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Area Leader Falconara |
Relazione per assemblea programmatica
Claudio Paolinelli
SEL Marche 20 settembre 2014
Opere infrastrutturali QUADRILATERO SPA
Care
Compagne e Compagni, penso che in fase di elaborazioni programmatiche
e di ipotesi di alleanze politiche in vista delle elezioni regionali
del 2015, non si debba agire con impostazioni ideologiche o
preconcette. La difficile situazione generale del Paese e quindi
anche della nostra Regione ci impone una accurata riflessione dalla
quale poter imbastire l'approccio adeguato per affrontare al meglio i
futuri impegni.
Occorre
quindi partire da una sana e serena valutazione dell'operato del
Governo regionale in questa ultima legislatura. Anzi delle ultime
due, visto che il Presidente Gian Mario Spacca è arrivato alla
scadenza del suo secondo mandato.
Non
parlerò della compagine che ha dato vita al “Laboratorio Marche”,
anche se naturalmente avrei molto da dire. Vorrei utilizzare il tempo
del mio intervento per porre l'attenzione sulle politiche delle
infrastrutture della Regione Marche ed in particolare sullo Stato dei
Lavori del Progetto Quadrilatero Spa, che ricordo a tutti è stato
una delle punte di diamante del Programma regionale del presidente
Spacca.
Ma
è stato anche motivo di forte conflitto, tra chi ha eseguito con
riverenza gli ordini della giunta regionale e chi invece si è
opposto a quello che era ed è un progetto fallimentare, i cui
effetti negativi sarebbero ricaduti sui territori e quindi sui
cittadini. Un conflitto che ha riguardato anche la mia città
Falconara, provocando fratture politiche tali da consegnare la città
nelle mani della destra. Ho fatto il consigliere comunale in quel
periodo e mi sono battuto senza cedere alle forti pressioni che
arrivavano da più parti. Penso di conoscere un pò la storia e
l'evoluzione di questo progetto e credo che sia utile ritornare
sull'argomento.
Il
sito ufficiale della società Quadrilatero illustra il progetto in
questo modo: “Il
Progetto Quadrilatero Marche Umbria prevede la realizzazione di opere
infrastrutturali viarie (i cui assi rappresentano idealmente i
quattro lati di un quadrilatero) attraverso un innovativo piano di
cofinanziamento, il Piano di Area Vasta. Il Progetto consiste nel
completamento e adeguamento di due arterie principali (l'asse
Foligno-Civitanova Marche strada statale 77 e l'asse Perugia-Ancona
statali 76 e 318), della Pedemontana Fabriano-Muccia/Sfercia e altri
interventi viari”.
La
novità rappresentata in questo progetto è la modalità con cui si
vuole cofinanziare l'opera: il Piano di Area Vasta (PAV).
La Società Quadrilatero infatti ha individuato delle aree,
cosiddette aree Leader le quali, una volta trasformate in
insediamenti produttivi, logistici e direzionali, sarebbero diventate
aree di cattura di valore, i cui flussi di ricavi sarebbero serviti
al finanziamento dell'opera, ovvero alla realizzazione di una strada
lunga una quindicina di chilometri nel tratto che va da Albacina a
Fossato di Vico.
La
Quadrilatero come da progetto, ha individuato 8 aree leader, i cui
rispettivi Comuni, a suo dire, con la realizzazione della strada
avrebbero ottenuto dei benefici economici. La più grande delle 8
aree leader è quella di Falconara, la quale però è distante dalla
realizzanda strada almeno 50 chilometri. Il
progetto approvato dal CIPE nel 2006 per Falconara prevedeva: fiera
mercato, centro congressi, padiglioni espositivi, centro affari,
centro direzionale e struttura alberghiera.
Il
comune di Falconara aderendo al protocollo d'intesa IMPOSTO dalla
Regione Marche diede in mano alla Quadrilatero un'area di 481.600 mq
a ridosso dell'aeroporto, nella quale, assicuravano, sarebbe sorto il
nuovo polo fieristico, sebbene tutti sapessero però che la Fiera non
si sarebbe spostata da Ancona per trasferirsi a Falconara. Nonostante
questo il Comune di Falconara, come gli altri 7 coinvolti si
impegnava a versare nelle casse della Quadrilatero (questa è la
cattura di valore) per 30 anni, le entrate equivalenti dell'ici e di
porzione degli oneri di urbanizzazione di quell'area. Ciliegina sulla
torta, con la firma dell'accordo il Comune rinunciava ad ogni diritto
di potestà del suo territorio.
A
me è sembrata da subito una operazione scandalosa e vergognosa. Per
il PD invece, per Spacca e i suoi alleati e anche per il PDL era una
straordinaria opportunità innovativa.
In
questo senso Le Marche sono diventate veramente un laboratorio:
quello per le larghe intese tra PD e PDL, parliamo del 2006.
La
poderosa propaganda di Palazzo Raffaello ha piegato ogni dissenso. Il
Pd che originariamente, quando al Governo c'era Berlusconi, era
contrario all'opera, non appena venne nominato premier Prodi cambiò
repentinamente idea, facendola propria. Dovete sapere che il progetto
Quadrilatero è nato sull'onda della Legge Obiettivo di berlusconiana
memoria. Il principale sponsor politico è stato il senatore
Baldassarri del PDL, e a rappresentare l'industria, l'imprenditore
jesino Pieralisi, ma successivamente molti altri si trovarono
d'accordo, anche Di Pietro allora ministro delle infrastrutture si
adeguò, e come lui tanti altri. Stessa cosa accadde per i sindaci
(PD) dei Comuni interessati, i quali, cambiata la bandiera al Governo
nazionale si rimangiarono le parole senza pudore, rigettando tutte le
precedenti contrarietà e firmando l'accordo di programma. Erano
diventati tanto compatti a sostenere una bugia, quanto poco
convincenti.
C'è
un detto popolare: “Quando si ripete spesso la stessa bugia,
diventa una verità”. Ci hanno provato. Ma c'è un altro proverbio
popolare che dice: “Le bugie hanno le gambe corte”. Infatti oggi
possiamo fare una valutazione giudicando i fatti concreti.
Il
progetto quadrilatero il cui costo totale era stato preventivato
quasi in 2 miliardi di euro, nasce nel 2004 e parte ufficialmente il
14 dicembre 2006 con un finanziamento di 20 milioni di euro
perfezionato con Cassa Deposito e Prestiti. Soldi
che dovevano consentire l'avvio operativo del PAV.
L'allora Presidente di Quadrilatero Gennaro Pieralisi dichiarò in
quell'occasione: “Sono
particolarmente soddisfatto per l'importante obiettivo raggiunto, che
consente alla Società di dare concreta
attuazione alla parte del progetto più innovativa, il Piano di Area
Vasta,
strumento capace di valorizzare il territorio, attraverso la
realizzazione di interventi mirati che avranno un forte impatto
socio-economico sulle Regioni, influendo positivamente sulla
competitività dei Distretti industriali, tutto ciò riuscendo
ad ottenere la totalità delle risorse previste dalle Delibere Cipe,
senza disperdere alcuna risorsa finanziaria che in aggiunta ai 1.067M
€ già disponibili rende
di fatto attuabile il sistema viario SS76, SS77 e Pedemontana”.
Sembrava
cosa fatta! Questa però è solo una delle tante dichiarazioni che si
sono succedute dal 2006 ad oggi. Potrei elencare decine di annunci di
inizi lavori e di crono programmi che puntualmente non sono stati mai
rispettati. La strada, come tutti possono verificare è tristemente
un'incompiuta, il contraente generale dei Lavori, colui che avrebbe
dovuto avviare e portare a termine i lavori è in amministrazione
controllata e sta per essere liquidato. E pensare che spavalde
dichiarazioni ci assicuravano il completamento delle opere entro il
2012. I lavori dell'area Leader, quelli del PAV, la cattura di
valore, “la parte più innovativa del progetto”, invece non sono
mai iniziati, ma quei territori continuano ad essere fuori dal
controllo dei Comuni che non possono pianificare il futuro delle loro
aree strategiche sotto il profilo economico e di sviluppo.
Viene
smontata anche l'ultima bugia quella con cui si reggeva il progetto,
ovvero la grande balla
del PAV e del project
financing.
Una
tabella sullo stato delle opere incompiute in Italia, pubblicata dal
Sole 24 ore a metà agosto a proposito di Quadrilatero spiega che :
l'Opera è aggiudicata
e in realizzazione”, ma
“servono fondi pubblici (650 milioni) per
coprire la"cattura di valore" che non ha funzionato.
Sul nuovo sito
governativo www.passodopopasso.italia.it
si precisa che “le
risorse saranno disponibili a condizione che i lavori siano
cantierabili entro il 2015”.
Nonostante tutto, la
stampa locale come sempre titola con enfasi ed entusiasmo:
“Quadrilatero avanti
tutta, con lo sblocca Italia altri 70 milioni di euro per ripartire”
(Corriere Adriatico 30 agosto 2014).
Altri
70 milioni di soldi pubblici che diventeranno forse 120 a fronte dei
650 che servono e che si aggiungono ai 20 milioni del 2006 di cui
abbiamo perso le tracce.
Il
cerchio si chiude mi pare. Ho tralasciato qualche particolare non
secondario per questioni di tempo, come ad esempio il numero di
vittime tra i lavoratori sacrificati alla costruzione dell'opera e il
disagio quotidiano delle persone che passano dalle parti dei cantieri
chiusi oltre all'impatto ambientale e allo sfregio del paesaggio.
Naturalmente
non ci sono stati i tanto propagandati benefici economici tanto meno
viari in nessuna delle aree coinvolte. Insomma un disastro!
Un
progetto nato male, gestito peggio, forse voluto dalla famiglia
Merloni o almeno pensato intorno alle sue imprese, si mostra un
totale fallimento.
Morale:
La regione Marche forse avrà una nuova viabilità... tra una decina
d'anni, con dei costi a carico dei contribuenti che saranno lievitati
in maniera impressionante, mentre paradossalmente non ci saranno più
le industrie, Indesit in testa, che di quelle strade avrebbero avuto
bisogno, Ma qui entriamo in un altro tema che è quello della
programmazione industriale e del lavoro nelle Marche.
Dal
mio punto di vista ci sono già molti motivi di riflessione sulla
formidabile responsabilità di chi ha governato e governa la Regione.
Uno squarcio che mette a fuoco l'inettitudine totale nel pianificare
ed ottimizzare le risorse nel territorio e che alimenta qualche
dubbio su chi realmente abbia tratto benefici in questa operazione.
Tutto questo mentre, parallelamente alle strade incompiute, a fianco
dei ponti e delle gallerie mai terminate e in alcuni casi, mai
iniziate, passa la ferrovia che collega Ancona con Roma che
vergognosamente e tragicamente per i viaggiatori, è ancora ad un
solo binario come ai tempi di Cavour.
Ecco
ho voluto affrontare solo uno dei temi e contribuire a consolidare un
giudizio sull'operato della Regione Marche, di Spacca, del Pd e di
tutti i componenti dell'alleanza che hanno dato vita al Laboratorio
Marche.
Il
divorzio annunciato tra Spacca e il PD non deve depistarci, sono
entrambi pari responsabili. Quello che ho esposto è solo un capitolo
e sono certo che anche in altri settori le criticità non
mancheranno, penso alla sanità, ai rigassificatori o alla vicenda
vergognosa delle biomasse e sono solo tre esempi.
Per
me il giudizio è fortemente negativo e non vedo prospettive di
cambiamento, tanto più se si sommano a queste criticità locali, le
questioni politiche di carattere nazionale ed europee.
Il
PD ha legittimamente preso una direzione centrista e liberista.
Altrettanto legittimamente, credo che noi dobbiamo almeno provare a
cambiare prospettiva al Paese e alla nostra Regione, dobbiamo
proporre una possibilità di cambiamento. Non possiamo quindi essere
noi i promotori di un campo di centrosinistra. Perchè il
centrosinistra non esiste.
C'è
bisogno quindi di una netta cesura con questi politici e con questa
politica. E di una vera alternativa sia nei metodi e che nella forma.
Serve uno sforzo e una certa dose di coraggio per cambiare strada. E
modestia per trovare i compagni di viaggio.
Come
ha detto Moni Ovadia in un recente incontro pubblico, la sinistra
continua con la sua frammentazione ad essere irrilevante in tutte le
battaglie, per generose che siano saranno sempre inascoltate a causa
della sua pochezza. Concentriamoci su COME costruire la sinistra. Le
elezioni regionali possono essere un terreno di sperimentazione.
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