempo per pensare, di guardare le cose con un pò di distacco. Forse non ce ne accorgiamo ma da troppo tempo rincorriamo le trasformazioni dettate da un'agenda politica che ci fa correre in maniera caotica come le formiche poco prima di un temporale. E invece sarebbe fondamentale fermarsi un attimo per capire cosa stiamo facendo e dove vogliamo andare.

Fermarsi a riflettere ci farebbe bene! Intanto potremmo scoprire tutte quelle contraddizioni di cui si è impataccata la sinistra. Parlo di SEL principalmente, partito di cui faccio parte e che a breve sarà impegnato nei Congressi territoriali e in quello nazionale nel prossimo gennaio.

Le notizie e le cose vanno ad un ritmo vertiginoso, forse la velocità fa perdere la lucidità che in questa fase storica del nostro Paese è invece fondamentale conservare per poter essere utili.

Nelle ultime settimane alcuni autorevoli dirigenti di SEL, risucchiati nel vortice della stretta attualità dettata da una accurato marketing politico, sembrano voler dare credito all'ormai sicuro vincitore delle Primarie del PD Matteo Renzi. Le parole lasciano adito a interpretazioni perchè pronunciate con il più classico dei metodi della vecchia politica: il tatticismo. Una modalità che avevamo promesso al congresso costituente di non seguire, anzi di abiurare, ma che invece trova piena cittadinanza nella politica di sel degli ultimi tre anni.

Ma basterebbe fermarsi a riflettere per capire che in quelli che potrebbero essere considerati endorsement, c'è qualcosa che stride fortemente con le idee per le quali abbiamo fondato il nostro partito.

Esattamente un anno fa i militanti di SEL sono stati mobilitati per partecipare alle primarie del centrosinistra, questo nonostante più d'uno non fosse d'accordo. Contrari proprio per quella scelta presa in maniera autoritaria senza alcuna discussione nel Partito. Scelta che si dimostrò sbagliata, per vari motivi, in primis per il fatto che il documento Italia Bene Comune del PD da noi sottoscritto, non possedeva i requisiti per il cambiamento da noi auspicato, ma al contrario prevedeva scenari che poi puntualmente si sono avverati, compresa la composizione di un governo di larghe intese. Non aveva in se quel cambio di passo necessario per contrastare le politiche di austerity volute dalla BCE e nemmeno per attuare quelle riforme sul lavoro e welfare indispensabili per la sopravvivenza e il futuro di migliaia di persone

Se ci fermassimo a riflettere ricorderemmo che a quelle Primarie partecipammo, non tanto per far vincere Nichi Vendola, tutti gli addetti ai lavori lo sapevano bene che Vendola non aveva chance, ma per impedire che vincesse Renzi, tanto che al secondo turno molti di noi andarono a votare Bersani. Il motivo era semplice: Il sindaco di Firenze esprimeva una politica liberista, molto vicina alla destra e in piena sintonia a quelle forze moderate che noi volevamo sconfiggere.

Ricordo che a chi provava a dire che quelle primarie erano un errore per SEL, veniva risposto che non potevamo permetterci Renzi candidato premier per il centrosinistra. Infatti andammo, e le Primarie le vinse Bersani che per tutta la campagna elettorale non riuscì a dire altro che la patetica frase: "smacchiamo il giaguaro". Slogan penoso e inoffensivo, utilizzato dal buon Bersani non tanto per una sua incapacità comunicativa quanto per il timore di dire qualcosa che potesse disturbare una delle numerose correnti del PD.

Renzi alle Primarie dunque fu considerato dai tanti militanti di SEL un avversario politico, non un contendente legittimo alla carica di candidato premier, e per quel motivo combattuto.

Dopo quelle primarie partecipammo alle elezioni ma non le vincemmo, subendo anche l'affronto del PD che con pochi scrupoli non esitò a formare un governo di larghe intese proprio con il nemico pubblico numero uno. Nemico a parole naturalmente perchè giorno dopo giorno, al di là di differenze legate a questioni di tipo personale, il PD con Enrico Letta sta dimostrando più di una affinità con le politiche liberiste della destra di Berlusconi.
E' il berlusconismo insomma ad aver vinto.

A fronte di questo disfacimento, mentre sembrerebbe più che mai opportuno cercare di costruire quella sinistra alternativa e di governo da troppo tempo sommersa dalle macerie della cattiva e ottusa politica, ecco riaffiorare il tatticismo, lo stesso che ci ha regalato il meritatissimo mediocre risultato elettorale.

Tutto questo mentre il Paese è allo stremo e le persone a cui vorremmo dare rappresentanza, non ci riconoscono più credibili. Un peccato perchè avevamo molte probalilità di diventare una forza politica veramente rappresentativa. Peccato perchè ha vinto la paura e il desiderio di sedersi in Parlamento ad ogni costo.

Se ci fermassimo a riflettere quindi, non potremmo non vedere che le scelte strategiche del nostro partito sono state profondamente sbagliate, e che se non si vuole nemmeno riconoscere l'errore originario, difficilmente si riuscirà ad ottenere qualcosa di buono.
Fermiamoci a riflettere e proviamo a vedere cos'ha di diverso il Renzi di oggi da quello di soli 12 mesi fa.
Se ci fermassimo a riflettere potremmo arrivare alla conclusione che se, ora come sembra, Matteo Renzi diventasse un interlocutore per la sinistra, le opzioni sono due, e una non esclude l'altra:
  1. Che la sinistra non è necessaria nel nostro Paese
  2. Che abbiamo sbagliato a sostenere Bersani alle Primarie perchè con Renzi le elezioni le avremmo vinte, e forse avremmo evitato un governo col PD/PDL

Spero che i nostri massimi dirigenti politici riescano a trovare un momento di riflessione, per pensare a quanto avvenuto, per rimettere in ordine le idee e confrontarle con i compagni dei territori, e di esprimere una volta per sempre una chiara strategia politica, lasciando da parte i tatticismi.

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