sabato 24 dicembre 2011

NATALE A FALCONARA

E' incredibile ma vero! Una festicciola organizzata dal Comune in piazza con animatori e musica a due giorni dal Natale, si è trasformata in set fotografico per la propaganda del sindaco a sostegno della sua pessima politica sicuritaria.

Ieri pomeriggio nel crocevia che collega la piazza alla stazione, a pochi passi dagli stand degli animatori, ecco posizionarsi una macchina dei carabinieri, con accanto cinque o sei militari dell'esercito in tuta mimetica.  Non c'è nessun motivo di ordine pubblico per quel dispiegamento, e in molti si  domandano perchè quella presenza improvvisa.

La risposta arriva pochi minuti dopo. Infatti ecco che sopraggiunge il sindaco Brandoni con al seguito un fotografo di un giornale locale e il suo entourage. Tutti in posa per la foto di rito, ma evidentemente le foto non erano sufficientemente esplicative, allora ecco che i carabinieri fermano due persone (un uomo con una fisarmonica ed una donna con una gonna lunga e colorata) per l'identificazione. E giù foto, con il sindaco raggiante per la dimostrazione del controllo del territorio. Sono state fermate due persone "a caso" nel mucchio, senza che nessuno abbia fatto niente. Solo per arricchire di personaggi la foto che sono certo il sindaco metterà tra le sue più care.

Di per se questo gesto è già sgradevole di suo, soprattutto nel contesto di una festa natalizia  organizzata per ridare un pò di vita al centro cittadino. Evidentemente il vero scopo della festa era ben altro: un palcoscenico  per la becera propaganda elettorale del sindaco sulle spalle di povera gente che suo malgrado è stata costretta a partecipare alla recita.

Ma non finisce qui. Il sindaco infatti, forse sovraeccitato dalla visione di persone in uniforme, mi si è avvicinato mentre guardavo sdegnato tutta la scena, e ad alta voce ha pronunciato una frase che evidenzia tutta la sua rozzezza e il basso profilo culturale. Una frase terribile che dalla bocca di un sindaco assume una gravità spropositata. Una frase irresponsabile che però lo qualifica per quello che è.

Accadono cose incredibili in questa città, degradata da persone che cercano disperatamente di nascondere i loro fallimenti con operazioni di facciata. Ricorderò quelle foto scattate ieri, le pose ammiccanti di chi si è prestato, le aggiungerò all'album dei ricordi di quest'annata infame.   

venerdì 23 dicembre 2011

AUGURI PER QUESTE "non" FESTE

Ce la stanno mettendo tutta. Si stanno impegnando molto e probabilmente riusciranno nel loro intento. Il potere finanziario, quello in mano ad un ristrettissimo numero di persone, sta erigendo un fortino per difendere gli enormi interessi economici e di potere. Un fortino che esclude e tiene alla larga la maggioranza delle persone, quel 99% che spesso viene evocato nelle manifestazioni delle piazze di tutto il mondo.

Il capitalismo è morto, ma come uno spirito maligno continua a fare danni smisurati. Il capitalismo è finito, ma c’è chi non se ne vuole fare una ragione. I Governi non si curano di salvare le persone, di limitarne le difficoltà. I Governi hanno l’unico obiettivo di dare ulteriore ossigeno ad un sistema che è miseramente fallito, e lo fanno con cinismo e smisurata violenza sui loro popoli.

Una tale situazione secondo questa logica richiede quindi interventi estremi, che scavalacano le democrazie dei Paesi, ed infatti anche in Italia la democrazia è sospesa con i Partiti politici che balbettano di fronte alla loro inadeguatezza e lasciano che i “tecnici” facciano il lavoro sporco, perché loro non sono stati capaci di affrontare e governare quei problemi.

L’aria è tesa come i nervi di molti di noi preoccupati per il futuro e per il presente. Ci si riscalda per un nonnulla, uno sguardo di troppo, uno sgarbo al parcheggio... sono tangibili i segnali di insofferenza, sempre più persone sentono il peso dell’esistenza. C’è un clima che potrebbe innescare un crescendo di intolleranza e di violenza. Stà prevalendo l’egoismo: messi alle strette ognuno tenta di difendersi come può. Ma non può essere questa la strada.

E se i Governi, invece di agire nell’interesse dei loro Popoli, si mettono dalla parte delle Banche e buttano tutti nella disperazione, noi abbiamo il dovere di non perdere la lucidità, dobbiamo comprendere che non è l’individualismo che ci salverà. Al contrario ci salveremo se troveremo la forza di solidarizzare, di unirci, di non lasciare solo nessuno, di consolidare la Democrazia, dobbiamo creare un fronte comune per contrastare le enormi disuguaglianze che il sistema capitalistico ha provocato e per pensare ad un mondo nuovo.

È il mio augurio per queste “NON” feste natalizie. Restiamo uniti, restiamo umani.

mercoledì 7 dicembre 2011

COMMERCIANTI CONTRO IL DEGRADO

Ho partecipato anche io, come tanti cittadini alla riunione organizzata dal sig. Pasquini per discutere le preoccupazioni dei commercianti di Falconara Marittima per il degrado in cui è caduta la città.

Quello che ho sentito in quella riunione mi lascia una profonda amarezza.  Da una parte, l'amministrazione comunale che continua imperterrita nella sua politica di tolleranza zero, anche se è ormai chiaro a tutti, e forse anche a loro, che è stata un fallimento totale e che non ha per nulla migliorato la situazione, anzi la percezione di insicurezza in questi tre anni e mezzo è sensibilmente peggiorata. Dall'altra un gruppo di commercianti che giustamente è preoccupato per l'affievolirsi degli affari in una città che è morta dal punto vista commerciale, ma anche sociale. 

Non voglio credere che i commercianti vogliano scaricare la responsabilità dei loro scarsi incassi agli immigrati e ad uno sparuto gruppo di nomadi che staziona da un pò di tempo in città. Non lo voglio credere perchè non voglio offendere la loro intelligenza. Perchè è evidente che il problema ha altre cause. 
La nostra è una città anomala. E' un non luogo. 
Tradizionalmente Falconara è sempre stata una città dormitorio. Una città che non ha attrative e i cittadini non hanno stimoli per andare a passeggiare in centro.
Quindi se i circa 27.000 abitanti non escono di casa o si spostano in altre città o centri commerciali per gli acquisti, ecco che alcune decine di immigrati che non hanno altro posto della piazza per incontrarsi, danno l'impressione di averla occupata, scippata ai falconaresi.

La nostra città paga pesantemente il fatto di essere una città industriale. La raffineria ha  bloccato lo sviluppo commerciale e turistico di Falconara che avrebbe potuto avere le stesse occasioni di Senigallia, tanto per fare un esempio. Vivere all'ombra della raffineria, in momenti di crisi come quello che stiamo vivendo acuisce le problematiche. 

La città è sporca, sembra abbandonata a se stessa. Piazza Mazzini ad esempio: in un solo giorno di pioggia si trasforma in un lago e la pozzanghera di alcuni metri di diametro resta lì fino all'evaporazione dell'acqua per settimane. E' la piazza del centro città, dovrebbe essere una specie di salotto buono invece...

Alcuni commercianti che sono intervenuti alla riunione si sono lamentati perchè, a sentir loro,  i cittadini immigrati ottengono i permessi per aprire le attività commerciali troppo facilmente. Si lamentano che ci sono troppi negozi di Kebab. Il problema secondo me non sono i negozi di kebab o gli empori dei cinesi che aprono in città e che ottengono regolari permessi evidentemente perchè sono in regola con le Leggi, ci si dovrebbe preoccupare piuttosto per il fatto che i negozi "storici" della città chiudono, e chiudono perchè Falconara non offre niente ai cittadini. Su questo dovrebbero riflettere i commercianti, chiedere risposte al sindaco in tal senso. Altrimenti il legittimo grido d'allarme per la situazione di degrado della città, potrebbe essere scambiato come un pericoloso atteggiamento razzista, ed io sono convinto che la gran parte dei commercianti, come tanti cittadini, hanno sentimenti molto diversi e sicuramente molto più solidali di quelli dimostrati finora dall'amministrazione comunale.

Credevo che la riunione di lunedì scorso servisse per ottenere delle risposte da parte del Sindaco, avevo capito che i cittadini volevano sapere in che modo l'amministrazione avrebbe agito per risolvere il problema, ma nessun progetto, nessuna idea utile è uscita dalla bocca  del sindaco, al contrario ho sentito parole pericolose, irresponsabili e portatrici di ulteriori conflitti.
Avrei voluto sentire anche una parola di dissociazione per il rogo appiccato alle coperte dei Rom il giorno prima, ma nessuno ne ha sentito la necessità.

Credo che il problema del commercio non si risolverà facilmente se questi sono i presupposti.

In ultimo vorrei anche dire che i ripetuti articoli sui giornali in cui si racconta una città pericolosa da visitare, infestata da borseggiatori, e mendicanti, presidiata dai militari, non sono una buona pubblicità per le attività commerciali. Credo che per prima cosa occorra abbassare i toni e pretendere allo stesso tempo dal Sindaco delle politiche serie.