Tornerò a scrivere di questo consiglio comunale. Nel frattempo pubblico il mio intervento.
"È nostro dovere cercare di evitare il dissesto, il lavoro svolto in questi mesi dal sindaco dagli assessori è stato duro e gravoso. Tutti si devono rendere conto che trovare una via d’uscita in una situazione così critica è un pò come cercare di scavare un tunnel con un cucchiaio.
Personalmente credo che dovremmo continuare a scavare e non arrenderci alla pur buia realtà. Fermarsi significherebbe annullare ogni progetto, ogni idea. Porterebbe la città in uno stato di depressione dal quale difficilmente si riprenderà. Non può essere questo, ciò che vogliamo.
La possibilità di riportare Falconara alla normalità c’è e la dobbiamo perseguire.
Dobbiamo avere la consapevolezza che questo significa sacrifici per i cittadini, quindi abbiamo il dovere di spiegare dettagliatamente, come intendiamo procedere e dimostrare con i fatti che questa amministrazione è diversa dalle precedenti. Dobbiamo convincere i cittadini che veramente la cosa pubblica è gestita in maniera chiara e partecipata, così come abbiamo dichiarato durante la recente campagna elettorale. È necessario che questa amministrazione comunale renda pubbliche quali sono le priorità, individuare cosa bisogna salvaguardare.
Cosa è più importante: lo sviluppo della città, la cultura, l’attenzione per il sociale, il lavoro.
Io credo che la priorità deve essere la tutela sociale e il lavoro. Tutelare le fasce svantaggiate della città deve essere la nostra priorità. La nostra coalizione di maggioranza ha tradizioni popolari, da sempre vicina ai più deboli, sia per motivazioni di carattere cattolico che per filosofie socialiste. I nostri elettori si aspettano azioni legate alla solidarietà ed all’equità. Norberto Bobbio affermava che “coloro che si proclamano di sinistra danno maggiore importanza nella loro iniziativa politica, a ciò che rende gli uomini uguali, o ai modi di ridurre le disuguaglianze”, Alcide De Gasperi sottolineava in uno dei suoi famosi discorsi il “bisogno di provvedere prima ai più poveri e disagiati: salvaguardare la libertà della persona umana nella sua sfera economica, perchè questa è l’involucro della sua libertà spirituale”.
Ho scomodato due pezzi da novanta della nostra storia politica perchè mi aiutano a dire che ora, in questa fase delicata della vita di questa città, dobbiamo fare scelte che devono andare in quel senso. Non è possibile penalizzare chi già si trova in posizioni sfavorite. Mi riferisco ad esempio alle persone che dipendono dai servizi dedicati ai disabili, agli anziani a basso reddito e ad altri soggetti emarginati.
Servizi che in gran parte sono possibili a Falconara grazie all’impegno di numerosi lavoratori. Sono lavoratori atipici, precari, che svolgono la loro attività con professionalità, con pochi diritti e nessuna certezza, quindi anche loro, anche se in termini diversi, si trovano in una condizione di disuguaglianza. Utilizzati anche dalle amministrazioni pubbliche in maniera smodata grazie proprio al basso costo e alla mancanza di doveri nei loro confronti. L’utilizzo di questa forma di contratto lavorativa è dovuta ad una legge sul lavoro (legge 30) fortemente voluta dal governo della destra.
La lotta al precariato invece è in testa agli impegni del Governo Prodi e lo deve essere anche nelle amministrazioni di centro-sinistra delle periferie.
A Falconara l’anomalia dei lavoratori precari è particolarmente evidente. A partire dal numero degli assunti: c’è stata indubbiamente una situazione che a qualcuno è “scappata di mano”. Si è data a troppe persone una aspettativa non sostenibile per le casse comunali. È vero, nell’assunzione del personale spesso non c’è stata alcuna selezione. Ma non è possibile colpevolizzare chi per motivi contingenti, nella difficoltà di trovare un posto di lavoro, ha dovuto servirsi del sistema più diffuso in Italia. Piuttosto dovremmo condannare chi ha usato la leva della raccomandazione per scopi personali, sfruttando situazioni di necessità. Sembra chiaro che alcuni occupano quei posti grazie a cognomi noti. Ma noi non siamo stati eletti con l’incarico di epuratori. Il problema del clientelismo deve rimanere nelle coscienze degli interessati.
Dobbiamo invece dare certezze che quanto avvenuto sinora non accadrà mai più, e lo possiamo fare solo se ad esempio detteremo regole precise per le future assunzioni, che rifuggano a tentazioni di carattere clientelare o a direttive di Partito.
E poi dobbiamo valutare un fatto secondo me molto importante: non rinnovare il contratto a molti lavoratori comporta a sua volta un problema sociale: bisogna ricordare che queste persone da un lato non avranno più un reddito seppur piccolo, dall’altro dovranno contribuire al risanamento delle casse comunali per mezzo degli aumenti delle tasse e delle tariffe.
Ora pur nella consapevolezza che le cosiddette pieghe di bilancio sono praticamente asciutte, chiedo al sindaco e alla giunta di impegnarsi affinchè da qui alla presentazione del bilancio preventivo si possa determinare una via d’uscita, anche coinvolgendo la Regione Marche, che garantisca il rinnovo dei contratti di un numero adeguato di lavoratori precari, in maniera tale da poter dare giusta continuità alle idee che le nostre tradizioni culturali e politiche pretendono, oltre che permettere una normale attività dei servizi sociali e culturali essenziali per la città.
Vorrei segnalare in ultimo e concludo, l’accordo quadro per la definizione dei criteri relativi alla stipula dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa stipulato dalla Provincia di Ancona con le organizzazioni sindacali. L’accordo ha come finalità il riconoscimento di alcune garanzie contrattuali come la sospensione della prestazione per malattia, per maternità, per le ferie, definendone i relativi aspetti economici. Considerare positivamente l’accordo della Provincia di Ancona, adattandolo alle necessità della nostra amministrazione comunale, significherebbe iniziare un primo importante passo per la lotta alla precarietà.
Mi rendo perfettamente conto che l’alternativa del commissariamento è cosa ben peggiore dei tagli e dei rincari che ci accingiamo a fare, e quindi non auspicabile, per questo motivo il mio impegno è volto a sostenere tutte quelle azioni che assicureranno sia il risanamento finanziario del Comune, sia quelle per lo sviluppo di Falconara, condizioni senza le quali la città verrebbe fortemente penalizzata".
Personalmente credo che dovremmo continuare a scavare e non arrenderci alla pur buia realtà. Fermarsi significherebbe annullare ogni progetto, ogni idea. Porterebbe la città in uno stato di depressione dal quale difficilmente si riprenderà. Non può essere questo, ciò che vogliamo.
La possibilità di riportare Falconara alla normalità c’è e la dobbiamo perseguire.
Dobbiamo avere la consapevolezza che questo significa sacrifici per i cittadini, quindi abbiamo il dovere di spiegare dettagliatamente, come intendiamo procedere e dimostrare con i fatti che questa amministrazione è diversa dalle precedenti. Dobbiamo convincere i cittadini che veramente la cosa pubblica è gestita in maniera chiara e partecipata, così come abbiamo dichiarato durante la recente campagna elettorale. È necessario che questa amministrazione comunale renda pubbliche quali sono le priorità, individuare cosa bisogna salvaguardare.
Cosa è più importante: lo sviluppo della città, la cultura, l’attenzione per il sociale, il lavoro.
Io credo che la priorità deve essere la tutela sociale e il lavoro. Tutelare le fasce svantaggiate della città deve essere la nostra priorità. La nostra coalizione di maggioranza ha tradizioni popolari, da sempre vicina ai più deboli, sia per motivazioni di carattere cattolico che per filosofie socialiste. I nostri elettori si aspettano azioni legate alla solidarietà ed all’equità. Norberto Bobbio affermava che “coloro che si proclamano di sinistra danno maggiore importanza nella loro iniziativa politica, a ciò che rende gli uomini uguali, o ai modi di ridurre le disuguaglianze”, Alcide De Gasperi sottolineava in uno dei suoi famosi discorsi il “bisogno di provvedere prima ai più poveri e disagiati: salvaguardare la libertà della persona umana nella sua sfera economica, perchè questa è l’involucro della sua libertà spirituale”.
Ho scomodato due pezzi da novanta della nostra storia politica perchè mi aiutano a dire che ora, in questa fase delicata della vita di questa città, dobbiamo fare scelte che devono andare in quel senso. Non è possibile penalizzare chi già si trova in posizioni sfavorite. Mi riferisco ad esempio alle persone che dipendono dai servizi dedicati ai disabili, agli anziani a basso reddito e ad altri soggetti emarginati.
Servizi che in gran parte sono possibili a Falconara grazie all’impegno di numerosi lavoratori. Sono lavoratori atipici, precari, che svolgono la loro attività con professionalità, con pochi diritti e nessuna certezza, quindi anche loro, anche se in termini diversi, si trovano in una condizione di disuguaglianza. Utilizzati anche dalle amministrazioni pubbliche in maniera smodata grazie proprio al basso costo e alla mancanza di doveri nei loro confronti. L’utilizzo di questa forma di contratto lavorativa è dovuta ad una legge sul lavoro (legge 30) fortemente voluta dal governo della destra.
La lotta al precariato invece è in testa agli impegni del Governo Prodi e lo deve essere anche nelle amministrazioni di centro-sinistra delle periferie.
A Falconara l’anomalia dei lavoratori precari è particolarmente evidente. A partire dal numero degli assunti: c’è stata indubbiamente una situazione che a qualcuno è “scappata di mano”. Si è data a troppe persone una aspettativa non sostenibile per le casse comunali. È vero, nell’assunzione del personale spesso non c’è stata alcuna selezione. Ma non è possibile colpevolizzare chi per motivi contingenti, nella difficoltà di trovare un posto di lavoro, ha dovuto servirsi del sistema più diffuso in Italia. Piuttosto dovremmo condannare chi ha usato la leva della raccomandazione per scopi personali, sfruttando situazioni di necessità. Sembra chiaro che alcuni occupano quei posti grazie a cognomi noti. Ma noi non siamo stati eletti con l’incarico di epuratori. Il problema del clientelismo deve rimanere nelle coscienze degli interessati.
Dobbiamo invece dare certezze che quanto avvenuto sinora non accadrà mai più, e lo possiamo fare solo se ad esempio detteremo regole precise per le future assunzioni, che rifuggano a tentazioni di carattere clientelare o a direttive di Partito.
E poi dobbiamo valutare un fatto secondo me molto importante: non rinnovare il contratto a molti lavoratori comporta a sua volta un problema sociale: bisogna ricordare che queste persone da un lato non avranno più un reddito seppur piccolo, dall’altro dovranno contribuire al risanamento delle casse comunali per mezzo degli aumenti delle tasse e delle tariffe.
Ora pur nella consapevolezza che le cosiddette pieghe di bilancio sono praticamente asciutte, chiedo al sindaco e alla giunta di impegnarsi affinchè da qui alla presentazione del bilancio preventivo si possa determinare una via d’uscita, anche coinvolgendo la Regione Marche, che garantisca il rinnovo dei contratti di un numero adeguato di lavoratori precari, in maniera tale da poter dare giusta continuità alle idee che le nostre tradizioni culturali e politiche pretendono, oltre che permettere una normale attività dei servizi sociali e culturali essenziali per la città.
Vorrei segnalare in ultimo e concludo, l’accordo quadro per la definizione dei criteri relativi alla stipula dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa stipulato dalla Provincia di Ancona con le organizzazioni sindacali. L’accordo ha come finalità il riconoscimento di alcune garanzie contrattuali come la sospensione della prestazione per malattia, per maternità, per le ferie, definendone i relativi aspetti economici. Considerare positivamente l’accordo della Provincia di Ancona, adattandolo alle necessità della nostra amministrazione comunale, significherebbe iniziare un primo importante passo per la lotta alla precarietà.
Mi rendo perfettamente conto che l’alternativa del commissariamento è cosa ben peggiore dei tagli e dei rincari che ci accingiamo a fare, e quindi non auspicabile, per questo motivo il mio impegno è volto a sostenere tutte quelle azioni che assicureranno sia il risanamento finanziario del Comune, sia quelle per lo sviluppo di Falconara, condizioni senza le quali la città verrebbe fortemente penalizzata".
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