venerdì 2 ottobre 2015

Tagli pubblici alla salute

Non credete a chi vi dice che la spesa sanitaria è fuori controllo, che ci sono sprechi inenarrabili, che il servizio sanitario nazionale va rifondato. L'Italia ha un sistema di controllo della spesa sanitaria, che in confronto a quello della maggior parte dei Paesi avanzati va abbastanza bene”.

Non è una mia affermazione ma quella di Carlo Cottarelli, Direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale oltre che Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica per il governo italiano nel 2013.

Carlo Cottarelli, nel capitolo dedicato alle spese sanitarie del suo libro "La lista della spesa", valuta l'Italia come un Paese virtuoso in questo settore, meglio della Germania, asserendo che l'aumento della spesa sanitaria va imputata sostanzialmente all'invecchiamento della popolazione e alla ricerca scientifica con la scoperta di nuovi più efficaci prodotti e tecnologie. Quindi non inutili sprechi di denaro ma servizi alla persona.

E allora perchè il governo persevera con i tagli alla sanità pubblica? La risposta ce la dice ancora una volta Cottarelli: “Perchè l'italia si può permettere un livello di spesa primaria più basso degli altri Paesi in conseguenza del suo elevato debito pubblico”.

Secondo i punti di riferimento europei (benchmark) la spesa sanitaria italiana dovrebbe essere solo il 5.5% del PIL, mentre in realtà, pur essendo "virtuosa" è al 7%. Ma questi sono solo dati contabili che non tengono conto del fattore umano. Il benchmark infatti non tiene conto della composizione demografica di un Paese e che quindi una popolazione anziana richiede spese sanitarie più elevate.

Il punto è che l'Italia è stretta nel cappio dell'austerity voluto dalla BCE (la famosa lettera che il Presidente dell'Eurotower Trichet e l’allora governatore della Banca d’Italia Mario Draghi inviarono all'allora presidente del Consiglio Berlusconi). Un Piano applicato da Mario Monti con il decreto "salva Italia" e portato avanti dall'attuale governo Renzi, con il quale viene imposta una lunga serie di privatizzazioni, di "riforme" da quella dei contratti di lavoro, alle pensioni e che include naturalmente i tagli al sistema sanitario, in un ottica di tagli alla spesa lineari per sottostare a clausole non negoziabili nel rispetto del pareggio di Bilancio in costituzione e del fiscal compact.

Quindi penso che quando si parla delle storture della riforma scolastica, o della riduzione dei diritti con il jobs-act, oppure del criminogeno taglio alle prestazioni sanitarie, o a qualsiasi azione vessatoria nei confronti delle persone, sia fondamentale non perdere di vista la principale causa che deriva dalla scelta politica degli ultimi governi di sottostare ai diktat della troika.

Nessun commento: