mercoledì 6 giugno 2007

CENTRALE AD IDROGENO NELLO SCHEMA DI SVILUPPO STRATEGICO ALTERNATIVO DELL'API

Leggo sui quotidiani la notizia di una possibile costruzione di una una centrale innovativa ad idrogeno all'interno della raffineria Api di Falconara Marittima. Tra le righe ho notato una certa ottimistica soddisfazione da parte di politici, per il basso impatto ambientale e l'utilizzo delle fonti rinnovabili. Mi sono ricordato di aver letto tempo fa in un interessante libro di Maurizio Pallante proprio qualcosa sul delicato tema dell'idrogeno. Il libro l'ho ripreso dalla libreria e ora ve ne propongo un piccolo estratto. Il libro in questione, che vi invito a leggere per intero, si intitola "Un futuro senza luce" Editori Riuniti 10 euro.

"... Destre e sinistre politiche, industriali e sindacalisti, docenti universitari e semi-analfabeti di ritorno, libri, giornali e televisioni: non c'è più nessuno che non aspetti con ansia l'alba della nuova era. Ragione più che sufficiente per rimanere scettici a priori e andare a verificare se questa aspettativa messianica abbia o non abbia fondamento. L'idrogeno, dicono i suoi profeti, è il più abbondante degli elementi chimici dell'universo, è un ottimo combustibile e la sua ossidazione, sia mediante combustione, sia mediante ricombinazione con l'ossigeno nelle celle a combustibile, genera soltanto vapore acqueo, H2O, dove si ritrova intatto, bello e nuovo, come se non fosse successo niente. Cosa si può volere di più dalla vita? Peccato che non si trovi mai da solo, ma sia sempre avvinghiato con altri elementi: con l'ossigeno nelle molecole dell'acqua (H2O), con il carbonio nelle molecole del metano e degli idrocarburi. Per poterlo utilizzare occorre prima scindere questi legami. E per scinderli occorre utilizzare energia. Insomma l'idrogeno non è, come spesso si lasciano scappare i suoi ammiratori travolti dall'entusiasmo, una fonte energetica, ma un vettore energetico...
... Se con l'idrogeno si vuol sostituire il carbonio per eliminare le emissioni di CO2, occorre scartare la produzione termoelettrica, perché altrimenti si otterrebbe l'effetto contrario di farle aumentare. Il rendimento medio attuale della trasformazione termoelettrica nelle centrali italiane è del 38 per cento. Moltiplicato per il rendimento delle due fasi successive, l'efficienza totale della filiera si ridurrebbe al 10 - 16 per cento. Un disastro sia in termini ecologici sia in termini economici."

Argomento complicato questo della centrale a idrogeno, il tema va approfondito, condivido pienamente l'affermazione fatta dal sindaco Recanatini al Messaggero di oggi: "occorre molta cautela quando si parla di una realtà complessa come quella della Raffineria".

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