mercoledì 25 luglio 2007

LA SPIAGGIA DI FALCONARA VIOLENTATA DA UN ENNESIMO SVERSAMENTO DELL'API

Oggi verso le 15 sono arrivato in spiaggia per godermi un giorno di ferie. Il caldo era più sopportabile dei giorni scorsi e un leggero vento da nord increspava leggermente il mare. Appena seduto sullo sdraio mi accorgo che alcune imbarcazioni molto vicine alla scogliera stanno facendo strane manovre. Guardando meglio mi accorgo che alcune di loro hanno gettato in mare delle panne galleggianti. Ci ho messo pochi secondi per realizzare che anche questa volta dalla raffineria API di Falconara Marittima è fuoriuscito del materiale inquinante.

Allarmato da questo scenario chiamo urgentemente il sindaco il quale mi conferma che effettivamente l'API ha comunicato (in ritardo?) che c'è stato uno sversamento in mare di sostanze non ancora definite e che la Capitaneria di porto e l'Arpam erano sul posto per valutare la situazione.
Nel frattempo alcune centinaia di persone, soprattutto bambini, ignare erano tranquillamente in acqua a nuotare e a giocare.

Vedendo le imbarcazioni avvicinarsi sempre di più verso la riva vado a parlare con una ragazza del servizio di salvataggio e le chiedo se avesse avuto indicazioni su come comportarsi in una situazione del genere e se avesse avuto comunicazione di un divieto di balneazione. La ragazza mi ha risposto che tutto ciò che sapeva era che la Capitaneria aveva assicurato che non c'era nessun tipo di rischio per la balneazione in quanto lo sversamento è stato di modica entità.

Nel frattempo la corrente marina porta a riva un notevole quantità di materiale gelatinoso di colore nero e maleodorante che imbratta velocemente il bagnasciuga in un tratto di spiaggia di parecchie centinaia di metri, nel tratto che va dallo Stabilimento balneare Azzurro 84 a quello di Marcello e Valter.
Passa del tempo, da quando mi sono accorto delle manovre delle barche è passata più di un ora, e ancora ci sono molti bambini e adulti in acqua a fare il bagno, e allora cerco di convincerli ad uscire, anche se con scarsi risultati.

Finalmente dopo un paio di ore sia i bagnini di salvataggio che alcuni vigili urbani riescono ad avvertire le persone in acqua che per motivi precauzionali è meglio uscire immediatamente.

Il pomeriggio è trascorso da gran parte dei bagnanti ad osservare le barche della Guardia Costiera per cercare di capire cosa stesse succedendo, e soprattutto per molti bagnanti il resto del pomeriggio è servito per cercare di pulire le ciabatte, i piedi e i costumi, imbrattati inesorabilmente da quella sostanza nera.

Ora tornato a casa leggo sul sito dei comitati cittadini che una imbarcazione dell'Api era in mare già dalle ore 13.15 quindi lo sversamento dovrebbe essere avvenuto ben prima di quell'ora. E allora mi domando come mai, nonostante il dispiegamento delle imbarcazioni della Capitaneria nella zona, nessuno ha avuto la prontezza di avvertire da terra i bagnini, e la moltitudine di bagnanti del rischio che si stava profilando? Mi spiego meglio, perchè non sono intervenuti immediatamente le autorità competenti ad evitare possibili rischi ai bagnanti? Siamo a fine luglio e la spiaggia in questo periodo è molto frequentata, e non è concepibile lasciare la popolazione senza alcuna informazione.

Sono molto arrabbiato per quanto successo, anche perchè stiamo rivedendo lo stesso film troppo spesso. Non ho esitato a definire questo ennesimo incidente un atto di terrorismo ambientale. Lo so che è una parola forte ma come si può definire la violenza che vivono sulla propria pelle i cittadini falconaresi se non dei continui attentati all'ambiente e alla salute.

Proprio oggi sui giornali ho letto una notizia che riletta stasera ha del tragicomico: sembra che ci sia l'intenzione da parte del Sindaco Recanatini di aprire il dialogo con la dirigenza dell'API, ipotizzando la possibilità di una Fondazione.

Leggo da wikipedia: Una fondazione è un tipo di organizzazione prevista dal Codice Civile avente scopi definiti e non necessariamente filantropica, costituita come entità legale sia da individui che da istituzioni, con lo scopo di perseguire un obiettivo lecito ed eventualmente distribuire sussidi per appoggiare cause in linea con gli scopi della stessa. È anche detta "Ente morale".

Il nostro Comune secondo me deve cercare di fare una Fondazione solo ed esclusivamente con individui o istituzioni ETICI, non penso che ci siano possibilità di fare accordi con enti che palesemente si disinteressano del territorio, dell'ambiente e della salute delle persone.

Infine una domanda che ho già posto dopo situazioni di questo tipo: Ma è possibile che nessuno riesce a far rispettare le prescrizioni del protocollo d'intesa firmato con il rinnovo della concessione? Dalla Regione Marche, dalla Provincia, dal Comune, dal Prefetto, dalla Capitaneria di porto, dagli altri enti interessati mi piacerebbe ascoltare una risposta.


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