venerdì 14 marzo 2008

LE TORTURE DI GENOVA

Leggo la notizia dal Corriere della sera: " Condanne complessive per oltre 76 anni di reclusione sono state chieste dai pm, Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati, per i 44 imputati nel processo per le violenze e i soprusi nella caserma della polizia di Bolzaneto, durante il G8 a Genova del luglio 2001. ... La pena più pesante è stata chiesta per Antonio Biagio Gugliotta, ispettore della polizia penitenziaria in servizio a Bolzaneto come responsabile della sicurezza. Tra le accuse nei suoi confronti, le percosse con calci, pugni, sberle e manganello in dotazione di arrestati e fermati per identificazione. Tre anni e 6 mesi nei confronti di Alessandro Perugini, ex numero due della Digos di Genova (il funzionario più alto in grado presente nella caserma), per Anna Poggi, commissario capo di polizia, per il generale della polizia penitenziaria Oronzo Doria (responsabile del coordinamento e dell'organizzazione) e per gli ufficiali di custodia Ernesto Cimino e Bruno Pelliccia".

Con sorpresa apprendo che uno degli imputati per le violenze del G8 si era candidato in una lista civica presente alle prossime elezioni di Falconara Marittima: si tratta di Ernesto Cimino. La sua candidatura è stata ritirata poco dopo, credo a seguito delle polemiche e dalla cattiva pubblicità ricevuta. Un ripensamento di facciata più che morale.
Agli elettori falconaresi voglio far leggere un articolo di Vittorio Agnoletto che mi è pervenuto via e-mail e che commenta il processo sui drammatici fatti di Genova.
Prima di votare pensate bene a chi volete dare in mano le chiavi della città.


Tutto l'inumano di Bolzaneto
di Vittorio Agnoletto

Tortura: si trattò di questo alla caserma di Bolzaneto, quando, nel luglio del 2001 più di 200 persone furono vittime delle violenze psicologiche e fisiche commesse da rappresentanti delle forze dell'ordine e dal personale medico. Il dramma di quelle «giornate cilene» è diventato oggi, con la fine della requisitoria al processo e le richieste dei pm, un paradosso. Perché l'Italia, dal 1984 fino al 2001, non ha recepito la Convenzione delle Nazioni unite contro la tortura: i pm non hanno potuto pertanto contestare il reato di tortura ma «solo» l'abuso di ufficio e di autorità alla maggior parte degli imputati al processo.

Nel caso in cui le accuse fossero confermate, dunque, i rappresentanti dello Stato che hanno picchiato, umiliato, torturato andrebbero incontro a delle pene irrisorie, che non sconteranno mai, perché i reati loro contestati saranno prescritti nel 2009, grazie alla modifica della prescrizione contenuta nella legge «ex Cirielli». Resta il fatto che i magistrati hanno individuato responsabilità individuali ma un'illegalità così diffusa non sarebbe stata possibile senza la garanzia dell'impunità. Per questo è corretto affermare che nella lista delle persone per le quali i pm hanno chiesto la condanna mancano i nomi dei vertici della polizia e della polizia penitenziaria: senza il loro assenso non sarebbe stata possibile alcuna tortura.

Forse De Gennaro finirà sotto processo per induzione e istigazione alla falsa testimonianza nel processo relativo alla mattanza della Diaz ma nel frattempo è ancora capogabinetto del ministero dell'Interno (anche se in temporanea libera uscita a Napoli per l'emergenza rifiuti) e tutti coloro che a Genova erano responsabili dell'ordine pubblico sono stati promossi. Di fronte a quanto oggi rimbalza da Genova non c'è dubbio che la vera sconfitta sia la politica, almeno quella istituzionale.

Una destra che, attraverso l'impunità garantita alle forze dell'ordine e con la modifica della prescrizione, cerca di nascondere ogni sua colpa nella gestione di quella feroce repressione. Un centro, il Pd, che non vede l'ora di chiudere questa vicenda, nel timore di essere chiamato a rispondere di alcune scelte che lo videro più che protagonista: ospitare il G8 a Genova, le pratiche di addestramento delle forze dell'ordine, la repressione del marzo 2001 a Napoli.

Una catena di responsabilità che non si è ancora chiusa, considerata la sciagurata scelta di ospitare il prossimo G8 alla Maddalena (con il rischio che anche questa volta lo gestisca Berlusconi). Ma anche la sinistra, che pure a Genova aveva condiviso il percorso politico del movimento, e ne aveva tratto una nuova spinta politica e culturale, è parsa silenziosa o quanto meno si è limitata ad una protesta poco più che formale di fronte alle scelte del governo Prodi, come le promozioni per i funzionari indagati e la decisione di ospitare il prossimo vertice in Sardegna. Forse sarebbe stato necessario un po' più di coraggio.

Nessuno passerà un solo giorno in carcere, è vero, ma oggi abbiamo almeno la speranza che tra qualche mese la verità storica possa essere confermata anche in un'aula di tribunale. Se pensiamo alla storia italiana del dopoguerra, costellata di stragi e di morti «accidentali», senza alcun colpevole, questo sarebbe già un passo avanti.

Vittorio Agnoletto (portavoce del Genoa Social Forum ai tempi del G8 del 2001)

3 commenti:

Loris Calcina ha detto...

Per storia personale e politica sono garantista e ho sempre ritenuto pericolose per la democrazia e la civiltà di un Paese le “sentenze mediatiche” prima che la Magistratura abbia accertato le responsabilità delle singole persone.
Però, oggi, siamo di fronte al fatto che i Pubblici Ministeri genovesi del processo per la terribile e violenta notte subita da oltre 200 cittadini inermi a Bolzaneto - durante il G8 del 2001 – hanno concluso che “la tortura è stata molto vicina a Bolzaneto. In quelle ore si è verificata una grave compromissione dei diritti umani”.
“(…) Trattamenti inumani e degradanti…, dita spezzate, pugni, calci, manganellate su persone inermi, bruciature con accendini e mozziconi di sigaretta, bastonate sulle piante dei piedi, teste sbattute contro i muri, volti spinti nella tazza del water” sono stati contestati con dovizia di testimonianze ad alcuni degli imputati in quel processo.
Anche il Colonnello Ernesto Cimino di Falconara è imputato in quel processo (abuso d’ufficio e abuso di autorità contro i detenuti) e, dapprima presentatosi candidato per le elezioni comunali di Falconara con la lista “Punto e a capo”, ha successivamente rinunciato alla candidatura per “evitare qualsiasi strumentalizzazione nella campagna elettorale” (sua dichiarazione a il Messaggero del 14/3/2008).

Non mi interessa disquisire come il Sig. Ernesto Cimino sia finito su una lista che si candida a governare Falconara, ma per me che ho scelto di candidarmi in queste elezioni comunali contro l’imbarbarimento della vita a tutti i livelli, alcuni elementi saltano indiscutibilmente agli occhi:
1) se il Sig. Cimino sapeva di essere stato sottoposto a giudizio per quei reati, si sarebbe dovuto astenere da subito dal candidarsi in una lista per svolgere il ruolo istituzionale di consigliere comunale. Rinunciare alla candidatura, come ha fatto, solo dopo che la notizia del giudizio pendente è apparsa sui quotidiani non è la stessa cosa!
2) Rinunciare alla candidatura per “evitare strumentalizzazioni” è un atto di responsabilità solo verso il gruppo politico che forma la lista “Punto a capo”.
Manca molto di sostanziale nell’atto e nelle parole del Sig. Cimino che fa parte di Forze che hanno delle responsabilità costituzionalmente definite: manca la condanna pubblica o una riflessione civile (e dunque etica e politica) su quelle vessazioni fisiche e morali praticate da qualcuno come modalità detentiva nei confronti dei cittadini!
Sarebbe stato un sollievo ascoltare parole di civiltà sia nei confronti delle vittime di Bolzaneto, sia nei confronti degli onesti operatori delle forze dell’ordine.
Non si può sottacere che le Convenzioni Internazionali vietano nel modo più assoluto i trattamenti messi in pratica a Genova, qualsiasi sia la situazione di emergenza od eccezione!

Personalmente sono anni che mi impegno civilmente per i diritti e la democrazia, impegno che mi ha visto manifestare anche per le strade di Falconara. Mi allarma non poco sapere che in Italia un cittadino che si impegna civilmente può finire con la testa cacciata dentro un water!
Credo che tutti coloro che aspirano ad avere un ruolo istituzionale per far rinascere Falconara dovrebbero preoccuparsi della civiltà di questa nostra Italia di cui facciamo parte.
Avrebbe dovuto farlo anche il Sig. Ernesto Cimino.
Loris Calcina

Anonimo ha detto...

carissimo Loris ho ritenuto opportuno non risponderti subito dopo la tua dichiarazione per evitare polemiche inutili ma oggi la verità è venuta a galla "assoluzione per non aver commesso il fatto" cosa che ho sostenuto più volte, come vedi anche i giudici mi hanno dato ragione!
Pertanto sarei ben lieto di offrirti un caffè e conoscerti di persona
Firmato Ten. col. Cimino dott. Ernesto

Anonimo ha detto...

Ribaltata la sentenza sui fatti di Bolzaneto durante il G8 di Genova.
Tutti i vertici che erano stati assolti hanno subito condanne comprese tra 3 anni e 8 mesi e 4 anni. 19 maggio 2010

http://www.corriere.it/cronache/10_maggio_18/genova-diaz-sentenza_721f93ac-62bd-11df-92fd-00144f02aabe.shtml