sabato 11 febbraio 2012

...SCARPE ROTTE EPPUR BISOGNA ANDAR

Il freddo pungente di questi giorni le violente nevicate, hanno in qualche modo attutito i rumori, gli scricchiolii di una crisi economica che in maniera inesorabile sta stringendo milioni di persone, proprio come il gelo di queste giornate.

Le notizie dalla Grecia forse non sono bene interpretate dall'opinione pubblica. Sento discorsi in giro, tra le persone comuni, che tendono a minimizzare la situazione, si tende a non credere che anche l'Italia è ad un passo dal fallimento. Con incoscienza, quasi come se si assistesse ad un film, molti credono che alla fine arriverà la 7° cavalleria a salvarci.

Invece temo che la realtà sia un'altra, il "film" sta prendendo una piega che esclude il lieto fine.
Quando si parla di austerity, forse a qualcuno tornano in mente quelle settimane degli anni 70 in cui nelle città, a causa della crisi energetica, per alcune settimane le strade erano sgombre dal traffico di automobili, si girava tutti in bici, Un periodo a ricordarlo ora che può sembrare quasi romantico.

Ma ora la parola Austerity assume tutt'altro significato. L'austerità colpisce direttamente le persone, le famiglie, non sarà il traffico ad essere penalizzato, sarà il lavoro. La percentuale di disoccupazione cresce in maniera paurosa. Aumenta il numero dei poveri, dei senza tetto, delle persone che hanno perso tutto: lavoro, casa, salute. La classe media, quella degli impiegati, quelli del "posto sicuro" vede alle porte una seria minaccia al tenore di vita.
I consumi sono ridotti al minimo, non c'è certezza nemmeno del denaro nei depositi in banca. Le restrizioni sui prelievi dovrebbero in qualche modo insospettire.

Ci troviamo nella condizione di vivere dal vero quella storiella della rana e della pentola d'acqua.
La rana sguazza nell'acqua del pentolone che nel frattempo messo sul fuoco si riscalda. La rana non si preoccupa del tepore che mano a mano sente, non si rende conto che l'acqua da lì a breve diventerà sempre più calda, nuota tranquilla, fino a quando l'acqua non diventa bollente ma allora sarà troppo tardi. 

Il freddo, l'ondata di maltempo richiede molte energie per superare l'emergenza, alcuni si impegnano per aiutare i bisognosi, altri si limitano a godere della bellezza della neve, dei panorami imbiancati. Intanto però l'emergenza quella vera viene accantonata, le grida di aiuto dei nuovi poveri e disoccupati, sono ovattate  dalla neve (dai media). Anche la politica sembra aver ridotto le marce. Ma è un errore madornale. C'è bisogno di unire le forze per far emergere tutto il disagio sociale che si tende a tenere nascosto. C'è bisogno di solidarietà popolare e di lotta.

Un solo sindacato sembra aver capito il dramma a cui stiamo andando incontro, è la Fiom. Non lasciamola sola a combattere per tutti noi. Partecipiamo alla manifestazione del 18 febbraio, anche se è freddo e se c'è la neve: Fischia il vento, infuria la bufera, scarpe rotte eppur bisogna andar...

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