sabato 23 maggio 2009

UNO CONTRO L'ALTRO

Oggi mi soffermo su un fatto che mi è accaduto un paio di giorni fa.
Mi trovavo a passeggiare in centro a Falconara con alcuni amici intento a distribuire del materiale elettorale, ed incontro una coppia di quelli che consider(av)o miei amici. Li saluto cordialmente come sempre, anche perchè ci conosciamo da circa venti anni, ma la donna di cui non vi dico il nome, risponde al mio saluto con una frase che mi ha fatto pensare. Infatti con un tono che sembrava scherzoso mi dice: "... se mio marito perde il lavoro verremo a mangiare a casa tua".

Io credendola una battuta ho risposto che la mia casa è sempre aperta per gli amici, quindi non è necessario perdere il lavoro per entrare.

Lei però inasprendo ancora di più il suo tono di voce mi ribadisce che verranno a mangiare a casa mia solo se perderanno il lavoro.

Di questo scambio di battute credo che abbiate capito ben poco, quindi vi do una indicazione che vi aiuterà a capire meglio. La mia amica (?) si riferiva al posto di lavoro di suo marito dipendente della raffineria API.

Perché oggi ho deciso di scrivere di questo fatto che potrebbe sembrare di tipo personale? Perché il dialogo appena descritto mette in evidenza il clima pesante che si sta creando in città. Un clima che pericolosamente sta contrapponendo chi giustamente si batte per una città più vivibile, più sana, meno inquinata, con chi altrettanto giustamente ha timore per il posto del lavoro.

Allora credo che siano opportuni alcuni chiarimenti.

Io da anni mi sto impegnando insieme a centinaia di cittadini affinché Falconara possa ritrovare una giusta dimensione, più libera dall'inquinamento e anche più libera dai condizionamenti politici e dai poteri forti. Questo non significa che non abbia a cuore il futuro dei lavoratori.

L'equazione No centrali = licenziamenti è un tentativo meschino di chi si trincera dietro questa falsa verità e tenta di utilizzare i lavoratori come scudi dietro i quali continuare a fare affari.

Provocare uno scontro di questo tipo è da irresponsabili, ma credo anche che sia altrettanto da irresponsabili non cercare il dialogo tra le parti.

Mi domando ad esempio perché alcune forze sindacali della raffineria, preferendo inoltrarsi in dichiarazioni che nemmeno la dirigenza api osa fare, non fanno proprie le preoccupazioni dei cittadini sulla sicurezza, visto che dovrebbero essere una priorità anche per i lavoratori.

Insomma io rivendico il diritto di sognare una città migliore e nessuno può venirmi a dire che con la mia azione affamo le famiglie, perché se un solo lavoratore verrà licenziato questo non sarà a causa del no alle centrali.

Uno dei problemi di questa città è che si è perduto il valore della solidarietà, prevale l'egoismo. Colpa della crisi, ma anche colpa di una nuova cultura basata sul niente.

Dovremmo isolare chi tenta di metterci uno contro l'altro, perché tutti ci rimettono, tutti tranne i potenti.

Il clima diventa esasperante, si potrebbero perdere i posti di lavoro, la salute o molto più banalmente le amicizie. Non mi sembra un grande prospettiva.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

NON TE LA PRENDE TANTO IL FUTURO E' CONTRO L'API BASTA ASPETTARE. IL PROBLEMA E' FARLO CAPIRE AL SINDACATO... Le automobili a idrogeno non inquinano. Da un punto di vista ambientale le automobili a idrogeno hanno il grande vantaggio di non avere emissioni inquinanti ma soltanto vapore acqueo. Saranno la soluzione definitiva ai problemi dello smog urbano e del conseguente impatto sulla salute dei cittadini. L'inquinamento delocalizzato nelle automobili viene concentrato nei centri di produzione dell'idrogeno, più facilmente controllabili rispetto alle automobili. Inoltre la produzione dell'idrogeno è sfasata temporalmente rispetto all'utilizzo, cioè, può essere fatta di notte quando l'energia costa meno e viene prodotta in modo meno inquinante. La distribuzione delle stazioni di servizio a idrogeno.
Un aspetto critico per la diffusione dell'idrogeno come carburante sarà l'adeguamento della rete distributiva. Fin quando non esisteranno stazioni di servizio a idrogeno sarà poco probabile che decolli il mercato delle automobili Hydrogen pure se in presenza di prodotti tecnologicamente competitivi. La creazione, o più realisticamente l'adeguamento, della rete potrebbe diventare un vincolo non indifferente per la diffusione della mobilità tramite idrogeno. Shell completerà la conversione delle stazioni di servizio alla distribuzione capillare dell'idrogeno tra il 2015 e il 2025. Questa osservazione rafforza l'idea che la futura filiera produttiva dell'idrogeno vedrà privilegiare soprattutto il settore petrolchimico da cui dipende l'attuale distribuzione delle stazioni di servizio (PER ADESSO n.d.r.). In conclusione dovremo pertanto attendere pochi anni per guidare un'automobile a idrogeno. Per una completa sostituzione del parco circolante saranno necessari diversi decenni in cui vedremo circolare contemporaneamente automobili a idrogeno, gas GPL o metano, benzina, diesel e biodiesel.
HUITZ

Anonimo ha detto...

14-05-2009 ALTRO CHE EMANUELE FILIBERTO "IL BALLERINO" E I SAVOIA. W IL RE DI NORVEGIA E LA NORVEGIA ! La Norvegia ha inaugurato una ”autostrada a idrogeno” lunga 560 km, con più di una decina di automobili ad idrogeno in gara lungo un percorso panoramico tra la capitale Oslo e la città petrolifera Stavanger, affacciata sul Mare del Nord. Il produttore norvegese di gas e petrolio StatoilHydro ha costruito diverse stazioni per il rifornimento di idrogeno lungo il percorso per le automobili dotate di celle combustibili. Tale strada si potrebbe collegare anche ad un percorso a idrogeno nel nord della Germania. Anche Giappone e California hanno già costruito autostrade a idrogeno. “Nelle automobili elettriche la forza rotatoria è favolosa”, ha detto a Reuters Henning Solberg, pilota professionista di rally, prima di partire con l’auto numero uno del Viking Rally con il principe di Norvegia Haakon. “In accelerazione, puoi raggiungere velocità elevate con un motore a idrogeno”, ha aggiunto Solberg, la cui Ford Focus a idrogeno ha però iniziato la gara senza i consueti ruggiti del motore e lo stridore delle gomme. A differenza dei motori elettrici che impiegano ore a ricaricarsi, le automobili a idrogeno, quasi silenziose, possono essere rifornite in pochi minuti, come le auto tradizionali. “Dobbiamo cercare nuove alternative di carburante per il futuro e pensiamo che l’idrogeno sia una buona opzione, soprattutto perché non produce emissioni e … può essere prodotto da molte fonti”, ha detto Ulf Hafseld, capo dell’unità di sviluppo dell’idrogeno a StatoilHydro.

Alcune automobili in gara possono accelerare da zero a 100 km all’ora in quattro secondi, dicono i piloti, aggiungendo però che nel rally di tre giorni non è fondamentale la velocità ma l’affidabilità e l’efficienza. Sul percorso della prima tappa del rally a Drammen, a ovest di Oslo, il vantaggio di una Toyota Prius ibrida a idrogeno è la possibilità di conservare carburante. “Abbiamo buone discese che possiamo usare per ricaricare qui”, ha detto la pilota Anne Marit Hansen, riferendosi ad una funzione che permette di ricaricare le batterie della macchina frenando leggermente in discesa. La sua Prius ha un’autonomia di 170-200 km e un serbatoio con una capacità di circa 2 chilogrammi di gas idrogeno. La sua velocità massima è di poco superiore ai 100 km all’ora. StatoilHydro vende idrogeno in Norvegia a circa 40 corone norvegesi (6,28 dollari) al kg, che ritiene simile in termini di energia al prezzo della benzina. La compagnia cerca di avere idrogeno pulito usando l’energia proveniente dai grandi impianti idroelettrici norvegesi per dividere le molecole d’acqua in ossigeno e idrogeno.

”Una nazione ricca come la Norvegia dovrebbe contribuire a testare auto sia ad idrogeno sia elettriche, ma io so già che cosa guiderò tra 20 anni”, ha detto Frederic Hauge, fondatore del gruppo di esperti Bellonna, entrando nella sua Tesla elettrica. I partecipanti al rally dicono che questi test di guida contribuiranno a migliorare i loro veicoli e gradualmente a ridurre i costi, anche se i sussidi statali rimangono fondamentali per qualunque progetto su larga scala. “Le compagnie e le industrie di petrolio producono moltissimo idrogeno, ma si tratta di una questione politica quando si parla di utilizzarlo nell’industria delle automobili”, ha detto il ricercatore della Fiat Paolo Delzanno, in gara con una Fiat Panda con celle combustibili a idrogeno.