lunedì 1 ottobre 2012

ROMA, ASSEMBLEA AUTOCONVOCATA SEL 30 SETTEMBRE 2012

Mio intervento all'assemblea.

Compagne e Compagni, per prima cosa sgombriamo il campo. Qui non ci sono “dissidenti”, nessuno vuole “investire sulla crepa”, non ci sono correnti politiche da costituire, non ci sono culture minoritarie e settarie, e nessuno ha intendimenti “populisti”.

CHE SIA CHIARO A TUTTI. Io aderisco a questa iniziativa solo con questi presupposti.

E’ bene quindi che chi ha preconcetti e pensa a chissà quale cospirazione, si metta il cuore in pace: questa assemblea non è CONTRO SEL, questa assemblea è PER SEL, questa Assemblea è DI SEL. Vogliamo semplicemente partecipare alla formazione e alla elaborazione politico culturale di Sinistra Ecologia Libertà, perché ci sentiamo della Partita. 

“Abbiamo iniziato a edificare un partito moderno, un partito non di funzionari ma di volontari,
in cui si confrontino e se necessario si scontrino, non cordate ma visioni e idee,
di cui il leader sia espressione e sintesi, non sovrano o piccolo padrone.
Un partito che ai propri volontari chiede di sentirsi donne e uomini della nuova sinistra italiana e di impegnarsi senza sterili miraggi egemonici a fianco di tutte le realtà che, pur diverse, navigano verso lo stesso approdo.
E' questo che vuole e dovrà essere SEL. Un partito di persone che si chiamano per nome nella sostanza e non solo nella forma. Un partito di pari”.

io vorrei partire da qui, da questa parole di Nichi Vendola pronunciate al Congresso fondativo. Perché se c’è una ragione per cui un gruppo di appassionati della politica si ritrova qui è proprio per queste parole, che sono state disattese, soprattutto in questi ultimi mesi.

Noi cari compagni, quando abbiamo dato vita a SEL, lo abbiamo fatto con la convinzione di far nascere un PARTITO NUOVO e non un nuovo partito. Un partito nuovo capace di abbandonare le vecchie pratiche autoreferenziali, quelle che hanno allontanato le persone alla politica.

Voglio sottolineare questo passaggio non solo per avvalorare un principio, ma perché l’esperienza ci dice che la strada autoreferenziale porta al fallimento di ogni progetto.

Alcuni compagni autorevoli all’assemblea nazionale del 31 agosto hanno ricordato l’esperienza della sinistra arcobaleno che ha esiliato la sinistra lontano dal perimetro della politica. Hanno ricordato quel periodo, imputando la sconfitta all’alto livello di litigiosità presente in quel progetto, provando a paragonare quell’esperienza tragica, con il momento di disagio che vive ora SEL. Il paragone non regge perchè quel fallimento fu responsabilità di alcuni dirigenti di Partito che a tavolino determinarono le tattiche, le linee politiche e le liste elettorali in maniera totalmente autoreferenziale. Questa è stata la causa principale della catastrofe. E’ stata l’autoreferenzialità e il nostro popolo ci ha punito.

Dopo quella sciagura per evitare l’estinzione la sinistra avrebbe dovuto cambiare mentalità, fisionomia, e vivere la politica in maniera aperta, partecipata, NUOVA.

La novità, per noi che siamo qui, l’abbiamo costruita dando vita a SEL. Un Partito nuovo nella forma e nella sostanza, questo abbiamo detto al Congresso, e le persone hanno guardato con interesse questa novità, si sono riavvicinate, anche se noi abbiamo difficoltà a soddisfare le aspettative, a livello nazionale e locale.

Il nostro Partito evidenzia gravi lacune, non c’è un minimo di collegamento tra la dirigenza nazionale e i circoli e i risultati si notano. Un esempio per tutti è la vicenda dei consiglieri di SEL di Trieste e Padova a favore della fusione tra Acegas ed Hera in barba al rispetto dell’esito referendario, ma non è l’unico problema, in tante altre città si sta operando in questo modo e anche su altri aspetti. In ogni realtà ci comportiamo come un Partito a sé stante, svincolati da orientamenti e idee comuni.

L’Eclatante accelerazione che c’è stata con la conferenza stampa Vendola-Bersani di agosto ha sorpreso ed imbarazzato un gran numero di militanti e simpatizzanti di SEL. Una forzatura che ha trascurato le evidenti differenze con il PD su questioni fondamentali e che ha soprattutto scavalcato la discussione politica interna al partito a tutti i livelli.

Una accelerazione peraltro smentita da successive frenate e necessarie puntualizzazioni. E che dire delle Primarie? Da oltre due anni parliamo di Primarie. L’assemblea di SEL del 31 agosto aveva lanciato le Primarie di Vendola invitando ad iniziare la campagna elettorale sui territori. Fortunatamente non è partita alcuna promozione. Per fortuna, perché a quest’ora avremmo dovuto spiegare nelle piazze che Vendola ha congelato la sua candidatura.

Credo che dobbiamo riflettere seriamente su questi comportamenti, che anche se segnati da una situazione politica in continuo movimento, non giustificano la politica a fisarmonica che stiamo portando avanti. Diamo l’impressione di navigare a vista,

Anche perché questi problemi erano stati evidenziati da alcuni compagni all’assemlea del 31 agosto con un documento in cui erano espresse chiaramente le preoccupazioni di tanti militanti, dovute anche dall’incertezza della legge elettorale, ma furono tacciati come velleitari e minoritari.

Dobbiamo affrontare i problemi e cercare di dare soluzioni, non dobbiamo avere paura. Dobbiamo convincere le persone che SEL non è “un uomo solo al comando” ma un collettivo, unito. Convinciamoci noi per primi, facciamo in modo che le idee e le proposte circolino senza pregiudizi.

Qualche volta ad un leader può essere più utile qualche critica, di un Sì incondizionato dei “fedelissimi”.

Noi diciamo che per l’Italia c’è bisogno di Alternativa. Alternativa alle politiche liberiste, al Governo Monti, e alla destra berlusconiana.

Compagni la politica è bella e anche facile. È il politicismo che la rende brutta e complicata. Alternativa al Governo Monti, per chi intende la buona politica di sinistra, significa avere un progetto credibile e alternativo al FISCAL COMPACT, al pareggio di bilancio, alle politiche del lavoro e dell’ambiente.


Non ci sarà un altro modello sociale se ci sarà il fiscal compact. Lo dobbiamo dire forte.

È necessaria la massima chiarezza programmatica, capire quindi se il PD, che è il nostro interlocutore principale, intende superare l’esperienza del commissariamento di Monti e soprattutto in che modo. Francamente ravviso pochi punti di coesione. Sull’articolo 18 ad esempio, mentre noi aderiamo alla raccolta di firme per il referendum, il PD le considera un grave errore, e addirittura Fassina ci vede il rischio populismo. Sono contraddizioni che se non affrontate indeboliranno SEL e tutta la sinistra. Non vedo proprio come riusciremo a spiegarlo alle persone. 

L’alternativa e il ripristino della democrazia passano necessariamente da qui.

Non bastano le Primarie che oltrettutto stanno perdendo quella virtù originaria di aggregare le persone ad un progetto comune, perchè le idee dei candidati, in questo caso, sono radicalmente differenti.

Non possiamo mica considerare le Primarie come un terreno di scontro tra programmi. Le Primarie sono una forma di competizione in cui le idee e i programmi fondamentali devono essere condivisi dai candidati e dagli alleati. Altrimenti c’è il rischio di far diventare le Primarie una competizione tra avversari, o peggio una resa di conti. Dobbiamo evitare le degenerazioni stile Palermo.

Noi cerchiamo alleati per governare, non nemici da sconfiggere con le Primarie.

Nichi ha detto che non è stata messa una firma in calce alla carta degli intenti del PD. Quindi c’è ancora tempo e modo di discutere.

Chiedo alla direzione di SEL un passo indietro nello slancio tattico, per poterne fare due in avanti nei contenuti e ritrovare piena condivisione, coesione prima di tutto tra di noi e poi con i soggetti che da noi si aspettano molto. Per poter aprire una stagione che non sia di sola speranza ma anche di reale cambiamento.

Lancio una proposta per il cambiamento: sosteniamo l’individuazione delle candidature per le liste di sel, dai Collegi elettorali e non dalla segreteria di partito.


Convochiamo GLI STATI GENERALI DELLA SINISTRA, a livello nazionale e anche sui territori. Seguiamo la direzione indicata dal forum Sbilanciamoci. C’è una grande aspettativa sulla nostra azione politica, ma c’è anche tanta delusione che ci allontana dai movimenti e dalle associazioni. Io sono stato testimone della contestazione a SEL durante la festa della Fiom a Jesi e vi garantisco che non fa piacere.

Chi vive la crisi sulle proprie spalle non ha più il tempo e la pazienza di sopportare i tatticismi.

Noi saremo utili solo se sapremo costruire l’alternativa.

Noi che non ci accontentiamo di stare a fianco dei lavoratori ma che vogliamo essere il partito dei lavoratori.

Lavoriamo per l’alternativa quindi, consapevoli per dirla con Nichi Vendola di cui ho grande stima che: “Il nostro popolo non ci perdona più nulla. Ed è giusto cosi perché ogni elemento di opacità va considerato in tutta la sua gravità”.

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