giovedì 16 ottobre 2008

DALL'ESPERIENZA DI VICENZA UN CONTRIBUTO DELL'ON. LALLA TRUPIA

Alcuni giorni fa, a seguito del grande successo di partecipazione ottenuto con la consultazione popolare contro l'ampliamento della base militare Usa di Vicenza, ho telefonato all'On. Lalla Trupia (SD). Ho contattato lei perché è stata e lo è ancora una delle promotrici del NO dal Molin. Ricordo bene la sua presa di posizione netta sulla questione durante il Governo Prodi.
Le ho chiesto di spiegarmi cosa è successo a Vicenza, come è nata la grande voglia di partecipazione che ha unito migliaia di persone di ceti sociali e di cultura anche molto diversi tra loro. Naturalmente ho brevemente illustrato la situazione della nostra città e quindi le vicende Quadrilatero, Centrali Api, dissesto, ecc.
Oggi ho ricevuto una lettera di Lalla che ringrazio per la sua disponibilità e cortesia, e sono felice di pubblicarla, per condividerla con chi ha la bontà di leggerla.

Caro Claudio, ti rispondo con piacere, perchè sono convinta che la politica della sinistra debba oggi alimentarsi di relazioni e scambi di esperienze reali, più che di discussioni astratte. Naturalmente ogni singola esperienza è unica e irripetibile, tuttavia, c'è sempre qualcosa in comune che può essere di aiuto.

Quello che è successo a Vicenza in questi ultimi tre anni ha dell'incredibile. Se mi avessero detto che la mia città, considerata moderata e di centrodestra non a sproposito, sarebbe diventata teatro di una mobilitazione permanente e larga contro l'installazione di una base militare americana, avrei pensato che si trattasse di farneticazioni. Invece ciò che è accaduto è tutto vero. Sotto i miei occhi ho visto una città prima democristiana,poi leghista, poi berlusconiana, trasformarsi in modo significativo e rumoroso. E tutto perchè la maggioranza dei suoi cittadini non voleva e non vuole ospitare una seconda base militare americana, nonostante ne ospiti tranquillamente una già da più di 50 anni e sia circondata da altri 4 siti militari statunitensi.

"Cosa ha scatenato a Vicenza la voglia di partecipazione?" mi chiedi. A mio modo di vedere la molla è dovuta soprattutto al senso di appartenenza al proprio territorio e alla ribellione contro imposizioni dall'alto che non la interpellano minimmente. La percezione di non esistere per chi decideva per loro ha scatenato per prima la rivolta. Devi sapere che tutto si decise in incontri segreti e senza alcun atto trasparente. Prima il Governo Berlusconi e il Sindaco di centrodestra e poi -purtroppo- Prodi con quello che fu chiamato "l'editto di Bucarest".

Come abbiamo cominciato? Dal Territorio appunto. Anzi, per l'esattezza dai quartieri limitrofi all'area Dal Molin.

In che forme? In primis studiando il progetto che un consigliere comunale aveva trovato in Comune e facendo INFORMAZIONE. Abbiamo fatto in piazza una mostra artigianale con l''ingrandimento del progetto e con le spiegazioni e gli interrogativi in bella vista. Convocammo i cittadini con un volantino e ne vennero 1000.
Li convocammo senza bandiere o sigle partitiche, anche se il primo incontro con dei consiglieri di circiscrizione e cittadini di quella zona si era svolto in una sede tutt'altro che neutra (il mio ufficio di deputata).

Siamo partiti dal chiederci cosa volevano fare a "casa nostra", per arrivare a chiederci chi era chiamato a decidere "a casa nostra".
Naturalmente la mia terra, il NordEst, è particolarmente sensibile all'appartenenza territoriale e questo sentimento non sempre dà buoni frutti.
Ha dato anche all'autonomia leghista, ma in questo caso ha consentito di conquistare al centrosinistra il Comune di Vicenza.

Dunque il territorio è un valore e la sinistra deve tornare ad occuparsene, per ricostruire quei legami e quell rappresentanza sociale e culturale che ha perso. Altrimenti queste istanze saranno calamitate dalla peggiore destra. Ecco un piccolo insegnamento. Per ricostruire la politica buona e la sinistra bisogna rappresentare valori e interessi in cui le persone in carne ed ossa si riconoscano.

Il resto è venuto dopo: la costituzione de3i Comitati NO Dal Molin e il Presidio NO Dal Molin e le grandi manifestazione del dicembre 2006 e del febbraio 2007. E poi i dibattiti, le proteste, gli approfondimenti, il legame con i movimenti pacifisti. Persino l'incontro e il confronto con la politica. Ma tutto in modo rovesciato. Siamo partiti dai problemi per arrivare alla politica, con le elezioni amministrative e con questa straordinaria giornata di partecipazione popolare che è stato il referendum autogestito.
In sostanza dalla salvaguardia ambientale il movimento è diventato un grande movimento politico per la pace e per la democrazia, che segna ormai questa città.

Cittadine e cittadini comuni hanno scoperto la militanza, la mobilitazione, la passione civile e politica e si sono autorappresentati. La politica, anche quella del centrosinistra, non ne esce bene, ma in quello che è nato è cresciuto sicuramente il nuovo centrosinistra.
Autonomia, rappresentanza, passione civile e interesi concreti. Piccoli interessi e grandi obiettivi. Questo è stato ed è il movimento vicentino.

Perchè no a Falconara? Ciao Lalla

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