venerdì 1 febbraio 2013

SPENTA LA TORCIA DELLA RAFFINERIA

Oggi si è spenta la fiamma della raffineria Api di Falconara.
Alcuni giornali descrivono questo fatto quasi con sentimentalismo, in realtà quella fiamma, è il simbolo della presenza di un sito industriale ad alto impatto ambientale che ha illuminato il cielo per anni mentre allo stesso tempo inquinava l'aria e la terra circostante. Una fiamma che ha garantito il lavoro a migliaia di lavoratori i quali ora, non a causa delle istanze del movimento ambientalista ma per una scelta della proprietà dell'azienda petrolifera, rischiano seriamente il posto di lavoro.
 
Argomento spinoso quello della raffineria, chiunque si azzarda in considerazioni si presta a cattive interpretazioni più o meno strumentali. La verità è che l'azienda a causa della crisi dei consumi petroliferi e dei bassi costi di raffinazione di altri siti nel sud del mondo, ha optato (per ora) di sospendere la raffinazione per un anno. Quindi una decisione di carattere economico: non c'è il profitto e quindi stop. Non c'entrano nulla le istanze di quella parte della popolazione preoccupata per l'impatto ambientale e per la salute, la scelta non tiene conto quelle proteste che peraltro non hanno messo mai in discussione il diritto al lavoro dei dipendenti Api e dei lavoratori dell'indotto.
 
Ora resta il dubbio. Fiato sospeso per un anno per conoscere le sorti della raffineria, una decisione unilaterale con poche possibilità di dialogo e confronto. Perchè è sempre stato così con i dirigenti dell'Api, da sempre nessun dialogo soprattutto con le comunità del territorio, solo arroganza e chiusura.
 
Ora con questa situazione non resta che augurarsi che nell'anno di stand-by gli amministratori della città, la Regione Marche, i sindacati non perdano tempo e si preoccupino di trovare una soluzione al problema, che tenga conto della probabile chiusura definitiva. Che si facciano carico del futuro dei lavoratori, dell'economia locale, della riconversione dell'area e soprattutto della bonifica, che resta il problema più grande e che peserà su Falconara per molti anni, troppi!  

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