giovedì 20 giugno 2013

LA MORTE IN RAFFINERIA

Ancora un morto all'interno della raffineria API di Falconara.  Francesco Fiore 53 anni operaio pugliese di una ditta esterna è morto ieri dopo venti giorni di agonia, ustionato da un getto di vapore mentre lavorava per la manutenzione dell'impianto, attualmente chiuso ed in procinto di riaprire.
 
Ancora una volta ci si interroga sui problemi legati alla sicurezza della raffineria, perché questa non è la prima vittima.
 
Ancora una volta parole di cordoglio da parte dell'azienda che si dichiara: "sinceramente e profondamente addolorata". "Costernato" anche il sindaco Brandoni. Ma intanto si muore, in una azienda complicata di cui non se ne conosce il futuro, una azienda che ancora non rende pubblico il piano industriale e quindi non investe, anzi taglia i costi.
 
Quattro indagati finora, tra questi due dirigenti dell'Api: l'AD Gianfranco Cogliati e Francesco Lion responsabile tecnico. 
 
Oggi i sindacato hanno dichiarato due ore di sciopero, a fine turno. Un atto di solidarietà, più che di protesta.
 
Non è la prima volta che mi capita di scrivere di disgrazie di questo tipo in raffineria, ma come sempre, passata l'attualità e ripulita la coscienza con una nota di cordoglio di azienda e istituzioni, tutto resta com'è, si va avanti, fino al prossimo "imponderabile incidente".      
 
La città non sembra particolarmente colpita da questa tragedia però. Sarà il caldo torrido, o forse l'incidente è considerato solo uno dei tanti, in questi tempi di crisi le persone si chiudono e pensano ai fatti loro. Oppure semplicemente non c'è un dialogo aperto in città. 
 
Mi domando quando riusciremo ad aprire un dialogo tra i lavoratori dell'Api e Falconara, Un vero dialogo, rispettoso di tutti.
Sono sicuro che ci guadagneremo tutti. Ma quando accadrà?
 
  

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